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Autore: My Pride    20/10/2008    10 recensioni
«Trisha»
Sorridi ancora nel sentire la sua voce impastata dal sonno, tendendo la mano verso di lui per accarezzargli lentamente i capelli, come quando coccoli vostro figlio Edward; poi ti sposti piano lungo una guancia, come quando asciughi le lacrime a vostro figlio Alphonse. «Che c'è», gli sussurri in tono dolce.
Lui alza piano un braccio verso di te, ti accarezza a sua volta la guancia e le labbra sottili gli si sollevano in un sorriso. Uno dei pochi che, da un po' di tempo a quella parte, ti regala. «Nulla», mormora, intrecciando le dita fra i tuoi capelli castani. «Volevo solo sentire la tua voce»
[ Van/Trisha ]
[ Dedicata a Red Robin ]
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hohemheim Elric, Trishia Elric
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Tra noi, un addio Titolo: Tra noi, un addio
Autore: My Pride
Fandom: FullMetal Alchemist
Tipologia: Flash fiction [ 876 parole ]
Personaggi: Trisha Elric, Van Hohenheim
Genere: Malinconico, Romantico, Triste
Rating: Arancione
Avvertimenti: Heterosexual, Missing moment


FULLMETAL ALCHEMIST © 2002Hiromu Arakawa/SQUARE ENIX. All Rights Reserved.

    Lui è lì davanti a te e non cerca conforto né compassione, solo un qualcosa difficile da comprendere per se stesso e, forse, anche per te. Lo riesci a capire da come respira tranquillo, ma allo stesso tempo sconvolto. Il suo è ormai diventato un mondo di specchi sui quali si arrampica in precario equilibrio.
    Sospiri silenziosa per non destarlo dal suo sonno, e con la coda dell'occhio lo vedi muoversi senza svegliarsi, così continui ad osservarlo, sorridendo dolcemente come solo tu sai fare. Non ti era mai capitato di essere tu la prima a svegliarti, ma non ci fai caso, limitandoti ad osservare il suo corpo. Quel corpo che, presto o tardi, sai che non vedrai più.
    Ci pensi, ci pensi sempre. Pensi che lo vorresti sempre vicino, che lo vorresti sempre al tuo fianco, ma sai bene che non è possibile. Il tuo, di corpo, lo sente. La malattia lo sta corrodendo a poco a poco, anche se cerchi di non darlo a vedere. Non puoi darlo a vedere. Devi essere forte e decisa, devi farlo per i tuoi figli e per l'uomo che ti guarda con i suoi occhi ambrati, quegli occhi ambrati che ti hanno sempre colpita.
    «Trisha».
    Sorridi ancora nel sentire la sua voce impastata dal sonno, tendendo la mano verso di lui per accarezzargli lentamente i capelli, come quando coccoli vostro figlio Edward; poi ti sposti piano lungo una guancia, come quando asciughi le lacrime a vostro figlio Alphonse. «Che c'è», gli sussurri in tono dolce.
    Lui alza piano un braccio verso di te, ti accarezza a sua volta la guancia e le labbra sottili gli si sollevano in un sorriso. Uno dei pochi che, da un po' di tempo a quella parte, ti regala. «Nulla», mormora, intrecciando le dita fra i tuoi capelli castani. «Volevo solo sentire la tua voce».
    Ti attira delicatamente verso di sé, sfiorandoti le labbra con le sue, e anche questo è qualcosa che fa di rado. Senti che qualcosa non va e gli poggi una mano su una spalla, incontrando la compatta durezza dei suoi muscoli. «Ti senti bene, caro?» gli domandi accorata, vedendolo sorridere maggiormente.
    Come se temesse di farti del male, di rovinare qualcosa di fragile, ti tocca fuggevolmente il collo; solo con due dita, mentre scende verso il tuo seno. «Se ci sei tu, sto sempre bene», ti risponde, fermando la scesa della sua mano proprio lì, sul tuo cuore, e chiude gli occhi come se, ascoltando il tuo battito, riuscisse a vederlo. Come se volesse imprimerselo nella mente. La mano riprende la sua avanzata con dolcezza, prendendo in rassegna il tuo corpo. Non c'è nulla di erotico nei suoi gesti, e tu lo sai bene. Vuole solo ricordarti così come sei adesso e non lo sarai più. «Non mi sembra giusto chiederti di aspettarmi», soggiunge con con un tono triste che non hai mai sentito, ma tu sorridi, poggiando la tua mano sulla sua, stabile sul tuo addome.
    «È ciò che voglio fare», gli confessi, e ora sei tu ad accarezzare il suo corpo; la curva dura e liscia della spalla, i muscoli sodi delle braccia, fino a spostarti verso quel petto che ti da protezione e conforto. Scivoli ancora verso il basso, sfiorandogli un fianco. «Attenderò il tuo ritorno insieme ai bambini», dici ancora, e ringrazi il fatto che lui abbia gli occhi chiusi, perché tu stai piangendo. Non sai cosa te ne dia la certezza, ma qualcosa, dentro di te,
sa che non lo rivedrai mai più. Le lacrime ti rigano il volto e ruzzolano giù sulla sua mano, ma a quel contatto lui riapre gli occhi e ti guarda, allungando un braccio verso di te per cingerti i fianchi. Mai come in quel momento lo senti realmente vicino.
    Sei tu, ora, a chiudere gli occhi. Piangi ancora, ma non ti lasci sfuggire nemmeno un singhiozzo. Sei forte, non devi farlo. Lasci solo che, per quegli attimi, lui ti faccia sentire speciale come la prima volta, e come la prima volta vi amate, temendo che possa essere l'ultima. Le sue mani ti sfiorano appena, così come le sue labbra; lasci che ti conduca in un limbo di piacere come solo lui sa fare, e respirando affannosa cerchi ad occhi chiusi le sue labbra, rubandogli un bacio. Senti il suo caldo respiro solleticarti il viso quando ti allontani, e gli cingi il collo con le braccia esili, facendogli poggiare la testa sul tuo seno, mentre gli accarezzi quei fili d'oro che sono i suoi capelli. Quei capelli che, da quel momento in poi, riscontrerai solo nei vostri figli.
    «Ti amo» sussurra, le sue labbra premute contro la tua pelle sono incurvate in un sorriso.
    Quelle parole sono come il fuoco. Ti bruciano lenta e, ancora una volta, la paura ti attanaglia il cuore, poiché sai che non le sentirai mai più, esattamente come il calore di quel corpo che ti cinge nel suo abbraccio. Dolcezza, possesso, voglia irrefrenabile di non lasciarti.
    Senti solo questo, per adesso. Più mille e mille emozioni che, confuse, pulsano nei vostri cuori, quasi all'unisono; ma, ancora una volta, solo una parola resta indelebile nella tua mente.
Tra noi, un addio.









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