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Autore: Nil_Yeol    28/10/2014    6 recensioni
Hackyeon non era mai stato un tipo ubbidiente, inoltre la voglia di seguire gli ordini di suo “padre” era praticamente evaporata da quando aveva conosciuto Wonsik.
Si incontrarono la prima volta il giorno in cui Hackyeon si era involontariamente tagliato via il braccio sinistro. Voleva aiutare i meccanici con la costruzione di un nuovo modello e una delle trivelle aveva finito per tranciare il suo arto poco sopra il gomito.
Wonsik aveva costruito per lui un braccio completamente nuovo e gli aveva sorriso mentre lo rimetteva al suo posto.
[...]
In realtà Jaehwan non era un fanatico del romanticismo e dell'amore, ma aveva da poco inaugurato la sua teoria “Stimola il sorgere di sentimenti in Taekwoon mediante lungo-metraggi di dubbio gusto”.
Era convinto che anche un modello difettoso come Taekwoon sarebbe stato in grado di imparare ad emozionarsi tramite l'esempio visivo, o almeno era quello che sperava.
[...]
- Hai fatto belle foto? -
Sanghyuk cercò di sistemare i suoi capelli d'ebano, completamente devastati dal vento.
- Alcune, ma nessuna è bella come quelle di te che dormi. -
Hongbin si voltò, sorridendogli intenerito.
- Ti stancherai mai di fotografarmi quando siamo a letto? -
Genere: Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Quella che segue è solo una fantasiosa rivisitazione dell'mv dei VIXX, "Error".

Spero davvero possa piacervi e in tal caso sarà un piacere per la sottoscritta vivere intensamente anche questo fandom.

Un abbraccio

 

Misa



 

My Perfection



 

Hongbin incontrava Sanghyuk tutti i mercoledì e i venerdì sera.

I loro appuntamenti non erano mai niente di più che un paio d'ore di sesso, ma Hongbin non poteva lamentarsi perché il loro era dell'ottimo sesso; Sanghyuk sapeva sempre come accontentarlo e il suo corpo, per quanto ancora acerbo, sembrava nato per accogliere il suo.

Ogni volta che lo penetrava, Sanghyuk tratteneva il fiato per una manciata di secondi, rilasciandolo poi in un gemito prolungato che lo faceva eccitare in un modo quasi selvaggio, proprio lui che era abituato a vivere nella razionalità e nella compostezza più assolute.

E poi Sanghyuk aveva le labbra calde, calde e perennemente screpolate come le sue, una cosa che inspiegabilmente lo mandava in estasi.

Quella loro affinità sessuale però non era abbastanza, per quanto ad Hongbin piacesse il sesso con il più giovane, era certo che non si sarebbe mai spinto oltre: lui non amava Sanghyuk, non avrebbe mai potuto amarlo.

 

 

Hackyeon attirò la sua attenzione, scuotendolo dai suoi pensieri.

<< L'aggiornamento è stato completato. >>

La voce del cyborg suonò dolce e melodiosa, naturale in maniera quasi umana, cosa che riempì Hongbin d'orgoglio.

Hackyeon era il suo modello meglio riuscito, grazioso, estroverso e ovviamente dotato di capacità a dir poco eccezionali.

Le dita di Hongbin scivolarono dietro il piccolo orecchio di Hackyeon, staccando il cavo che lo collegava al computer centrale.

I vispi occhi grigi del ragazzo si illuminarono appena e Hongbin ricambiò il sorriso del suo pupillo.

<< Come ti senti Hackyeon? >>

<< Molto bene. >>

Hongbin scompigliò la chioma rosso rubino dell'altro, guadagnandosi la solita occhiata truce.

<< Devi smettere di farlo. >>

<< Perché? Hai un appuntamento? >>

Il rosso si mise a sedere sulla scrivania ricoperta di carte, lasciando dondolare le lunghe gambe fasciate dai jeans.

<< Prima o poi me lo chiederà, però ci vorrà più tempo se continui a devastarmi i capelli. >>

Hongbin sbatté le palpebre incredulo. La sua era solo una battuta e certo non si aspettava una risposta come quella; proprio quando stava per chiedere ad Hackyeon di chi stesse parlando, Jaehwan fece il suo ingresso nell'ufficio.

Scarmigliato, smunto e con il camice al contrario, il suo collega si precipitò come una furia nella loro direzione, il volto appena visibile dietro le scartoffie che stringeva tra le braccia troppo esili.

<< BuongiornoBuongiornoBuongiorno! Sì lo so che devo bussare, ma come vedi ho le mani impegnate. >> la voce stridula del castano lo fece sorridere come sempre, convincendolo a perdonargli anche quell'ennesima improvvisata.

Hackyeon sbuffò rassegnato, aiutando il nuovo arrivato con la sua mole di robaccia, prima che questa lo facesse andare a sbattere da qualche parte.

<< Spero tu non sia tornato a scocciare Hongbin con la storia di quel catorcio. >>

Il viso estremamente magro di Jaehwan si adombrò visibilmente.

<< Dovresti smetterla di fare tanto il saccente, cominci ad essere fastidioso Modello N. >>

Il rosso tese le labbra in una linea severa.

<< Il mio nome è Hackyeon, cerca di ricordartelo. >>

<< E il suo è Taekwoon, non catorcio, tienilo a mente anche tu! >>

Si guardarono storto ancora per un po', poi Hackyeon dimostrò ancora una volta tutta la sua umanità, uscendo dalla stanza con aria terribilmente offesa.

Hongbin portò le mani sui fianchi guadagnandosi una semplice alzata di spalle da parte del collega.

<< Ti diverti a farlo arrabbiare, vero Jae? >>

<< Sei tu ad averlo reso un po' troppo suscettibile. >>

Hongbin si lasciò cadere sulla poltrona, premendo le dita sugli occhi.

<< Hackyeon non finirà mai di stupirmi, oggi mi ha rivelato di sperare in un appuntamento. >>

<< Ah ah. >> Jaehwan lo stava ascoltando appena, mentre, seduto a terra, esaminava una decina di fogli contemporaneamente.

Hongbin accartocciò un pezzo di carta e glielo lanciò contro.

<< Mi stai ascoltando o no? >>

Jaehwan non sollevò nemmeno la testa.

<< Sì, ti sento: hai detto che N si è preso una cotta per qualcuno. >>

<< E lo dici così!!? Come se fosse una cosa così scontata! >>

Finalmente il suo commento riuscì a fare breccia nell'impenetrabile indifferenza dell'altro.

<< Non è per questo che stiamo lavorando? Dovremmo essere i primi a credere nella possibilità di renderli come noi. >>

Gli occhi dolci di Hongbin si fecero improvvisamente tristi.

<< Sai bene che sono il primo a volerlo, ma quando arriviamo così vicini alla meta ho paura di fallire. Io devo riportarla da me, capisci? >>

Jaehwan chiuse gli occhi, abbandonando la testa indietro; era davvero stanco, le lunghe notti insonni iniziavano ad abbattere le sue difese.

<< Vedi BinBin è qui che le nostre strade si dividono: io lavoro per dare la vita a un essere nuovo e unico, tu vuoi ridare vita a qualcuno che ormai non c'è più. >>

<< Odio quando parli di Jieun in questo modo. >>

Il castano lo guardò con pietà e Hongbin avvertì l'irrefrenabile voglia di prenderlo a schiaffi.

<< Jieun è morta, lo sai Hongbin. >>

Hongbin si alzò di scatto dalla sedia, dirigendosi verso la porta.

<< Ancora per poco. >>

 

* * * *

 

A Haeckyeon piaceva tantissimo fare escursioni nei sotterranei dell'enorme edificio che lo aveva visto nascere; Hongbin gli ripeteva spesso di non addentrarsi per gli intricati corridoi dei piani inferiori, ma Hackyeon non era mai stato un tipo ubbidiente, inoltre la voglia di seguire gli ordini di suo “padre” era praticamente evaporata da quando aveva conosciuto Wonsik.

Si incontrarono la prima volta il giorno in cui Hackyeon si era involontariamente tagliato via il braccio sinistro. Voleva aiutare i meccanici con la costruzione di un nuovo modello e una delle trivelle aveva finito per tranciare il suo arto poco sopra il gomito.

Wonsik aveva costruito per lui un braccio completamente nuovo e gli aveva sorriso mentre lo rimetteva al suo posto.

Hongbin non gli aveva mai parlato di quello strano calore e di quel senso di stordimento, per questo avvertirli su di sé fu quasi spaventoso.

Wonsik però continuava a parlare con la sua voce calda e profonda, a sorridere in quel mondo rassicurante e, quando il braccio fu sistemato e gli chiese di stringere la sua mano per assicurarsi che riuscisse a muoverlo, Hackyeon dimenticò ogni timore e intrecciò le dita alle sue.

Per questo si trovava lì in quel momento, per sentire ancora quel piacevole tepore, per vedere ancora quel sorriso.

Wonsik indossava la consueta tuta blu scuro, quella che rendeva enorme giustizia al suo fondoschiena perfettamente tondo.

Quando il ragazzo si accorse della sua presenza, sollevò il braccio in segno di saluto e Hackyeon si precipitò verso di lui senza riuscire a non abbracciarlo.

<< Ohoh, quanto affetto! Oggi deve essere il mio giorno fortunato. >>

Hackyeon nascose il viso nell'incavo del suo collo, beandosi della risata di Wonsik che soffiava contro il suo orecchio.

<< Mi sei mancato. >>

<< Anche tu Hackyeon. >>

Quando tornarono a guardarsi Wonsik ebbe l'impressione di vedere arrossire il bel viso del cyborg,; ne aveva costruiti molti come lui, eppure nessuno gli era sembrato così reale.

Le ricerche del signor Hongbin erano decisamente arrivate ad una svolta.

<< Wonsik...>> il tono sottile di Hackyeon suonò stranamente incerto, facendo apparire il ragazzo ancora più tenero ai suoi occhi.

<< Dimmi Yeon. >>

Il rosso morse con forza il labbro inferiore e distolse lo sguardo.

Doveva almeno provarci, anche se Hongbin non aveva ancora inserito nel suo database le informazioni riguardanti l'approccio con un essere umano, o almeno niente che andasse oltre le classiche formule di cortesia e l'esecuzione degli ordini impartiti.

Si decise a concentrare nuovamente tutta la sua attenzione sul giovane dal fisico scolpito, stringendo i pugni per la tensione.

<< Mi piacerebbe camminare con te. >>

Ok, era un inizio...

Wonsik lo guardò leggermente confuso, grattandosi la nuca con fare innocente.

<< Camminare dici? Camminare qui? >>

Hackyeon scosse la testa con decisione.

<< No! Voglio andare a camminare fuori, all'aria aperta. Mi piacerebbe molto camminare al tuo fianco e guardare le vetrine dei negozi, le luci, la gente che passa. Sarebbe fantastico se tu mi permettessi di stringerti la mano e magari potremmo andare al cinema, sederci di fronte quell'enorme schermo e guardare le immagini della pellicola. Se dovessi scegliere un film della categoria “horror”, io potrei fingere di spaventarmi e stringermi a te, proprio come fanno le attrici in quelle porcherie che Jaehwan guarda in tv. >>

Decisamente un modo singolare di chiedere un appuntamento, ma il più buffo e carino che gli fosse stato mai rivolto. Wonsik ridacchiò imbarazzato, accarezzando con naturalezza la guancia fredda dell'altro.

Prima di qualunque risposta però doveva chiedere una cosa ad Hackyeon.

<< Yeon, è stato il signor Hongbin a chiederti di farmi questa proposta? Si tratta di una specie di esperimento? >>

Il robot scosse di nuovo la testa, questa volta ancora più energicamente.

Il sorriso di Wonsik si fece ancora più ampio e luminoso.

<< Se è così, sarà un piacere per me camminare con te, soprattutto se lo faremo mano nella mano. >>

 

 

* * * *

 

Come tutti i pomeriggi, alle 17.00 in punto, Jaehwan accese il televisore, collegò il lettore DVD e diede iniziò alla sua attività preferita: maratona di film romantici, e più erano smielati, meglio era.

In realtà Jaehwan non era un fanatico del romanticismo e dell'amore, ma aveva da poco inaugurato la sua teoria “Stimola il sorgere di sentimenti in Taekwoon mediante lungo-metraggi di dubbio gusto”.

Era convinto che anche un modello difettoso come Taekwoon sarebbe stato in grado di imparare ad emozionarsi tramite l'esempio visivo, o almeno era quello che sperava.

Hongbin gli aveva ripetuto fino alla nausea di lasciar perdere, era certo che il robot non poteva essere recuperato, se non costruendolo completamente d'accapo. Jaehwan ovviamente non era dello stesso avviso.

Non ricordava bene come fosse iniziato questo suo capriccio, sapeva solo che in qualche modo si era convinto a voler mantenere Taekwoon così com'era, aiutandolo a scoprire tutte le sfumature di un'anima umana.

Per questo, anche quel pomeriggio, Taekwoon era seduto al suo fianco, braccia abbandonate lungo i fianchi e mani rigidamente poggiate sulla stoffa color crema.

Jaehwan studiò il suo profilo severo, le labbra sporgenti, gli occhi privi di luce, ma, a differenza di tutti gli altri, lui non provava soggezione nello scorgere quello sguardo, solo una profonda curiosità.

In quel momento Taekwoon si voltò a guardarlo e puntò due dita contro la sua fronte per spingergli la testa indietro.

<< Stiamo per vedere un altro film con una nave che cola a picco? >>

Jaehwan rise mentre si risistemava la frangetta.

<< Non ci sono così tanti film come “Titanic”! Comunque no, oggi vedremo qualcosa di un po' più hot. >>

Taekwoon sembrò non capire.

<< Cosa significa? >>

<< Guarda e capirai. >>

E Taekwoon guardò, analizzò ogni singola immagine, anche con discreta attenzione, ma, arrivati i titoli di coda, non era poi tanto certo di aver davvero capito qualcosa.

Osservò Jaehwan rimettere il piccolo cd insieme agli altri e spegnere il televisore, poi il ragazzo si sedette nuovamente sul divano e ricambiò il suo sguardo.

<< Allora? Che te ne è parso? Cambiato qualcosa? >>

Taekwoon portò entrambe le mani sulle ginocchia, assumendo una posizione piuttosto composta ma per nulla comoda.

<< Non ne sono sicuro. >>

Jaehwan sorrise scompigliando la chioma corvina dell'altro: un brutto vizio che Hongbin gli aveva attaccato.

<< Prova a dirmi quello che ti passa per la testa; non c'è una risposta sbagliata e una corretta, va bene qualunque cosa a patto che sia tua. >>

Il moro rimase in silenzio ancora qualche istante, riflettendo su quanto aveva visto in quelle due ore: in sostanza i protagonisti della storia erano i soliti lui e lei, si incontravano, a volte litigavano, altre andavano subito d'accordo (quella volta erano stati molto veloci) e poi iniziavano a provare un'evidente attrazione sessuale l'uno per l'altra, cosa che a volte sfociava nel coito, altre in semplici baci. In ogni caso il succo della storia era sempre quello, i protagonisti, in un modo o nell'altro volevano accoppiarsi ed era certo che a Jaehwan interessasse particolarmente quel passaggio della storia, perché di solito era in quel punto della trama che il suo battito cardiaco aumentava, così come la sudorazione, mentre la sua salivazione era praticamente azzerata.

Sì, era lì che doveva concentrarsi. Che poi effettivamente era l'unica cosa che suscitasse in lui una pur leggera curiosità.

Taekwoon si schiarì la voce e tornò a guardare Jaehwan.

<< Vuoi che io mi accoppi con te, è corretto? >>

Non aveva mai visto la faccia di Jaehwan diventare così rossa; il ragazzo scattò in piedi, iniziando a blaterare parole a caso e ad una velocità tale da non distinguere la fine di una dall'inizio dell'altra.

Quando si fu calmato, Jaehwan si lasciò cadere di nuovo sui cuscini, ma non osò guardare Taekwoon.

<< Non è esattamente questa la risposta che mi aspettavo. >>

Taekwoon assottigliò lo sguardo.

<< Avevi detto che non c'erano risposte sbagliate, però questa lo è? >>

<< No! Oddio Taekwoon...tu..tu mi lasci senza parole. >>

Jaehwan si sistemò meglio, voltando il busto verso il moro e sforzandosi di lanciargli qualche timida occhiata.

<< La tua osservazione non si può certo dire errata, tutt'altro: so che potrebbe sembrare immorale per alcuni, ma sì, io sono attratto da te. Voglio illudermi che tutto l'impegno che metto per renderti più umano sia dettato semplicemente dall'amore per la scienza, ma non è così. Sono terribilmente egoista e imperfetto come tutti gli esseri umani. >>

Lo scienziato sembrava scoraggiato, forse triste; Taekwoon non era ancora in grado di capirlo con chiarezza, ma una cosa era certa, quell'espressione sul volto di Jaehwan non gli piaceva affatto.

Una delle sue braccia si allungò automaticamente fino a quando la sua mano non strinse il polso dell'altro ragazzo.

<< Anch'io sono imperfetto, nonostante non sia come te. A me la tua imperfezione non infastidisce, magari parli troppo e a voce troppo alta, ma mi sta bene. Probabilmente, per quel che mi riguarda, non potrò mai sorridere, piangere, arrabbiarmi e gioire come fa N, non con la stessa intensità, ma se anche a te la mia imperfezione va bene, possiamo fare tutte le cose che fanno quel Lui e quella Lei. >>

Jaehwan non si accorse di aver spalancato la bocca fino a quando le dita gentili di Taekwoon non premettero sulla sua mandibola per riportarla al suo posto.

Deglutì un paio di volte, poi sorrise al cyborg.

<< Mi sembra un ottimo piano. >>

Si sollevò dirigendosi velocemente alla porta, Taekwoon però lo seguì, portandosi alle sue spalle e facendolo voltare prima che potesse uscire.

L'altezza del robot costrinse Jaehwan ad inclinare la testa per incontrare i suoi occhi magnetici, mentre la piacevole sensazione di sentirsi protetto e allo stesso tempo schiacciato da quel corpo tanto più grande del suo iniziava a scaldarlo.

<< Jaehwan >> la voce delicata di Taekwoon fu un sussurro, mentre la sua mano si poggiava delicatamente sulla guancia del castano.

<< Sì...>>

Taekwoon lo premette contro la porta, la sua gamba tra quelle sottili di Jaehwan lambì la sua eccitazione.

Il moro accennò un sorriso, sollevando il ginocchio e facendolo gemere.

<< Anch'io sono così duro tra le gambe. >>

Quella frase fece perdere a Jaehwan qualsiasi contatto con la realtà circostante, semplicemente reagì a un istinto così primitivo da farlo dubitare dell'effettiva evoluzione umana, allacciò le braccia attorno al collo di Taekwoon e lo attirò a sé per baciare le sue labbra fredde.

 

 

* * * *

 

Era quasi ora di cena e Sanghyuk correva per le strade di Soul come non ci fosse un domani.

Il corso di fotografia era terminato più tardi del previsto e ora rischiava di fare tardi al suo appuntamento del mercoledì.

Odiava vedere Hongbin così di rado e odiava ancora di più sprecare il poco tempo che avevano, per questo continuava ad ignorare i semafori rossi, l'acido lattico alle cosce e le imprecazioni del fruttivendolo a cui aveva fatto cadere una cassa di lattuga.

Non si sarebbe fermato per nulla al mondo, o quasi per nulla, perché vedere l'inconfondibile chioma color rubino di Hackyeon fuori dal laboratorio di Hongbin era qualcosa che non capitava tutti i giorni.

Era certo che si trattasse del cyborg e la conferma gli fu data dalla maglia grigia che stava indossando, quella che lui stesso gli aveva regalato perché era certo gli donasse moltissimo.

Il rosso era seduto su una panchina in compagnia di un altro ragazzo, le sue gambe erano intrecciate alla vita del compagno, il quale aveva divaricato le proprie per tenere Hackyeon il più vicino possibile. Ridevano forte, Sanghyuk poteva sentire le loro risate anche da lontano, prendendo abbondanti cucchiaiate dall'enorme coppa gelato che condividevano e imboccandosi a vicenda.

Hackyeon sembrava non essersi ancora abituato al sapore del dolce e se ne lasciava sfuggire sempre un po' dalle labbra, facendo sì che il suo partner lo aiutasse a pulirsi leccando via la crema dal suo viso.

Avrebbe sicuramente raccontato quello che aveva visto ad Hongbin, gli avrebbe fatto piacere sapere quanto Hackyeon era in grado di integrarsi con il resto del mondo!

Quando raggiunse il sesto piano dell'edificio in cui Hongbin lavorava, l'affascinante scienziato lo accolse con il solito sorriso seducente.

<< Sei in ritardo. >>

Sanghyuk arrossì, un po' per il commento dell'altro, un po' perché la bellezza di Hongbin lo imbarazzava ogni volta.

<< Scusami, il corso è finito tardi. >>

Il più grande gli si accostò, deponendo un bacio leggero sulla sua guancia e sfilandogli con naturalezza la giacca dalle spalle.

<< Hai fatto belle foto? >>

Sanghyuk cercò di sistemare i suoi capelli d'ebano, completamente devastati dal vento.

<< Alcune, ma nessuna è bella come quelle di te che dormi. >>

Hongbin si voltò, sorridendogli intenerito.

<< Ti stancherai mai di fotografarmi quando siamo a letto? >>

Il ragazzino scosse la testa.

<< No, mai! >>

Lo disse con certezza assoluta e Hongbin sapeva che lo pensava seriamente.

Avrebbe voluto raccontargli della sua giornata, di Hackyeon e il suo amico, della sua idea di uscire ogni tanto e avere un appuntamento come quello del cyborg dai capelli rossi, invece che starsene sempre rinchiusi tra quelle pareti, ma Hongbin si avventò su di lui premendo le labbra sulle sue, mordendole con forza, succhiando, mentre le sue mani esperte si affrettavano ad abbassare la zip dei pantaloni.

In breve fu completamente nudo sul lettino che il più grande usava per le sue creazioni, le dita dell'altro che imprimevano segni rossi sulle sue gambe divaricate e il respiro che si spezzava ad ogni colpo.

Hongbin non era mai stato particolarmente delicato durante i loro momenti di intimità, nemmeno la loro prima volta (che poi era stata la prima volta in assoluto per Sanghyuk), si limitava a spingerlo con forza su una superficie orizzontale o su una parete e a prenderlo senza troppi complimenti.

In quel momento arrivò una spinta più forte delle altre e Sanghyuk ansimò con forza, stringendosi al suo corpo e graffiando la pelle liscia della schiena di Hongbin.

L'altro si lasciò andare ad un lungo gemito e Sanghyuk avvertì il suo sperma bagnargli le cosce.

Per quanto Hongbin fosse indelicato però, non si poteva negare che provvedesse al piacere del più piccolo, anche quando aveva già raggiunto il proprio. Per questo si piegò fino a raggiungere l'intimità del ragazzo, accogliendo in bocca la sua erezione e succhiandola con trasporto.

Sanghyuk serrò gli occhi, la testa gettata indietro premeva con la nuca sulla superficie gelida, poi i suoi muscoli si tesero in uno spasmo quasi doloroso, rilassandosi subito dopo, proprio mentre Hongbin ingoiava silenziosamente il suo seme.

Quando si sollevò, con le labbra lucide, le gote rosee e il respiro affrettato, apparve bello da far paura.

<< Ci facciamo una doccia, che ne dici Hyuk? >>

<< Certo hyung! >>

Come di consueto, dopo il bagno, si sdraiarono tra le coperte di un letto che Hongbin teneva in una delle stanze più nascoste di quel piano; Sanghyuk si accoccolò contro il suo petto, lasciando che il suo hyung gli accarezzasse i capelli.

Di solito era il primo ad addormentarsi, quella volta però rimase in attesa, ascoltando il respiro di Hongbin farsi più lento.

Si alzò lentamente, stando attento a non svegliarlo e affrettandosi ad uscire dalla stanza per immergersi nella penombra del corridoio.

Probabilmente non avrebbe dovuto, Hongbin era stato chiaro: non si deve curiosare nel laboratorio.

Ma Sanghyuk era un ragazzo di appena diciassette anni e la curiosità è da sempre compagna della giovane età.

Per questo si ritrovò a varcare la soglia di quella stanza, anche se la scritta “keep out” dava evidentemente un ordine ben diverso, e per questo in quel momento si ritrovò ad osservare l'immagine di una giovane ragazza all'interno di una spessa teca di vetro.

Era bella, perfetta nel suo pallore artificiale, con i lunghi capelli color notte che incorniciavano il piccolo viso.

Sanghyuk fece qualche passo verso la creatura profondamente addormentata, sfiorando con la punta delle dita la superficie in vetro.

Aveva visto molte ragazze di bell'aspetto, inoltre a lui le donne non erano mai interessate veramente, ma c'era qualcosa di quella ragazza che lo sconvolgeva inspiegabilmente; quando capì la ragione, ne rimase turbato.

Quella donna gli somigliava in maniera impressionante.

Lo stesso fisico esile, il candore della pelle, i capelli scuri e le labbra rosse, anche il naso era piccolo e tondo come il suo.

<< Che ci fai qui, Hyuk? >>

La voce tesa e vibrante di Hongbin lo fece sussultare. Si ritrasse, vittima dei sensi di colpa, lasciando vagare lo sguardo da un capo all'altro dell'ambiente quasi del tutto spoglio.

<< Io...mi dispiace hyung, ero solo curioso. >>

Hongbin si affrettò a raggiungerlo, afferrando poi il suo polso per allontanarlo bruscamente dalla giovane.

<< Non saresti dovuto entrare, nessuno può stare qui eccetto me. >>

Il tono del più grande si fece piuttosto sgarbato, ma il timore che gli aveva suscitato inizialmente fu presto sostituito da un orgoglio ben radicato.

<< Perché ti arrabbi tanto? Chi è questa persona? >>

Con la mano Sanghyuk indicò la ragazza e quella stessa mano fu schiaffeggiata da un Hongbin furente.

<< Non osare chiamarla in quel modo, non guardarla nemmeno! Tu non sai quanto Lei sia importante! >>

Sanghyuk lo guardò sconvolto, senza riuscire a capire a cosa fosse dovuta tutta quella rabbia.

<< Io...>>

<< IoIoIO! Si parla sempre di te, non è vero Hyuk? Dovevo immaginare che portarti qui sarebbe stato un errore, non dovevo lasciarmi trascinare da qualche stupido ormone in subbuglio, o magari mi sarei dovuto organizzare e scoparti fuori da questo posto! Invece no, volevo tutto: la comodità di lavorare tutto il tempo che volevo e il modo di trastullarmi senza dovermi allontanare. >>

La calda voce di Hongbin, quella a cui si era abituato con tanta facilità, era diventata un sibilo velenoso, così come il suo bellissimo viso, ora ridotto ad un'espressione inferocita, che nulla aveva a che vedere con i suoi tratti angelici.

<< È questo che sono per te hyung? Una distrazione in cui affogare le tue frustrazioni? >>

Hongbin scrollò le spalle sorridendo malignamente.

<< Sei stato sfortunato, poteva essere chiunque altro, ma tu...tu le somigliavi così tanto.! Era più facile immaginare di averla accanto. >>

Vide il volto del ragazzino farsi ancora più pallido, i suoi occhi diventare due pozze liquide e tristi, poi Sanghyuk gli voltò le spalle e corse via, lontano da lui.

Era stato crudele, lo sapeva bene, ma nessuno poteva disturbare la sua Jieun finché non fosse riuscito a riportarla indietro.

 

 

* * * *

 

Hackyeon rientrò alle 4,00 del mattino.

Non si impegnò molto per fare silenzio, in realtà sperava di svegliare Hongbin e Sanghyuk, così da poter raccontare ad entrambi quanto fossero calde le mani di Wonsik e quanto gli piacesse averle su di sé. Quando però si addentrò volutamente nella camera che sapeva essere riservata al suo padrone e al giovane studente di fotografia, ad accoglierlo trovò soltanto un Hongbin mollemente abbandonato contro la spalliera del letto.

Si avvicinò con cautela, sedendosi al suo fianco senza nemmeno far ondeggiare il materasso.

<< Hyuk non verrà più a trovarci. >>

Quel commento lapidario vibrò nella stanza e Hackyeon si sentì rabbrividire.

Non gli domandò cosa fosse successo, né perché non avrebbero più visto Sanghyuk, rimase lì accanto al suo creatore ascoltando il silenzio della sua malinconia.

 

Trascorse tutto il giorno seguente in compagnia di Wonsik, aiutandolo con il suo lavoro e dandogli un bacio per ogni cosa ben fatta.

<< Oggi il grande capo non si è visto. >>

<< Già. Penso rimarrà nella stanza di Jieun tutto il giorno. >>

Wonsik sollevò la testa dal tavolo di lavoro.

<< Jieun è il modello-femmina su cui lavora da più di un anno, giusto? >>

<< L'hai vista? >>

Il meccanico arricciò le labbra in un'espressione che Hackyeon trovò adorabile.

<< Ho sistemato le sue gambe, niente di più. Comunque, per quel che vale, a mio parere Hongbin dovrebbe piantarla di andare dietro a una macchina e dedicarsi al ragazzino delle foto. >>

Il volto di Hackyeon si fece improvvisamente cupo.

<< Pensi che non valga la pena provare dei sentimenti per una macchina? >>

Wonsik colse all'istante la nota di risentimento celata dietro quelle parole e si avvicinò al rosso abbracciandolo.

<< Non fraintendere Yeon, quello che volevo dire è che non vale la pena provare sentimenti per un ricordo, per quanto sia bello rimane pur sempre niente di più che una fantasia. La ragazza di Hongbin non tornerà in nessun caso, non credi? >>

Hackyeon tornò a sorridere, premendo il mento sulla spalla del ragazzo.

<< Io sono reale. >>

<< Sì, lo sei eccome! >> Wonsik ne approfittò per sfiorare non troppo velatamente il sedere del rosso, facendolo ridere imbarazzato.

 

Hackyeon riuscì a racimolare coraggio sufficiente per bussare a quella porta solo quando si era fatta ormai sera.

Sfortunatamente il suo coraggio valse a poco perché Hongbin non rispose nemmeno.

<< Non parla nemmeno con Jaehwan. >> la flebile voce di Taekwoon vibrò piacevolmente fino alla perfetta riproduzione del padiglione auricolare di Hackyeon, facendolo voltare in tempo per scorgere l'altro cyborg che si avvicinava.

Non avevano mai parlato molto, all'inizio Hackyeon ce l'aveva messa tutta per accattivarsi le simpatie del moro ma alla fine si era convinto che con un modello difettoso non poteva avere nulla a che fare. Quel giorno però Taekwoon aveva qualcosa di diverso, sembrava leggermente più espressivo e già il fatto che gli avesse rivolto la parola aveva dell'eccezionale.

<< Magari con me parlerà! >> gli diede quella risposta solo per il gusto di sfidarlo un pochettino, non perché sperasse davvero di convincere Hongbin ad ascoltarlo.

Taekwoon rimase immobile in mezzo al corridoio, le braccia lungo i fianchi e le labbra serrate. Per un attimo Hackyeon pensò che sarebbe rimasto così senza rispondergli, poi però quella voce sottile tornò a farsi sentire.

<< Jaehwan è capace di parlare anche con i muri, se non ce l'ha fatta lui, tu non hai speranze. >>

Il rosso scrollò le spalle dimostrando il suo scarso interesse.

<< Bene, me ne farò una ragione. Alla fine mi sono abituato all'idea di essere sempre secondo a Jaehwan nelle tue classifiche. >>

Il moro aggrottò leggermente le sopracciglia, o almeno questo parve ad Hackyeon.

<< Cosa intendi? >>

Gli occhi sottili e vispi del modello N brillarono divertiti.

<< È al primo posto nella gara “parla con i muri” ed è stato il primo a conquistare la tua fiducia. Ah! A proposito di questo, forse c'è ancora speranza per un manichino come te. >>

Come c'era da aspettarsi, Taekwoon non si offese minimamente; per quel tipo di emozioni probabilmente ci sarebbe voluto ancora del tempo.

Fu quando Hackyeon gli voltò le spalle che una piccola palla di carta gli arrivò dritta sulla nuca: quando tornò a guardare indietro, Jaehwan aveva ancora il braccio teso e la sua perenne espressione infastidita.

<< Non chiamarlo manichino!!! >>

 

 

* * * *

 

Passarono più di quattro giorni prima che Jaehwan si decidesse a forzare la porta di quella maledetta stanza; era certo che Hongbin uscisse di lì durante la notte, quando era certo di non incontrare nessuno, ma il fatto che durante il giorno preferisse fare l'eremita cominciava ad essere ridicolo.

Per questo non si curò nemmeno di dargli un preavviso, semplicemente chiese a Taekwoon di disintegrare come meglio credeva la serratura, riuscendo così ad entrare nel rifugio del suo collega.

Sudore, stanchezza e disperazione, quella stanza ne era pregna.

Hongbin se ne stava seduto a terra, le spalle poggiate alla parete in fondo e lo sguardo perso nel vuoto. Solo dopo Jaehwan si accorse del cyborg disteso sulle lunghe gambe di Hongbin: era spento ed era a pezzi.

Jaehwan si portò a pochi metri dal ragazzo, guardandolo con un misto di pietà e frustrazione.

Eppure glielo aveva detto così tante volte. Lo aveva implorato di lasciar perdere.

<< Non si ricordava di me. Per quanto mi sia impegnato ad inserire tutti i microchip necessari, per quanto abbia cercato di ricostruire la sua vita pezzo per pezzo, lei non ricordava assolutamente nulla. >>

<< Mi dispiace Hongbin. >>

Lo scienziato dal viso di favola sollevò gli occhi stanchi e spenti sul compagno.

<< Cosa farò adesso Jaehwan? >>

Il castano sospirò inginocchiandosi al suo fianco e accarezzandogli affettuosamente i capelli.

<< Adesso devi solo ricominciare e fare la scelta giusta. >>

 

 

Durante tutta la sua convalescenza psicologica, Hackyeon non lo lasciò un solo momento; il giovane cyborg si era messo in testa di assisterlo finché non si fosse ripreso, rinunciando addirittura alle sue ore di svago giù nei magazzini con Wonsik.

<< Mangiane ancora! >> la sua voce squillante e perentoria fece sorridere Hongbin, che si affrettò a prendere un'altra cucchiaiata del suo budino.

<< Mi stai forse mettendo all'ingrasso? >>

Hackyeon storse la bocca, apparendo ancora più buffo lì appollaiato sul mobile della cucina.

<< Sei magro da far schifo, praticamente inguardabile! Vedi di mangiare o chiederò a Taekwoon di venire ad imboccarti! >>

Per quanto Taekwoon fosse una delle sue creazioni, Hongbin provava un inspiegabile disagio quando si trovava in una stanza con lui, quindi avrebbe evitato in ogni modo quell'inquietante eventualità.

Rimasero in silenzio fino a quando non terminò di mangiare, poi, mentre lavava i piatti, il cyborg azzardò la domanda che gli ronzava da tempo in mente.

<< Sanghyuk non ti manca? >>

Hongbin non alzò lo sguardo dal lavello nemmeno per un attimo, ma qualcosa nella sua espressione era cambiata.

<< Sì, in realtà mi manca molto. Ho sentito la sua nostalgia non appena se ne è andato quella sera, ma prima ero troppo stupido per rendermene conto. In ogni caso sono passate settimane e, a questo punto, non penso tornerà più. Certo non posso biasimarlo. >>

<< Già, sei stato uno stronzo. >>

Hongbin si voltò di scatto allibito.

<< Chi ti ha insegnato quella parola? >>

Hackyeon fece spallucce.

<< Wonsik. Ora però non cambiare discorso! Se ti manca e ti senti davvero in colpa, dovresti andare a cercarlo e implorare il suo perdono. >>

Come se non ci avesse pensato...

Ma cosa avrebbe dovuto fare, andare da Sanghyuk e dirgli che era pentito, che non si era accorto di quanto la sua presenza fosse radicata nella propria vita finché non lo aveva perso? Senza dubbio il ragazzo avrebbe pensato che lo stesse trattando da rimpiazzo.

<< Non voglio ferirlo ancora, non mi crederebbe. >>

Il pugno sulla testa che si guadagnò lo lasciò quasi stordito.

<< Ehi! Mi hai fatto male! Ma che modi sono? >>

Hackyeon non parve affatto pentito, anzi lo sfidava apertamente con le mani sui fianchi stretti e lo sguardo inviperito.

<< Piantala di pensare che tutti gli esseri umani siano complessati e permalosi come te! Hyuk è un ragazzo gentile, non penserebbe mai nulla di male di nessun, soprattutto della persona di cui è innamorato. >>

<< E tu come fai ad esserne sicuro? >>

<< Perché me lo ha detto lui!!! >>

Hackyeon portò le mani davanti alla bocca ma era già troppo tardi. Hongbin gli si avvicinò sollevando un sopracciglio.

<< Hai rivisto Sanghyuk ultimamente? >>

Il sorriso tirato del rosso fu una chiara risposta.

<< Forse...>>

<< Perché? >>

Lo vide distogliere lo sguardo, così decise di incalzare.

<< Cosa hai combinato Yeon? >>

<< Io e Wonsik eravamo preoccupati per te. Veramente io ero quello preoccupato per te, Wonsik era preoccupato perché io ero preoccupato, capisci? >>

Hongbin roteò gli occhi esasperato.

<< Prima o poi dovrai spiegarmi in che relazioni sei con questo ragazzo, ho paura che uno dei due abbia una cattiva influenza sull'altro, ma ancora devo capire chi...>>

Haeckyeon sorrise e continuò a raccontare.

<< In ogni caso, eravamo preoccupati, così abbiamo deciso di andare a cercare Snghyuk; mi ha parlato diverse volte del suo corso di fotografia, quindi siamo andati direttamente lì per iscriverci. Sfortunatamente il suo è un corso avanzato e non avevo proprio il tempo di imparare a scattare foto, dunque...abbiamo trovato un'alternativa. >>

Il fatto che esitasse nel procedere preoccupò Hongbin non poco.

<< Quale alternativa? >>

<< Stavano cercando una modella da ritrarre, niente cose porno eh! Altrimenti Wonsik non me lo avrebbe mai permesso. Comunque ho preso una parrucca con i codini, ho messo un po' di trucco e mi sono cambiato, non è stato difficile, in un attimo ero la loro modella e ho potuto parlare con Sanghyuk senza che lui capisse chi fossi. >>

<< Hai modulato la tua voce. >>

<< Sì. >>

<< Ed eri vestito da donna. >>

<< Sì. >>

Silenzio.

<< Dove hai messo i vestiti, i trucchi e la parrucca? >>

<< Wonsik ha detto che li avrebbe conservati per noi. >>

<< Per voi!? >>

<< Sì. >>

<< Fammi parlare con Wonsik. >>

 

Incontrò davvero Wonsik, ma per quella volta si convinse ad accantonare il discorsetto che aveva in programma per lui, chiedendogli solo di accompagnarlo dove Sanghyuk seguiva il suo corso.

<< Vuoi che venga con te? >> un Hackyeon con mascara e codini ammiccò nella sua direzione facendolo sorridere.

<< Tranquillo, penso di potermela cavare. >>

Scese dalla vettura, procedendo verso l'ingresso senza guardarsi indietro.

Bastò uno dei suoi sorrisi più seducenti per far sciogliere la signora grassoccia seduta al tavolo delle informazioni e non fu difficile farle credere che si trovava lì per sostituire la modella che si era ammalata; sapeva di essere un bel ragazzo, quindi perché non sfruttare la cosa a suo vantaggio?

La donna gli indicò la sala dove erano radunati i ragazzi del corso di fotografia, la ringraziò con tanto di occhiolino e si allontanò con passo sinuoso.

Restare di fronte alla porta come una statua di sale non era concepibile, se si fosse messo a rimuginare sarebbe tornato indietro con la coda tra le gambe, per questo pigiò con forza sulla maniglia ed entrò senza esitazioni.

Al suo ingresso l'intera casse si voltò e Hongbin notò all'istante gli sguardi d'apprezzamento delle ragazze, compresa l'elegante donna in nero che doveva essere la loro insegnante, e di qualche coraggioso maschietto.

Ma l'unico sguardo che gli interessava era quello del ragazzo seduto in ultima fila, uno sguardo stupito, languido e triste.

Hongbin si esibì in un profondo inchino, presentandosi e chiedendo scusa per il ritardo.

<< Sonmi mi ha chiesto di sostituirla dal momento che non si sente molto bene, spero non sia un problema. >>

<< Assolutamente no!!! >> la donna si affrettò a dare voce al pensiero di tutti i presenti, guidando Hongbin fino ad un piccolo soppalco in legno, dove poteva essere comodamente fotografato dai gruppi di studenti.

La farsa durò fino alle sei del pomeriggio, quando l'entusiasta insegnante si prodigò in complimenti e moine per ingraziarsi il giovane modello, facendogli addirittura promettere di tornare, magari con la sua graziosa amica.

Hongbin si inchinò un'ultima volta, aprendo la porta alla donna e facendola uscire per prima, da bravo gentiluomo.

Naturalmente Sanghyuk era rimasto in classe, attardandosi volutamente nel sistemare le sue cose.

Nel vederlo così carino con il suo cappello nero e gli abiti dal gusto un po' bohemein, ad Hongbin si seccò la gola: lo aveva sempre avuto davanti agli occhi, ma era come se lo vedesse per la prima volta.

<< Che ci fai qui hyung? >>

Il suo non fu certo un cordiale tono di benvenuto, piuttosto il miagolio di un gattino bagnato, ma almeno non percepì risentimento nella sua voce.

Gli si avvicinò con cautela, passando nervosamente le dita tra la folta chioma color caramello.

<< Sanghyuk io...sono venuto per scusarmi...>>

Il più giovane fece per intervenire, ma Hongbin sollevò una mano in una muta richiesta di aspettare.

<< So cosa stai per dirmi, che non c'è bisogno che io mi scusi, che quello che ho detto era solo la verità e che probabilmente avrei dovuto semplicemente dirtelo prima; però Hyuk, vedi...io non penso quelle cose di te, io non credo davvero che tu sia una distrazione. È vero, all'inizio ci credevo, mi illudevo che il tempo passato con te servisse solo a sfogare lo stress...>>

Il silenzio di quel momento faceva quasi male alle orecchie.

<<...in realtà, da quando ti ho incontrato, ho iniziato a pensare che il mio lavoro non servisse proprio a niente. Perdevo tempo, capisci? Mi illudevo di poter ricreare qualcosa di perfetto, poi però sei arrivato tu e mi sono accorto che non avrei mai potuto dare vita a una creatura così speciale. Sei tu la perfezione Sanghyuk, la mia perfezione. >>

Avrebbe potuto schiaffeggiarlo e fare quelle uscite di scena da grande diva, avrebbe potuto mettersi a piangere e a singhiozzare, invece Sanghyuk sollevò la macchina fotografica che teneva ancora al collo e scattò una foto al suo Hongbin.

<< Da aggiungere all'album che ho su di te, per ricordare questo momento. >>

Hongbin coprì il proprio sorriso con la mano, poi afferrò la cintura della Nikon di Sanghyuk e lo attirò a sé per baciarlo.

Le labbra di Sanghyuk erano calde e perennemente screpolare come le sue.

  
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