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Autore: ilaria_dreamer    30/10/2014    1 recensioni
[Norman Reedus/Emily Kinney]
"New York. Le luci, i colori, la gente. Amavo quella città, mi faceva sentire a casa. Devo tanto a New York, persino qualcosa legata alla mia musica: l’ispirazione. Sì, mi bastava anche solo passeggiare per trovare l’ispirazione. Passeggiavo lungo il fiume Hudson, mi piaceva fermarmi a pensare. Ogni volta che mi ritrovavo lì, vivevo una sorta di déjà-vu. Il mio pensiero andava ad una persona che mi faceva sentire spiazzata. Scrivevo, buttavo giù strofe e parole sincere. Ciascuna frase mi ricordava lui. E’ trascorso molto tempo dall’ultima volta che l’ho visto. Quei suoi occhi piccoli e scuri, i suoi capelli marroni e un po’ ribelli… Tutto di lui mi faceva sentire le farfalle nello stomaco."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Nuove sensazioni"

 
Era una sera di novembre, era inverno e faceva così freddo. Stavo tornando a casa dallo studio di registrazione. Simon, era il chitarrista della mia band, aveva deciso di accompagnarmi a casa. Erano quasi le 22, non voleva lasciarmi tornare da sola. Mi ripeteva sempre che per una ragazza era pericoloso prendere un taxi a New York. Non puoi mai sapere chi può capitare con te. Una volta a casa, tolsi i vestiti e decisi di fare una doccia, ero stanchissima. Avevo proprio bisogno di una doccia calda. Anche in quel momento, la mia mente vagava e vagava, mi tornò in mente lui. Sentii un brivido attraversarmi la schiena, la mia vista era annebbiata. Presi subito l’accappatoio e uscii dalla doccia. Non potevo pensare a lui, non ora. Dovevo concentrarmi, dovevo fare altro. Lui nemmeno mi considerava. “Figuriamoci se in questo momento pensa a me…,” pensai ad alta voce.E proprio nello stesso momento, il display del mio cellulare si illuminò. Era lui.
Ciao Emily! Volevo dirti che domani sarò impegnato. Julie mi ha chiesto di andare con lei a scegliere un vestito per una festa… Scusa.
Sì, Julie.. Quasi mi ero dimenticata di lei. Lei era così bella ed attraente. Alta, magrissima, capelli lunghi e castani e occhi marroni. La classica ragazza da portare a letto. Ecco perché gli piaceva, io non avrei mai potuto essere abbastanza per lui. Eravamo solo amici, tutto quì. Mi accorsi che tra mille pensieri, si era fatta mezzanotte, ma non avevo sonno. Avevo voglia di leggere un buon libro, “La via dell’artista” di Julia Cameron. Cominciò anche a piovere, trovavo rilassante leggere con il rumore della pioggia.

 
Erano le 7:00 in punto e la sveglia suonò. Dovevo fare presto, avrei dovuto trovarmi in studio per registrare le canzoni per il mio album. Proprio non ce la facevo ad abbandonare il mio caldo e comodo letto e nel frattempo si erano fatte le 7:50. Entrai subito in bagno per lavarmi e vestirmi, quando suonarono alla porta.
Cavolo questo è Simon! Mi ammazzerà se mi vedrà ancora così in pigiama.
Continuarono a suonare il campanello, mi era difficile rispondere, visto che avevo la bocca piena di dentifricio. “Si! Agrrivo!” Mi recai comunque alla porta, in fondo Simon mi aveva già vista in pigiama. Aprii la porta ed ebbi un tonfo al cuore. Non era Simon, era lui, Norman.Stentavo a crederci, era venuto a casa mia. Ma non doveva essere con Julie? Pensavo tra me e me.
Ti ho colta nel momento sbagliato?” disse ridendo.
Ero imbarazzata, in pigiama e… con la bocca ricoperta di dentifricio! Riuscivo a malapena a parlare, ma balbettando gli dissi:
No, entra pure.” Si guardò intorno e continuò a sorridere.

E così questa è la tua casa. Adoro questi dipinti. La mia casa è piena di dipinti, sai che la pittura è la mia passione. Resterei ore ed ore a dipingere qualcosa.
Ero così attratta dal suo modo di parlare e dai suoi modi di fare. E amavo la sua passione: dipingere. Oltre a dipingere, lui è un amante della fotografia. E’ un vero e proprio artista.
So che ti avevo mandato un messaggio dicendoti che ero indaffarato con Julie.. Ma non mi andava di fare shopping con lei. Volevo vedere te.
Con quelle parole, il mio cuore riprese a battere velocemente, quasi non riuscivo a respirare, ma in tono sarcastico, gli dissi:
Ah, bene. Qualcuno non adora lo shopping.” Accennai un sorrisetto. Mi piaceva prenderlo in giro.
Come mai volevi vedermi?” gli domandai intimidita.
Beh.. Ripensavo alla serata della mostra. Tu eri lì con il tuo amico. Non faccio altro che ripensare al momento in cui mi sono avvicinato a te. Sembravi così incuriosita da quei dipinti.. Sai, mi piacciono gli appassionati dell’arte. Sono trascorsi quattro mesi da allora. Mi dispiace se non mi sono più fatto vivo, ma sai com’è.. Ero preso dal lavoro.

Mi guardò e sfilò dalla tasca della sua giacca nera un pacchetto di sigarette.
Ti dispiace se..?” Non sopportavo il fumo ma vederlo fumare mi piaceva.
Fai pure.” Poi ci fu un silenzio tombale. Ci guardammo.
Subito dopo mi accorsi che ero in ritardo, Simon e gli altri della band mi avrebbero ammazzata.
Sono mortificata ma sono in ritardo. Devo correre allo studio di registrazione, scusa.
In realtà avevo voglia di rimanere con lui, anche solo a guardarlo in silenzio. Lui si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia. Le mie guance diventarono subito rosse, non c’era mai stato un contatto fisico tra noi due.
Non preoccuparti. Ti andrebbe di vederci per un caffè? Magari questo pomeriggio?” Gli risposi senza pensarci due volte.
Certo, volentieri.” Mi salutò e andò via, lasciando l’odore della sua sigaretta sparso per casa. Era così strano ma mi attraeva, cavolo se mi attraeva. Non mi sarei mai aspettata di rivederlo oggi, credevo che ormai non si sarebbe fatto più vivo dopo tutto quel tempo. 

Infilai i miei jeans scuri, una t-shirt ad ombelico scoperto e un paio di Converse grigie. Uscii di casa e presi il primo taxi. Mezz’ora di ritardo. Simon mi stava aspettando seduto sul divanetto all’ingresso dello studio e non appena mi vide, si alzò e mi venne incontro. “Cavolo Emily! Ma che fine hai fatto? Ti avrò telefonato almeno un centinaio di volte! Dov’eri? Su, vieni, andiamo a registrare.
Ci incamminammo verso la sala di registrazione, andai un attimo alla toilette e mi accorsi di avere i capelli spettinati.
Ma come diavolo sono uscita di casa?! Oddio..
Solita treccia laterale, non amavo molto i capelli sciolti. Oggi avremmo registrato tre canzoni del mio album, intitolato “Expired Love”. Quel giorno mi sentivo energica, forse ere merito di Norman, lui mi faceva quest’effetto. Le canzoni “Dad says”, “Be good” e “Doctor”, erano state registrate. Quanto amavo cantare della mia vita, delle mie esperienze. Cercavo ancora un po’ d’ispirazione per altre canzoni. Forse qualche idea ce l’avevo. La giornata in studio era terminata, salutai la band e tornai a casa.
Il pomeriggio, io e Norman saremmo usciti per prendere un caffè insieme. Non riuscivo a crederci. Ma cosa avrebbe detto a Julie? Che sarebbe uscito con un’amica? Magari nemmeno ci pensava, lei aveva poco più di vent’anni, non credo che a lui importasse molto di lei. Ogni volta che pensavo a loro due insieme, dentro di me qualcosa si scatenava. Forse era gelosia, forse volevo che fosse solo il mio uomo. Ma cosa mi stava succedendo? Mi stavo davvero innamorando di lui? E poi quel bacio sulla guancia.. Un gesto così semplice, ma che mi ha fatto tremare le gambe, se non il cuore. Mi ha fatto sentire al settimo cielo. Ero in tram, ero presa dai miei pensieri.

Non mi accorsi che la mia fermata era ormai superata da un po’. Mi alzai di sopravvento e scesi alla fermata successiva. Ma dove avevo la testa? Norman.. Lo sentivo dentro di me, era ormai parte dei miei pensieri da un po’, ma facevo di tutto pur di negarlo a me stessa. Non volevo innamorarmi, non volevo soffrire. Lui non sarà mai interessato ad una come me ed è alla ricerca di avventure di una notte. Tornai a casa, erano passate le 16. Consumai uno spuntino veloce e il display del mio cellulare, s’illuminò nuovamente. Era Norman.
Ci saremmo incontrati alle 17 in punto, allo Street Cafè. Ero agitatissima, così feci un bagno caldo. Non sapevo proprio cosa indossare. Un vestito carino? O qualcosa di casual? Indossai una t-shirt nera, un po’ aderente, ed un paio di shirts, abbinati a dei leggins neri trasparenti, ed un paio di stivaletti marroni.

Nel frattempo si erano fatte le 17. Mi incamminai verso lo Street Cafè e attesi il suo arrivo. Ero così nervosa che battevo i polpastrelli delle dita sul tavolo. Trascorsero almeno una quindicina di minuti e non c’era nessuna traccia di Norman. Diventai sempre più nervosa, forse si era dimenticato dell’appuntamento? Ma sì, io non ero poi così importante per lui, nemmeno mi conosceva. Dopo qualche minuto, mi mandò un messaggio:
Non posso essere lì. Mi ha raggiunto un amico per un servizio fotografico, mi dispiace tanto. Ciao.” Che dire. Ero un po’ triste ma allo stesso tempo, sapevo che sarebbe andata a finire così.
Vuole ordinare qualcosa?” Presi il mio solito caffè macchiato, ero seduta ai tavolini di quel bar da sola, come sempre.
 
 

 
   
 
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