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Autore: Becky2000GD    30/10/2014    2 recensioni
Una storia speciale per Halloween. Un remake di una leggenda molto famosa, un classico di Halloween. Spero vi piaccia. "Jakob Danger, il secondogenito della famiglia, se ne stava davanti alla grande finestra della sala da pranzo e mentre fissava la pioggia cadere contro la fredda e dura terra, piangeva. Non voleva che gli altri lo sentissero, ma era ovvio il suo grande dolore. Intanto immaginava: si. Quella pioggia rappresentava proprio lui e la sua famiglia.
Infatti, anche loro prima erano in alto e toccavano il cielo. La loro vita era meravigliosa e felice. Non erano più ricchi come un tempo, ma se la cavavano ancora molto bene. Ed ora, in pochi giorni, tutto era controllato ed anche gli Armstrong adesso si schiantavano tutti a terra, infrangendo se stessi e i loro cuori contro qualcosa di troppo forte e oscuro: la morte"
Genere: Drammatico, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il 7 Gennaio del 1800. A Berkeley, una piccola località californiana poco famosa a quei tempi, il sole non splendeva più. Anche esso ormai si rifiutava di illuminare quella landa desolata. Le nuvole nere e cariche di pioggia si erano radunate a gruppi sopra le modeste abitazioni degli abitanti della cittadina e, macchiando a tratti in qua e in là il cielo solitamente azzurro, minacciavano un lungo e instancabile diluvio.
Intanto, nella casa più a nord della cittadina, nella grande villa del più rispettato e bravo medico del posto, una donna si gettava a terra, inginocchiata, straziata dal dolore. La padrona di casa, Adrienne Armstrong, si teneva le mani sugli occhi cercando invano di asciugarsi le copiose lacrime che inondavano le sue guance vellutate. "No...no. Ma perchè?" gemeva tra un singhiozzo e l'altro la donna. Suo figlio maggiore, Joseph Marcicano, si inginocchiò a sua volta e tentò di tirarla sù, mettendole un braccio attorno al collo e prendendole delicatamente una mano. "Fatevi coraggio, Madre mia" le disse con la voce sommessa e dispiaciuta: anche lui soffriva tanto per il tragico avvenimento. Jakob Danger, il secondogenito della famiglia, se ne stava davanti alla grande finestra della sala da pranzo e mentre fissava la pioggia cadere contro la fredda e dura terra, piangeva. Non voleva che gli altri lo sentissero, ma era ovvio il suo grande dolore. Intanto immaginava: si. Quella pioggia rappresentava proprio lui e la sua famiglia.
Infatti, anche loro prima erano in alto e toccavano il cielo. La loro vita era meravigliosa e felice. Non erano più ricchi come un tempo, ma se la cavavano ancora molto bene. Ed ora, in pochi giorni, tutto era controllato ed anche gli Armstrong adesso si schiantavano tutti a terra, infrangendo se stessi e i loro cuori contro qualcosa di troppo forte e oscuro: la morte. Essa incombeva ormai sulla famiglia, come un'ombra nera che se ne sta in agguato dietro l'angolo. Billie Joe Armstrong, il dottore più rispettabile e famoso in tutti i dintorni, quello che aveva curato persone senza speranza, colui che aveva guarito chi era stato dato per spacciato, ora non era in grado di salvare la vita della sua unica figlia: la piccola Mary. La ragazza, ormai sedicenne, era la più giovane dei figli di Billie Joe e sua moglie e da sempre era stata per entrambi come la luce che squarciava le tenebre di una vita fin troppo cruda e oscura per essere tollerata. E Mary era il più grande affetto anche dei suoi fratelli maggiori. La gentilezza, la dolcezza e la nobiltà d'animo che da sempre, sin da subito, aveva dimostrato nei confronti di tutti, era qualcosa di fin troppo bello per un simile mondo. Sembrava impossibile che una creatura così amabile fosse veramente scesa sulla terra. Quella era un angelo, il più bello di sempre: i lunghi capelli neri ricadevano a grandi ciocche sulla pelle chiara, pallida, mentre due grandi occhi verde smeraldo illuminavano chi le si metteva davanti. Dalle labbra carnose e rosee uscivano solo parole di consolazione per coloro che erano afflitti dal peso della vita. Mai nulla di brutto era stata in grado di dire, niente mai a nessuno.
Proprio così: Mary aveva saputo essere sempre e solo la più grande gioia di chiunque avesse avuto in quegli anni il piacere e grande privilegio di conoscerla. Ma ormai, i tempi felici erano solo e soltanto un ricordo lontano. La ragazzina si era ammalata, e di una grave malattia, quasi incurabile per quei tempi. Le possibilità di salvarla, infatti, erano minime. Billie Joe si sedette al tavolo, tirando un pugno al legno di quercia:" Maledizione!!!", gridò lui. Il suo urlo fece voltare tutti e fu l'unica cosa capace di coprire il suono dei lamenti e dei gemiti che provenivano dalla stanza di Mary. "Non posso crederci! Maledizione, no! Perché lei?! Perché proprio a lei?!" gridò ancora l'uomo, per poi portarsi la mano sul viso. Anche lui era ormai sul punto di piangere. Non poteva crederci, una cosa simile non era concepibile: lui, che aveva dedicato da sempre la sua vita intera a guarire i malati... lui, che aveva donato tempo e denaro per finanziare le ricerche della rinomata università cittadina... lui, che aveva giocato ad essere Dio, lui che ERA STATO per tutti Dio, l'unico in grado di salvare delle vite umane... ora doveva patire la sofferenza di veder morire così la sua amata figlia, senza possibilità di fare niente di niente. Non poteva accettare questo oscuro destino, proprio no. E il dolore, nel guardare la sua adorata Adrienne e i suoi cari Joseph e Jakob soffrire assieme a Mary... quello era veramente troppo. Billie Joe stava impazzendo, lentamente. Da quando avevano saputo della malattia di lei fino a quel momento erano passati solo pochi giorni, ma la ragazza non faceva altro che peggiorare e così anche l'umore dei suoi familiari. In oltre, l'uomo si era appena reso conto che le speranze di salvarla a questo punto erano quasi pari a zero.
Un fulmine illuminò la stanza e Jakob sbattè diverse volte le palpebre, quasi acciecato da quella forte luce.
Intanto, nella stanza della giovane, il maggiordomo della famiglia restava a prendersi cura dell'ammalata, con cura e pazienza. Anch'egli adorava la ragazza, da sempre le aveva voluto molto bene. Certo, Frank aveva 22 anni, 6 più di Mary, ma loro due erano cresciuti assieme, quando prima il ruolo di maggiordomo era ricoperto dal padre del ragazzo. Così, lui ora con amore le stava accanto, aiutandola in tutto e tentando più che poteva di alleviarle il dolore. Mary era sempre felice quando lui le stava attorno e i due restavano tutto il tempo a parlare e stringersi la mano. Lei nutriva per lui un grande amore. Mary sapeva benissimo di aver i giorni contati, sentiva suo padre parlare e consultarsi con il suo più caro amico e collega Michael Ryan Pritchard. Entrambi avevano capito che lei era arrivata alla fine, a meno che non avesse ricevuto immediatamente le giuste cure. Ma esse le avrebbero comunque dato poche speranze e nonostante la famiglia fosse benestante, Billie non se la sentiva di investire tanti soldi per i medicinali che forse non avrebbero neppure salvato sua figlia.
Così, con la consapevolezza costante di essere giunta alla fine, lei se ne stava lì, a sognare ad occhi aperti: il suo più grande desiderio era quello di ricevere un bacio dal ragazzo che le stava affianco, tuttavia non aveva nè energia nè coraggio per domandargli una simile cosa. Frank, mentre la stringeva e le raccontava tante storie, neppure immaginava cosa passava per la testa di quella dolce e innocente creatura. Ma a saperlo, avrebbe volentieri esaudito il desiderio.

Seguendo questo stesso lungo ed interminabile schema passarono altri due giorni, durante i quali Mary non riuscì a migliorare neanche un po'. Inoltre, ora Joseph le aveva anche negato la compagnia di Frank, in quanto non se la sentiva di lasciar sempre un ragazzo solo con sua sorella.
Adrienne passava le ore a pregare, senza stancarsi. Era sempre così. Jakob non riusciva più a mangiare e se ne stava sempre più solo. Billie Joe era come un estraneo ormai: nessuno lo guardava più con rispetto, non lo consideravano semplicemente. Non pensavano che anche lui stava soffrendo, no. A lui non era consentito: non aveva la capacità di salvarla nè il coraggio di provarci comprandole i medicinali. A nulla erano servite le suppliche di sua moglie e dei ragazzi. L'uomo era irremovibile su questo punto: perchè per quanto amasse sinceramente Mary, non aveva forza per rischiare tutto per lei, lui doveva pensare a tutta la sua famiglia, anche se loro questo non lo capivano. Ed ora, Billie si sfogava solo sui domestici, soprattutto sul più caro al cuore della sua bambina, Frank. Incuteva timore, li faceva lavorare più del dovuto e li maltrattava peggio del solito.
L'unico che riusciva a far calmare Billie e riportarlo ad essere l'uomo dolce e garbato di sempre era proprio il suo collega, Michael. Lui, che aveva seguito sin da subito il caso di Mary con il padre della ragazza, era anche l'unico in grado di far ragionare BJ: loro ormai si conoscevano veramente da troppo tempo, si comprendevano senza problemi, senza nemmeno parlare. A loro bastava uno sguardo. Quest'intesa non c'era nemmeno mai stata tra Billie e Adrienne, nè tra Mike e Brittney, sua moglie. Una chimica simile era fin troppo forte. Così, non appena poteva, Michael andava a casa del suo amico, per alleviargli un poco il peso di quello che stava succedendo. Quando tornò nuovamente a casa Armstrong, trovò davanti una famiglia distrutta, anche più straziata dal dolore dei giorni precedenti. Mary era ormai in fin di vita e suo padre tremava davanti all'evidenza dei fatti: sentiva la giovane agonizzare giorno e notte, i pianti, i lamenti ed i gemiti di lei lo straziavano tanto da togliergli il sonno. Non poteva più andar avanti così. Solo Frank, quando di nascosto da Joseph andava a trovarla a notte fonda, riusciva a farla calmare. E a Billie Joe andava bene così, perchè lui aveva pace solo in quei momenti, quando la sua coscienza taceva assieme alle grida della figlia, e lui poteva finalmente riposare tranquillo per qualche ora.
Così, Michael posò la mano sulla spalla di Billie:"Hai ancora tempo per salvarla..." disse. "Dammi solo i soldi... e io vado a comprare tutto l'occorrente e cerco di riportartelo il più in fretta possibile. Puoi ancora tornar indietro, Billie. O almeno provarci. Potrebbe davvero salvarsi!", continuò il biondo, scrutando l'amico con i suoi occhi grigi. Billie sembrò fermarsi a riflettere, poi scosse energicamente la testa:"No, Michael. Non tentarmi, ti prego. Non farmici ancora pensare. Perchè io lo farei, oh, eccome se lo farei. Ma non si tratta solo di me. Devo pensare a tutti. Loro non lo capiscono. Dicono che potrebbero anche diventar poveri: ma io lo so, Michael. Li conosco e lo so che non è vero. Non sopporterebbero il peso della povertà. Soprattutto poi, se Mary perisse comunque. E allora, come potrei io, rischiare le vite di tutti, per salvarne una sola?" domandò Armstrong, alzando la testa e fissando in lacrime il suo amico. "Potresti tu, Michael, rischiare la vita di tutta la tua famiglia, se uno solo dei tuoi si ammalasse? Non lo faresti mai, nè per Estelle, nè per Brixton e nemmeno per Ryan. E lo sai bene. Dimmi che mi capisci, dimmelo, ti prego!" . Billie Joe si era gettato tra le braccia dell'amico, mentre fissandolo negli occhi si lasciava andare ad un pianto tremendo e liberatore. Si stava finalmente sfogando dopo tanto tempo. Intanto, Michael stringendolo senza parlare, rifletteva sulle parole dell'amico senza sapere come consigliarlo o se giudicarlo o meno.
Adrienne uscì di corsa e in lacrime dalla stanza di Mary, dove era andata per salutarla. Entrò nello studio del marito, dove lui e Mike stavano discutendo, appunto. Billie, vedendola entrare, si staccò subito da Michael e si asciugò le lacrime. Adrienne si gettò ai piedi di lui, che se ne stava dritto tentando di assumere una posizione ferma, autorevole e sicura. "Te ne prego Billie, te ne prego... Cambia idea! Paga e salvale la vita! Tu puoi Billie Joe, noi sappiamo che puoi!" lo pregò Adrienne, prendendogli una mano e stringendola tra le sue. "La senti? Senti come piange? Non smette mai... lei non fa altro che soffrire, ora dopo ora. Come puoi tollerarla, tu che sei l'unico che può salvarla? Billie, fallo. Fallo per lei. Noi ce la caveremo!" continuò Adrienne e sorrise timidamente tra le lacrime. Lui si commosse e si inginocchiò ponendosi al livello di sua moglie. Le mise una mano nei capelli e la baciò sulla fronte, per poi stringerla forte contro il suo petto. "Non posso amore mio...perdonami" le disse lui piangendo forte con il viso tra i capelli di lei. Adrienne si dimenava per divincolarsi dalla stretta di lui, siccome ormai lo vedeva come un mostro, un traditore di quella che una volta era la loro famiglia: aveva smesso di amarlo e l'ultimo "no" era stato la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Michael restò imbarazzato davanti tale scena, non voleva essere spettatore di un simile dolore. Ringraziò immediatamente il cielo che una simile disgrazia non fosse capitata a lui, all'interno della sua famiglia.
Quando Adrienne, accompagnata da Jakob, uscì dallo studio di suo marito, questo si portò una mano sugli occhi e guardò l'amico:"Ho deciso. So che cosa devo fare... domani mattina... domani mattina Mary verrà ritrovata morta" disse Billie Joe con voce sicura e convinta. Michael sgranò gli occhi, non poteva crederci:"Pazzo! Come puoi volerla uccidere?!" . "Infatti non lo farò..." disse Billie scuotendo la testa. "La farò solo addormentare. Basterà un sonnifero abbastanza potente e dormirà per molto... tanto da far credere che sia morta." riprese Billie Joe dopo essersi strofinato gli occhi arrossati e stanchi. A Pritchard si fermò il cuore per un attimo:"E quando si risveglierà?! Che ne sarà di lei allora?" . Billie sospirò:"Devi porre fine il più in fretta possibile alle sue sofferenze... non farà in tempo a svegliarsi. Morirà asfissiata nella sua bara senza neanche rendersene conto". Michael restò scioccato, mentre Billie tirava fuori dalla teca di vetro del suo studio un vecchio liquore e due minuscoli bicchierini di cristallo. Li riempì entrambi fino a metà e ne servì uno a Mike, sorridendo tra le lacrime:"Brindiamo alla mia amata Mary, che presto smetterà di soffrire!" . Detto questo, Billie Joe si portò il bicchiere alle labbra e lo svuotò in un sol sorso.
Quella stessa notte, mentre il Dottore preparava tutto l'occorrente per realizzare il suo piano, Frank entrò di nascosto nella stanza della giovane:"Eccomi Mary. Sono qui...qui per te. Di nuovo, come sempre" le sorrise mentre le prendeva la mano e la stringeva tra le sue. Poi prese ad accarezzarla e a parlarle, come sempre. Intanto la fissava, pensando a quanto fosse triste il pensiero che una creatura così bella fosse destinata a un destino tanto orribile.
Dopo circa 20 minuti di discorsi e scherzi, Mary si fece coraggio e aprì appena gli occhi:"Frank...è tanto che ti vorrei chiedere una cosa...ma mai ne ho avuto il coraggio...ora però...sto morendo..." sussurrò lei prendendo a singhiozzare. "Non sono triste per il mio destino, ognuno ottiene quello che si merita. E forse questo deve succedermi...ma ti prego...realizza il mio desiderio: baciami Frank. Baciami...fallo, perchè anche se tu non lo sai...io ti amo da sempre" Mary lo guardava appena e si protendeva verso di lui, attendendo una risposta tra le lacrime. Frank era senza parole, mai si sarebbe aspettato una richiesta del genere. La accarezzò ancora. "Mary... vorrei tanto. Ma chi sono io per meritarmi il tuo primo bacio? Mi dispiace...non posso..." le rispose, mentre se ne pentiva all'istante stesso: avrebbe voluto baciare quelle labbra morbide per ore e ore, da fin troppo tempo. Ma gli mancava il coraggio, si sarebbe sentito come se avesse abusato di lei. La giovane prese a singhiozzare più forte e strinse di più la mano di lui:"Ti prego Frank. Mai ho insistito tanto su qualcosa... ma desidero davvero un tuo bacio. Sto per morire...e non voglio andarmene...senza aver provato questa emozione..." insistette lei. Il giovane la fissò per un secondo, poi senza pensarci ancora chinò il viso su quello di lei e posò le labbra sulle sue. La baciò con passione, amorevolmente e intanto non smetteva di stringerle la mano. Il loro bacio durò qualche minuto, fin quando Frank non udì dei passi fuori dalla porta e si staccò da lei, sorridendole. Joseph di colpo entrò nella stanza e, trovando Frank accanto al letto di sua sorella, se la prese parecchio. Si avvicinò minaccioso e, prendendolo per il colletto della camicia, lo tirò sù e lo fissò negli occhi. "Ora tu esci... e io e te facciamo i conti" gli disse, per poi tentare di tirarlo fuori dalla stanza. Ma Billie Joe, sulla soglia della porta, lo fermò. "Joseph...lascialo stare. Non vedi che, quando sta con lui, Mary è felice? Lasciali in pace..." ordinò. Il ragazzo, senza parlare, lasciò andare Frank e uscì dalla camera di Mary, guardando male suo padre. "Avete altri 5 minuti..." comunicò loro Billie Joe:"Dopodichè voglio passare io un po' di tempo con mia figlia" . Così, in quegli ultimi istanti preziosi, Mary e Frank si scambiarono dolci sguardi e parole d'affetto reciproco. Quando Billie volle entrare e sostituirsi a lui, Frank se ne uscì senza parlare.
Ora l'uomo era pronto: si mise di fianco a sua figlia, domandandole come si sentisse. La carezzò e la coccolò a lungo. "Ora prendi questo Mary...ti farà bene" le sussurrò il padre dopo un po', porgendole una boccetta con un liquido denso di color giallo. Lei con un enorme sforzò si alzò appena e ingoiò quella che credeva essere una medicina. Così, sotto l'attenta supervisione di suo padre, lei si addormentava profondamente.
Alle 4.08 della mattina del giorno 16 Gennaio 1800, Mary Armstrong fu ufficialmente dichiarata deceduta da suo padre, il Dott. Billie Joe Armstrong. In casa scoppiò subito il caos: le domestiche erano allibite e gemevano mentre svolgevano le loro faccende. Frank era scoppiato in lacrime, portandosi le mani al viso e piangendo come un bambino. Adrienne e i suoi figli, distrutti dal dolore, non erano stati da meno. Persino lo stesso Billie Joe sembrava sinceramente afflitto. Mentre tutti piangevano sul presunto cadavere della piccola, lui era l'unico che avvertiva le autorità competenti di ciò che era avvenuto e faceva preparare tutto l'occorrente per il funerale che si sarebbe tenuto il giorno successivo. Joseph lo guardava male: non poteva davvero comprendere come suo padre potesse essere così freddo. Ma Billie sapeva... sapeva che lei non era morta. E voleva farla seppellire, il più in fretta possibile. Il Dott. Pritchard, chiamato anch'egli per verificare se la ragazza fosse effettivamente morta o meno, resse il gioco al suo amico e la dichiarò morta.
Ma la mattina successiva, la donna vestita di nero, la madre della defunta, al funerale se lo sentiva che la sua bambina non era morta. Così insistette parecchio e alla fine riuscì a legare un filo rosso al polso della sua Mary. "Così quando si sveglierà, questo filo uscendo fuori dalla bara e dalla terra, sarà legato a una campanella che suonerà. E allora la tireremo fuori non appena si muoverà!!" Disse Adrienne entusiasta. Jakob credette fosse impazzita, ma Billie Joe e Joseph la lasciarono fare, credendo fosse meglio lasciarle ancora una speranza. Siccome però dalla loro abitazione la campanella non si sarebbe mai sentita, Adrienne si propose di rimanere a veglia della campanella giorno e notte. "Non potete lasciarglielo fare, Padre!" disse piano Jakob, quando solo Billie poteva sentirlo. Anche Michael poi, prendendolo per il polso, gli disse che non avrebbe mai potuto permettere a lei di rimanere, o l'inganno sarebbe stato svelato. Billie annuì, capendo che l'amico aveva ragione. Così, quando ormai il funerale era finito da ore e la sera era calata sul cimitero cittadino, Billie Joe e Michael si avvicinarono alla donna e, dandole un sonnifero, la riportarono a casa.
Billie ormai non si preoccupava più di sua figlia e, riuscendo finalmente a dormire, passò la notte più tranquilla della sua vita. Ma la mattina successiva, quando Frank tornò alla tomba della sua amata per darle il buon giorno come era solito fare, trovò la campanella a terra. Subito capì e corse a casa dei Signori Armstrong, avvisandoli dell'accaduto. Tutti andarono in fretta al cimitero, anche lo stesso Billie Joe: non aveva previsto che si sarebbe svegliata ed ora, preoccupato e sofferente per la sorte che lui stesso aveva riservato alla figlia, era il primo che con in mano una pala scavava per tirare fuori la bara. Quando la ebbero aperta, trovarono uno spettacolo raccapricciante: Mary aveva gli occhi aperti, vitrei, sofferenti. Le mani era ricoperte di sangue e le unghie erano strappate alla radice e conficcate nel coperchio della bara: la ragazza aveva graffiato il coperchio nel vano tentativo di scampare alla sorte. Billie Joe si gettò gridando sul corpo di sua figlia: la attirò a sè e baciandola sulla fronte la strinse come mai prima chiedendole perdono tra le lacrime. Adrienne morì di crepacuore nel momento stesso in cui si rese conto di ciò che era successo. Frank rimase scioccato, come anche i fratelli della ragazza. Quando Mike venne a conoscenza dell'accaduto soffrì particolarmente, sentendosi in colpa: sapeva che Billie aveva avuto una cattiva idea.
La mattina successiva, Billie Joe fu trovato morto in bagno, davanti al suo specchio ridotto in pezzi: sul suo viso si leggeva un'espressione di incredibile terrore, come se avesse visto un fantasma.





La leggenda narra che se a mezzanotte ci si mette davanti a uno specchio e girando su se stessi si dice per tre volte "Bloody Mary", lei vi apparirà di fianco. Se la guardate attraverso lo specchio vi dirà il vostro futuro ma, se vi volterete a guardarla, morirete.
Buon Halloween a tutti.
   
 
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