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Autore: W e e c e s t    27/10/2014    4 recensioni
ATTENZIONE: Wincest e SPOILER 10x03.
Instant fic a quattro mani ambientata dopo la 10x03. Perché nella puntata volevamo una reunion con human!Dean, ma non l'abbiamo avuta. Così ce la siamo creata noi.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nel futuro
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IT'S ALL FOR YOU





(Guida alla lettura:
Tutto ciò che è scritto in corsivo è opera di N o r a, in piano, invece, abbiamo le creazioni di Walking_Disaster.
So, ci sentiamo più sotto, people.)








Una mano sul suo collo è tutto ciò che serve.


Dean ne sente il peso sulla pelle. E' ampia e calda e sa di casa, quella che con Sam ha sempre trovato. Tuttavia, distoglie lo sguardo; lo punta altrove, le labbra strette in una linea retta.


Sam sospira. Non avrebbe immaginato altra reazione da parte di Dean, certamente non dopo tutto ciò che è successo - che Dean aveva fatto sì che succedesse. Sam sa che suo fratello non ha colpa, sa che è il Marchio che lo ha messo sottosopra, eppure non riesce a scrollarsi di dosso la sensazione pungente che le parole di Dean hanno innescato nel suo petto. Cercando di scacciare la sensazione, inspira, concentrandosi. Questo è per lui, non per me.
Una mano sul collo di Dean, e capisce che non c'è verso che quest'ultimo possa passarci sopra. Non questa volta.
« Dean. »


"Dean". È un'unica parola, pronunciata da una sola voce, con un solo scopo. Sottintende talmente tante cose che quasi quel nome di quattro lettere diviene pesante e li piega su loro stessi, schiacciandoli. La voce di Sam ha il potere di far tremare i muri e la terra e il soffitto e mentre il minore aspetta, accigliato, Dean avverte un dolore acuto al centro del petto. Una bucatura di uno spillo, sottile, subdola e che ha il potere di mozzargli il fiato in gola.


Sam chiude gli occhi, inalando un respiro tremulo. Sente che non può farcela - se solo lascia che i suoi pensieri vaghino anche per il più breve degli istanti, non risponderebbe di ciò che potrebbe succedere. E in quel momento, l'unica cosa che ha il diritto di accadere è il tirare fuori Dean dai suoi pensieri.
Si sdraia sul letto, accanto a suo fratello, avvicinandoglisi abbastanza da sentire il calore del corpo di Dean riscaldare il suo braccio - brevi sprazzi di ansimi e sospiri e gemiti e strette piacevoli e dolorose che danzano per un attimo davanti agli occhi - solo per essere cancellate dalle sue parole.
La tua esistenza ha risucchiato via la mia vita.
Sam stringe gli occhi per un attimo, dopodiché li riapre, fissandoli nel viso di Dean.


Lui sa che la parte demoniaca di suo fratello, in fondo, ha detto una verità che giace negli angoli più remoti dei loro cuori, quelli polverosi e dimenticati. Verità che ora è in contrapposizione a tutto ciò che Sam ha pensato di sapere dopo l'episodio della chiesa - non c'è niente, passato o presente, che metterei davanti a te! -. A Sam tremano i polsi anche solo a pensarlo, ma ha bisogno di sentirsi dire... qualcos'altro. Una qualunque altra cosa - due parole, forse tre, ne bastano poche - per tornare ad avere la certezza che l'ha sempre accompagnato dalla notte dell'incendio. La certezza su cui verte la sua vita: suo fratello e l'amore che provano l'un per l'altro.
Dean sospira profondamente e si umetta le labbra; lascia vagare le iridi smeraldine ovunque, ma non su Sam: Sa che non possono evitare ancora per molto la questione.


Sam si sta chiedendo qual è il modo migliore per iniziare la conversazione - da dove anche solo iniziare? - quando un sospiro tremulo spezza il silenzio irreale di quella stanza.
Dean ha gli occhi chiusi quando volta la testa in alto a guardare il soffitto. « Sammy... »
La sua voce si rompe sull'ultima sillaba, e inala seccamente per evitare
altro. Trattiene il respiro. Sa che non può parlare: non si fida di quel che potrebbe uscire dalla sua bocca.


Ed ecco che anche l'altro nome, quello che accompagna sempre il primo, resta per un istante sospeso nell'aria. Sul retro dei loro colli, come una ghigliottina. Ma le voci, le voci ormai sono uscite dalle bocche, hanno vibrato nell'aria. Le voci hanno superato il primo scalino, quello del cominciare. Perché non ci sarebbe in ogni caso un modo giusto, ma solo un inizio, caotico come tutto ciò che riguarda i Winchester. Un inizio per demolire tutto ciò che c'è da demolire, che li tiene distanti, e per ritrovarsi, cuore a cuore, mente a mente, pelle a pelle. Com'era sempre stato.
Sam deglutisce, il viso voltato verso di lui. Poi prende il coraggio a due mani e parla: «Prova almeno a guardarmi, che ne dici?»


Dean stringe gli occhi talmente forte da vedere puntini bianchi dietro le palpebre.
Guardarlo negli occhi. Come può farlo? Come potrebbe anche solo
pensare di poterlo fare, dopo tutte le cattiverie che gli ha detto?
Il volto di Dean si sposta dalla parte opposta rispetto a Sam, un altro respiro spezzato che è il preludio a qualcosa di nuovo - eppure vecchio, della stessa età delle loro vite.
« Lo sai che non posso, Sammy. » E' solo un sussurro, eppure risuona forte e chiaro. Sente Sam sospirare accanto a sé.
Poi il dorso di una mano che gli sfiora il collo - di nuovo.
Dean deve sforzarsi con tutto se stesso per non far uscire lacrime da dietro le palpebre. « Mi dispiace... »


Oh, se gli dispiaceva. Gli dispiaceva così tanto, così tanto... una parte molto egoistica di sé vorrebbe prendere suo fratello tra le braccia, stringerlo a sé, farselo entrare nel petto, sotto la pelle, nelle ossa. Si era ripromesso che niente, niente l'avrebbe mai scalfito, l'avrebbe mai sfiorato. E invece era successo ed era stato proprio Dean stesso a farlo.
Dean si sente sporco. Dean non sente di meritarsi Sam, ma ancora una volta è stato quest'ultimo a cercare il primo punto d'incontro.
Paradossalmente a questo pensiero gli sfugge una risata amara, a cui Sam, pur non capendo a cos'è dovuta, scuote il capo, la mano che sale fino alla sua mascella, il pollice che preme sulla gota ispida.
«Lo sai che non eri tu, Dean. Ciò che hai detto è ciò che è successo, ma Dio!, non eri tu. Tu non lo pensi.» Ed in realtà la voce di Sam si incrina, perché non ne è così sicuro. E si fa schifo a pensarlo, ma tutto ciò che la parte demoniaca di suo fratello gli ha vomitato addosso, tutto, è quanto di più vero possa esserci.


A Dean si strige il petto nel sentire quelle parole. Le più false parole che potessero uscire dalla bocca di Sam - Dean sa che non può cancellare le sue stesse parole -magari potesse farlo!- e che suo fratello se le ricorderà sempre, se non coscientemente inconsciamente - solo per lui, per fare un piacere a lui, per far sentire meglio lui.
Dean sente un moto di nausea stringergli lo stomaco.
No.
Si gira verso Sam di slancio, senza pensarci una seconda volta, un solo obiettivo in mente: far stare bene Sam.
È il minimo. Glielo deve.
« Hey hey Sammy, Sammy » non può farne a meno. « Sam, ti prego, no. » Una mano si posa sulla sua guancia, modellandosi sulla sua mascella, sentendone la consistenza ruvida e familiare - Dio, quanto gli era mancata la pelle di Sam.


E quando Dean finalmente si volta e le loro iridi s'incontrano, il loro mondo, tra mille problemi, mille parole non dette e che appesantiscono le lingue, torna a ruotare sull'asse corretto. Basta relativamente poco, ai fratelli. È ancora un mondo incasinato, che fa fatica a non implodere, ma un passo per volta, timidamente, col voler far del bene all'altro, guarirà dal male che l'ha attaccato. Perché Sam e Dean danno tutto quando si tratta di quel loro piccolo, preziosissimo mondo da custodire. È ciò che dà loro forza quando di forza non ce n'è, come in quel momento in cui la mano di Sam scivola via dal viso di Dean e si aggrappa ora a quella dell'altro, sul suo stesso viso, intrecciandovi le dita.


Non c’è comunicazione migliore, nella famiglia Winchester, di quella di guardarsi negli occhi senza dire nulla. Gli occhi parlano così tanto che aggiungere parole risulterebbe ridondante.
Sam capisce, Dean capisce.
Dean si scusa, Sam si scusa.
Due parole che fluttuano nell’aria leggere, palesi nei loro occhi ma mai pronunciate. E restano in quella posizione per minuti, Sam stringendo la mano di Dean sul suo viso, sentendone la consistenza, ascoltando i respiri leggeri e il pulsare del cuore altrui. Ad un certo punto le palpebre si sono abbassate sugli occhi di entrambi, facendoli restare lì a concentrarsi sul tatto, su tutte le sensazioni che sono mancate loro come l’aria – più dell’aria.


E, alla fine, è tutto lì. Si sarebbero bastati - loro si bastavano sempre. Loro erano tutto ciò che serviva a farli oscillare, perennemente instabili tra disperazione e qualcosa di molto simile alla felicità, amore meraviglioso e totalizzante e amore profondo come un baratro tanto da soffocarli.
Dean socchiude le palpebre, le ciglia che sfiorano i suoi zigomi. Osserva il viso di Sam, gli occhi che si concentrano prima sul cipiglio marcato del suo fratellino, poi sul neo a lato del naso e, forse per un attimo di troppo, sulle sue labbra. Deglutisce, tentenna, indeciso se farlo - non sentendosi degno, nonostante tutto. La bocca del maggiore si dischiude e, come se Sam avesse percepito il pensiero di Dean, apre gli occhi, osservandolo. Tira un lato delle labbra verso l'alto e poi mormora un "sì" che prima di tutto rimbomba nei loro cuori e poi fa presa nelle menti.


All'improvviso non esistono più pensieri coerenti, non esistono più esitazioni, le insicurezze sepolte. Esistono solo le loro labbra - soffici e calde, perfette, e Dio quanto gli era mancato. Sospiri umidi si mischiano tra loro in una lenta discesa verso l'abisso, mani ad aggrapparsi disperatamente al viso dell'altro, e Sam capisce che non può perderlo, mai più, e Dean è sempre più certo che non ci sarà mai una cosa che verrà prima di lui, mai, nemmeno in un milione di anni, nemmeno quando passeranno l'eternità in Paradiso - o all'Inferno, l'uno accanto all'altro.


Le certezze che mancavano ora sembrano davvero ridicole, davanti a quell'unione che già diventa umida, che già diventa impegnativa. Si stringono, si respirano, bocca a bocca, dei lievi morsi lasciati qua e là. È lungo, il bacio che si scambiano, è un ritrovarsi, una conferma per dirsi siamo insieme, siamo qui.
E mentre la mano di Dean scende lungo il collo del fratello, Sam si scosta, appoggiando la fronte contro quella dell'altro, gli occhi chiusi, le labbra che si sfiorano ancora - mai perdere un contatto, mai perderlo, mai più -. E sorride, Sam, mentre Dean tenta ancora di avvicinarlo e lui si scosta giocosamente, prima di porre una domanda che a quel punto potrebbe rimanere perfettamente retorica: «Mi ami, non è così?»


Dean sbuffa una risata - la prima vera risata dopo tanto, tanto tempo.
Dopodiché guarda in viso suo fratello, la cui espressione si sposta leggermente sul serio. « Sempre. »
Vede Sam chiudere gli occhi, avvicinarglisi, e poggiare le labbra sulle sue, leggermente. Sam le tiene semplicemente lì, contento di riavere suo fratello, e Dean sospira, portando le mani dietro la nuca di Sam e intrecciando le dita nei capelli troppo lunghi di suo fratello. Il suo corpo si rilassa, e per la prima volta nella sua vita è contento di essere semplicemente
vicino a Sam, in ogni senso possibile. « Mi dispiace tantissimo, Sammy. » mormora sulle sue labbra, avvicinandoglisi ancora, dipendente quasi fisicamente dalla pelle di suo fratello.


Le braccia di Sam si modellano sul corpo di Dean, una mano si insinua sotto la maglietta del maggiore e si stringe sulla pelle del suo fianco, in un gesto, però, tutt'altro che malizioso. Sulla schiena di Dean corre un brivido, un altro piccolo sorriso gli increspa le labbra carnose, mentre Sam scuote il capo, sospirandogli sulla bocca. «Basta, Dean. Basta.» Mormora rocamente e tanto per rimarcare il concetto, interrompe quei loro tocchi delicati per imporsi in un bacio. Nuovo e profondo, Dean non si sottrae, ma anzi, risponde all'instante e si arrende completamente al sapore del suo Sammy, le dita che carezzano dolcemente la nuca di quest'ultimo.
E quando Dean annuisce e mormora "scusa", ad entrambi scappano due risate, basse e roche, complici ed intime. Si librano nell'aria, riempiono la stanza, si attorcigliano intorno ai loro colpi e fanno sì che comprendano che tutto è finito, che tutto va bene.
Si guardano ancora una volta, vicini, e si sorridono.
Alla fine le bocche si uniscono ancora, in un nuovo ciclo; e se quella non è felicità, proprio non saprebbero darle un nome.






Note delle autrici-
Hello everyone-
Questa istant fic è nata dalla collaborazione tra N o r a e Walking_Disaster. Parlando in chat, una cosa tira l'altra, e fu così che un bel giorno N disse a WD "ehy, e se scrivessimo un instant fic del primo bacio tra Sam e Dean dopo la cura di Dean?" e WD inizialmente non sapeva cosa fosse un instant fic *WD saluta la beata ignoranza*, però accoglie l'idea e si mettono a lavorare. Tempo tre giorni ed è nato ciò.
Speriamo vi sia piaciuta e se vorreste lasciarci un parere vi regaliamo pie e altro fluff. E mi raccomando: amateli sempre come li amiamo noi


   
 
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