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Autore: AlexiaLil    27/10/2014    2 recensioni
In una giornata d'estate, Gray si rilassa alla gilda, cercando di sfuggire alla calura.
Juvia ha in dono per lui un ghiacciolo e una bella notizia.
Il tutto in compagnia di Ul.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray, Fullbuster, Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Pieces of ... Fairy Tail'
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 L’estate aveva appena bussato alle porte e portava con sé la calura e le giornate soleggiate tipiche della stagione, non un filo di vento a rinfrescare gli abitanti della città; la maggior parte di loro si rifugiava sotto le fronde degli alberi del grande parco o si rintanava nelle gelaterie o semplicemente si chiudeva in casa, rilassandosi facendo lunghi bagni. Molti erano partiti per zone di villeggiatura, soprattutto al mare, e quasi sicuramente non si sarebbero fatti vivi molto presto in città.
E il caldo surriscaldava ancor di più le già teste calde dei membri di Fairy Tail.
 
Il casino alla gilda ormai si misurava in decibel 2. Non che il master e l’intera Magnolia si fossero ormai rassegnati al sopportare i suddetti maghi e i loro rumori molesti – e distruzioni varie – ma quel giorno sicuramente si stava superando un nuovo limite.
Quello che proprio non ne poteva più di quella giornata, che desiderava ardentemente che quell’inferno di caldo finisse al più presto era Gray Fullbuster, ovviamente. Lui e quell’altra povera anima della figlia.
La piccola Ul sonnecchiava stravaccata sulla pancia del suo adorato papà-sama, la faccia spiaccicata sul suo petto e le braccine penzoloni, una mano a tenere sospeso un pupazzetto a testa in giù, per la zampa. La bambina era stata costretta dalla mamma a indossare almeno un abitino leggero, sopra il costumino giallo, ma appena arrivata alla gilda se ne era liberata, a causa del gran caldo, in men che non si dica e Juvia non aveva avuto il cuore di inseguirla e rivestirla. Il povero Gray – già in mutande ancora prima di varcare la porta, i vestiti sparsi per le vie di Magnolia, come pezzi di pane di Hansel e Gretel - era a sua volta steso su una panca, un pezzo di ghiaccio sulla fronte e la mano sinistra sulla schiena di Ul, a tener stretta la piccola, per non farla cadere sul pavimento.
<< Papo*-sama, Ul ha taaaanto caldo … >> mugugnò la bimba, strofinando la guancia sul petto di Gray, come un gattino che vuole essere coccolato. Avere cinque anni ed essere una maga del ghiaccio, in estate, non era proprio il massimo.
*anche per un adulto –Gray*
*taci, tu. Lagnate di meno – io*

<< Chiediamo a mamma di far piovere? >> le suggerì Gray, con tono pieno di speranza.
<< No! A Ul piace il sole. Il caldo è cattivo, non il sole >>
Gray piegò la testa in avanti per guardare meglio la figlia, ritrovandosi il ciuffetto moro, legato a mo’ di cipolletta sulla testa della bimba, proprio sul naso.
<< Tesoro, non ha senso quello che dici >> la rimbeccò Gray, quasi mangiandosi i capelli di Ul, lo sguardo confuso:
<< Caldo cattivo. Sole buono. Non è difficile papo-sama >>
I viaggi mentali e i discorsi sconclusionati di sua figlia erano una degna eredità da parte di madre. Se ne era accorto ormai da tempo.
Gray abbassò nuovamente il capo, sospirando un “Hai ragione tu, Ul” che fece sorridere la piccola.
Non osava chiederle il perché di quel suo ragionamento. Non avrebbe retto i voli pindarici di sua figlia.
<< Mamma ha portato un ghiacciolo a Ul-chan e Gray-sama >> apparì improvvisamente Juvia.
La maga era andata dritta in gelateria dopo aver scaricato compagno e figlia sulla panca.
<< SIII! Ghiaccioli per Ul! >> aveva urlato la bambina, saltando in ginocchio sullo stomaco del padre e regalando alla mamma un bacio sulla guancia. Gray si mise a sedere, portando Ul a sedersi sulle sue gambe e facendo spazio a Juvia, ringraziandola con un bacio sulle labbra, facendola arrossire in modo assurdo.
La maga dell’acqua non poteva essere più felice: Gray-sama l’amava, avevano una bimba bellissima e lei non vedeva l’ora di dargli la lieta notizia.
<< Perché Ul-chan non va a giocare con gli altri bambini? Mamma deve parlare a papà-sama >>
Gray la guardò sospettoso e la bambina gli scappò via, ancora mezzo ghiacciolo in bocca.
<< Devo preoccuparmi? >>
<< No, Gray-sama. Juvia ha una bella notizia >> gli sorrise lei, accarezzando la chioma indomabile nera come la notte.
<< Juvi- >> fu interrotta da Jet e Droy, che le volarono pericolosamente vicino all’orecchio, lanciati da un Erza furibonda.
<< Bah … dicevi? >> le chiese Gray, dopo aver seguito con lo sguardo i due malcapitati finire contro un muro, lasciando un cratere a forma dei loro corpi su di esso.
Juvia sbuffò per l’interruzione, ma continuò sorridendo a passare le dita fra i capelli di Gray; erano così simili a quelli di Ul:
<< Juvia non potrà accompagnarti nella prossima missione, Gray-sama >>.
Lui la guardò sorpreso, un po’ scocciato: era da molto che non andava in missione con lei, e non c’erano problemi per lasciare la piccola Ul, se ne sarebbe occupata Mira fino al loro ritorno.
Poi Juvia era stata la prima a dire che voleva andare in missione sola con lui, come facevano un volta e si era finalmente decisa, visto che l’incarico sarebbe durato solo un giorno e non sarebbe stato neanche tanto lontano, potevano tornare giusto in tempo per dare la buona notte a Ul, come tutte le sere.
L’unica volta che non era venuta con lui in missione fu quando…
<< Sei incinta, vero? >> sussurrò allibito.
Il sorriso di Juvia si allargò ulteriormente e solo in quel momento lui si accorse dello strano luccichio dei suoi occhi, come quando aspettava la loro piccola maga.
Gray l’abbracciò di colpo, lasciando cadere il ghiacciolo che teneva ancora in mano.
Se otto anni fa gli avessero detto che sarebbe stato contento di avere dei figli da Juvia, che sarebbe stato capace di amarla come meritava, avrebbe riso in faccia a quel qualcuno e l’avrebbe congelato solo per il gusto di farlo stare zitto, di non spargere castronerie in giro – che magari Juvia l’avrebbe preso in parola, ci mancava solo quello -; certamente ora doveva ricredersi. Non solo sua figlia e Juvia gli avevano riempito quel vuoto nel cuore e sciolto quel freddo nell’anima che la morte di Ul e Deliora gli avevano creato, ma avrebbe avuto un altro piccolo mago da amare e crescere.
Ancora abbracciato a lei, seguiva con gli occhi ogni movimento di Ul, che correva dietro a Nashi e Gaveel, in quel suo costumino giallo come il sole, sentendola ridere divertita, come solo una piccina di cinque anni può fare. Il calore nel petto esplose ancora di più.
Un altro piccolo mago dai discorsi sconclusionati.
Sorrise a Juvia, dopo averla baciata con passione, ancora stretta nelle sue braccia, pensando a quello che la figlia gli aveva detto, giusto poco fa e al colore del suo costume: il sole certo non era cattivo … ma forse nemmeno il caldo, il calore, lo era, dopotutto.
 
 
*so per certo (il mio sesto senso e Wikipedia me lo suggeriscono caldamente) che è grammaticalmente scorretto in giapponese (di cui non conosco nulla), ma il suono era dolcissimo, se immaginato con la vocina acuta di una bimba.
E poi, quando sono in vena di carinerie e non sembro quasi una figlia degenera, chiamo mio padre “Papo”. Perciò andrà bene.
 
Sono tornata, stranamente subito, dopo la valle di lacrime che a quanto pare ho fatto versare con la fic precedente.
Il mio intento non era di scrivere questa storia, anche il significato di "sole" per Ul doveva essere diverso, ma siccome io non ho mai idee precise e scrivo sul momento, ecco la Gruvia Family.
Ringrazio tutti quelli che hanno commentato la mia fic precedente, e Crazy_chan per la chiacchierata ;)
Siccome è una gruvia, la dedico a te.
Alla prossima gente
   
 
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