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Autore: Jenric    27/10/2014    0 recensioni
questa storia continua dall'ultima puntata della quarta stagione. e quindi vede Ian ancora nella sua fase inibitoria e Mickey stanco di ciò decide che è arrivato il momento di agire.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fiona Gallagher, Ian Gallagher, Mickey Milkovich, Phillip 'Lip' Gallagher, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!! Sono una nuova “autrice” e questa è la mia prima storia su shameless. Quindi vi chiedo di poter lasciare qualche vostro commento( che sia una critica brutale,interessante,costruttiva) in modo tale da capire se devo aggiustare qualche cosuccia o andare in un angoletto e restarci fin quando Terry accetterà la storia di suo figlio con ian. Scherzi a parte mi farebbe veramente piacere se mi lasciaste una recensione. Detto ciò vi lascio a questo primo capitolo. Buona lettura!!                              
Ps:metterò delle espressioni direttamente in inglese per rendere più l’idea. Mentre le parole con gli asterischi verranno spiegate alla fine

 
“Don’t fucking tell me what’s impossible!”   “ He’s staying here. He’s staying with me”.

Queste erano le ultime parole che Mickey aveva rivolto a Fiona. Si ricorda quanto fosse arrabbiato , frustrato per aver scoperto quella cazzo di malattia ,che non sapeva nemmeno pronunciare, dopo aver dichiarato davanti a tutti il suo vero essere. E no, non l’aveva fatto per ammettere di essere gay, lo aveva fatto per non perderlo un’altra volta.                                                                        
  Lo aveva fatto per Ian!

“Allora Mick? Vuoi muovere quel cazzo di culo piatto che ti ritrovi?!”
A distogliere Mickey dai suoi  profondi pensieri, ci pensò il fratello* Iggy.

“Cosa?” disse il ragazzo ,seduto sul divano di casa Milkovich, ancora un po’ pensieroso
“ il mio culo non è piatto, coglione!” disse poi in risposta al fratello ormai già in cucina a rovistare in un armadio per fare scorte “importanti” per la giornata.

Mickey si diresse verso la sua stanza,aprì la porta e per un momento non riuscì a muovere un muscolo. Lui era ancora lì,nel letto, nella stessa posizione in cui lo aveva lasciato la sera precedente. Mickey ormai era abituato a vederlo così, ma in lui c’era sempre un po’ di speranza che le cose potessero cambiare.                                                                                                                                 
Speranza .Un Milkovich  non sapeva nemmeno cosa fosse, nessuno in quel quartiere ne aveva mai avuta, tutti già sapevano quale sarebbe stato il loro futuro. Ma Mickey Milkovich era stato fortunato, aveva incontrato quella dea, si l’aveva incontrata negli stessi occhi di quella persona che era stesa sul suo letto e che non era più la stessa.

“Shhhh. Non piangere”. Svetlana era appena uscita dal bagno con in braccio un fagottino fasciato da una asciugamano bianca. Anche lei si bloccò appena vide Mickey nel corridoio. Poi rivolse uno sguardo al bambino e infine a suo marito. Quest’ultimo, non curante dell’incontro, entrò nella stanza chiudendosi la porta alle sue spalle.

Piano piano si distese sulla metà libera del letto. Cercò di avvicinarsi all’orecchio del suo ragazzo per sussurrargli qualcosa:

“Ehi Ian, sto andando dai tuoi fratelli. Vuoi venire con me?” . Silenzio, solo silenzio.
“Tornerò presto” disse Mickey alzandosi dal letto e dirigendosi verso la porta per tornare nel salone.

Uscì e urlò a suo fratello: “ Ig! Muovi il culo!” disse di tutta fretta prendendo il cappotto.

Iggy ,che stava facendo colazione in cucina,ingoiò le uova ancora calde senza neanche masticarle e improvvisando una corsetta,prese un borsone e raggiunse il fratello già fuori di casa.

“Hai dimenticato di aggiungere: quel tuo culo sodo” disse il più chiaro dei due fratelli all’altro.
“Hai preso tutto?” chiese l’altro non curante.
“Cos’è sei nervoso? Hai paura di appiattire ancora di più il tuo culo con un’altra pallottola?”
“Fuck u-up!” rispose Mickey con tanto di dito medio.
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“Mi ripeti perché dobbiamo andare prima da loro e non possiamo  agire direttamente?” chiese Iggy con tono interrogativo al fratello.

“Cazzo Ig! Sono pur sempre la sua famiglia. Devono sapere cosa vogliamo fare”

“Ultimamente la usi spesso quella parola”

“Quale parola?” disse Mickey non capendo a cosa realmente si riferisse il fratello

“Famiglia” rispose semplicemente Iggy

Famiglia. È vero Mickey non pronunciava spesso quella parola, forse mai. Non aveva mai ritenuto che la sua fosse una vera e propria famiglia .Amava i suoi fratelli, aveva un gran rispetto verso loro. Ma poi pensava a quella bestia che era suo padre, a come era stato cresciuto da lui e a tutte le sofferenze che aveva portato ad Ian, a sua sorella e a sé stesso. E poi c’era sua madre*. Troppo piccolo per inquadrarla bene ma non era mai riuscito a capire come avesse fatto ad abbandonarli. E poi ancora una volta gli venne in mente suo padre. Era sempre stato lui la causa di tutto: della sua infanzia e quella dei suoi fratelli andata a scatafascio, i maltrattamenti su Mandy, il suo lasciarsi con Ian e il matrimonio con Svetlana.

“Beh ci hai ripensato?”

Solo in quel momento Mickey si rese conto di essere rimasto in dietro, mentre suo fratello era già sulle scale di casa Gallagher.
Arrivati entrambi davanti alla porta, bussarono. Ci volle un po’, prima che qualcuno venisse ad aprire. Poi finalmente la porta si aprì:

“è successo qualcosa a Ian?” .La più grande dei Gallagher appena vide Mickey subito pensò che la visita doveva avere a che fare con Ian, e vista la frequenza con cui Mickey andava da loro, doveva essere qualcosa di grave.

“Dobbiamo parlarti di una cosa importante”  disse Mickey facendosi strada per entrare, seguito da suo fratello.

“Fi,chi era alla porta?”  Lip il genio di casa Gallagher raggiunse gli altri in salone, bloccandosi alla vista dei fratelli Milkovich.

“Ian sta bene?” fu il suo primo pensiero.

“Perché cazzo invece di chiederlo non vai a trovarlo” disse prontamente Mickey. Non gli era mai andato a genio quel Lip e il fatto che fosse andato a trovare ,così poche volte, suo fratello glielo faceva odiare ancora di più.

“Allora perché siete qua, che è successo?” Chiese Fiona volendo troncare quella discussione, che già tutti sapevano come sarebbe andata a finire.

“Ian non accenna a miglioramenti. Non vuole parlare con nessuno , non magia… L’ho provate tutte ma niente…. Non so più cosa  cazzo fare”.                                                                                                                                                                                                                         

 “è malato! Che ti aspetti che da un giorno all’altro si svegli saltellando e urlando che è guarito?!” sbottò Lip.

Mickey non ci vedeva più dalla rabbia. Si stava avvicinando a Lip quando una mano lo bloccò. Era suo fratello Iggy che con uno sguardo fece capire a Mickey di stare tranquillo, che erano lì per cose più importanti che picchiare quel coglione. Così Mickey si calmò ma ,con sua grande sorpresa, non appena suo fratello gli tolse la mano dal petto tirò un destro al Gallagher che gli stava difronte. Lip si piegò in avanti con le mani sul volto. Una volta assestato il colpo e rialzatosi, Lip stava per fiondarsi su Iggy quando un urlo lo fermò:

“Basta! Smettila Lip!” Fiona era ancora lì nel salone. Aveva assistito a tutta la scena senza dire una parola ma ora era stufa. Voleva sapere di suo fratello.

“Cosa?!” disse Lip incredulo “ Lui colpisce me e io sarei quello che dovrebbe smetterla?!”.

“Che sta succedendo?”  il casino aveva attirato l’attenzione sui fratelli più piccoli: Debbie e Carl che avevano sceso le scale in modo frettoloso per capire cosa fosse successo.

“Beh?” disse Fiona guardando Mickey con sguardo interrogativo e anche un po’ spazientito.

“Credo sia arrivato il momento di andare a prendere le pillole per Ian”.
Fiona guardò il più scuro dei fratelli Milkovich rivolgendogli  un piccolo sorriso. Era felice che Mickey avesse ammesso la gravità della situazione.

“Bene. Però prima bisogna capire quali sono quelle adatte a lui e poi servono i soldi per comprarle”.

“Per i soldi non sarà un problema” disse Iggy alzandosi la maglietta e mostrando quello che doveva essere il manico di una pistola infilata nei suoi pantaloni.

I Gallagher si guardarono tra di loro con facce non troppo convinte, tranne quella di Carl ,che era talmente eccitato dalla visione che sembrava gli scendesse un po’ di bava dalla bocca.

“Sapete già dove andare?” chiese poi Fiona.

“Proveremo in qualche ospedale o altrimenti da qualche spacciatore” gli rispose Mickey.

“ Io ,intanto, cercherò di capire quali sono le pillole giuste” disse Lip andando al piano di sopra ancora un po’ scontroso.

“Bene! Vi serve qualcos’altro ?” chiese Fiona.

“Dovremmo prendere una macchina, ma ci pensiamo noi” rispose Mickey.

“Carl ha una macchina!” disse Debbie ricordandosi di quella che il fratello aveva rubato con Bonnie.

“Carl cosa?!” Fiona ,evidentemente, non era a conoscenza del fatto visto la sua sorpresa nell’ascoltare le parole della sorella. Poi guardò subito il fratello più piccolo, il quale non sembrava importargliene affatto.

“Si ma la guido io” disse Carl mentre si dirigeva verso l’uscita di casa prendendo il cappotto. Ma fu subito fermato da sua sorella.

“C-cosa? A-aspetta tu non vai da nessuna parte”.

“Eh smettila di trattarmi come un bambino!”.
Non volendone più sapere niente Carl uscì di casa, insieme uscirono anche tutti gli altri che erano in salotto. Iggy e Carl avevano già raggiunto la macchina parcheggiata al di là della strada. Debbie e Fiona erano state appena raggiunte da Mickey, il quale rivolse uno sguardo alla più grande dei Gallagher.

“Chi staremo attenti” gli disse.
Fiona diede in cambio un sorriso di gratitudine e sollievo, anche se in fondo non conosceva così bene Mickey da affidargli suo fratello. Poi però pensò che con Ian lo aveva fatto e non gli era successo niente di grave e che quindi , infondo , poteva fidarsi.

“sai come si guida?” chiese Iggy seduto dietro Carl posizionatosi al lato guida. Il piccolo Gallagher come risposta accesa la macchina, inserì la marcia e partì a razzo verso il primo ospedale dove si sarebbero diretti.                                                                                              
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“tu rimani qui pronto in caso ci servisse una fuga rapida” disse Mickey a Carl.

“certo così poi come farai a sapere che pillole prendere?” “ Lip mi manderà un messaggio con tutti i nomi di quelle che dobbiamo prendere” aggiunse vedendo la faccia perplessa del Milkovich, il quale si morse le labbra per decidere sul da farsi.

“Bene. Andiamo allora” disse quasi spazientito.

Erano andati prima al Meridians Psychiatric Partners, più vicino al centro ma comunque un buon punto di partenza.
Saliti al terzo piano cercarono la farmacia o il magazzino dove tenevano le scorte per l’ospedale. Girato l’angolo dopo essere usciti dalle scale trovarono subito la farmacia, inutile dire che si trovava al centro del piano accanto a spaziose sale d’attesa e con qualche guardia nei dintorni. Non c’era nemmeno bisogno di dirlo che quell’opzione era stata scartata. Quindi i tre tirarono avanti nella speranza di trovare il magazzino in un luogo più appartato e meno frequentato.

Salirono di due o tre piani, passando di corridoio in corridoio quando poi sentirono:
“ Si dottore sto andando giù in magazzino a prendere quello che mi ha chiesto”. Era un infermiere che stava parlando al telefono con quello che doveva essere un medico molto seccante, visto il tono dell’infermiere. “ si certo, sarò subito da lei” “Stronzo” aggiunse dopo aver concluso la chiamata.

Iggy,Mickey e Carl si guardarono tra loro e decisero di seguire l’infermiere.
Erano scesi di molti piani ormai e Mickey si chiedeva se quella non  fosse stata una cazzata. Ma venne subito smentito quando l’infermiere, girando l’angolo, si ritrovò in un corridoio dove alla metà c’erano delle porte di vetro con su scritto “ magazzino”. Ma l’infermiere non andò verso di esse ma si diresse verso sinistra dove c’era una finestrella che rivelava quella che doveva essere la postazione della portinaia.

“Ciao Mary!” disse l’infermiere ad una donna al quanto in carne ma dall’aspetto gentile e amichevole.
 
“Ehi Anthony. Ti fanno fare gli straordinari oggi eh?”.
Mentre i due parlavano i fratelli Milkovich e Carl si erano fermati all’inizio del corridoio, nascosti dietro una colonna. Sentivano e guardavano tutto quello che succedeva tra l’infermiere  e la portinaia. Ad un certo punto l’uomo si allontanò e andò verso le porte scorrevoli, che si aprirono non appena l’uomo si avvicinò.

“come cazzo facciamo ad entrare con quella che fa la guardia?” chiese Ig al fratello.
Mickey non rispose. Riprese a mordersi le labbra, come se quel gesto lo aiutasse a pensare. Poi guardò Carl e gli venne in mente un’idea:
“ Tu la distrarrai” disse guardando Carl

“come?”

“Che cazzo ne so. Inventati qualche cazzata da bambino. Digli che quell’uomo che è appena entrato è tuo padre e che devi parlargli. Al resto ci pensiamo noi”.

“Porteremo un po’ di stile Milkovich anche qua” disse Iggy prendendo la pistola e caricandola. Inutile dire che la faccia di Carl era come quella di un bambino in negozio di caramelle.

“Ne hai mai presa una?” disse Iggy vedendo la sua faccia.

“No. Fiona non vuole armi in casa”

“Tieni prepara questa” Iggy diede al ragazzo una Colt M 1911
Carl la guardò ammaliato per qualche secondo prima di rendersi conto di non sapere da che punto iniziare. Trovò un bottone e cercò di premere quello ma venne subito fermato.

“woh, woh! Fermo così farai cadere tutti i colpi. Devi solo abbassare la leva. Cristo, ma cosa vi insegnano a scuola?” disse Iggy stupito del fatto che Carl alla sua età non sapesse manovrare una pistola.

“Ma per che cazzo state parlando di queste cose adesso?!” disse Mickey stanco di parlare e impaziente di agire.
Un rumore che veniva dal cappotto di Carl distrasse tutti. Era il cellulare:

“Ho i nomi delle pillole”                                                                                                                                                                                                
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NOTE!!
Allora questa è solo la prima parte del primo capitolo(L’ho tagliato in due perché mi sono accorta di averlo fatto troppo lungo). La seconda parte la inserirò domani in modo tale ,che se vi è piaciuta questa prima parte, non dovrete aspettare molto.
Asterischi:
fratello: inizialmente Iggy si diceva essere il cugino di Mandy e Mickey, ma poi j. Michael(Iggy), in una intervista, dice che Iggy è uno dei fratelli Milkovich perciò lo chiamo così( a me piace pure di più di cugino).
Madre:  ora per quanto riguarda la madre dei Milkovich sono state invenatate tremila storie: mickey diceva che era viva e che andava a prendere Iggy al penitenziario(1x03). Mandy dice che è morta ,forse per overdose(2xboh). Ora io con “ abbandonati” intendo che lei scelse di morire; per overdose; quando loro erano piccoli(la colpa la do tutta a Terry).                                                                                                                                                                                                  
   
 
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