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Autore: marjane    19/10/2008    4 recensioni
Oltre la morte, oltre le sue parole e oltre quelle ultime note strazianti, c'è una visione assurda e intossicante di vita, morte, amore e tormento. L'ultimo sogno di Sweeney Todd.
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La morte del barbiere e della moglie dai capelli d’oro

 

L’ultimo abbraccio

 

E’ buio. La bacio e la stringo. Ma comincio a non sentirla più fra le mie braccia. La sto perdendo, di nuovo. Non posso sopportarlo, non posso. La vista mi si annebbia, ma continuo a chiamarla. Aprirà quegli occhi, lo so. Si sveglierà e scoppierà a piangere, lo so. Aveva perso la speranza che io tornassi e invece eccomi qui a casa. A casa. Ora però devi svegliarti, ti prego svegliati. Sono stanco vorrei chiudere gli occhi, ma non posso dormire proprio ora. Deve svegliarsi e io devo essere qui. Non ricordo più dove sono, ma è buio e fa freddo. Dovrei spostarci verso il forno, lì fa più caldo. Ma non posso muovermi. Non sento più il mio corpo e neppure il peso leggero del corpo di Lucy. I contorni del suo viso si fanno sfocati, ma vedo del rosso colarle dalle guance. Sangue. Sangue, ovunque sulle mie mani, sul mio viso, sul suo viso, sui suoi capelli dorati. Sono disgustato da quella vista orrenda, vorrei pulirle il viso, i capelli. Io sono ricoperto interamente di sangue, potrei spaventarla, non voglio. Ma lei mi saprebbe riconoscere, lei mi vedrebbe lo stesso. Piccola mia, non devi avere paura di me, devi svegliarti. Devi aprire gli occhi, ti prego. Sono io, sono qui. Apri gli occhi. Poi tutto diventa nero. Muovo le mani verso il tuo viso e sento il liquido colarmi fra le mani. Sembra che stia piangendo, non voglio che pianga. La cullo fra le braccia, come una bambola. La stringo, la stringo forte. Svegliati, svegliati, svegliati. Ti prego. E’ la fine, lo sento, lo so, non lasciarmi solo, non ti voglio più perdere. La vita non aveva più colore, non ho mai più potuto rivedere il sole, questa è la fine non lasciarmi, non andar via. Apri gli occhi, voglio vedere i tuoi occhi. Voglio sentirti parlare. La tua voce, la tua voce, la tua voce, sopra tutti gli altri suoni privi di significato! Bella, bellissima. Non potrei amarti più di ora: i contorni si fanno annebbiati e ricordi si fondono con la realtà e il sangue che mi scorre fra le dita. Mi sorridi, bella, bianca, mi stringi forte. Chi l’ha detto che debba essere la nostra ultima notte, ricordi la prima, amore mio? Io si, la ricorderò sempre, cos’è la morte rispetto a quello che abbiamo avuto? Il mio angelo, ti ritroverò, cadendo nel buio alzerò gli occhi e ti vedrò volare in alto sulle ali dell’innocenza, bella, bellissima, come sempre. Tu credevi negli angeli, eri il mio angelo. Senza di te il cielo non esisteva più. Ah, devi perdonarmi, ti prego, ti supplico piccola mia! Ho perso tutto quello che avevo, ho perso me stesso. Sono arrivato così in basso da poter permettermi di farti del male. Ma avrei preferito morire sul colpo piuttosto che vederti qui, stesa su questo pavimento sporco di sangue di innocenti. In questo inferno di fornace, non avrei mai voluto che tu sapessi, piccola mia, bambola innocente! Passo le mie dita, così rigide e fredde che non riesco più a riconoscerle come parte del mio corpo, sulla sua gola. Il taglio profondo ora è secco, non sanguina più. Sento la mia anima, o quel poco che ne rimane, accartocciarsi su se stessa, urlare di dolore, piangere disperata, premendo sugli angolo più remoti della mia mente. Come ho potuto? No, credimi non ti avrei mai fatto nulla di male, ti prego, ti prego perdonami! Come ho potuto? Cosa ho fatto? Il mio angelo, il mio angelo! Non voglio essere perdonato per il male che ho fatto agli uomini, non mi importa nulla di loro, non ricordo i loro volti o le urla di orrore nel momento in cui li ho massacrati tutti! Voglio solo il perdono dell’unica anima a me cara! Ti prego perdonami! Ti prego Lucy apri gli occhi, svegliati! Ti prego. Svegliati.

 

Sento altro liquido, colare dai  miei occhi al suo viso pallido. No, basta, basta sangue! Cerco di asciugarlo convulsamente dal suo viso e mi accorgo che non è sangue. Sono lacrime. Sto piangendo. La bocca mi si piega in un piccolo sorriso, quando, prima di chiudere gli occhi, guardo un’altra volta il tuo viso. Non è più rosso, rosso sporco. E’ tutto bianco, pulito. Un piccolo miracolo o forse il mio ultimo sogno.

La tengo stretta al cuore e le bacio i capelli d’oro, chiudendo, infine, i miei occhi stanchi.

 

E finalmente. Apri gli occhi. Occhi stanchi e annebbiati, proprio come se avessi dormito. Mi guardi, e sorridi, sorridi! Cos’era il mondo senza questo tuo sorriso? Mi accarezzi e sussurri il mio nome, lentamente come se avessi paura di vedermi sparire ”Benjamin” Oh, si. Il mio nome. Me stesso, la mia vita. Mi sento come se il tempo non fosse mai passato. Mi abbracci, mi baci, continui a ripetere il mio nome. Vorrei dirti, che va tutto bene, che sono qui sono con te. Ma non ho più voce, più labbra per farlo. Vorrei abbracciarti anch’io, ma non ho più corpo per sfiorare le tue forme dolcissime. Vedo solo il tuo viso pieno e luminoso. Mi struggo , perché non posso toccarti o dirti nulla, ma tu sei felice, amore mio. Finalmente. La luce del sole mi ferisce gli occhi. Tu mi baci in fronte e mi metti le mani fra i capelli. Mi guardi negli occhi pieni di lacrime. “Devo andare Benjamin” Lo so. L’ho sentito ancora prima di te. Vorrei soltanto dirti addio. Ma non posso. Ti alzi in punta di piedi, davanti a me. Bella, bellissima, come tanti anni fa. Più bella che mai, senza macchie di sangue, bianca spoglia, nuda e con i capelli dorati. E voli in alto, su, ballando a piedi nudi nel sole, mentre io cado nel buio. “Addio Lucy” mormoro stanco. E mi sembra vederla girarsi un ultima volta, per sorridermi felice.

I gendarmi cui era stato affidato il compito di rintracciare il giudice Turpin non impiegarono molto a trovare il cadavere insieme alla prova del terribile scempio compiuto in Fleet Street, nella piccola bottega di Nellie Lovett. Ma non furono le ossa o la carne umana tritata, la prima cosa che videro quando fecero irruzione nella fornace.

Per terra in una pozza di sangue rappreso giacevano due corpi, ormai putrefatti, teneramente abbracciati. 

 

 

  
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