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Autore: AlexiaLil    31/10/2014    1 recensioni
Cade la neve a Magnolia ed è il compleanno di Ul. La mia piccola maghetta del ghiaccio passerà un interno giorno col suo papo-sama e con mami-sama, insieme alla più rumorosa e casinista gilda di Fiore.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray, Fullbuster, Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pieces of ... Fairy Tail'
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La neve a Magnolia si dovrebbe incorniciare in qualche cartolina per Natale.
Anche col cielo plumbeo e grigio, le nuvole cariche di neve da sgravare addosso alle case e sulle strade e sulle persone, la città innevata è qualcosa da incidere nella mente e non lasciarla andare più via. E’ come se la neve stessa, di solito portatrice di gelo e freddo e brividi, cercasse di riscaldare la città, un’enorme coperta candida posata da chissà chi sopra le teste degli abitanti.
 
Gli alberi spogli e dai rami cristallizzati potevano anche render lugubre il parco e i viali alberati del paese, ma ciò non toglie che la neve, almeno per Ul, era qualcosa di gioioso e soffice, come il suo peluche, che teneva stretto per la zampa posteriore nella mano inguantata. Zia Erza glielo aveva regalato questa mattina, per il suo compleanno, non appena tornata da una missione durata due giorni svolta insieme al suo papà e a zia Wendy.
Il team aveva fatto di tutto per tornare in tempo quel giorno, soprattutto Gray, risultando agli occhi di Titania insopportabile e lagnoso:
 
<< Muoviamoci, devo tornare alla Gilda! Ul mi sta aspettando >>
<< Gray, datti una calmata. Arriveremo in tempo >> gli aveva intimato Erza
<< Non capisci niente Erza! E poi perché diavolo devi sempre portarti tutti quei bagagli? Mi rallent- >> non aveva finito di parlare che Erza gli aveva scaraventato addosso almeno metà dei suoi carichi, con tanto di carretto, con furia. NESSUNO può permettersi di parlare a Titania con quel tono!
<< Allora sbrigati Gray, non metterti a giocare con la mia roba >> gli aveva risposto lei tornando alla calma, superandolo a testa alta e con passo deciso. Molto zen da parte sua.
Del poveretto si vedevano a mal appena le braccia spuntare fra le valigie. Tutto sotto lo sguardo allibito ma rassegnato di Wendy e Charla.
 
Fortunatamente, quella mattina, quando Ul aprì gli occhi, trovò il suo papà dormire affianco a lei e alla mamma nel grande letto della camera matrimoniale. Un enorme bernoccolo si elevava dalla sua capigliatura scompigliata, che Ul fissava interdetta: ma che aveva fatto papo-sama?
<< Papo-sama? >> aveva sussurrato allora lei, cercando di svegliarlo.
Gray mugugnò qualcosa e si girò, dandole la schiena e deciso a dormire.
Non aveva fatto i conti però, con la testardaggine della figlia. Il peggior nemico del suo riposo.
Ul, decisa a svegliarlo, si piegò in posizione fetale e, spingendo con le gambe, poggio i piedi freddi sulla schiena nuda del padre.
Poi, con tutta la sua forza, cominciò a scalciare.
<< PAPO-SAMAAAA! >> urlò a squarciagola.
 Juvia si alzò di scatto girandosi verso la bambina, ma fu spinta fuori dal letto da Gray, che aveva a sua volta spostato la compagna ancora più verso il limite del letto, finendo per farla cadere col sedere sul pavimento.
Gray si sporse per controllare che non si fosse fatta male, mentre portava un braccio dietro la schiena a fermare i piedi della figlia, artigliati entrambi dalla sua mano. Vide Juvia accarezzarsi il sedere, una smorfia sul viso, e lo guardò con rimprovero. Lui, imbarazzato, mormorò un “Scusa” e voltò il capo verso la figlia che stava, intanto, cercando di liberarsi dalla presa ferrea del padre.
<< Papo-sama, lascia i miei piedi. Si arrabbiano >> lo sgridò lei.
<< Come … si arrabbiano? >> la guardò stranito.
<< Eh sì, papo-sama. Non puoi tenerli così vicini, non si vogliono mica bene >>.
Juvia si appoggiò al materasso con le braccia, incrociandole sotto il mento e stando comunque seduta sul pavimento:
<< In che senso non si vogliono bene Ul-chan? >> chiese alla figlia.
Gray si disse che Juvia si sarebbe pentita presto della sua domanda.
<< Mah sì, mami-sama. Litigano e Ul cade, va nelle pozzanghere e loro piangono e cade di nuovo. Cole ha detto che i piedi non possono non volersi bene, ma Ul non gli crede >>.
Gray e Juvia la guardarono strabuzzando gli occhi. Come diavolo potevano venirle in mente certe idee?
<< Ul-chan … >> iniziò sospirando Juvia
<< No Juvia, per favore. Non incoraggiarla a continuare >> la fermò subito il ragazzo.
<< Inco- chè papo-sama? >> domandò curiosa la bimba.
<< No. Niente. Andiamo alla gilda, fiocco di neve* >> le disse.
Juvia non si era spostata di un millimetro, sorridendo al suono del nomignolo di sua figlia e guardando lei e Gray alzarsi dal letto per andare a lavarsi.
Lo guardò prenderla in braccio e farle il solletico, mentre lei si aggrappava a una ciocca di capelli di lui.
Lo guardò stringerla a se, appoggiando il mento sulla morbida testa mora.
<< Ci raggiungi nella vasca, Juvia? >> disse lui, sulla soglia della camera.
<< Certo, Gray-sama >>
Il compleanno di Ul iniziava nei migliori dei modi.
 
 
 
Juvia stava in ginocchio dietro a Ul, tenendole le mani su gli occhi e stando attenta che non guardasse. Fece l’occhiolino a Gray, che aspettava sulla soglia del portone della gilda, pronto ad aprirla:
<< Pronta per la sorpresa, piccola? >> chiese la madre.
<< La sorpresa mangerà Ul? >>
Siamo alle solite.
<< Uf, no fiocco di neve, nessuna sorpresa ti mangerà >>.
<< Allora Ul è prontissima! >> urlò la bimba, alzando le mani a pugno in aria.
Gray aprì il portone: << Apri gli occhi, Ul >>.
Juvia lasciò che la figlia le togliesse le mani dal suo viso, un’espressione di sorpresa sulla faccia alla vista di tutta la gilda davanti al portone, ad augurarle “Sorpresa!” “Buon compleanno Ul-chan!”.
Tutta la gilda era addobbata con fiocchi di neve di carta - << Li ho fatti tutti io, Ul-chan! >> si sentì Nashi gridare, tutta orgogliosa in piedi su un tavolo, tenuta stretta per i fianchi da un Makarov un po’ ansioso – e con il Solid Script Levy si era premurata di far nevicare leggermente all’interno della sala, così che tutti si erano ritrovati a indossare cappotti e cuffie.
Ul giocò per tutta la giornata, ricevette un numero spropositato di regali – un enorme orso bianco di peluche la sovrastava, ma lei testarda cercava di portarselo appresso insieme al pupazzo di zia Erza, dicendo che i bimbi e i papà devono sempre girare insieme - .
Gray e Juvia si godevano lo spettacolo della loro bambina rallegrarsi e giocare, in compagnia della loro famiglia.
 
 
Eeeh buon pomeriggio! Crazy_chan mi ha chiesto la gruvia (per poi dimenticarsene, ma fa niente) e la gruvia ha avuto!
Vi ringrazio tantissimo per i bellissimi commenti che avete lasciato alle mie due precedenti fic, siete stati tutti davvero troppo gentili. Mi avete fatto arrossire e sentire un gran calore, un grande orgoglio. Grazie.
 
*io davvero, ho provato davvero a non far sembrare ‘sta frase pronunciata da Heidi, ma non credo di esserci riuscita. Ma un soprannome alla sua “fiocco di neve” Gray doveva pur trovarlo.
Note:
la parte in corsivo è tutto un flash back, perciò … vi aspetto al secondo capitolo!
 
 
   
 
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