IT'S ALL FOR YOU
(Guida
alla lettura:
Tutto
ciò che è scritto in corsivo è opera
di N o r a, in piano, invece,
abbiamo le creazioni di Walking_Disaster.
So, ci sentiamo più
sotto, people.)
Una mano sul suo collo è tutto ciò che serve.
Dean ne sente il peso sulla pelle. E' ampia e calda e sa di casa, quella che con Sam ha sempre trovato. Tuttavia, distoglie lo sguardo; lo punta altrove, le labbra strette in una linea retta.
Sam
sospira. Non avrebbe immaginato altra reazione da parte di Dean,
certamente non dopo tutto ciò che è successo -
che Dean aveva fatto
sì che succedesse. Sam sa che suo fratello non ha colpa, sa
che è
il Marchio che lo ha messo sottosopra, eppure non riesce a scrollarsi
di dosso la sensazione pungente che le parole di Dean hanno innescato
nel suo petto. Cercando di scacciare la sensazione, inspira,
concentrandosi. Questo è per lui, non per me.
Una mano sul
collo di Dean, e capisce che non c'è verso che quest'ultimo
possa
passarci sopra. Non questa volta.
« Dean. »
"Dean". È un'unica parola, pronunciata da una sola voce, con un solo scopo. Sottintende talmente tante cose che quasi quel nome di quattro lettere diviene pesante e li piega su loro stessi, schiacciandoli. La voce di Sam ha il potere di far tremare i muri e la terra e il soffitto e mentre il minore aspetta, accigliato, Dean avverte un dolore acuto al centro del petto. Una bucatura di uno spillo, sottile, subdola e che ha il potere di mozzargli il fiato in gola.
Sam
chiude gli occhi, inalando un respiro tremulo. Sente che non
può
farcela - se solo lascia che i suoi pensieri vaghino anche per il
più
breve degli istanti, non risponderebbe di ciò che potrebbe
succedere. E in quel momento, l'unica cosa che ha il diritto di
accadere è il tirare fuori Dean dai suoi pensieri.
Si sdraia sul
letto, accanto a suo fratello, avvicinandoglisi abbastanza da sentire
il calore del corpo di Dean riscaldare il suo braccio - brevi sprazzi
di ansimi e sospiri e gemiti e strette piacevoli e dolorose che
danzano per un attimo davanti agli occhi - solo per essere cancellate
dalle sue parole. La tua esistenza ha risucchiato via la mia
vita.
Sam stringe gli occhi per un attimo, dopodiché li
riapre, fissandoli nel viso di Dean.
Lui
sa che la parte demoniaca di suo fratello, in fondo, ha detto una
verità che giace negli angoli più remoti dei loro
cuori, quelli
polverosi e dimenticati. Verità che ora è in
contrapposizione a
tutto ciò che Sam ha pensato di sapere dopo l'episodio della
chiesa
- non c'è niente, passato o presente, che metterei
davanti a te!
-. A Sam tremano i polsi anche solo a pensarlo, ma ha bisogno
di
sentirsi dire... qualcos'altro. Una qualunque altra
cosa - due
parole, forse tre, ne bastano poche - per tornare ad avere la
certezza che l'ha sempre accompagnato dalla notte dell'incendio. La
certezza su cui verte la sua vita: suo fratello e l'amore che provano
l'un per l'altro.
Dean sospira profondamente e si umetta le
labbra; lascia vagare le iridi smeraldine ovunque, ma non su Sam: Sa
che non possono evitare ancora per molto la questione.
Sam
si sta chiedendo qual è il modo migliore per iniziare la
conversazione - da dove anche solo iniziare? -
quando un
sospiro tremulo spezza il silenzio irreale di quella stanza.
Dean
ha gli occhi chiusi quando volta la testa in alto a guardare il
soffitto. « Sammy... »
La sua voce si rompe sull'ultima sillaba,
e inala seccamente per evitare altro.
Trattiene il respiro. Sa che non può parlare: non si fida di
quel
che potrebbe uscire dalla sua bocca.
Ed
ecco che anche l'altro nome, quello che accompagna sempre il primo,
resta per un istante sospeso nell'aria. Sul retro dei loro colli,
come una ghigliottina. Ma le voci, le voci ormai sono uscite dalle
bocche, hanno vibrato nell'aria. Le voci hanno superato il primo
scalino, quello del cominciare. Perché non ci sarebbe in
ogni caso
un modo giusto, ma solo un inizio, caotico come tutto ciò
che
riguarda i Winchester. Un inizio per demolire tutto ciò che
c'è da
demolire, che li tiene distanti, e per ritrovarsi, cuore a cuore,
mente a mente, pelle a pelle. Com'era sempre stato.
Sam
deglutisce, il viso voltato verso di lui. Poi prende il coraggio a
due mani e parla: «Prova almeno a guardarmi, che ne
dici?»
Dean
stringe gli occhi talmente forte da vedere puntini bianchi dietro le
palpebre.
Guardarlo negli occhi. Come può farlo? Come potrebbe
anche solo pensare
di
poterlo fare, dopo tutte le cattiverie che gli ha detto?
Il volto
di Dean si sposta dalla parte opposta rispetto a Sam, un altro
respiro spezzato che è il preludio a qualcosa di nuovo -
eppure
vecchio, della stessa età delle loro vite.
« Lo sai che non
posso, Sammy. » E' solo un sussurro, eppure risuona forte e
chiaro.
Sente Sam sospirare accanto a sé.
Poi il dorso di una mano che
gli sfiora il collo - di nuovo.
Dean deve sforzarsi con tutto se
stesso per non far uscire lacrime da dietro le palpebre. « Mi
dispiace... »
Oh,
se gli dispiaceva. Gli dispiaceva così tanto, così
tanto...
una parte molto egoistica di sé vorrebbe prendere suo
fratello tra
le braccia, stringerlo a sé, farselo entrare nel petto,
sotto la
pelle, nelle ossa. Si era ripromesso che niente, niente l'avrebbe mai
scalfito, l'avrebbe mai sfiorato. E invece era successo ed era stato
proprio Dean stesso a farlo.
Dean si sente sporco. Dean non sente
di meritarsi Sam, ma ancora una volta è stato quest'ultimo a
cercare
il primo punto d'incontro.
Paradossalmente a questo pensiero gli
sfugge una risata amara, a cui Sam, pur non capendo a cos'è
dovuta,
scuote il capo, la mano che sale fino alla sua mascella, il pollice
che preme sulla gota ispida.
«Lo sai che non eri tu, Dean. Ciò
che hai detto è ciò che è successo, ma
Dio!, non eri tu. Tu non lo
pensi.» Ed in realtà la voce di Sam si incrina,
perché non ne è
così sicuro. E si fa schifo a pensarlo, ma tutto
ciò che la parte
demoniaca di suo fratello gli ha vomitato addosso, tutto, è
quanto
di più vero possa esserci.
A
Dean si strige il petto nel sentire quelle parole. Le più
false
parole che potessero uscire dalla bocca di Sam - Dean sa che non
può
cancellare le sue stesse parole -magari potesse farlo!- e che suo
fratello se le ricorderà sempre,
se non coscientemente inconsciamente - solo per lui,
per fare un piacere a lui,
per far sentire meglio lui.
Dean
sente un moto di nausea stringergli lo stomaco.
No.
Si
gira verso Sam di slancio, senza pensarci una seconda volta, un solo
obiettivo in mente: far stare bene Sam.
È il minimo. Glielo
deve.
« Hey hey Sammy, Sammy » non può farne a
meno. « Sam, ti
prego, no. » Una mano si posa sulla sua guancia, modellandosi
sulla
sua mascella, sentendone la consistenza ruvida e familiare - Dio,
quanto gli era mancata la pelle di Sam.
E quando Dean finalmente si volta e le loro iridi s'incontrano, il loro mondo, tra mille problemi, mille parole non dette e che appesantiscono le lingue, torna a ruotare sull'asse corretto. Basta relativamente poco, ai fratelli. È ancora un mondo incasinato, che fa fatica a non implodere, ma un passo per volta, timidamente, col voler far del bene all'altro, guarirà dal male che l'ha attaccato. Perché Sam e Dean danno tutto quando si tratta di quel loro piccolo, preziosissimo mondo da custodire. È ciò che dà loro forza quando di forza non ce n'è, come in quel momento in cui la mano di Sam scivola via dal viso di Dean e si aggrappa ora a quella dell'altro, sul suo stesso viso, intrecciandovi le dita.
Non
c’è comunicazione migliore, nella famiglia
Winchester, di quella
di guardarsi negli occhi senza dire nulla. Gli occhi parlano così
tanto che aggiungere parole risulterebbe
ridondante.
Sam
capisce, Dean capisce.
Dean si scusa, Sam si scusa.
Due parole
che fluttuano nell’aria leggere, palesi nei loro occhi ma mai
pronunciate. E restano in quella posizione per minuti, Sam stringendo
la mano di Dean sul suo viso, sentendone la consistenza, ascoltando i
respiri leggeri e il pulsare del cuore altrui. Ad un certo punto le
palpebre si sono abbassate sugli occhi di entrambi, facendoli restare
lì a concentrarsi sul tatto, su tutte le sensazioni che sono
mancate
loro come l’aria – più
dell’aria.
E,
alla fine, è tutto lì. Si sarebbero bastati -
loro si bastavano
sempre. Loro erano tutto ciò che serviva a farli oscillare,
perennemente instabili tra disperazione e qualcosa di molto simile
alla felicità, amore meraviglioso e totalizzante e amore
profondo
come un baratro tanto da soffocarli.
Dean socchiude le palpebre,
le ciglia che sfiorano i suoi zigomi. Osserva il viso di Sam, gli
occhi che si concentrano prima sul cipiglio marcato del suo
fratellino, poi sul neo a lato del naso e, forse per un attimo di
troppo, sulle sue labbra. Deglutisce, tentenna, indeciso se farlo -
non sentendosi degno, nonostante tutto. La bocca
del maggiore
si dischiude e, come se Sam avesse percepito il pensiero di Dean,
apre gli occhi, osservandolo. Tira un lato delle labbra verso l'alto
e poi mormora un "sì" che prima di tutto rimbomba nei loro
cuori e poi fa presa nelle menti.
All'improvviso non esistono più pensieri coerenti, non esistono più esitazioni, le insicurezze sepolte. Esistono solo le loro labbra - soffici e calde, perfette, e Dio quanto gli era mancato. Sospiri umidi si mischiano tra loro in una lenta discesa verso l'abisso, mani ad aggrapparsi disperatamente al viso dell'altro, e Sam capisce che non può perderlo, mai più, e Dean è sempre più certo che non ci sarà mai una cosa che verrà prima di lui, mai, nemmeno in un milione di anni, nemmeno quando passeranno l'eternità in Paradiso - o all'Inferno, l'uno accanto all'altro.
Le
certezze che mancavano ora sembrano davvero ridicole, davanti a
quell'unione che già diventa umida, che già
diventa impegnativa. Si
stringono, si respirano, bocca a bocca, dei lievi morsi lasciati qua
e là. È lungo, il bacio che si scambiano,
è un ritrovarsi, una
conferma per dirsi siamo insieme, siamo qui.
E mentre la
mano di Dean scende lungo il collo del fratello, Sam si scosta,
appoggiando la fronte contro quella dell'altro, gli occhi chiusi, le
labbra che si sfiorano ancora - mai perdere un contatto, mai
perderlo, mai più -. E sorride, Sam, mentre Dean
tenta ancora di
avvicinarlo e lui si scosta giocosamente, prima di porre una domanda
che a quel punto potrebbe rimanere perfettamente retorica:
«Mi ami,
non è così?»
Dean
sbuffa una risata - la prima vera risata dopo tanto, tanto
tempo.
Dopodiché guarda in viso suo fratello, la cui espressione
si sposta leggermente sul serio. « Sempre. »
Vede Sam chiudere
gli occhi, avvicinarglisi, e poggiare le labbra sulle sue,
leggermente. Sam le tiene semplicemente lì, contento di
riavere suo
fratello, e Dean sospira, portando le mani dietro la nuca di Sam e
intrecciando le dita nei capelli troppo lunghi di suo fratello. Il
suo corpo si rilassa, e per la prima volta nella sua vita è
contento
di essere semplicemente vicino
a Sam, in ogni senso possibile. « Mi dispiace tantissimo,
Sammy. »
mormora sulle sue labbra, avvicinandoglisi ancora, dipendente quasi
fisicamente dalla pelle di suo fratello.
Le
braccia di Sam si modellano sul corpo di Dean, una mano si insinua
sotto la maglietta del maggiore e si stringe sulla pelle del suo
fianco, in un gesto, però, tutt'altro che malizioso. Sulla
schiena
di Dean corre un brivido, un altro piccolo sorriso gli increspa le
labbra carnose, mentre Sam scuote il capo, sospirandogli sulla bocca.
«Basta, Dean. Basta.» Mormora rocamente e tanto per
rimarcare il
concetto, interrompe quei loro tocchi delicati per imporsi in un
bacio. Nuovo e profondo, Dean non si sottrae, ma anzi, risponde
all'instante e si arrende completamente al sapore del suo Sammy, le
dita che carezzano dolcemente la nuca di quest'ultimo.
E
quando
Dean annuisce e mormora "scusa", ad entrambi scappano due
risate, basse e roche, complici ed intime. Si librano nell'aria,
riempiono la stanza, si attorcigliano intorno ai loro colpi e fanno
sì che comprendano che tutto è finito, che tutto
va bene.
Si
guardano ancora una volta, vicini, e si sorridono.
Alla
fine le
bocche si uniscono ancora, in un nuovo ciclo; e se quella non
è
felicità, proprio non saprebbero darle un nome.
Note
delle autrici-
Hello
everyone-
Questa istant fic è nata dalla collaborazione tra N o
r a e Walking_Disaster. Parlando in chat, una cosa tira l'altra, e fu
così che un bel giorno N disse a WD "ehy, e se scrivessimo
un
instant fic del primo bacio tra Sam e Dean dopo la cura di Dean?"
e WD inizialmente non sapeva cosa fosse un instant fic *WD saluta la
beata ignoranza*, però accoglie l'idea e si mettono a
lavorare.
Tempo tre giorni ed è nato ciò.
Speriamo vi sia piaciuta e se
vorreste lasciarci un parere vi regaliamo pie e altro fluff. E mi
raccomando: amateli sempre come li amiamo noi ♥