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Autore: Eulalia_writer    01/11/2014    2 recensioni
Pov Morgan
X factor è finito ed è la Vigilia di Natale.
Dal testo: "Ehi Marco, perchè piange? Okay wait me. I'll be there in an half hour".
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto male. Sto tanto male, non so perché. Sarà che è la vigilia di Natale e io sto sul pavimento del bagno a piangere, sarà che Asia ha appena chiamato per dire che non porterà qui Anna Lou per festeggiare, o perchè dalla radio del salotto arriva il suono malinconico di un pezzo per piano, fatto sta che sto male. Cosa fai quando stai male e sei solo? La risposta fa capolino nella mia mente sulle note della nuova canzone che sento arrivare dalla sala. Mi alzo, raggiungo il divano e recupero il cellulare. “Dovrei avere il suo numero” penso, e infatti eccolo. “Underwater” finisce prima che dall'altro capo del telefono risponda qualcuno, lasciandomi una strana sensazione di vuoto. Finalmente, appena prima che scatti la segreteria, sento la sua voce allegra: - «Ciáo Marco, how are you?»
«Michael potresti venire qui? Io...» comincio a piangere di nuovo.
«Ehi Marco, perchè piange? Okay wait me. I'll be there in an half hour»
Riattacco e mi piazzo davanti alla finestra: sta nevicando.
Dieci minuti dopo la mezz'ora stabilita, un'auto nera compare in fondo al viale, spezzando il candore dei fiocchi caduti fino ad ora. Esce dalla postazione del guidatore tutto infagottato, al punto che inizio a chiedermi se sia davvero lui. Il campanello suona mentre io sono ancora davanti alla finestra, fermo a guardare il mio respiro che appanna la superficie fredda del vetro al quale sono appoggiato.
- «È aperto» grido abbastanza forte perchè riesca a sentirmi.
Entra e si richiude subito la porta alle spalle, ridendo da solo: - «Ah marco. Da quando io erá picolo non vedeva tanta neve».
Io sorrido appena, mentre nella mia mente compare l'immagine di un Mika bambino che insegue le sue sorelle mentre i fiocchi continuano a scendere intorno a loro.
- «Ma che ci fa li per téra? C'mon, you're gonna get ill. Come here» si siede sul divano dopo essersi liberato dei cento strati di vestiti nei quali si era avvolto per via del freddo e mi fa segno di sedermi accanto a lui. Ubbidisco, perchè non ho proprio voglia di controbattere. Michael emana calore e l'istinto mi impone di abbracciarlo, cosa che faccio subito: Michael mi stringe a sua volta e rimaniamo per un po' così, in silenzio. Sono io il primo a staccarmi, perchè mi rendo conto che magari lui è infastidito da questo affetto improvvisato, soprattutto perchè sono quasi 13 giorni che non ci sentiamo.
- «Scusa, io...»
- «Non te deve scusare, Marco. Piutósto, come stai?»
- «Non lo so. Sto male -rispondo- c'era una musica triste prima, e Asia ha detto che non passeranno il Natale con me, mi sento dannatamente solo e inutile e sono un disco rovinato che non serve più a nessuno
» appena vede che le lacrime mi stanno salendo di nuovo, mi abbraccia e io nascondo il viso contro di lui, nell'incavo tra la clavicola e il collo.
- «Ssht Marco. Va tuto bene. Adesso troviamo un… come si chiama? A way to make you feel better, okkai?
» si guarda intorno, finchè non individua qualcosa e gli occhi gli si illuminano: - «Senti Marco -mi dice con un sorriso irresistibile, allontanandosi quanto basta per guardarmi in faccia- do you trust me?»
Annuisco e lui si alza, dirigendosi allo scaffale dove ho riposto tutti i cd che ho accumulato negli anni: fa scorrere le dita lunghe sulle custodie di plastica, fermandosi solo dopo aver estratto una custodia e aver inserito il disco nello stereo.
- «Ma tu odi ascoltare le tue canzoni
» gli faccio notare mentre le note di “We are golden” invadono la stanza.
- «Lo so. Ma tu sta male e quando io sta male ballo. And this is perfect for dancing -mi si avvicina e mi tende una mano per farmi alzare dal divano- vuole balare con me?»
Rido e accetto con una riverenza. Mi trascina in mezzo alla stanza e comincia a muoversi convulsamente.
«Lo chiami ballare quello?» è impossibile rimanere seri di fronte ad un simile spettacolo.
- «Nesuno me ha mai insegnato how to dance, quindi balo così» mi sento rispondere, prima che mi afferri le mani e mi costringa a saltare con lui. Se qualcuno entrasse dalla porta in questo istante, probabilmente morirebbe dal ridere: sembriamo due perfetti idioti, passiamo da un passo di valzer ad una sequenza di buffi movimenti hip hop con perfetto nonchalance.
La musica finisce e crollo sul divano -cosa che fa anche Michael- e rimaniamo in silenzio a riprendere fiato. La melodia successiva comincia ad aleggiare nell'aria, ma nessuno dei due ci fa troppo caso. 
- «Sta bene?» mi chiede afferrandomi per le salle e guardandomi negli occhi: annuisco e mi concedo un sorriso, cosa che fa anche lui.
«Se domani vuole, puoi venire a casa mia: Andy ha arrivato a Milano perchè voleva celebrate Christmas with me». Lui è buono e mi ritrovo di nuovo con gli occhi lucidi a pensare che rischerei solo di guastargli la festa.
- «Vi rovinerei l'atmosfera» dico, cercando di non dare a vedere quanto mi sia difficile trattenere le lacrime.
- «Io non sa bene cosa significa, ma certanly tu non puo' rovinare niente»
Addio ai tentativi di non piangere: - «Grazie Mika. Mi farebbe molto piacere» lo abbraccio: sono decisamente troppo sentimentale oggi.
- «That's great! You will finally meet Andrew!»
Il suo cellulare suona e neanche a farlo apposta è proprio il suo fidanzato che ha bisogno di aiuto per finire con le decorazioni.
- «Would you like to come with me?» mi chiede mentre si infila il cappotto e quel cappellino di lana buffo con il pon–pon.
- «No, thanks. Devo andare in un posto prima che la neve ci sommerga tutti» gli comunico scortandolo alla porta.
«Uuh e dove va? El parruchiere te aspetta per farti bello?» ammicca con un sorriso.
«Segreto»
«Oh, c'mon, please: I'm curious»
«Devo prendervi un regalo, no?»
Il suo viso si illumina e comincia a battere le mani.
«Te comprarà qualcosa anche io» dichiara mentre attraversa il viale e sale in macchina.
Lo guardo dall'uscio mentre lo stereo manda le parole di I see you.
- «You mean the world to me but you’ll never know» canticchio mentre gli faccio ciao–ciao con la mano: non può sentirmi ma va bene. Va tutto bene. Sto bene grazie a lui.

 

  
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