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Autore: FigliadiDurin    01/11/2014    3 recensioni
Uno, due, tre schiaffi.
John aveva sul volto una smorfia di disgusto, aveva bisogno di capire, di sentire cosa i suoi figli avevano da dirgli.
Ma si sapeva, loro non formavano una normale famiglia americana, loro erano i stramaladetti Winchester ed era concepibile trovare i propri figli a baciarsi su un letto di motel.
John per la prima volta -pieno di una rabbia cieca e violenta- voleva scappare dai mostri.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Prima dell'inizio
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Uno schiaffo in pieno volto.
Dean non alzava la testa, aveva imparato a spaventarsi di quello sguardo indagatore e minaccioso. John rimase ad osservarlo ancora un po', con una smorfia che si avvicinava al disgusto sul viso. Si era sbracciato le maniche come chi deve impartire una lezione a suon di ceffoni e schiaffi. Non era sicuro di voler sentire quello che Dean aveva da dirgli, quello che i suoi figli avevano da dirgli; ma aveva bisogno di capire e magari anche di scoprire qualcosa di diverso da quello di cui era venuto a conoscenza. John sperava di aver capito male, lo sperava con tutto il cuore, sarebbe stato tutto più facile, meno doloroso, meno strano.

Aveva spedito Sam in bagno. Sentiva il rumore dei singhiozzi, erano forti e facevano paura; il pesante respiro era udibile anche dietro le spesse mura.
Dean si era girato, non voleva vedere il padre, non aveva il coraggio nè la forza. Si stava già punendo interiormente con se stesso; la pietra che portava legata al cuore si era sgretolata e piccoli frammenti erano rimasti incastrati: facevano un male atroce.


Due schiaffi.
La pelle della guancia era diventata rossa come la rabbia di John.
- Perché Dean?-
La risposta non arrivò; l'insaziabile rabbia dentro John scalpitava, violenta, pazza, cieca. I suoi occhi erano in fiamme, le mani quando non colpivano il suo primogenito erano strette in un pugno talmente forte da far diventare la pelle bianca.
John non era il classico padre americano: quando tornava la sera tardi da lavoro non trovava una moglie ad aspettarlo ed dei figli che giocavano ancora piccoli sul tappeto. In realtà, papà Winchester accasava dopo giorni o perfino dopo settimane da una caccia dove aveva combatutto con un'altra fottuta creatura infernale; al ritorno trovava i figli aggrovigliati su un letto, con le bocche unite e le mani erranti sul corpo dell'altro. Loro erano gli stramaladetti Winchester; sembrava normale.
- Perché Dean, cazzo?-
Una lacrima rigò il viso del figlio; Dean si sentiva in colpa, essa lo logorava e gli rendeva impossibile dare una risposta sensata al padre. Avrebbe voluto dire che non sapeva il perché, che era semplicemente successo, che come una cosa naturale era andata avanti senza portarsi addosso la gravità che quel gesto esercitava. Avevano solo agito senza pensare; era bello ed era facile.


Tre schiaffi.
Dean come da copione si addossava la colpa, lui aveva Sammy da proteggere e suo padre un soldato giusto su cui scaricare incessantemente la propria disperazione. Odiava farsi vedere così vulnerabile da John, sconfitto e fragile, non degno di essere suo figlio o un cacciatore.
Sperava tanto che suo padre si arrendesse a quel patetico e doloroso siparietto. John sapeva; era stato lui stesso a spingerli così vicini, ad unirli in un legame di cui non si conoscono confini, era stato lui ad insegnarli quell'amore perverso e profondo che li pervadeva ormai da tempo. Un legame giusto in qualunque caso e momento. Lui - aveva capito di aver sbagliato fin da quando aveva affidato ad un bambino di quattro anni un neonato da portare in salvo - sapeva.
-Perché?-
Il tono usato fu forte, autoritario, irremovibile; la sua era una domanda che necessitava obbligatoriamente di una risposta e Dean era spaventato, doveva proteggere Sam.
Usare le parole in quella situazione si dimostrò ancora più difficile di quanto non lo fosse già prima; non aveva mai imparato a parlare, si era sempre accontentato di dimostrare tutto con i fatti.


Quattro schiaffi.
I pugni violenti di Sam sbattevano sulla porta mentre urlava forsennatamente di lasciare stare il fratello maggiore. John si sarebbe occupato di lui dopo o forse non l'avrebbe fatto, aveva sempre preferito sfogarsi su Dean. Proprio quest'ultimo pregava il fratello di smetterla perchè quei pugni non erano che altri colpi che incassava il suo cuore.
Doveva parlare; dire qualcosa per Sam, per proteggerlo e per portare a termine lo scopo per cui era nato.
-Sono stato...io-
-Cioè stavamo scherzando..eravamo sul letto, e poi...scusa papà, io..-


Cinque schiaffi. Un pugno nello stomaco.
Dean chiuse gli occhi per via del dolore, cercò di riprendere fiato; si convinse che se avesse preso lui tutti quei colpi suo padre poi non sarebbe passato a Sam.
-..l'ho baciato papà, non lo so...papà io non lo so perchè l'ho fatto credimi, ma mi è..-
Dean si interruppe forse per non peggiorare la situazione ulteriormente.
-E cosa Dean? -
-Mi è piaciuto-


Due pugni nello stomaco.
John urlò nell'aria, un grido rabbioso, sembrava che si stesse controllando dal spaccare ogni cosa.
-Ti prego non fare del male a Sam, ti prego, lui non c'entra niente-
Cercava di dire il figlio rotto in due dal dolore e con il respiro irregolare, quasi assente.


L'urto di una sedia che cadeva, il rumore di un vetro in frantumi.
John aveva la mano macchiata di sangue, ferita e con piccoli pezzetti di vetro rimasti incastrati nei risvolti della camicia. Aveva dipinta sul volto una furia quasi assassina,; un calcio nel muro fece smettere Sam di urlare.
John si sentì soffocare dentro quella stanza piccola, aveva bisogno di uscire fuori; capì che per la prima volta era lui che scappava dal mostro.

Sbattè violentamente la porta lasciando i figli per l'ennesima volta da soli in un motel, non ne era dispiaciuto quella volta.
Dean corse ad aprire a Sam che aveva il viso bagnato dalle lacrime e gli occhi grandi ancora lucidi, il maggiore lo prese comunque in braccio nonostante l'età, il padre e tutta la legge dell'universo.
Lo tenne in braccio finché non si calmò e poi gli diede un bacio sulle labbra, perché lo volevano entrambi e perché piaceva ad entrambi.
   
 
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