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Autore: Ghost Writer TNCS    01/11/2014    1 recensioni
Elliot Ross, membro della Brigata delle Bestie Selvagge, fa irruzione con un manipolo di compagni in un avveniristico centro di ricerca, riuscendo a fuggire con un innovativo prototipo. Subito la Polizia Galattica avvia le indagini, ma ben presto gli agenti scoprono che nulla è come sembra: i ricercatori coinvolti nel progetto muoiono subito dopo l’arresto o fanno perdere le loro tracce, un ricco uomo d’affari dà rifugio a Ross, e nel frattempo emergono preoccupanti dettagli sul congegno rubato.
Gli agenti dovranno aguzzare l’ingegno per venire a capo di questo intricato caso, offrendo a Samantha e al suo Cane da Caccia la possibilità di individuare e arrestare il pericoloso criminale prima che sia troppo tardi.
E intanto qualcuno, nell’ombra, tira i fili di questo gioco crudele e spietato che potrebbe cambiare gli equilibri dell’intero universo…
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7° posto al contest Legendary tales indetto da Yuko majo
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Ricercato in fuga

Data: 4122 d.s., prima deca[1]
Luogo: pianeta Banvor-2, sistema Banvor
 

Il silenzio della notte ricopriva ogni cosa come un telo invisibile e la bassa vegetazione sembrava completamente priva di fauna. Un cielo stellato ma senza lune faceva da sfondo all’alta recinzione che delimitava il centro di ricerca: un luogo altamente sorvegliato a cui era impossibile accedere senza un apposito pass. Innumerevoli luci illuminavano a giorno il cortile interno, rendendolo l’unica zona non avvolta dalle ombre.

All’improvviso un vetro andò in frantumi e lo scroscio rimbombò nella pianura deserta. Qualcosa era caduto all’esterno dell’edificio, rotolando sul terreno liscio ma polveroso. Si trattava di un essere con due braccia lunghe e molto muscolose e sulla schiena aveva una sorta di corazza simile ad un carapace. Lo strano essere si rimise in piedi, ma subito qualcuno saltò fuori dalla finestra per affrontarlo. Le corna aguzze, le ali membranose e gli occhi senza iride né pupilla suggerivano fosse un demone, caratteristica avvalorata dagli artigli che si allungavano da ogni dito.

«Fermati!» ordinò il nuovo arrivato «Ti dichiaro in arresto!»

Il suo nemico sollevò i medi. «Col cazzo!»

Con un grugnito il bestione si lanciò alla carica, ma il demone non si spostò. Una frusta di energia purpurea si allungò dalla sua mano e con un schiocco secco colpì l’aggressore. La tartaruga umanoide imprecò più volte – quell’arma causava dolorose bruciature dovunque colpisse – poi però la rabbia ebbe la meglio e con un balzo impressionante per uno della sua stazza raggiunse il poliziotto, colpendolo con un pungo.

Nello stesso momento la porta blindata sul tetto dell’edificio venne buttata giù e qualcuno corse fuori. Si trattava di un uomo alto e muscoloso e i suoi fluenti capelli castani erano raccolti in lunghe treccine, molte delle quali a loro volta riunite in una coda di cavallo. Delle piume bianche e rosa arricchivano la sua acconciatura e un’alta fascia rosa gli copriva la fronte con l’obiettivo di tenere a bada le treccine più ribelli, compito assai arduo durante la corsa. Gli occhi erano azzurri e affilati, di rara bellezza, perfettamente a loro agio su quel viso affascinante e superbo al tempo stesso. Il suo corpo riportava diverse ferite, ma nessuna era abbastanza grave da convincerlo a fermarsi.

Senza rallentare si guardò indietro e ben preso individuò i suoi due inseguitori.

«Fermati!» ordinò la donna. I suoi capelli biondi erano raccolti in una coda, acconciatura che, oltre ad essere pratica durante un combattimento, metteva in risalto il suo viso dai tratti dolci e levigati. Gli occhi erano ben delineati, con delle autorevoli iridi dorate e delle sopracciglia piccole ma decise, mentre il corpo era tonico e scattante, costantemente tenuto in esercizio. La divisa che indossava era quella blu tipica della Polizia Galattica e sul dorso della mano sinistra aveva un tatuaggio viola rappresentante una farfalla. Le sue armi: una coppia di grosse pistole argentate simili a delle semiautomatiche, ma dotate di tamburo.

Il fuggitivo non si prese nemmeno la briga di rispondere e saltò giù dal tetto. Immediatamente le sue braccia si tramutarono in ali ricoperte di piume bianche e rosa e il suo corpo divenne quello di un uccello, permettendogli così di volare via nel cielo notturno.

«Vàen, dobbiamo fermarlo!» imprecò l’insettoide. Parlava con un leggero accento e il suo portamento rivelava una discreta esperienza di combattente, probabilmente in qualche arte marziale. Era abbastanza alto e l’esoscheletro verde ramato rivelava un fisico robusto e allenato, i capelli castani erano corti e spettinati, gli occhi composti invece erano scuri e rivelavano una grande forza interiore. Al contrario della sua collega, era in borghese e indossava degli abiti comodi ma resistenti, perfetti per affrontare situazioni come quella. Anche lui era armato, per la precisione di un compatto fucile d’assalto.

Il fuorilegge intanto si allontanava in fretta e, quando il poliziotto provò a prendere la mira, i suoi colpi al plasma non furono abbastanza precisi per raggiungere il nemico.

«Sam, che facciamo?»

La donna digrignò i denti: i suoi revolver non erano un’arma a distanza e nessuno di loro sapeva volare. Guardò in basso e di colpo le venne un’idea.

«Vieni Taiga[2], mi è venuta un’idea!»

L’insettoide la vide saltare giù dal tetto e senza esitazione la seguì. Per fortuna il laboratorio era solo a due piani e quindi riuscirono ad attutire la caduta con una precisa capriola.

Subito la pistolera aprì il fuoco contro la tartaruga umanoide e il suo collega la imitò. Ben presto il bestione fu costretto ad indietreggiare e questo permise ai due di raggiungere il demone.

«Lanolin, Ross sta scappando! Ce la fai ad inseguirlo?»

Il poliziotto si alzò. Aveva diverse ferite, ma si sforzò di annuire. «Ci penso io.»

L’agente spiccò il volo e la donna rivolse la sua attenzione al nuovo nemico. Taiga lo stava tenendo occupato con il fucile al plasma, ma i colpi non si stavano rivelando molto efficaci.

«Non mi fate nemmeno il solletico!» si vantò il bestione «Ora vi faccio vedere io!»

Senza paura si lanciò alla carica e Sam sollevò le sue pistole. Con i pollici spostò delle levette vicine alle impugnature, quindi fece ruotare di una posizione i tamburi. Senza perdere tempo la poliziotta rimise a posto le due levette e prese la mira. Il nemico era ormai a pochi passi, ma lei non si fece intimorire e con decisione affondò sui grilletti.

Bastò un attimo. Ci fu un doppio scoppio e poi il criminale venne scaraventato all’indietro da una violenta onda d’urto che lo fece stramazzare a terra quattro metri più indietro.

Il bestione emise un rantolo soffocato, incapace di muoversi.

«Non farla tanto lunga!» sbottò la poliziotta «Manco avessi usato gli anticarro…»

«Vàen, ce ne saranno altri?» domandò Taiga mentre sigillava il fuorilegge in una capsula dimensionale.

«Ora vediamo di scoprirlo…» La poliziotta premette un pulsante sull’overwatch che aveva al polso e subito comparve uno schermo olografico. «Qui Samantha Domino, ne abbiamo preso uno. La vostra situazione?»

Uno dopo l’altro tutti gli agenti fecero rapporto, confermando l’avvenuta cattura dei criminali. Solo uno dovette dare una brutta notizia: «Qui Lanolin Agæsay. Mi spiace, Ross è fuggito.»

Una volta che tutti ebbero dato il loro responso, il commissario ordinò di fare un ultimo controllo della struttura per assicurarsi di averla messa in sicurezza e poi si imbarcarono sul trasporto spaziale per fare ritorno al comando. Dovevano pensare ad un piano per rintracciare in fretta il fuggitivo e assicurarlo alla giustizia.

Taiga si concesse un sospiro rassegnato. «Vàen, e io che speravo di potermi rilassare un po’ dopo questa operazione…»

***

«Come ben sapete, Ross è fuggito.» Furono queste le prime parole del commissario, un uomo dagli occhi completamente neri e dalle narici simili a branchie. Grazie ad una soffiata erano riusciti a scoprire in anticipo il piano del pericoloso criminale, ma l’opposizione del direttore del centro di ricerca aveva ritardato di molto la loro contromossa e di conseguenza, una volta arrivati a destinazione, il furto era già stato commesso. Per fortuna erano riusciti a catturare tutti i membri della banda prima che tagliassero la corda, però il loro obiettivo principale era scappato con la preziosa refurtiva: il preziosissimo componente di un’apparecchiatura medica. «Tuttavia ho una mezza buona notizia: siamo riusciti a rintracciarlo per un breve periodo. Dopo aver fatto perdere le tracce, si è diretto verso la più vicina stazione spaziale e da lì ha rubato un’astronave privata. Purtroppo non siamo ancora riusciti ad individuare la sua nuova posizione.»

«Potrebbe essere tornato nella base dei suoi.» ipotizzò un agente, un giovane carcarodon[3] dalla carnagione ramata, facilmente riconoscibile per via del naso che formava un arco omogeneo dalla base della fronte fin sopra la bocca e dai denti da squalo. Come la maggior parte dei presenti, indossava l’uniforme, ma non la portava seguendo rigidamente le regole della Polizia Galattica, infatti aveva anche una cuffia a righe orizzontali grigie e nere.

«Lo escludiamo.» ribatté il commissario «Sappiamo che la Brigata delle Bestie Selvagge[4] ha il suo nascondiglio sul pianeta Shytia, tuttavia non abbiamo individuato l’astronave rubata da quelle parti.»

«Magari non vuole tornare lì.» suggerì una poliziotta. Il suo aspetto era quello di una felina umanoide, quindi molto probabilmente apparteneva alla specie degli ailurantropi[5]. Il fisico slanciato e le linee nere sul viso richiamavano quelli dei ghepardi, la corta pelliccia arancione a strisce invece ricordava quella delle tigri. Le iridi gialle rivelavano un grande intuito e una saggezza notevole, soprattutto se confrontata con il suo corpo che non dimostrava all’incirca trent’anni, portava diversi orecchini e sulla coda aveva alcuni anelli dorati con delle finte pietre simili a rubini.

«Perché non dovrebbe?» obiettò qualcuno.

«Sul rapporto diceva che Elliot Ross è un tipo arrogante, egocentrico e con una discreta attitudine all’insubordinazione.» spiegò la donna «Da quando è entrato nella Brigata delle Bestie Selvagge, si è molto messo in mostra, quindi credo sia plausibile che voglia creare un suo gruppo criminale, o magari che voglia addirittura diventare il nuovo leader della Brigata.»

«Non hai tutti i torti, ma dubito che sarebbe in grado di sconfiggere la Regina delle Bestie.» obiettò Samantha.

«Probabilmente hai ragione,» convenne l’ailurantropa «però credo sia un’opzione da tenere presente. E poi c’è un’altra cosa che non mi quadra: ho fatto qualche ricerca e sono quasi certa che l’oggetto che ha rubato non sia il componente di un’apparecchiatura medica di valore. Ho provato a scoprire qualcosa in più, ma purtroppo quasi tutti i dati contenuti nel centro di ricerca erano già stati cancellati.»

«Grandioso!» esclamò sarcastico il giovane carcarodon «Come se non avessimo già abbastanza problemi!»

***

Dhar Lawrence Ashburnum La-Millian osservò dal suo studio il meraviglioso paesaggio sorseggiando con tranquillità una bevanda calda e profumata. Lo spettacolare panorama offriva il massimo della sua bellezza proprio nelle ore serali, quando la luce aranciata del tramonto faceva luccicare le cascate di finta acqua e metteva in risalto le linee ricercate delle ville.

L’uomo appoggiò la tazza sull’apposito piattino e appoggiò le otto dita palmate sulla pancia. Era un cosiddetto “anfibiano[6] di seconda generazione” – una sottospecie discendente dagli anfibiani che si era adattata a vivere stabilmente sulla terraferma – la pelle liscissima era di un color rosso mattone e sul viso vagamente triangolare, spiccavano due acuti occhi verde scuro. Ultimamente aveva preso qualche chilo, ma questo non era un problema per un imprenditore di successo come lui: grazie al suo enorme patrimonio si era perfino potuto comprare il titolo di dhar.

Prese un altro dolce sorso dalla tazza decorata a mano. Ora che aveva portato a termine quell’importante trattativa, si era potuto concedere un po’ di giorni di relax, e quale posto migliore della sua lussuosissima villa? Il panorama del mare incontaminato era impareggiabile, con qualche leggera nuvola che striava il cielo, e la costa talmente vicina che quasi gli sembrava di sentire il suono della risacca. Senza contare che la residenza – un complesso edificio che occupava ben quattro isole fluttuanti – era dotata di tutti i confort possibili, con un grande salone per i ricevimenti e anche un campo di basya al coperto.

Purtroppo un droide della servitù venne ad interrompere la sua pace. «Mi scusi signore, c’è un uomo che desidera parlare con lei. Ha detto di chiamarsi Elliot Ross.», e gli mostrò un ologramma dello stesso.

Se fosse stata una persona qualsiasi o un socio d’affari di poco conto, dhar Lawrence non ci avrebbe pensato due volte a mandarlo via, ma sentendo quel nome e vedendo quel volto, cambiò subito idea. «Fallo venire qui.»

«Subito, signore.»

Il droide uscì dal grande locale e poco dopo tornò indietro insieme ad Elliot Ross. La sua canotta era tutta sbrindellata e aveva diverse ferite superficiali, alcune delle piume bianche e rosa che decoravano le treccine sembravano un po’ sciupate, ma i suoi occhi azzurri avevano comunque un evidente riflesso di soddisfazione.

«Lasciaci.» ordinò l’anfibiano.

Subito la macchina abbandonò la stanza e richiuse la porta alle sue spalle senza fare rumore.

Una volta soli, Elliot non perse tempo e si lasciò cadere su una delle lussuose poltrone imbottite. Sorrise. «Felice di vedermi?»

Dhar Lawrence non ricambiò il sorriso. «“Felice” non è esattamente il termine che userei per descrivere il mio attuale stato d’animo.»


[1] La sigla d.s. indica la datazione spaziale (detta anche datazione standard). L’anno spaziale ha una durata di circa 1,12 anni terrestri e si divide in 10 mesi chiamati “deche”.
Le età vengono comunque indicate secondo la durata dell’anno terrestre.

[2] Samantha e Taiga sono presenti anche nella ministoria Peccato e Redenzione.

[3] Specie originale di TNCS. Il termine deriva dal nome scientifico dello squalo bianco: Carcharodon carcharias.

[4] Le vicende riguardanti la Brigata delle Bestie Selvagge sono raccontate nella saga BBS.

[5] Specie originale di TNCS. Il nome è una fusione delle parole greche “ailouros” (gatto) e “anthropos” (uomo).

[6] Specie originale di TNCS. Il termine deriva dalla classe degli anfibi (Amphibia nella classificazione scientifica).

   
 
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