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Autore: Iuccy_97    29/10/2014    0 recensioni
Ben digrignò i denti, trattenendo il respirò.
“Calmati. Trattieni il respiro, conta fino a dieci e mantieni la calma” si disse.
Non voleva farsi prendere dalle emozioni che stavano ribollendo nel suo stomaco, sapeva cosa sarebbe successo se avesse permesso loro di sopraffarlo. Avrebbe iniziato ad agire d'impulso, per questo si era armato di quel falso sorriso che gli decorava la faccia da ormai tre ore.
Genere: Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ben Jager, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Susanne!- urlò Ben entrando nel commissariato.
-Cosa c'è?- esclamò lei preoccupata.
-Abbiamo bisogno di fare un identikit. Ho il sospetto che la storia di ieri non sia così semplice come credono quelli dell'LKA-
Lei annuì e fece sedere Marina davanti al computer, pronta per descrivere l'uomo che aveva visto il giorno prima.
 
Nel suo ufficio, Ben raccontava la storia al collega.
-C'è qualcosa che non torna. Sappiamo a che ora è morto questo Howers?-
-Caro collega, pensi che me ne sia stato con le mani in mano mentre eri via?-
Semir afferrò un foglietto stropicciato che aveva in tasca.
-Ho pensato di fare una visita ad Hartmut, naturalmente subito dopo che Oscar, l’altro tecnico, ha finito il turno. L’ho fatto sfogare un po’, ma alla fine si è rivelato utile farsi urlare addosso per un quarto d’ora-
Indicò il pezzetto di carta su cui la scrittura disordinata di Hartmut riempiva tutto lo spazio disponibile.
-Se sapevo portavo un quaderno, mi ha riempito di informazioni scientifiche e numeri, ma la maggior parte non mi interessano. Questo però…-
Sporse al collega il foglio.
-E’ stato ucciso verso le sei di pomeriggio, un colpo di pistola dritto al cuore. Ma, cosa più importante, nel vicolo. Probabilmente conosceva l’assassino oppure questo lo ha minacciato e costretto a seguirlo lì. Sono stati lì qualche minuto, secondo le analisi dei resti sulle scarpe. Il tempo per scambiarsi qualcosa… Come le chiavi della camera-
Ben meditò qualche istante.
-Secondo te cosa poteva volere? Perché ucciderlo solo per entrare nella sua camera? Poteva rubare le chiavi alla reception, o entrare col pass dei camerieri!-
-Non lo so, Ben, non lo so. Speriamo che l’identikit ci dica qualcosa-
 
 
Marina aveva appena finito l'identikit che Otto gli si era avvicinato alle spalle.
-Ehm, Marina, mi spiace, ma ho l'obbligo di arrestarti. Sei l'unica sospettata per l'assassinio di Patrick Howers-
-Cosa? Ma io non ho fatto niente! Non l'ho ucciso io!-
Il poliziotto era però irremovibile.
-Otto, non puoi farmi questo!- mormorò con occhi imploranti la ragazza.
-Mi spiace, ma sono costretto. Devo scortarti fino al commissariato dell'LKA- le disse facendola alzare.
Lei si divincolò e cercò di sfuggirgli, attirando su di sé l'attenzione di tutto il commissariato.
Le urla della ragazza fecero uscire dall'ufficio Semir e Ben. Quest'ultimo intervenne subito, dividendo la fidanzata e il poliziotto.
-Ma che fai?- gridò in faccia al collega, visibilmente alterato.
-Jager, venga nel mio ufficio, le spiegherò tutto- intervenne la Kruger, lanciando uno sguardo ad Otto, che continuò il suo compito.
Marina venne portata via sotto lo sguardo impotente dell'ispettore che, lentamente e di malavoglia seguì il capo.
 
-E' arrivato pochi minuti fa un fax col mandato di arresto di Marina...non potevamo ignorarlo- spiegò la Kruger.
-Ma non capisce, l'uomo che lei ha visto non era Howers! C'è stato un errore!-
-In che senso?-
-L'uomo nella stanza era alto e castano, assolutamente un'altra persona rispetto a quello che è stato trovato!-
-Jager, sa benissimo che questo è irrilevante. I capelli si possono benissimo tingere ed è molto difficile ricordarsi bene l'altezza di una persona-
-Ma...-
-So che questo caso la coinvolge anche emotivamente, ma non...-
In quel momento entrò Semir, senza bussare.
-Ben, non ci crederai mai! Vieni a vedere-
L'altro uscì subito, seguito delle lamentele del commissario.
L'ispettore lo portò fino al computer di Susanne, e gli mostrò l'identikit fatto dalla fidanzata.
-Non ti ricorda qualcuno?-
L'altro lo osservò meglio, poi esclamò:-Non ci credo...ma come è possibile?-
Susanne aprì un altra finestra sullo schermo e l'affiancò a quello già presente, l'identikit che avevano fatto il giorno precedente i due colleghi, riguardo all'autista del furgone.
-Sono la stessa persona...-mormorò Ben, incredulo.
-Già. Ma cosa aveva a che fare questo Howers con il suo sosia e il furgone?-
-E' quello che dovrete scoprire signori- intervenne la Kruger, che li aveva seguiti e aveva osservato la scena -ora, dato che è ricomparso questo furgone, il caso è nuovamente di nostra competenza-
I due soci sorrisero e si batterono il cinque.
-Da dove vogliamo iniziare?- chiese Ben, tirandosi dietro la porta dell’ufficio.
-Beh, io direi dal nostro insospettabile vecchietto, no?- rispose Semir, prendendo dalla scrivania le chiavi dalla sua BMW.
 
La casa del signore Fürze era non era solo fuori città come aveva detto il commissario. Era molto fuori città. I due soci ci misero quasi un'ora per raggiungerla, attraversando campi aridi.
-Il capo aveva ragione, il vecchio non ce la fa proprio più... guarda come ha abbandonato il lavoro...- mormorò Ben, guardando fuori dal finestrino.
-Non me ne intendo di agricoltura... e non sapevo che tu avessi il pollice verde- esclamò il compagno, svoltando nello spazioso cortile.
Un cane iniziò ad abbaiare e corse incontro al giovane ispettore che era sceso dall'auto.
-Ehi, ciao bello- esclamò lui, cercando di accarezzarlo. Ma l'animale non era dello stesso parere e gli ringhiò contro, mettendosi in posizione di attacco.
Ben si alzò di scatto, mentre qualcuno chiamò:-Adolf! Smettila!-
-Adolf? Che razza di nome è? Per un cane poi...- borbottò Semir, ignorando l'uomo che era apparso sulla soglia della fattoria.
-Brutta bestia, vieni qua! E anche tu Karl, vieni pure! Chi hai portato con te?-
-Ehm, penso ci sia un errore, io sono l'ispettore Jager e lui è il mio collega Gerkan, della polizia autostradale-
-Polizia eh? Via, andate via brutti bastardi! Che altro volete da me?- disse il vecchio  con la sua bocca sdentata, gesticolando rabbiosamente.
-Signore vorremmo solo parlarle, il suo furgone...- tentò Ben.
-Ecco, di nuovo col furgone... ma in che mondo siamo finiti?-
-Di nuovo col furgone?- mormorò Semir, lanciando un'occhiata al collega. L'altro alzò le spalle e continuò ad avvicinarsi alla porta.
-Signore, vogliamo solo farle delle domande, mi creda, e se lei non ci aiuta dovremo scortarla in commissariato- aveva pronunciato le ultime parole ad appena un metro dal vecchio, che probabilmente si sentì minacciato.
-E va bene, ma avete solo qualche minuto, poi devo andare a lavorare- mugugnò, voltandosi verso l'interno della casa.
 
-Credo che veda solo la forma delle cose, guarda come si muove- sussurrò Semir nell'orecchio del collega, mentre il signor Fürze li guidava nella sua casa tastando i mobili e le pareti attorno a lui.
-Come ha detto ispettore?- abbaiò il diretto interessato.
-Ehm, niente, pensavo ad alta voce...- disse, cercando una scusa, l'uomo.
“Cieco ma non sordo” pensò, sprofondando sul vecchio e molle divano del soggiorno.
-Che volete sapere?- borbottò brusco, l'anziano.
-Prima di tutto perché “di nuovo col furgone”? Il suo furgone è stato rubato, dovrebbe essere felice della nostra visita, magari glielo stiamo riportando...-
-Ah, non mi fido più di voi. Dopo che mi avete preso la patente...-
“Chissà perché” pensò Ben alzando gli occhi al cielo “sei cieco come una talpa”.
-A me la patente serviva! Ora come faccio a muovermi da qui? Meno male che c'è Karl, lui sì che è un bravo ragazzo... se mi succedesse qualcosa? Se dovesi andare in ospedale? Non ho più il furgone, non ho più la patente, chissà che fine faccio...-
-Aspetti, aspetti. Chi è Karl? Suo figlio?-
-Mio figlio? Non ho figli io. Karl sì che è un bravo ragazzo. Da quando ho questo piccolo problema alla vista mi ha sempre aiutato col lavoro nei campi. E' lui che tiene l'orto qui dietro- indicò la finestra alle sue spalle -non è bellissimo?-
-Vedo... meraviglioso- borbottò ironicamente Ben, ammirando il terreno mal coltivato simile ai campi circostanti.
-Ha un suo indirizzo o numero di telefono?- chiese Semir.
-No, non ne ho bisogno. Viene qua da me tutti i giorni alla stessa ora, più o meno adesso...-
-E come mai non è ancora arrivato?-
-Non chiedetelo a me! Penso sia malato, già ieri non è venuto...-
I due soci si lanciarono un occhiata d'intesa.
-Grazie di tutto signor Fürze, arrivederci- disse Ben alzandosi e stringendogli la mano.
 
-Quindi, cosa abbiamo scoperto? Un nonno cieco che denuncia un furto di un furgone- disse Semir, guardando la strada.
-E... un aiutante che va nei campi...dai Semir, non fare così, abbiamo qualcosa in mano! Pensa: questo famoso Karl non va a lavorare da ieri, giorno dell'incidente e dell'assassinio-
-E quindi? Cosa ne abbiamo? Se non te ne sei accorto, quel vecchio è cieco e non può fare un identikit!-
Ben digrignò i denti, trattenendo il respirò.
“Calmati. Trattieni il respiro, conta fino a dieci e mantieni la calma” si disse.
Non voleva farsi prendere dalle emozioni che stavano ribollendo nel suo stomaco, sapeva cosa sarebbe successo se avesse permesso loro di sopraffarlo. Avrebbe iniziato ad agire d'impulso, per questo si era armato di quel falso sorriso che gli decorava la faccia da ormai tre ore. Peccato che Semir non lo aiutasse molto a trattenersi. Se solo il suo socio fosse stato più ottimista...
-Fürze non è uno sprovveduto, quando siamo arrivati mi ha scambiato per questo famoso Karl-
-Ma cos'ha oggi il tuo cervello? Quell'uomo riconosce appena le figure!-
Ben digrignò i denti:-Sì, ma io e l'uomo del furgone, quello che s'è spacciato per Howers, siamo alti uguali!-
Semir sbuffò:-Okay Ben, ma non farti illusioni-
La BMW svoltò nel parcheggio del commissariato.
 
-Semir! Ben! Venite qui!- chiamò Susanne appena i due entrarono in ufficio.
-Che cosa c'è?- disse il più giovane andandole incontro e appoggiandosi allo schienale della sua sedia.
-Ho guardato le registrazioni delle telecamere di sicurezza dell'albergo. Il furgone blu si è allontanato alle 17:56 diretto verso est-
-E da lì ha preso l'autostrada, dove l'abbiamo trovato noi- completò Semir.
-Già, ma prima di partire è salito quest'uomo- la donna indicò una figura sullo schermo.
-Ed ha la valigetta!- esclamò Ben.
-La valigetta? Cosa centra adesso una valigetta?- chiese Semir.
Il collega gli riferì tutto ciò che gli aveva detto Marina.
-Ecco cosa nascondevano! E perché lo ha ucciso! Probabilmente ci sarà qualcosa di importante. Ma cosa?-
Il telefono squillò e Suzanne rispose con l'auricolare.
-Va bene. Grazie mille per la collaborazione- disse.
-Era la scientifica. Il furgone è stato trovato, Hartmut lo sta esaminando-
Semir esclamò:-Meno male che c'è Einstein!- e uscì di corsa.
Ben, dietro di lui, sorrise veramente per la prima volta della giornata.
 
 
 
 
 
Angolo autrice
Ciao a tutti!!!
Mi pento e mi dolgo dei miei peccati e di non aver aggiornato… tutte scuse che ripeto dal primo capitolo, lo so… u.u
Spero che mi perdonerete, e che vi siate gustati questo capitolo (sempre se vi ricordate il quarto…), ora inizia l’indagine vera e propria.
Ringrazio chi legge e recensisce e chi lo sta facendo per questo capitolo!:D
Saluti!! :)
   
 
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