Fanfic scritta per il: FAK
– First Aid
Kit!Challenge indetto da Mnemosyne su efp.
Prompt #36: anticoncezionali
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e la storia è scritta senza intenti di lucro.
Nota: un ringraziamento speciale al mio amico Mannu per l’aiuto sulle questioni tecniche. (e soprattutto per avermi sopportato!).
Prompt #36: anticoncezionali
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e la storia è scritta senza intenti di lucro.
Nota: un ringraziamento speciale al mio amico Mannu per l’aiuto sulle questioni tecniche. (e soprattutto per avermi sopportato!).
Quella mattina il Capitano Janeway si era svegliata con un
feroce mal
di testa e un diffuso senso di malessere. Era già qualche
giorno che si sentiva così, ma aveva troppe cose da fare per
preoccuparsene. Ingoiò un vecchio, classico, paio di pillole
e sperò per il meglio. Appena il tempo di sorbire una tazza
di bollente caffè nero e corse al ponte comando che
già fremeva di attività. Kathryn aveva la
sensazione che ci fosse qualcosa che non andava, qualcosa
d’importante che avrebbe dovuto ricordarsi. Ed era una
sensazione che la perseguitava da un po’ di tempo. Scosse il
capo e sedette al suo posto. Non aveva tempo per pensarci.
“Capitano, stiamo entrando in una zona di intensa
attività elettromagnetica” esclamò
Harry Kim.
“Velocità d’impulso e scanner
dell’area” comandò Janeway.
La Voyager procedette adagio. Sul grande schermo panoramico del ponte di comando il cielo rimaneva nero e punteggiato da stelle. Ce n’era una rossa molto brillante che lumeggiava ad un angolo.
La Voyager procedette adagio. Sul grande schermo panoramico del ponte di comando il cielo rimaneva nero e punteggiato da stelle. Ce n’era una rossa molto brillante che lumeggiava ad un angolo.
“B’Elanna come procede, tutto
bene?”
“Si Capitano, il nucleo di curvatura non sembra
avere danni.
C’è solo una piccola interferenza per quanto
riguarda i sistemi di comunicazione”
Infatti la voce era disturbata da leggere scariche statiche, il Capitano chiuse la comunicazione.
La nave fu scossa violentemente.
Infatti la voce era disturbata da leggere scariche statiche, il Capitano chiuse la comunicazione.
La nave fu scossa violentemente.
“Capitano l’intensità della
perturbazione magnetica è aumentata!”
esclamò Kim.
Janeway provò a mettersi in contatto con B’Elanna, invano. Inviò Tuvok in sala macchine. Le luci si abbassarono.
Janeway provò a mettersi in contatto con B’Elanna, invano. Inviò Tuvok in sala macchine. Le luci si abbassarono.
“Controlla i supporti vitali, Chakotay”
ordinò il Capitano. Il Primo Comandante eseguì
prontamente.
“Al settanta per cento, Capitano”
rispose dopo un
po’.
“Ho trovato l’origine della
perturbazione:
è un gigantesco quasar a centonovanta anni luce da
qui!” esclamò di nuovo il tenente Kim.
“Sarebbe interessante ricavarne qualche
dato…”
“Capitano siamo già al sessantacinque
per cento
dell’energia per mantenere attivi i supporti
vitali” la informò con una nota di preoccupazione
il Comandante. Kathryn si mordicchiò il labbro inferiore,
indecisa. Proprio in quel momento Tuvok entrò in plancia
comando con B’Elanna. Janeway si voltò verso i
nuovi arrivati chiedendo delucidazioni. B’Elanna le
confermò che si trovavano molto vicino ad un quasar molto
attivo.
“C’è la
possibilità di poter
studiarne gli effetti senza compromettere la sicurezza della
Voyager?”
Il capo ingegnere si toccò il lobo di un orecchio, riflettendo. Le luci si abbassarono ancora.
Il capo ingegnere si toccò il lobo di un orecchio, riflettendo. Le luci si abbassarono ancora.
“L’unica soluzione sarebbe inviare una
sonda…- disse in fretta – ma
c’è il pericolo che vada distrutta”
Un altro sobbalzo scosse la nave. L’attività del corpo celeste sembrava aumentare di minuto in minuto.
Un altro sobbalzo scosse la nave. L’attività del corpo celeste sembrava aumentare di minuto in minuto.
“Dobbiamo andare via di qui, Capitano!”
esclamò allarmato Chakotay. Janeway si volse verso
B’Elanna.
“Un momento! Possiamo tenere la sonda ancorata
alla
Voyager!” esclamò Tom mentre le sue dita correvano
veloci sul LCARS.
“Ma il raggio traente verrebbe disturbato
esattamente come
gli altri sistemi della nave” lo corresse Harry.
“No, se usiamo i vecchi metodi. Abbiamo dei lunghi
cavi di
duritanio polialloide nella stiva. Possiamo usare quelli”
Le luci si abbassarono ancora. Il Capitano annuì.
Le luci si abbassarono ancora. Il Capitano annuì.
“Muoviamoci”
In pochi minuti l’equipaggio si mise in azione, la sonda fu approntata e lanciata verso la zona di perturbazione magnetica e la Voyager navigò lontano fino a che tutti i sistemi non tornarono al pieno funzionamento. I cavi si tesero, ma tennero perfettamente.
Per qualche giorno la Voyager rimase nei pressi della zona di turbolenza per raccogliere i dati, quando B’Elanna e Sette di Nove decisero che ne erano stati presi abbastanza la nave sfrecciò via nel suo lungo viaggio.
In pochi minuti l’equipaggio si mise in azione, la sonda fu approntata e lanciata verso la zona di perturbazione magnetica e la Voyager navigò lontano fino a che tutti i sistemi non tornarono al pieno funzionamento. I cavi si tesero, ma tennero perfettamente.
Per qualche giorno la Voyager rimase nei pressi della zona di turbolenza per raccogliere i dati, quando B’Elanna e Sette di Nove decisero che ne erano stati presi abbastanza la nave sfrecciò via nel suo lungo viaggio.
Eppure Kathryn aveva la sempre più pressante
sensazione di
essersi dimenticata qualcosa…e poi quel malessere che
continuava a perseguitarla. Forse avrebbe dovuto decidersi a farsi dare
una guardata dal MOE. Ma c’erano sempre tante cose da fare,
supervisionare, controllare che non trovava mai il tempo.
Qualche giorno dopo, mentre era abbracciata al water intenta a rigettare anche l’anima, il Capitano ricevette una chiamata.
Qualche giorno dopo, mentre era abbracciata al water intenta a rigettare anche l’anima, il Capitano ricevette una chiamata.
“Chakotay a Capitano”
Kathryn cercò a tentoni il combadge e tentando di trovare un tono di voce fermo rispose.
Kathryn cercò a tentoni il combadge e tentando di trovare un tono di voce fermo rispose.
“C’è una nave a cinque anni
luce e non
è ben intenzionata”
“Arrivo” sospirò Kathryn. Con
un gemito
si tirò su e si diede una rapida sistemata. Adesso anche il
vomito, poteva essere un’intossicazione alimentare,
pensò.
“Allora cosa abbiamo?”
esclamò Kathryn
entrando in plancia comando. Chakotay la ragguagliò sulla
nuova minaccia.
“Capitano, un messaggio!”
esclamò Harry.
“Sullo schermo!”
Comparve il volto truce di un alieno, disse qualcosa in una lingua aspra e gutturale e tolse la comunicazione. Janeway si voltò seccata verso Tuvok
Comparve il volto truce di un alieno, disse qualcosa in una lingua aspra e gutturale e tolse la comunicazione. Janeway si voltò seccata verso Tuvok
“E’ una minaccia, credo siano
pirati”
disse il vulcaniano col suo solito tono pacato.
“Pirati eh?” Kathryn sorrise. Avrebbe
fatto vedere
loro che la Voyager non era una nave così facile da
abbordare.
“Allarme rosso. Sollevare gli scudi. Energia ai
banchi dei
phaser!” ordinò con voce secca. Le luci si
abbassarono, suonò la sirena dell’allarme.
“Phaser pronti!” esclamò
Tuvok.
Il nocchiere pirata pilotò la piccola nave su una traiettoria rasente quella della Federazione.
Il nocchiere pirata pilotò la piccola nave su una traiettoria rasente quella della Federazione.
“Capitano, sembra voler venirci
addosso!”
urlò Harry, allarmato. La Voyager, più grossa e
pesante, non fece in tempo a spostarsi. All’ultimo secondo il
pilota dei pirati virò e contemporaneamente fece fuoco. La
nave della Federazione oscillò violentemente. Harry fu
scagliato all’indietro e batté malamente il capo
contro il pavimento di metallo. Tuvok lo aiutò a rialzarsi
in fretta e tornò alla sua postazione. Le consolle in sala
comando si spensero per qualche secondo mentre gli scudi mandavano
bagliori bluastri. Kathryn ondeggiò, colpita da un
improvviso attacco di nausea, ma tenne duro. Il vascello nemico
tornò all’attacco sparando un’altra
salva di colpi.
“Scudi all’ottanta per
cento!”
urlò Chakotay.
La Voyager sembrava quasi intrappolata dalla sua stessa grandezza. La nave pirata volteggiava intorno ad essa con manovre spericolate continuando a sparare.
La Voyager sembrava quasi intrappolata dalla sua stessa grandezza. La nave pirata volteggiava intorno ad essa con manovre spericolate continuando a sparare.
“Adesso basta! Puntare i phaser. Fuoco!”
ordinò con voce tagliente Janeway. Fasci di energia
brillarono nella notte eterna e colpirono il vascello nemico. Bagliori
rossastri esplosero sullo scafo della nave.
“Bersaglio colpito!” esclamò
Tuvok
arricciando il naso per l’odore acre di metallo bruciato che
aleggiava sul ponte. La nave dei pirati virò per
allontanarsi, ma la Voyager si diede al suo inseguimento.
“Mettiamogli un po’ di sale sulla
coda”
esclamò ferocemente Kathryn. Tom sorrise, le sue dita si
mossero veloci, il computer di bordo recepì
l’ordine e con un tremito la Voyager aumentò la
velocità.
“Phaser ricaricati, Capitano”
“Prepararsi a sparare. Ora!”
Scariche gemelle di energia partirono dai banchi dei phaser e si schiantarono contro lo scafo dei pirati. Un bagliore rosso lampeggiò dalla coda del piccolo vascello. Con una virata si allontanò dalla nave della Federazione. Un applauso scoppiò sul ponte di comando.
Scariche gemelle di energia partirono dai banchi dei phaser e si schiantarono contro lo scafo dei pirati. Un bagliore rosso lampeggiò dalla coda del piccolo vascello. Con una virata si allontanò dalla nave della Federazione. Un applauso scoppiò sul ponte di comando.
“Lo seguiamo Capitano?” chiese Tom,
pronto a
lanciare la Voyager all’inseguimento.
“No, basta
così.
Credo abbiano imparato la lezione!”
Kathryn si accasciò per un momento sulla sua poltrona di Capitano sorridendo vittoriosa.
Kathryn si accasciò per un momento sulla sua poltrona di Capitano sorridendo vittoriosa.
Eppure Kathryn continuava a stare male, più
passavano i
giorni e più il suo malessere sembrava peggiorare. E poi era
ancora tormentata da quella fastidiosa sensazione di aver dimenticato
qualcosa di fondamentale importanza. Aveva cominciato ad isolarsi dal
resto dell’equipaggio trovando sempre più spesso
conforto tra i cuscini del suo divano. B’Elanna si era
accorta del suo malessere, l’aveva chiamata in disparte e le
aveva osservato il volto pallido e le occhiaie profonde. Si era
seriamente preoccupata e si era offerta di accompagnare il Capitano in
infermeria. Kathryn aveva declinato l’offerta esclamando che
la sua era solo un po’ di stanchezza. Anche Chakotay era
preoccupato, si era accorto che Kathryn stava male, ma era anche
consapevole che se ne avesse voluto parlare sarebbe stata lei a farsi
avanti. Ed era dispiaciuto, erano settimane che non riuscivano a
passare qualche ora insieme da soli.
Fu quando anche l’odore del suo amato
caffè
cominciò a darle la nausea che il Capitano si
preoccupò seriamente e si decise a farsi visitare dal
Dottore. Entrò in infermeria con aria baldanzosa e
affermò di sentire solo un leggero fastidio la mattina.
“Non mi sembra Capitano, hai un aspetto
spaventoso”
la rimbeccò il Dottore con le mani sui fianchi mentre la
squadrava da capo a piedi. Kathryn si strinse nelle spalle. Si sedette
su uno dei letti mentre il dottore la visitava accuratamente.
“Oh, oh!” esclamò il MOE. La
ricontrollò un’altra volta passandole
scrupolosamente il tricorder a pochi centimetri dal corpo, ma sul suo
viso si leggeva la sicurezza di quello che aveva diagnosticato. Kathryn
sussultò.
“Cosa c’è?” chiese
con una
punta di preoccupazione. Il Dottore la guardò con aria seria.
“Ho scoperto il motivo per cui ti senti tanto
male”
“E’ grave?”
“Dipende da che punto di vista si guarda la
cosa”
rispose con sussiego il Dottore. Kathryn sbuffò:
“E’ curabile?”
“Temo che curabile non sia la parola giusta.
Diciamo che
passa da solo ma con i suoi tempi”
“Mi vuoi dire che accidenti mi succede?”
sbottò il Capitano alzandosi seccata. Il Dottore per nulla
impressionato incrociò le braccia sul petto ed emise la
sentenza.
“Ho riscontrato un aumento significativo della
quantità di ormone HCG nel tuo sangue. E’
incredibile come una piccola goccia di questo fluido prezioso sia in
grado di comunicarci...”
“Dottore! Che diavolo significa?” lo
interruppe
bruscamente il Capitano. Adesso si che era preoccupata, non riusciva a
ricordare quale funzione avesse quello specifico ormone ed era
già stata un’altra volta vittima di modificazioni
metaboliche con conseguenze piuttosto gravi…
“Oh, bè. Sei incinta,
Capitano”
Kathryn ricadde lentamente sul lettino portandosi le mani al viso. Sconvolta, incredula, imprecò tra sé senza più ascoltare il Dottore che continuava a parlare. Ma come era potuto accadere? Quando? Ecco cosa si era dimenticata! Maledizione! Kathryn si rialzò di scatto ed esclamò furibonda:
Kathryn ricadde lentamente sul lettino portandosi le mani al viso. Sconvolta, incredula, imprecò tra sé senza più ascoltare il Dottore che continuava a parlare. Ma come era potuto accadere? Quando? Ecco cosa si era dimenticata! Maledizione! Kathryn si rialzò di scatto ed esclamò furibonda:
“Chakotay!” e schizzò fuori
dall’infermeria.