Il suono delle campane riecheggiava in lontananza.
Gli uccelli cantavano fra i rami degli alberi.
La città stava pian piano prendendo vita.
Lucy, però, non ne voleva sapere di aprire gli occhi. Temeva, infatti, che, se solo l’avesse fatto, il morbido e confortevole tepore che la stava avvolgendo sarebbe scomparso. E, in effetti, come biasimarla: nonostante fosse già primavera, fuori faceva ancora freddo. Ma questo non era l’unico motivo che la costringeva a rimanersene a letto. Il fatto era che, da ciò che ricordava, non aveva mai provato una sensazione simile. Si sentiva protetta, consolata… voluta. Inoltre, quella notte, aveva fatto un incubo tremendo e fino a tardi aveva dormito malissimo, finché di colpo, la calma non si era fatta strada nel suo cuore. E, a pensarci bene, era stato proprio in quel preciso istante che qualcosa l’aveva avvolta dolcemente, rimanendo con lei tutto quel tempo.
Come tornata in sé, Lucy aprì gli occhi e osservò incredula la scena che le si presentò davanti: di fianco a lei c’era Natsu, che la teneva stretta tra le sue braccia.
Lucy osservò il volto del ragazzo, appoggiato alla sua fronte, illuminato dai raggi del sole che giocavano tra le ciocche di capelli scompigliate. Il suo viso assopito era dolcissimo e, da quella distanza, la ragazza percepiva benissimo il battito regolare del suo cuore.
Pian piano si sentì il viso avvampare, mentre il ritmo cardiaco cominciò a farsi sempre più intenso.
Era già capitato altre volte che Natsu si fosse intrufolato in casa sua e avesse dormito nel suo letto, ma quella era la prima volta in assoluto che la abbracciava in quel modo.
Lo osservò per circa dieci minuti prima di constatare una cosa: si era innamorata di Natsu.
In fondo ne era consapevole già da diverso tempo: ogni volta che il ragazzo andava in missione lei lo seguiva, si preoccupava per lui e non faceva altro che pensare a lui; solo che non aveva mai trovato il coraggio di accettare quei suoi sentimenti. In effetti, era la prima volta che si innamorava.
Un gemito improvviso del ragazzo la fece spaventare. I suoi occhi scuri, apertisi pian piano, fissarono quelli di Lucy, dapprima un po’ confusi, per poi addolcirsi.
Sorridendo la attirò ancor di più a sé: -Stanotte ti sei agitata. Come stai?- le chiese.
-Ah... Bene. Ma tu che cosa ci fai nel mio letto?-.
A quella domanda, a Natsu scappò una risatina: -Non ci ho potuto far niente. È stato più forte di me…-.
Improvvisamente il suo sguardo si fece sempre più intenso. Portò la mano sinistra al volto di Lucy, le accarezzò la guancia: -E poi, mi sono accorto di una cosa…-.
Le sue labbra si posarono dolcemente su quelle di lei.
Incredula, la ragazza, trasportata dal momento, chiuse gli occhi e socchiuse la bocca, permettendo così alle proprie lingue di trovarsi, in un bacio lungo e appassionato.
-Lucy…- fu Natsu il primo a parlare dopo quegli attimi cos’ intensi -Mi piaci da impazzire-.
In risposta lei lo abbracciò talmente forte da togliergli il respiro, per poi baciarlo delicatamente sulla guancia: -È la cosa più bella che mi abbiano mai detto, sai?-.
Natsu sorrise imbarazzato per poi riprendere a baciarla dolcemente, tra risatine compiaciute e dolci parole, in quel letto che era stato per la prima volta il loro punto d’incontro.