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Autore: MaggieMary    30/10/2014    2 recensioni
❝ When a pirate meets a ghost... ❞
Lee Sungjong amava le caramelle al limone. Quel loro aspro gusto gli faceva sempre stringere forte i denti e bruciare gli occhi, ma il buon sapore che giungeva dopo ne faceva valere la pena. Quasi fin troppo metaforicamente parlando, il bambino era cresciuto con la consapevolezza che nella vita ci fossero sempre dei brutti momenti ma che poi presto finissero ed il sorriso tornasse a farsi vedere. Proprio come una caramella al limone che prima ti fa stringere i denti ma poi ben presto esplode in bocca, deliziandoti con il suo unico e particolare sapore. Sopportare differenti brutti momenti era necessario per ricevere un compenso felice.
Dopotutto dopo uno scherzetto c'è sempre un dolcetto, no?
No... ?

[ MyungJong ]
Genere: Fluff, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Lee Sungjong
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Vi consiglio di scorrere lentamente la pagina se non volete spoilerarvi tutta la storia. (Non che ci sia poi molto da spoilerare) (?). Buona lettura, ci si vede alla fine!



 

 

 

×

 


Con le dita appiccicose di caramelle, Lee Sungjong si stava sistemando il fiocco nero intorno al collo sottile. Seduto su un basso muretto di cemento sporco e con il cestino a forma di zucca appoggiato sulle sottili gambe coperte da degli shorts a sbuffo, se ne stava lontano dal caotico centro abitato, lasciando appena penzolare le gambe nel buio vuoto. Le chiassose voci dei bambini felici si mischiavano insieme alla ripetitiva tipica cantilena:

« Dolcetto o scherzetto? »

La luce delle alte stelle era fin troppo fioca e debole di fronte alle pacchiane decorazioni che adornavano le case ed il resto del vicinato, in quell'accozzaglia di colori e abbagli luminosi. Le persone sorridevano e ridevano contente ma il volto dai delicati lineamenti di Sungjong era imbronciato. Gli occhi ridotti a due sottili fessure e le braccia ora strette al petto, quasi come se si volesse distaccare da tutto e da tutti, avvertendoli del suo malumore. Le sopracciglia strette sembravano solamente voler dire "Prova a parlarmi e ti tiro un pugno in piena faccia".

Lee Sungjong poteva ritenersi un bambino di 8 anni dai modi gentili e sempre e comunque educati. Sempre attento a non dire una parola di troppo e maturamente sapendo quando fosse il momento di aprire bocca. I suoi genitori avevano fiducia in lui ed anche in quella sera di Halloween lo avevano tranquillamente lasciato uscire insieme al suo gruppo di amici, tutti pronti ed eccitati per andare di casa in casa ad accaparrarsi il maggior numero di dolcetti possibile e immaginabile. Dolcetti che presto o tardi avrebbero fatto passare loro un gran bel mal di pancia. Mal di pancia di cui però infantilmente non si sarebbero mai pentiti, soddisfatti e con un dolce gusto rimanente ancora in bocca.

Sungjong si era preso gran cura del suo travestimento quell'anno. Stava giungendo in un età in cui non era più sufficiente una semplice maschera per soddisfarlo. O forse aveva di per sé sempre avuto un'innata sensibilità che lo faceva sentire a suo agio solo quando era accuratamente vestito e conciato. Con indosso un paio di calze a righe rosse e nere, un cappello a larga tesa ed una benda sull'occhio sinistro, Lee Sungjong si sentiva in tutto e per tutto un pirata. E non era l'unico ad essere soddisfatto del suo look completo. Schiere di genitori, nonnini e altri bambini avevano altrettanto ammirato il suo ben riuscito travestimento reputandolo spesso e volentieri come un "Proprio bel piratino". Sungjong aveva sorriso dolcemente di fronte a quei complimenti, che a dirla tutta si era anche egoisticamente aspettato di sentire. Ma ciò non aveva reso tutti felici ed era finito per guadagnarsi l'antipatia del suo gruppo di "caccia" per quella serata. I suoi amici avevano infatti cominciato a non sopportare più i continui complimenti che aveva ricevuto e le quantità di caramelle di cui il suo cestino aveva fatto tesoro.

E dopo nemmeno mezz'ora Lee Sungjong si era ritrovato da solo.

Era per caso colpa sua se il suo costume era più bello degli altri? Era colpa sua se gli altri suoi coetanei non avevano prestato il benché minimo interesse verso il costume, limitandosi solo a voler mangiare caramelle? No, assolutamente no e di questo il bambino era convinto. Era colpa dei suoi amici se avevano grezzi e ancora fin troppo infantili comportamenti rispetto a quelli gentili e già fini di Sungjong.

Eppure il suo animo era comunque arrabbiato, arrabbiato per come era stato trattato da quelli che aveva reputato suoi amici. Cosa doveva fare ora? Tornarsene a casa con i dolcetti che aveva già preso? Non lo sapeva, ma nel dubbio decise che si sarebbe mangiato una caramella al limone. Lee Sungjong amava le caramelle al limone. Quel loro aspro gusto gli faceva sempre stringere forte i denti e bruciare gli occhi, ma il buon sapore che giungeva dopo ne faceva valere la pena. Quasi fin troppo metaforicamente parlando, il bambino era cresciuto con la consapevolezza che nella vita ci fossero sempre dei brutti momenti ma che poi presto finissero ed il sorriso tornasse a farsi vedere. Proprio come una caramella al limone che prima ti fa stringere i denti ma poi ben presto esplode in bocca, deliziandoti con il suo unico e particolare sapore. Sopportare differenti brutti momenti era necessario per ricevere un compenso felice. Dopotutto dopo uno scherzetto c'è sempre un dolcetto, no?

Lee Sungjong era cresciuto con questo tipo di mentalità e di ciò non si era ancora mai pentito, così buttò una mano lattea nel suo cestino a forma di zucca di Halloween, con tutta l'intenzione di afferrare la caramella al limone che sapeva si trovasse sul fondo. Facendo a quel modo però il suo piano non ebbe una buona riuscita e gran parte dei suoi dolcetti finì per precipitare nel vuoto. Il bambino strinse infastidito il naso, prima di scendere dal muretto e cominciare a raccogliere le caramelle colorate, pulendone lo sporco con le dita sottili. A gattoni riuscì a raccogliere tutti i dolcetti che presto tornarono nel loro predestinato posto.

Ma della ricercata caramella al limone non c'era alcuna traccia.

Sungjong sgranò gli occhi, cominciando a ricercare accuratamente nel suo cestino, ma il suo aspirato dolcetto non c'era. Seduto su quella bassa erba del parchetto del vicinato, il bambino si guardò intorno, ma i suoi occhi non individuarono nessuna gialla caramella. Si morse il labbro, ora molto più triste di quando prima i suoi amici gli avevano riservato cattive parole. Perché quella sera sembrava andare tutto storto? Perché non poteva semplicemente divertirsi? La voglia di tornarsene a casa ora era forte e più viva che mai, ma non aveva alcuna forza di alzarsi da terra. Le gambe dalle colorate calze erano appena accarezzate dai freddi ciuffi d'erba verde e un leggero venticello tirava, facendo rabbrividire il bambino con indosso una sottile camicia bianca e un gilè marrone. Ma del freddo non gli importava, lui voleva solamente la sua perduta caramella al limone. Che poi forse... tanto perduta nemmeno era.

Quando l'ennesimo soffio di vento autunnale gli scompigliò appena i capelli, Lee Sungjong alzò la testa di fronte a sé, accorgendosi solo in quel momento di una figura poco distante da lui, che non sembrava che averlo fissato per tutto il tempo. Il bambino sbatté gli occhi di fronte a quello che sembrava un suo coetaneo con un fin troppo abbozzato costume da fantasma addosso. Il telo bianco lo copriva da testa e piedi, lasciandogli scoperto solo la punta delle scarpe. Sungjong non poteva vedergli il volto e nemmeno l'espressione curiosa che aveva in quel momento dipinto sul giovane viso, eppure qualcosa in quel bambino lo smosse e attirò la sua attenzione. Il fantasma era in un qualche modo intimorito dagli occhi fissi del bambino, quasi non fosse abituato ad avere uno sguardo costante addosso. Ma ben presto prese coraggio e mostrò una mano chiusa verso Sungjong che subito allungò il collo per vedere cosa conteneva quel palmo.

Una caramella al limone. La sua caramella al limone.

Il bambino sbatté nuovamente le palpebre, confuso e felice. Gli occhi gli bruciavano ma questa volta non trattenne le lacrime che presto inondarono i suoi grandi occhi marroni. Senza badare al suo cestino e ai dolcetti che da esso scivolarono fuori, Sungjong corse in direzione di quel giovane, gettandosi ben presto tra le sue braccia in un pianto liberatorio. Il fantasma sobbalzò, colto all'improvviso da quel gesto inaspettato e quasi a lui estraneo, ma ben presto stringendo tra le sue braccia quel bambino sconosciuto che piangeva sulla sua spalla.

Senza quel telo bianco addosso, Sungjong avrebbe potuto vedere che in quel momento non era l'unico a versare calde e salate lacrime.

 


×

 

 

Il telo bianco era fin troppo zuppo di lacrime quando Lee Sungjong decise di staccarsi da quel bambino, di poco più alto di lui. Bambino di cui non conosceva l'identità. Non sapeva chi fosse, né se lo avesse mai visto da qualche parte nel vicinato, ma ben poco gli era importato in quel momento. Sungjong non sapeva cosa lo avesse spinto ad abbracciarlo, ma qualcosa in quello sconosciuto gli aveva dato conforto. O forse era stata solo la presenza della sua tanta ricercata caramella al limone.

Il dolciume ancora giaceva nel palmo del bambino che presto si preoccupò di ridarglielo indietro. Sungjong l'afferrò felicemente, tirando appena su col naso. Dietro quel telo bianco, il fantasma sconosciuto gli sorrise, asciugandogli poi delicatamente gli occhi con parte del candido telo. Quel tenero gesto fece venire voglia al pirata di piangere e abbracciarlo di nuovo, ma questa volta si trattenne dal farlo.

Dopotutto, lui era un bambino giudizioso e mai  troppo precipitoso.

C'era qualcosa nella figura dello sconosciuto che lo rendeva instabile, ma allo stesso tempo anche sollevato. Il ricordo della litigata fatta con i suoi amici poco prima era solo un lontano avvenimento di alcun valore e la caramella al limone era solo una caramella al limone, ora nella tasca dei suoi shorts.

I due bambini si fissarono in faccia ancora per un po' per quel che potevano, bloccati dalla benda del pirata e il telo del fantasma. Fin quando il più alto non si decise a parlare, schiarendosi prima la gola, quasi gli dolesse, o non fosse abituato a parlare:

« T-Tutto bene? » gli domandò con una voce delicata e dolce.

Lee Sungjong annuì, questa volta davvero convinto di stare bene. La figura del fantasma lo rassicurava e lo rendeva tranquillo, lontano da tutto il resto. In quel momento era davvero convinto di non essere la causa del litigio con i suoi amici e anche se lo fosse stato non gli importava. Non gli importava davvero più.

Il fantasma annuì a sua volta, apprendendo il buon umore di quel bambino e facendo per andarsene, quasi sentendosi di troppo e fuori posto. Ma Sungjong fu più veloce e con una mossa fulminea afferrò un lembo del telo bianco, facendo così bloccare quel giovane che sobbalzò per l'ennesima sorpresa.

Il pirata si stava mordendo il labbro inferiore, quando il fantasma si voltò verso di lui, e si stava ripromettendo di essere meno impulsivo. Ma era qualcosa che avrebbe fatto fatica a rispettare quella serata che era appena iniziata nuovamente.

Lee Sungjong voleva passare ancora del tempo con quello sconosciuto. Non sapeva perché ma voleva conoscerne il nome, il volto, la forma del suo sorriso. Questa sua nuova consapevolezza lo faceva tremare, convinto che non fosse la scelta migliore quella di obbligare un totale sconosciuto a passare del tempo con lui. Ma l'egoismo dei bambini è qualcosa di trascurabile e fin troppo apprezzabile.

Gli occhi del fantasma quasi tornarono ad inumidirsi commossi quando Sungjong aprì bocca, tentando di trovare una scusa convincente per non farlo scappare via.

« T-Tu... » improvvisò il pirata « Ti piacciono le caramelle? »

 


×


 

Alla fine di tutto, il fantasma le caramelle non le aveva mangiate, avvertendolo che i suoi genitori lo avevano obbligato a non mangiare troppi dolciumi quella serata. Sungjong aveva trovato che fosse un obbligo ingiusto e ben poco facile da rispettare, considerando quella serata di Halloween in cui i dolcetti sono i principali protagonisti, ma non aveva detto nulla e si era accontentato di riprendersi il suo cestino di caramelle.

I due bambini si sedettero sullo stesso muretto sporco di prima. Nessuno dei due sembrava aver una gran voglia di trascorrere quella serata da una casa all'altra facendo "dolcetto o scherzetto". E se ne avevano voglia, non ne avevano fatto alcuna voce. La voce del fantasma infatti si era fatta ben poco sentire e Sungjong aveva solamente scoperto il suo nome:

Kim Myungsoo.

Il pirata sapeva che avrebbe potuto fargli nuove domande, eppure allo stesso tempo non voleva e gli bastava quella piccola nozione per essere soddisfatto. Parlottando sottovoce, Sungjong ripeté il nome di quel suo nuovo conosciuto, che sembrava suonare così bene pronunciato tra le sue labbra. Il pirata non sapeva chi fosse Myungsoo o se abitasse da quelle parti. A dirla tutta, non sapeva nemmeno che viso avesse. Ancora completamente coperto da quel candido e freddo telo, Sungjong era infatti solo in grado di vederne le scarpe nere laccate, ben poco adeguate per un bambino della sua età. Scarpe che se ne stavano immobili nel vuoto e non si muovevano animatamente come quelle del pirata.

Senza vederlo concretamente al suo fianco, Sungjong avrebbe potuto benissimo pensare che vicino a lui non ci fosse nessuno. Eppure la figura di Myungsoo in un qualche modo si faceva comunque sentire. Silenziosa, quasi preoccupato di disturbare.

Kim Myungsoo era così diverso dagli altri amici di Sungjong.

Calmo, educato. La sua voce gentile e delicata sembrava essere così tanto lontana dai versi rumorosi che ancora si sentivano in lontananza. Il pirata rivedeva in lui l'ideale di amico che aveva sempre cercato ma che mai aveva trovato, come da principio aveva sospettato.

I modi fini di Myungsoo non potevano che appartenere ad un viso dai dolci e bei lineamenti. Sungjong ne era certo ed era sicuro anche del fatto che ci sarebbe rimasto molto male se sotto quel travestimento si fosse ritrovato un bambino dai tratti sgraziati ed il viso coperto di sbucciature. Per questo, non aveva minimamente fatto cenno dell'ingombrante telo bianco al fantasma, per paura che quest'ultimo se lo potesse togliere e distruggere in pochi attimi tutte le aspettative del pirata.

Forse Sungjong si stava facendo troppe paturnie e viaggi mentali, ma di ciò ancora una volta non gli importava. Era la prima volta che si ritrovava a voler davvero conoscere una persona e a voler passare del tempo con essa. Forse perché alla fine di tutto si era sempre ritrovato costretto a passare del tempo con suoi coetanei con cui ben poche volte andava d'accordo e con cui aveva finito per stringere una vuota amicizia per non passare per l'associale di turno.

Lee Sungjong era un bambino solare, tutto il contrario del giovane seduto al suo fianco. Myungsoo se ne era rimasto in silenzio per tutto questo tempo, per questo quando aprì all'improvviso bocca, il pirata non poté che sobbalzare sorpreso.

« Tu... » esordì all'improvviso « Credi nei fantasmi? »

Sungjong si trovò spiazzato di fronte alla domanda che non si era aspettato di sentire e inizialmente del tutto fuori luogo. Dell'uno e dell'altro conoscevano solamente i nomi e nulla più. Non era quindi più normale che si facessero altri tipi di domande? Eppure quella stramba questione sembrava maggiormente attenersi alla figura di Myungsoo, di quanto avrebbe potuto fare invece un più banale "Quanti anni hai?".

Il pirata fu indeciso su come rispondere e su quali parole meglio usare. Era una domanda trabocchetto visto il travestimento di Myungsoo? Gli stava forse indirettamente chiedendo in un timido modo se lo trovasse simpatico? Sungjong quasi sorrise della timidezza di quel giovane che ormai pensava ingenuamente di aver compreso e così annuì felice, rispondendo:

« Perché non dovrei crederci? Se esiste Babbo Natale, perché non dovrebbero esistere in un qualche modo anche i fantasmi? »

La domanda sembrò in un qualche modo sorprendere Myungsoo che però non diede troppo a vedere questo suo cambio d'umore. Ma anche se lo avesse mostrato, coperto con quel telo Sungjong non lo avrebbe mai visto.

 


×


 

20, 30, 40 minuti passarono e quella stramba e inusuale domanda di Myungsoo aveva dato luogo a tanti nuovi quesiti e argomenti su cui discutere. Non avevano parlato di loro stessi; non si erano detti quanti anni avessero, dove abitassero o cosa ci facessero quella sera da soli. Perché semplicemente non li ritenevano questioni importati in quel momento. Sungjong e Myungsoo avevano voglia di conoscersi l'un l'altro con quell'improvvisa curiosità quasi tipica dei gatti. O forse in tutto simile ad essa.

In quei minuti, i due ragazzi avevano conosciuto quali fossero le loro passioni, i loro hobby, i loro sogni. Importanti questioni su cui Sungjong non aveva mai avuto l'occasione di discutere con i suoi coetanei, dei quali solo ora comprendeva l'ancora chiusura e ingenuità mentale. Perché con Myungsoo era così facile parlare? Perché pensava solo in quel momento che con i suoi "amici" non aveva mai avuto un'interessante conversazione da ritenersi come tale? Per anni Sungjong aveva pensato solo alla possibilità di avere simili amici.

Una nuova soffiata d'aria fredda si fece sentire e Sungjong tremò di impulso per quel cambio di calore. Il pirata rabbrividì e la pelle d'oca si formò concreta sulla sua pelle. Istintivamente si sfregò le braccia con le bianche mani, alla ricerca di una fonte di calore che non si fece sentire però. Ed ecco che la voce delicata di Myungsoo tornò presente:

« Hai freddo? »  gli domandò senza l'eccessiva timidezza che aveva avuto poco prima.

Sungjong sorrise a pieni denti e socchiudendo gli occhi appena, cercando di rispondergli con una bugia, ma l'ennesima folata tradì il suo piano ben poco malefico.

« Qui sotto... » tornò a parlare il fantasma muovendo appena le braccia sotto il telo « Qui sotto si sta bene.. »

Sungjong piegò la testa di lato, trovandosi di nuovo in difficoltà di fronte alle parole di Myungsoo, non comprendendo dove volesse arrivare. Fin quando un lembo del lenzuolo non si alzò, lievemente mostrando nuova parte del corpo del fantasma, fino all'orlo del suo morbido maglione nero e le gambe dagli shorts scuri. Cosa voleva che facesse Sungjong? Il bambino non lo sapeva, ma il suo cuore battente forse aveva già inteso tutto.

Il fantasma voleva che il pirata venisse sotto il suo bianco telo?

Sungjong mosse appena i palmi delle mani di fronte a sé, come a voler rifiutare quello strambo e improvviso invito che non si era aspettato di ricevere. Il pirata non era pronto, non era pronto ancora a scoprire l'identità del suo nuovo amico. Voleva continuare ad immaginarselo come un bel bambino dai bei tratti somatici e come non mai aveva avuto paura di venir deluso. Perché avesse riposto in lui così tante speranze in realtà non lo sapeva. E in quella serata erano state ben poche le volte in cui era stato certo di qualcosa. Dopotutto, era la notte di Halloween, no?

Il pirata aprì imbarazzato la bocca, non volendo rifiutare quell'invito anche per il bene del suo corpo, ma comunque sapendo di dover declinare. Aprì la bocca ma nessun suono uscì da essa in tempo. In pochi attimi un telo bianco si alzò e senza rendersene conto, Lee Sungjong venne coperto da testa e piedi, entrando nella tana del fantasma. Il pirata trattenne il respiro, sbattendo ripetutamente le ciglia, nella vana speranza di riuscire a vedere qualcosa. Ma sotto quel telo bianco era tutto buio ed i suoi vispi occhi marroni riuscivano a malapena a distinguere qualche ombra. Forse se si fosse sforzato anche poco sarebbe riuscito a vedere il volto di quel bambino, forse sarebbe riuscito ad osservarne l'identità. Ma il pirata non volle ed osservò davanti a sé, respirando appena sotto quel telo. Sotto quel tessuto si stava bene, effettivamente c'era caldo. Anche se Sungjong non sapeva se quel calore fosse dovuto al telo o alla sua agitazione. Myungsoo alzò le braccia in aria, creando così un maggiore spazio nel quale poter stare e respirare.

« Tutto a posto? » tornò a domandargli il pirata, quasi avesse timore che da un momento all'altro se ne sarebbe andato via da lui.

Ma perché avere quel tipo di paura? Sungjong non aveva voglia di andare da nessuna parte. I gesti di Myungsoo sembravano goffi e insicuri, in netto contrasto con la sua voce delicata, quasi non fosse abituato ad interagire con altre persone, nemmeno con i suoi stessi coetanei.

« L-La caramella... »  parlò il fantasma cercando di smorzare il silenzio « Non la mangi? »

Sungjong rifletté un attimo prima che l'immagine della sua ambita caramella al limone si facesse presente. Il pirata si ricordò di averla rimessa a posto nel suo cestino e istintivamente si mise a cercarla. Ma era impossibile da trovare lì sotto.

« Non la trovi? Questo buio ti da fastidio? » la voce di Myungsoo continuava a mostrare una punta timorosa, ma questa volta Sungjong lo tranquillizzò presto, sfoderando la sua arma segreta che quella serata non aveva avuto l'occasione di mostrare. Con forza, il pirata sbatté entrambe le mani intorno al cestino e presto la zucca arancione si illuminò sotto i loro occhi. Un esclamazione di stupore sfuggì dalle labbra di Myungsoo, che però non si preoccupò di nascondere. Sungjong rise beffardo per quella reazione, orgoglioso di averlo impressionato come solo un bambino di 8 anni e poco più sa fare. Curioso di osservare il volto stupito di Myungsoo, il pirata alzò gli occhi davanti a sé. Curioso, senza però rendersi conto delle sue azioni.

Per tutto quel tempo aveva cercato di non scoprire il volto di Myungsoo, e poi era stato proprio lui a metterlo in mostra?

Sungjong avrebbe voluto maledirsi per ciò che aveva appena combinato, avrebbe voluto spegnere quella luce arancione che illuminava la loro nuova tana, avrebbe voluto guardare altrove. Eppure i suoi occhi si erano come pietrificati di fronte al volto del fantasma.

Myungsoo osservava con gli occhi grandi e la bocca spalancata quella zucca illuminata, quasi fosse un qualche importante reperto tecnologico di grande valore. I capelli scuri gli ricadevano appena sul volto, senza però coprirlo completamente e permettendo al pirata di osservarne completamente l'identità.

Il fantasma continuava ad osservare la zucca, tastandola appena con qualche suo dito sottile, mentre l'attenzione di Sungjong era ancora posata su di lui. Si sfregò gli occhi marroni con entrambe le mani, quasi incredulo di ciò che si stava presentando davanti a lui, quasi convinto che fosse tutto solo una grande illusione.

Quello era davvero Kim Myungsoo? Quello era davvero il volto del bambino con cui aveva parlato per tutto quel tempo?

Sungjong non ci credeva, non ci credeva davvero. Deve essere uno scherzo, continuava a ripetersi la sua infantile mente, Deve esserlo per forza. Eppure anche continuando a strofinarsi gli occhi, il volto del fantasma continuava ad essere lì di fronte a lui, senza svanire o andarsene da nessuna parte.

Quel volto che era in tutto e per tutto uguale a come se l'era immaginato.

Il pirata non comprendeva la ragione della sua contentezza, ma ormai si era deciso che in quella serata surreale avrebbe smesso di cercare la causa di ogni suo pensiero o azione. Andava semplicemente bene così.

Gli occhi gli pizzicavano per la felicità e la bocca si distese in un sorriso automatico. Era contento e questa sua consapevolezza lo rendeva ancora più felice.

Quella serata era cominciata male, ma stava andando avanti nel migliore dei modi. Sungjong si promise di ringraziare i suoi "amici" il giorno successivo per averlo insultato. Senza quella litigata dopotutto non avrebbe incontrato Myungsoo. Il pirata provava già un forte senso di attaccamento nei confronti dell'altro bambino e quando il fantasma alzò lo sguardo sorridente verso di lui capì che la cosa era reciproca.

Myungsoo fece un cenno del capo in direzione della caramella al limone nella mano di Sungjong, e quest'ultimo si mise subito a scartarla dalla sua gialla carta. Non aveva voglia di mangiarla, in quel momento non ne aveva proprio alcuna voglia. La sua passione, quasi fissa, per le caramelle al limone gli aveva fatto passare diversi guai e spesso era stato beccato a mangiarne qualcuna di nascosto durante le lezioni a scuola. Eppure in quel momento di libertà non aveva alcuna voglia di mangiare il suo dolcetto preferito. Ma lo fece, più per dovere che per piacere.

Myungsoo osservò come l'altro bambino depositasse quel dolcetto giallo sulla punta della lingua e come i suoi occhi si stringessero appena a contatto con essa.

« È cattiva? » domandò seriamente preoccupato il fantasma, avvicinandosi appena all'altro.

Sungjong scosse la testa convinto « E' aspra. » gli rispose « E' molto aspra e ti fa pizzicare gli occhi all'inizio, ma poi diventa molto buona... Ecco! » esclamò poi indicandosi la bocca con l'indice « Adesso ha un sapore buonissimo di limone! »

Myungsoo aveva ascoltato tutto, senza perdersi nemmeno una virgola astratta del suo discorso, seriamente meravigliato dalle parole del pirata. Aveva detto qualcosa di semplice, solamente descrivendo il sapore di quella caramella al limone. Eppure sembrava come se ogni singola parola espressa da Sungjong fosse fonte di stupore per l'altro, quasi non fosse abituato ad ascoltare qualcuno per così tanto tempo. Quasi non abituato a trascorrere del tempo con un amico.

« Sembra molto buona allora! » commentò Myungsoo sorridendo e con gli occhi a mezzaluna.

Sungjong cercò nel cestino a forma di zucca, consapevole che però non ci avrebbe trovato nulla. Quella che aveva in bocca era l'ultima caramella al limone. Il fantasma non aveva espresso alcuna voglia di mangiare una caramella e sapeva che i suoi genitori gli avevano proibito di mangiare dolcetti. Eppure Sungjong si sentiva il dovere di condividere quel particolare sapore con Myungsoo.

Il pirata era anch'esso un bambino alle volte egoista, soprattutto quando si trattava del suo cibo preferito, ma quella volta no.

Così, senza nemmeno rifletterci, prese con una mano la caramella al limone ancora intera dalla sua bocca e l'avvicinò delicatamente in direzione delle labbra di Myungsoo. Quest'ultimo sobbalzò, mettendoci un po' a realizzare cosa gli stava allungando l'altro bambino.

« P-Posso? » domandò timidamente.

« Forza! » lo incoraggiò, appoggiandogli la caramella sulle labbra chiare « Prima che mi si sciolga in mano! »

Myungsoo fece come gli era stato ordinato, curioso e insicuro del gusto che avrebbe ritrovato in quella caramella. Ma quando quel gusto particolare si depositò sulle sue papille gustative non poté che spalancare gli occhi grandi verso Sungjong.

« È buonissima! » non poté non ammettere felice, proprio quanto lo era anche l'altro bambino.

Quel sapore era solitamente difficile da far piacere ad una così giovane persona, che forse predilige gusti più dolci ed elementari. Eppure Sungjong avrebbe potuto giurare che quella caramella gli sarebbe piaciuta.

I due si sorrisero ancora, continuando poi uno a mangiare quella caramella e l'altro a leccarsi le dita che sapevano di limone. E solo in quel momento si resero conto di ciò che avevano appena fatto.

Sungjong si tastò appena le labbra che sapevano di dolce proprio come quelle di Myungsoo che inconsapevolmente si era ritrovato anche lui a toccare con la sua mano. Entrambi arrossirono di fronte a quello che era stato propriamente un bacio indiretto, balbettando appena senza dire nulla. Finché il loro infantile e adorabile rossore sulle gote svanì nel buio nero.

Di scatto, i due ora imbarazzati bambini portarono le mani intorno al cestino che si era spento, aumentando solamente il loro imbarazzo quando le loro mani si sfiorarono nel tentativo di illuminare nuovamente la loro tana. La zucca si riaccese di arancione e Myungsoo tolse velocemente le mani da essa, quasi impaurito da quel contatto.

Noncurante delle loro guance rosse, Sungjong acchiappò le mani del fantasma tra le sue.

« Hai le mani congelate! » commentò il pirata tenendo quelle piccole bianche mani tra le sue.

Myungsoo mugugnò qualcosa, tenendo lo sguardo sui suoi piedi per non fissarlo dritto in volto, ma senza riprendere possesso dei suoi arti superiori, per nulla infastidito da quel caldo e delicato contatto.

 

Erano ormai le 20:30 quando il campanile del paese rintoccò quell'orario. Rumore che però passò semplicemente inosservato ai due bambini ancora sotto il telo bianco.

Sungjong aveva continuato a strofinare con le sue calde mani quelle fredde di Myungsoo, senza mai smettere e concentrato sul suo compito. Il rossore sulle guance di entrambi non era mai svanito, né aveva fatto cenno di diminuire, continuamente illuminato dall'arancione luce della zucca.

Myungsoo era sempre stato un bambino dai modi distaccati e freddi quanto le sue mani, anche per via della sua condizione.

Allora perché?

Perché in quel momento stava arrossendo?

Myungsoo pensava di non essere nemmeno in grado di avere una simile reazione fisica.

Perché in quel momento sentiva quel soffocante peso al petto?

Myungsoo si sentiva in colpa e ne conosceva il motivo. Stava facendo qualcosa di ingiusto ed estremamente egoistico. E sarebbe stato ancora più ingiusto dire ciò che stava per dire.

Eppure osservò il bel e delicato volto di Sungjong, dalla cui bocca soffiava aria calda sulle mani del fantasma, prendendosi dolcemente carico di esse. Come se scaldarle fosse il suo unico e principale scopo quella sera. Eppure osservò il suo dolce sorriso e i suoi grandi occhi e non resisté alla tentazione.

Kim Myungsoo si morse il labbro inferiore, prima di trovare il coraggio di parlare.

« Tu ed io.. » cominciò a parlare, attirando subito l'attenzione di Sungjong che però non lasciò andare le sue mani « Tu ed io... » ripeté non trovando quasi la forza di andare avanti.

Era la prima volta che pronunciava una simile cose e provava agitazione e frustrazione. E se Sungjong non avesse voluto? Se per lui quelle ore trascorse insieme non contavano nulla?

Myungsoo si era deciso a mollare lì la frase, ma la voce del pirata reclamò una conclusione.

« Tu ed io... cosa? » gli domandò curioso, tenendo ancora le mani dell'altro strette tra le sue.

Il rossore sulle guance del fantasma tornò a farsi vivo quando i loro occhi si incontrarono. Così balbettò nuovamente:

« T-Tu ed io... » ripeté per l'ormai terza volta « Siamo amici? » fu alla fine in grado di domandargli, quasi pentendosi alla fine per quella che riteneva una domanda davvero troppo sfrontata da parte sua.

Voleva rimangiarsi le parole e quasi lo fece, ma il volto di Sungjong era steso in un largo sorriso. Forse aveva fatto la scelta giusta, quindi? Forse aveva fatto davvero bene a fargli una simile domanda.

Il pirata aprì bocca, pronto a rispondere contento alla sua questione, ma le sue parole gli morirono ancora una volta sulla punta della lingua.

« LEE SUNGJONG!! Lee Sungjong, dove sei finito?! »

Una voce tra il preoccupato e l'infuriato arrivò chiara e forte alle orecchie dei due bambini che sotto il telo sobbalzarono dalla paura. Una voce che il pirata riconobbe come quella di sua madre. Aveva promesso di tornare a casa prima delle 20, ma solo in quell'istante e con quelle urla si ricordò.

Sungjong staccò velocemente le mani da quelle di un sorpreso Myungsoo e prestò uscì anche da sotto quel telo bianco con il suo cestino di caramelle.

« D-Dove vai? » gli domandò preoccupato il fantasma, scendendo anche lui dal muretto, trascinandosi dietro il tessuto bianco.

« I miei genitori mi sgrideranno se non torno subito a casa! » lo avvertì subito con un sorriso.

Ma Myungsoo non ci trovava davvero nessun motivo per sorridere.

Sungjong camminava a grandi passi in direzione della voce della madre, lasciando indietro il fantasma che però allungò un braccio e gli afferrò un polso, portando l'altro a fermarsi di colpo.

« C-Che succede? » gli domandò inquieto.

Myungsoo non gli rispose stringendo invece il sottile polso dell'altro con entrambe le mani e abbassando lo sguardo verso il basso.

« Myungsoo... cosa-- »

« Non andare. » lo scongiurò l'altro, alzando lo sguardo verso di lui « Non andare, per favore. »

Il pirata rabbrividì quando udì un paio di singhiozzi provenire da sotto quel telo.

Era da tanto tempo che Myungsoo non piangeva, ma per Sungjong quella sera si era ritrovato a piangere addirittura due volte?

Il fantasma non capiva a cosa fosse dovuta quella sua inusuale reazione fisica, ma in quel momento voleva solamente passare ancora del tempo con lui.

Per favore, non andare, continuava a sussurrare silenziosa la mente di Myungsoo, Se no tutto questo finirà. Io voglio parlare ancora con te oggi... non voglio smettere di esserti amico.

« Ma io... devo andare... » ammise Sungjong, combattuto dall'idea di disobbedire ai suoi genitori o lasciare Myungsoo.

Non voleva scegliere nessuna delle due opzioni, ma sapeva che doveva decidere. Così, a malincuore e senza alcuna voglia, il pirata strattonò il braccio riprendendo così possesso della sua mano, appena in tempo per risentire la voce della madre:

« LEE SUNGJONG » lo richiamò infatti la donna, avvicinandosi a Sungjong con le mani strette al petto ed un espressione arrabbiata dipinta al volto « Non ci eravamo dati un coprifuoco? »

« L-Lo so.. Ma stavo parlando con Myungsoo e mi sono dimenticato-- »

« Myungsoo? » domandò sorpresa sua madre « Chi è Myungsoo? »

« È lui! » esclamò, felice di poter presentare quel suo nuovo amico a sua mamma, indicando distrattamente dietro lui, senza però voltarsi e continuando ad osservare il volto della donna.

Quest'ultima spostò lo sguardo da Sungjong a dietro di lui, incredula e sbattendo le palpebre confusa.

« È uno scherzo? »

Il pirata sbatté le palpebre in direzione della madre, non comprendendo il motivo della sua domanda.

Come poteva pensare che quello fosse uno scherzo? Non andava bene che Myungsoo fosse suo amico? Certo, era un bambino strano, ma anche lo stesso Sungjong lo era.

Non andava quindi forse bene così?

« Sungjong.. » tornò a parlare la madre, osservando i due bambini, o forse solo uno « Di chi stai parlando? »

Il pirata balbettò, non sapendo in realtà come rispondere e non comprendendo granché.

« Sungjong... » gli ripeté allora la donna « Dietro di te non c'è nessuno. »

Il bambino strinse le sopracciglia. Cosa voleva dire che non c'era nessuno dietro di lui? Ma se fino a poco prima c'era stato Myungsoo. Se fino a poco prima quel bambino gli aveva stretto forte il polso scongiurando di non andare.

Sungjong non comprendeva le parole della madre, ma decise di voltarsi per osservare dove si fosse cacciato Myungsoo.

Ed in quel momento accadde.

Il cestino di caramelle tornò a cadere a terra, rovesciandone per l'ennesima, forse ultima, volta l'intero contenuto. Contenuto che non avrebbe mai più raccolto.

Dietro Sungjong non c'era nessuno.

 

L'unica traccia di quel bambino era il suo telo bianco, disteso sul prato verde, che fino a poco prima avevano teneramente condiviso.

 

 

 

 

 



×



 

×

 

 

 

 

 

Note dell'autrice

 

Buon Halloween in anticipo a tutti voi *lancia caramelle al limone* Maggie è qui! Pensavate che fossi morta, eh? Ricordatevi che l'erba cattiva non muore mai, malgrado tutto. (?) Scherzi a parte, lo studio mi sta leggermente soffocando in questo periodo, senza considerare la mia improvvisa voglia di vedermi mille mila anime e leggermi altrettanti manga, e l'influenza, certo, ho l'abbonamento da brava cagionevole. Inutili notizie a parte, ho molto (troppo) da dire, and so stay tuned!

 

Prima di tutto, mi inchino e chiedo umilissimi scuse per appunto non essermi fatta sentire tutto questo tempo ;___; Come fanno le autrici che aggiornano ad ogni morte di Papa a non sentirsi incredibilmente in colpa? However, ho varie OS in cantiere e il nuovo capitolo di [5,5] quindi attendetemi, e grazie per tutto il sostegno che avete continuato a darmi. Siete stupendi, come sempre.

Secondo, parliamo di questa OS: ne avete notato l'eccessivo nonsense? Ecco, perfetto, quindi non ho nulla da aggiungere-- Embé, ok torno seria (?), non sono per nulla convinta di questa storia ma ormai il danno è fatto e io ci tenevo a postare qualcosa quindi.. *lancia nuove caramelle* (vi sto chiaramente comprando per non ricevere eccessive critiche ovo). La storia di per sè è un'idea di mia sorella, ragione per cui ho fatto una fatica boia a scriverla perché non le andava mai bene, yee. Alla fine siamo arrivate ad un compromesso.. and so, TA DAH (?) *soffoca nei coriandoli* Si, Myungsoo è un bel bimbo fantasma, e lo so.. Non pare per nulla un tradizionale fantasma. Non sono esperta di questi esseri (?) e poi volevo fare intendere che stando un po' con Sungjong si stava umanizzando, si diciamo così (?). Prendetela con la giusta considerazione nonsense insomma e chiedo venia per tutto.

Terzo e spero davvero ultimo punto, qualcuno di voi andrà al Lucca Comics sabato? Non pensate male, è solo a titolo informativo (?), non stalkererò nessuno di voi ; u ; Ma in caso vedeste una matta con una parrucca bionda, occhiali tondi a fondo di bottiglia e un outfit """sobrio""" (gonna lunga nera, camicia fucsia a pois neri e una giacca a righe argento e nero) (si, so già quasi come vestirmi, penso) che si aggira con una piccola comitiva che si fa compatire... Sappiate che sono io ; v ; E nulla, era tanto per sapere ;^;

 

Taccio per sempre che è meglio! Se non avete capito qualcosa di questo papiro o dell'OS, chiedete pure! Comprendo che non abbia un filo logico nulla di tutto ciò ; ^ ;

Vi ringrazio infinitamente per aver letto e fatemi sapere se vi ha fatto schifo o magari no ;//^//;

 

Alla prossima (si spera--);

 

Love you,

Maggie

 

 

 

   
 
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