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Autore: Floryana    29/10/2014    3 recensioni
Io sono ShiroYasha. Io sono un demone asceso dagli inferi. Io sono un mostro sanguinario che ha tolto la vita a molti. Io sono colui che vive all'ombra della morte. Nessuno si preoccuperà se muoio. Nessuno si preoccuperà se vivo. Nessuno si accorgerà che esisto. Io non temo la morte. Io non temo il giudizio delle divinità. Io credo solo nel mio bushido perché io sono un samurai…o no?
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                         Capitolo 6

 

Gin continuava a rigirarsi nelle coperte, infastidito da un piccolo fascio di luce che colpiva proprio le sue palpebre assonnate.
"Kin, sei sveglio?" lo richiamò una voce al suo fianco.
Il samurai non sentì, o fece finta di non sentire, e si girò dalla parte opposta, tirandosi le coperte sopra la testa.
Dopo qualche istante, una mano lo scosse energicamente e la voce continuò a parlarli, ripetendo sempre la stessa frase con tono crescente.
Alla fine il guerriero non ce la fece più e, preso un lembo della coperta, la lanciò di scatto in aria e si mise seduto, fissando negli occhi con un'epessione accigliata colui che gli stava di fronte.
E chi poteva essere a disturbarlo, se non Sakamoto?
Quel tipo le stava provando tutte per farlo sclerare per bene...
Gin continuò a fissarlo mentre questi se ne stava seduto di fronte, sorridendo divertito.
Chiunque fosse capitato a passare vicino, avrebbe potuto recidere la tensione creatasi nell'aria con un coltello.
Tuttavia l'edificio era completamente deserto: parte poichè ormai era mattina inoltrata, parte perchè tutti coloro che erano all'interno avevano avuto il buon senso di scappare non appena Sakamoto aveva professato la sua idea di svegliare Gintoki.
Nessuno aveva il coraggio di parlare col guerriero, figurarsi a svegliarlo!
Le sue gesta prima di entrare a far parte delle loro fila erano ogni giorno sulla bocca di tutti; le dicerie andavano da come era riuscito a scacciare un branco di amanto da un villaggio a come fosse riuscito a tener testa a un intero esercito da solo.
Certo, la maggior parte delle storie erano fandonie, ma Gin non cercava in alcun modo di porre fine ad esse.
Era evitato e temuto da tutti, nemici o amici che fossero lo indicavano come "Demone Bianco" e preferivano starli alla larga.
A Gin tutto ciò andava bene specialmente per un motivo: lo lasciavano stare!
La cosa che più detestava era farsi coinvolgere in inutili discussioni o avere a che fare con uomini che non obbediscono agli ordini.
Per questo, nessuno aveva il coraggio di rivolgerli la parola o trasgredire un suo ordine, nessuno tanne Takasugi, Zura e Sakamoto!
Ma sopratutto quest'ultimo...
Ora erano loro due da soli, a fissarsi intensamente negli occhi: uno con lo sguardo truce mentre l'altro con un'espressione da ebete in volto.
A quel trambusto, anche Xari, che stava dormendo nel futon affianco si svegliò e, giratosi di fianco, restò a fissare incredulo i due samurai.
"Gin..." riuscì a dire soltanto, prima che un'occhiata fulminea del guerriero non bloccò la sua domanda sul nascere.
Visto che quest'ultimo non si decideva a parlare, il demone decise di prender parola per primo.
"Che vuoi?" gli chiese.
"Sai, io e i ragazzi avevamo pensato di andare questa sera al quartiere della città vicina a 'divertirci con le ragazze' e ci chiedevamo se tu..."
"Non mi interessa. Ritorno a dormire" rispose secco il samurai, sdraiandosi di nuovo sul futon.
"Dai, vieni che ci divertiremo! E' inutile che continui ad aspettare l'anima gemella! Non arriverà mai se prima non ti dai una mossa..."
"Non voglio venire e smettila di scocciarmi! Ho avuto una giornata pesante e non voglio sapere niente di niente!"
"Cosa? Guarda che è mattina..."
Gin aprì di scatto gli occhi e ritornò seduto.
"Come sarebbe a dire che è mattina?"
"Si, insomma" farfugliò confuso l'altro "Ti sei addormentato ieri pomeriggio e non ti sei più svegliato. Eravamo preoccupati, sai...?"

Gin scacciò in malo modo Sakamoto e dopo essersi assicurato che il samurai se ne fose effettivamente andato, si vestì in tutta fretta recandosi al pozzo che sorgeva nei pressi della struttura, seguito a ruota da Xari.
Dopo aver adagiato il secchiello sul bordo del pozzo, immerse le mani nell'acqua limpida e si bagnò la faccia.
Stava per abbandonare la presa sul secchio quando si ricordò dell'alieno.
"Se vuoi bere, fai pure" disse, voltandosi verso Xari.
Questi quindi lo ringraziò con un cenno del capo e si avvicinò.
Dopo essersi sistemati, si diressero verso un'altra costruzione che sorgeva un pò più distante, adibita a cucina e mensa.
Quando furono abbastanza vicini, Gin mise l'indice sulla bocca, in segno di silenzio.
"Non fiatare altrimenti ci scoprono" bisbigliò a Xari "La cuoca odia chi fa ritardo e odia ancora di più chi si intrufola di nascosto a mangiare"
L'alieno annuì con fare serioso.
Silenziosamente si diressero verso il retro della struttura e, aperta una piccola porticina, penetrarono all'interno: erano finiti nella dispensa.
A Xari si iluminarono gli occhi: finalmente avrebbe messo qualcosa in bocca che non erano i soliti cibi liofilizzati usati sulle astronavi.
Gin prese una grossa fetta di formaggio da una mensola affianco e ne offrì metà all'amanto.
Iniziarono quindi a mangiare di gusto le loro razioni e, proprio mentre stavano per addentare l'ultimo pezzo, entrò nello stazino una grossa donna dalla mole imponente.
Questa si fermò ad osservare i due mentre loro si interruppero per guardarla.
Rimasero fermi così qualche secondo, poi la cuoca inarcò un sopracciglio; Xari, preso dal panico, afferrò la manica di Gin con la punta della dita, strattonandola.
"Gin, fa qualcosa, io ho paura..." non riuscì a finire la frase, che la donna lo battè sul tempo e, afferrato un grosso palo vicino, cominciò ad agitarlo per aria, gridando parole inconprensibili. I due se ne uscirono dalla porta urlando e correndo per evitare le ire della donna; subito alle loro spalle vi era lei che continuava a sbraitare nella sua strana lingua.
I due si diressero trafelati verso il grande edificio adibito a tempio, lo aggirarono buttandosi a capofitto in una fila di arbusti che lo circondava. Qualche istante dopo arrivò la donna che si fermò poco lontano, appoggiandosi alla parete per riprendere fiato.
Quando si fu ripresa, guardò tutto intorno al tempio in cerca dei due fuggitivi; non trovando alcuna traccia, se ne ritornò indietro sbuffando e continuando a borbottare quelle parole incomprensibili.
Intanto, nascosti nella vegetazione, i due buttarono un respiro di sollievo mentre Gin si asciugava con la manica il sudore dalla fronte.
"C'è mancato davvero poco questa volta..."
"Perchè, ti è già capitato altre volte?" chiese Xari.
"Quasi ogni mattina. Non riesco proprio ad alzarmi in tempo"
"Capisco..." cioè, non è che capiva molto bene. Sull'astronave dove prestava servizio, si alzavano sempre molto presto e vigeva una rigida disciplina.
"Penso proprio che il mio traduttore si stia guastando..."
"Il tuo cosa?"
"Si, il mio traduttore" rispose Xari con naturalezza "Prima non ho capito cosa diceva la cuoca! Sai, è settato per tradurre questa lingua"
"Allora ci credo che non hai capito cosa diceva. La cuoca è straniera: l'abbiamo trovata tempo fa su una navetta di trasporto-schiavi precipitata. Da quel che siamo riusciti a capire, viene da un luogo molto lontano. Parlava di venire da un paese europeo... sei riuscito a capire qual è?"
"Mi spiace, non ho mai sentito la sua lingua"
"Lasciamo stare" disse Gin "Comunque, prima stavi parlando di un traduttore..."
"Certo, altrimenti come facciamo a capire ciò che dite?"
"Effettivamente, me lo sono sempre chiesto..."
"Ognuno di noi ha un piccolo computer portatile in dotazione che traduce ciò che dite e ciò che diciamo in tempo reale. Così ci capiamo a vicenda" dicendo questo, gli mostrò l'orologio che aveva al polso.
"Aspetta!" gli disse Gin mettendo le mani avanti "Cos'è esattamente un computer?"

Intanto, nella piccola casetta adibita ai feriti, Kasumi si era svegliata da poco e stava avidamente consumando il mangiare che le avevano portato.
"Vedo che hai molta fame" si sentì dire da una voce alle sue spalle.
Ella si voltò, ritrovandosi vicino il viso soddisfatto della giovane ragazza con cui aveva parlato il giorno prima.
"Ciao Tsubaki! Non ti avevo vista arrivare" disse Kasumi con rinnovato entusiasmo, esibendo un largo sorriso.
"Il dottore ha detto che arriverà tra poco a controllarti" le rispose.
"Non mi sta per niente simpatico quel tipo. Ha sempre un'aria così seria..."
"Non dire così. Lui si occupa con gran dedizione di tutti i pazienti!" disse Tsubaki, per poi sorridere divertita.
Kasumi la osservò per qualche istante: il kimono azzurro che indossava le stava benissimo.
Il particolare però che più la colpì, furono i capelli marroni raggruppati in un elegante chignon abbellito da alcuni kanzashi finemente decorati con la figura di una farfalla mentre alcune ciocche più ribelli le ricadevano ai lati.
"Sai" disse Kasumi "La tua acconciatura è davvero molto bella!"
"E'un po complicata. Se vuoi, ti insegno come si fa" le rispose la ragazza.

Qualche ora dopo, sul tardo pomeriggio, due figure si incamminavano per le strette stradine di una fitta foresta.
"Questo posto" disse Xari ansimando "E' ancora molto lontano?"
"Siamo quasi arrivati" rispose Gin a denti stretti. Era sicuro che questa volta la crisi nervosa gli sarebbe arrivata. Da quando erano partiti, circa trenta minuti prima, che l'alieno chiedeva in continuazione se erano arrivati.
Non solo era completamente incapace nei combattimenti, ma era anche un perfetto imbranato.
Mai avrebbe potuto immaginare che l'unico alieno inetto e fifone sarebbe capitato a lui!
Ma perchè non l'aveva ucciso quando ne aveva avuto l'occasione? Perchè? Si ritrovò a pensare. Avrebbe potuto ucciderlo anche ora, in fin dei conti, nessuno ne avrebbe pianto la mancanza...
All'improvviso si bloccò, non avvertendo più la sua presenza. Era sempre stato alle sue spalle, ma ora non sentiva più il rumore dei suoi passi.
Si voltò per verificare se c'era ancora, ma non scorse nessuno.
Dopo qualche istante, udì un fruscio alla sua sinistra rompere il silenzio. Il samurai portò istintivamente la mano sull'elsa della spada portandosi in posizione di combatimento. I fruscii si fecero sempre più intensi e il guerriero stava quasi per estrarre la katana quando all'improvviso dagli arbusti uscì fuori Xari.
"Gin, presto vieni! Guarda cosa ho trovato!" gli disse tutto felice l'alieno.
"Tu..." gridò il guerriero indicandolo col dito, senza riuscire a continuare la frase "Tu... io..."
Xari scosse la testa "Gin, questo non è il momento per ripetere i pronomi. Presto, seguimi!" disse l'alieno afferrandogli il polso e tirandolo verso una piccola radura vicina.
Gin non riusciva nè a dire nè a fare qualcosa, si trovava completamente spiazzato ed esibendo un sorriso da ebete, si lasciò condurre placidamente dall'amanto.
All'improvviso avvertì un fastidioso odore di bruciato.
"Ma cosa..." non riuscì a finire la frase che si ritrovò davanti a una piccola astronave blu semi distrutta.
Guardò Xari, che stava sorridendo compiaciuto.
"Vieni, entriamo" gli disse l'alieno, prima di scomparire all'interno della navetta.
"Ehi, aspetta..." gridò Gin e cercando di fermarlo.
Inutile; quel tipo era già scomparso all'interno.
Il samurai volse la testa in giro per vedere se c'era qualcuno, e, dopo essersi assicurato che l'intera area fosse deserta, entrò anch'egli.
Non riusciva a vedere neanche a un centrimentro di distanza a causa dell'assenza quasi totale di luce perciò dovette portare le mani davanti a sè per evitare ostacoli.
Dopo un paio di minuti nell'oscurtà, scorse una lieve luce azzurra davanti a sè. Accellerò dunque il passo per riuscire a raggiungerla in fretta.
Svoltò l'angolo, pronto a fare una bella ramanzina a Xari, quando per poco non si mise a urlare dallo spavento.
Una massa trasparente dalle sembianze antropomorfe ed emanante una leggera luce azzurrognola lo guardava impassibile mentre al suo fianco vi era Xari, che sorrideva come un ebete.
"X...Xari... que...quella cosa..." disse Gin balbettando.
"Chi è?" chiese la misteriosa figura all'alieno.
"Lui è l'amico di cui ti stavo parlando, Gin!"
Il samurai non riusciva a parlare e a muoversi dalla paura. Era troppo spaventato! Non lo avrebbe mai ammesso dinanzi agli altri, ma gli spettri e tutte quelle cose soprannaturali gli facevano paura.
Si, lui che era un guerriero temuto e rispettato da tutti a tal punto da essere soprannominato 'Demone'. Proprio lui, che non si proccupava delle vite che spezzava o del fatto che sarebbe potuto morire da un giorno all'altro.
L'unica cosa al mondo che temeva erano i fantasmi.
E un fantasma davvero spaventoso c'è l'aveva davanti!
"Xari, allontanati" gli disse Gin, con un filo di voce e neanche con tanta convinzione.
"Gin, stai bene?" gli chiese invece il diretto interessato.
"No che non sto bene! Quello è un maledettissimo fantasma!" disse il samurai in un impeto di coraggio.
"Fantasma?" ripetè sorpreso Xari, oservando prima la figura al suo fianco e poi Gin.
"Oh, intendi Adi?" disse infine meravigliato.
"Adi? Ora ti metti anche a dare nomi ai fantasmi?!"
"Ma no Gin, ti sbagli. Adi non è un fantasma. E' un ologramma!" rispose l'alieno sorridendo.
"Ah, è solo un ologramma!" disse Gin tirando un sospiro di solievo "Ma cos'è un ologramma?!?" gridò con rinnovata rabbia afferrando per il colletto il povero alieno e iniziando a strapazzarlo, rendendosi conto di aver fatto la figura dell'idiota.
Una decina di minuti dopo, quando il samurai si fu calmato, Xari iniziò a spiegare cosa erano gli ologrammi, tra gli sguardi di Gin che mutavano dal sorpreso al dubbioso al 'non ci capisco niente'.
"Allora, hai capito?" gli chiese Xari al termine del discorso.
"Si, penso di si. Insomma, è una cosa... interessante" affermò alla fine il guerriero.
"Se vi siete spaventato" si intromise Adi "Posso cambiare il mio aspetto in base alle esigenze biologiche. In questo caso, posso assumere sembianze umane" e cambiò assumendo l'aspetto di una giovane donna dal lungo kimono decorato a fiori.
"Sai Gin" gli disse Xari "Devi sapere che Adi è un'intelligenza artificiale"
Il samurai lo guardò con fare interrogativo.
"In poche parole, è un computer capace di svolgere funzioni e ragionamenti tipici degli esseri viventi. Ad esempio, riesce ad apprendere da sola"
"Capisco" disse Gin pensieroso. Poi, rivolgendosi al computer "Come hai fatto a finire qui?"
"Io ero il computer centrale di una nave. E' stata distrutta quando un guerriero terrestre, un certo Tokumori Saigou, è riuscito a pentrare all'interno e ha ucciso tutto l'equipaggio. Poi sono intervenuti altri guerrieri, distruggendo tutta la nave. Sono riuscita ad inserire il mio software in alcuni banchi di memoria installati su una navetta di salvataggio. Purtroppo c'è stato un imprevisto e ho perso il controllo della navetta che si è schiantata"
"Una storia per niente commovente! Davvero, scusa ma non mi dispiace affatto che siano tutti morti. Bene, se questo è tutto, io e il mio socio togliamo il disturbo" disse Gin sbrigativo, afferrando per il braccio Xari e tirandolo via.
"Aspetta Gin!" cercava di insistere l'alieno "Non possiamo lascire Adi qui. Potrebbe venire distrutta da qualche malintenzionato"
"Ecco, e a me non importerebbe più di tanto. Ora smettila di fare storie e andiamo"
"Ma potrebbe esserci utile" continuava ad insistere l'alieno, cercando di liberarsi dalla presa ferrea del samurai.
"E come?"
"Potrebbe hackerare i software delle astronavi nemiche o dei mech da combattimento e disattivarli"
"Parla in un linguaggio che anche io riesca a comprendere"
"Entrare dentro i computere delle navi nemiche o di quelle immense macchine comandate dagli amanto e disattivarle"
Gin si fermò di colpo, pensando incredulo a ciò che gli aveva detto l'alieno. Immerso così nei suoi pensieri, allentò la presa permettendo a Xari di liberarsi.
'Potrebbe aver ragione' stava intanto pensando Gin 'Potremmo avere un grosso vantaggio contro gli amanto. Ma potrebbe anche essere una trappola. Come posso fidarmi dela parola di due nemici? Insomma, Xari si ritroverà a combattere contro la sua stessa razza mentre Adi contro i suoi creatori. Come posso sapere che mi aiuteranno e non cercheranno di uccidermi?'
Dopo qualche istante si ridestò dai suoi pensieri, osservando Xari che intanto si massaggiava il polso dolente.
Alla fine Gin sospirò rassegnato.
"Xari, andiamo da quel tuo computer e convinciamola ad aiutarci"
L'alieno lo guardò tutto sorridente e fece un cenno d'assenso col capo.
 
Il martello colpiva incessanetemente il ferro caldo della lama. Il rumore metallico si sentiva rimbombare per tutta la fucina mentre Gin e Xari se ne stavano seduti in un angolo in silenzio.
Il primo immerso nei suoi pensieri mentre il secondo intento a giocare con l'orologio.
"Xari, che fai?" chiese Gin, incuriosito per ciò che stava facendo l'alieno.
"Niente" risposte questi "Stavo solo messaggiando con Adi"
"Non ti devi preoccupare. Te l'ho detto che, una volta alla base, andremo a recuperare con gli altri tutti i banchi di memoria"
"Si lo so, però sono lo stesso molto preoccupato"
Intanto il fabbro aveva smesso di battere sulla spada e si stava asciugando il sudore dalla fronte.
"Cosa c'è, Ryu?" chiese Gin rivolgendosi a quest'ultimo.
"Niente, è solo che mi serve altra legna da mettere nella fucina. Ehi, alieno!" gridò rivolto a Xari "Puoi andare sul retro a prenderla?"
"V...va bene" disse titubante, rivolgendo uno sguardo interrogativo a Gin.
Il samurai si limitò ad annuire con la testa e l'amanto uscì dalla capanna.
Quando si fu allontanato, il fabbro si rivolse al samurai con fare sospettoso.
"Senti Gin, ti conosco da molto tempo ormai, e so che saresti benissimo capace di fare cose avventate, ma non credevo che ti spingessi ad avere un alieno come assistente"
"Ma chi? Ti riferisci a Xari forse? Quando mai ho detto che è il mio assistente? E' già un miracolo se riesce a tenere in mano un'arma..."
"Ma che, mi stai prendendo in giro?" chiese il fabbro guardandolo di storto.
"Ma che vuoi? Che ci posso fare se Xari è un completo inetto!"
"Ah!" esclamò il fabbro "Allora da quando in qua si tengono alieni come animaletti domestici?"
"Xari non è un animaletto domestico! Lui è..."
"E'...?" lo incitò a continuare il fabbro.
"Si, insomma, lui è più come..."
'E' più come un amico' voleva dire, ma non riuscì a teminare la frase che si sentì un urlo disumano provenire dall'esterno.
Trafelati, i due spalancarono la porta e si diressero sul retro.
Trovarono l'alieno a terra, con i ceppi di legno sparpagliati tutti in torno e col viso contratto dalla paura.
"Xari, perchè hai urlato in quel modo?" chiese Gin gridando.
L'alieno non rispose e si limitò a scuotere la testa, indicando con l'indice un punto indeterminato nel buio della notte.
"Non sono stato io... li..." non riuscì a dire altro che le parole li morirono in bocca.
Gin guardò con più attenzione verso il punto indicatogli. Aguzzò per bene la vista e allora riuscì a vederle: due enormi zanne bianche risplendettero nell'oscurità!
Proprio mentre la creatura si preparava a saltare  sul bersaglio, Gin con uno scatto fulmineo prese dal braccio Xari e lo tirò verso di sè.
Si udì un gran rumore e una nube di polvere si formò intorno al punto dove prima era l'alieno.
Lentamente, una sagoma nera cominciò ad avanzare verso i tre. All'inizò non si riusciva a distinguerne i lineamenti a causa della troppa polvere; poi, man mano che si avvicinava, i suoi contorni divennero più netti.
Era una specie di cane, ma più grande e senza peli o pelle. Si vedevano solo i muscoli di colore nero. Due enormi zanne bianche gli spuntavano ai lati della bocca mentre gli occhi erano intrisi di uno strano colorito giallognolo.
"Per tutti i Kami! Che è quel coso?" chiese il fabbro rivolgendosi ai due.
"Non ne ho idea" disse Gin "Che è quella cosa?" chiese poi a Xari.
"Non chiederlo a me! Che cos'è?" chiese l'alieno rivolto al fabbro.
"Ma che vuoi che ne sappia io?! Sei tu l'alieno qui! E poi sono io che ho fatto la domanda a voi. Non rigiratemela!"
"Sentito Xari? Non rigirare le domande!" fece di rimando Gin.
"E non parlare, che tu sei il primo a rigirarle!" gli gridò contro il fabbro.
"Oh, non stiamo qui a sottilizzare... Forza Xari, va a parlare col tuo simile!"
"Ma che stai dicendo? Ti sembra che abbiamo qualcosa in comune?"
"Magari è un tuo lontano parente e non lo sai..."
"Vi prego, state zitti! Non ce la faccio più ad ascoltarvi. Se non ve ne siete accorti, davanti a noi c'è un mostro" disse esasperato il fabbro.
"Ah, ma quindi è un tuo parente!" gli disse Xari.
"Ma secondo te sono così brutto?!"
"Ehm ragazzi, non vorrei interrompere la vostra conversazione, ma credo che quello sguardo famelico non prometta niente di buono!" li interruppe Gin.
"Guada che il primo a iniziare questa assurda conversazione sei stato tu!" gli gridò contro il fabbro.
"Si, va bene, ma ora è meglio se ce ne andiamo" dicendo questo il guerriero afferrò per il braccio i due e scappò con loro verso l'entrata della capanna, inseguiti subito dopo dal mostro.
Una volta entrati dentro, bloccarono la porta con un grosso battente di ferro.
"Così dovremmo essere al sicuro..." disse Ryu.
Non riuscì a finire la frase, che l'intera struttura cominciò a tremare mentre il mostro tirava colpi alla porta cercando di sfondarla.
"Gin..." disse Xari guardando il samurai.
"Andate a nascondervi. A questo mostro ci penso io"
"Sicuro che non vuoi una mano?" chiese il fabbro.
Gin si limitò ad annuire col capo.
I due allora lo guardarono con fare greve per poi scappare a nascondersi verso la parte interna della fucina.
Qualche istante dopo la porta crollò sotto i pesanti colpi del mostro.
Il cane cominciò ad avanzare mentre la bava  colava dalle lunghe zanne.
Gin portò una mano sull'elsa della katana, pronto a sfoderarla...

 

                                                                                                                     Continua...
 
              
                                                                
                                                                  GLOSSARIO

-Kanzashi: ornamenti usati nelle acconciature
-Tsubaki: camelia
-Kami: sono le entità spiritiche che popolano l'universo

        
                                                         Curiosità riguardo al capitolo

L'unica curiosità del capitolo è la presenza di Adi. E' semplicemente il nome "Ida" scritto al contrario che è l'intelligenza artificiale presente in Mass effect.


Ok ehm... allora... diciamo che per questo capitolo ho impiegato veramente troppo tempo! Addirittura due mesi!!
Scusatemi se non ho pubblicato prima, ma il tempo scarseggia. Sopratutto ora che è iniziata la scuola xD
Per farmi perdonare ho scritto un capitolo un pò più lungo dei precedenti che spero vi sia piacciuto^^
Passiamo ai ringraziamenti: ringrazio Izzie_sadaharu, Yato Kamui e Takasugi che hanno recensito i capitoli fino ad ora! Grazie mille!!
Inoltre ringrazio tutti i lettori anonimi :)
Vi invito di nuovo a recensire così da esprimere cosa pensate riguardo al capitolo, critiche o consigli che siano.
Vi saluto tutti e al prossimo capitolo!
Baci, Flori <3

 

  
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