~~ *Angolo autrice* Hola, gringos!
Sarò breve, spero vi piaccia! Hasta luego, amigos...


Lasciami, lasciami stare! Vai via, lasciami solo! Non so che fare, non so che fare! Mi sento così inutile…
E tu perciò mi attacchi, proprio ora che sono così vulnerabile. Sei meschina, senza onore! Onore… può avere onore la morte, la disperazione, la… la… come diavolo devo chiamarti? Come si fa a combattere un nemico di cui non conosci nemmeno il nome?                                                                                                                               
Sei dentro di me, ma non ti vedo, non so come sconfiggerti!                                                                                                   
E io odio perdere. Odio arrendermi. Anche se un bravo leader dovrebbe sapere quando combattere, e quando posare le armi e riconoscere la sconfitta. Ma io, che ho sempre desiderato essere il leader, forse in fondo non lo sono. Forse non sono adatto. Forse. Un bravo leader sa perdere, e io odio perdere.                                  
Ma tu questo lo sai molto bene, vero? Lo sai bene, perché mi insidi ora che so di aver perso, che comincio a chiedermi se potrò avere la rivincita. Non posso fare niente, e la rabbia mi assale, ma tu ti nutri della mia ira, cresci e mi opprimi, concimando le mie insicurezze e le mie paure. È un circolo senza fine. E io non posso fare niente. Forse dovrei lasciar perdere. Forse non posso davvero fare più niente. Forse, ho davvero perso.
Il mio petto si contrae, come se una mano avesse schiacciato il nugolo di insetti cattivi che ci ronzava dentro. Non mi sono mai arreso! E se davvero voglio dimostrare agli altri che valgo qualcosa, devo farlo adesso. Per un momento di debolezza, stavo prostrandomi ai tuoi piedi. Ma non mi arrenderò. Non ancora.                                                                                                                                                                                  
Vedi, tu forse non lo sai, ma qui, accanto a me, c’è mio fratello. E lui non mollerebbe mai. Mai. Lui è qui, ci divide la fredda sponda di una vasca da bagno antica, un velo d’acqua ci fa da scudo, ma ora come ora siamo vicini più che mai. Stiamo entrambi lottando, l’uno per l’altro.                                                                                
Lo so, sento che mi ascolta. Che mi capisce. Anche se non parlo. L’ha sempre fatto. Anche quando credevo il contrario. Lui non mi lascerà, lo so, perché crede in me. E io credo in lui. Devo continuare a stare qui, per lui. Se non per me, a lui lo devo. Perciò, vattene, maledetta, perché mio fratello ha bisogno di me.
Cosa? Tu… mi stai lasciando andare? Non ci credo, quasi non ci credo! È impossibile! Il mio cuore comincia a battere molto più velocemente di quanto non abbia fatto in questi giorni, i miei occhi si aprono per mostrarmi forse l’immagine più bella della mia vita: mio fratello che, forse sbalordito quanto me, mi guarda, con gli occhi lucidi. Vorrei dire qualcosa, ma la voce sembra avermi abbandonato. Ma ci riprovo, ormai il più è fatto!
…
“Ragazzi, ragazzi! Venite qui!” Un sorriso, luminoso come forse mai l’ho visto in quindici anni di vita. Due occhi verdi che dicono “Vedete, io lo sapevo, lo sapevo che non ci avrebbe mai fatto questo scherzo”. Fiducia, cieca fiducia, ripagata pienamente.
I miei occhi blu li guardano uno per uno, sorridendo. Non devono guardare me, ma Raffaello. Grazie a lui, ho saputo cosa fare.