A Berk era una giornata tranquilla, una di quelle giornate primaverili in cui gli abitanti del villaggio si radunavano in piazza a godere del sole, dopo il lavoro, e chiacchieravano serenamente tra loro, passando il tempo.
Quel giorno, l'argomento di conversazione principale era la nuova isola scoperta, che i ragazzi dell'Accademia dei Draghi, capitanati dal diciannovenne Hiccup, erano andati ad esplorare.
Tutti si chiedevano quali draghi ci fossero, e aspettavano il ritorno dei giovani per avere un rapporto dettagliato.
Finalmente videro, in lontananza, le sagome dei draghi dell'Accademia, e si radunarono, in attesa del loro arrivo. Stoick si fermò davanti a tutti, fissando il gruppo che si avvicinava lentamente; Skarakkio, accanto a lui, li guardava attraverso uno dei cannocchiali costruiti da Hiccup.
Dopo un po', il vecchio fabbro guardò l'amico con aria preoccupata.
"Ho paura che l'esplorazione non sia andata benissimo." disse, poi passò il cannocchiale a Stoick, che lo puntò in direzione del gruppo di Cavalieri, poi si rivolse al gruppo di persone più vicino.
"Chiamate Stizzabifolco!" ordinò "Deve venire qui immediatamente!"
Alcuni uomini corsero via, e poco dopo Stizzabifolco raggiunse il suo capo, nel piazzale.
"Cosa succede?" domandò, preoccupato.
"I ragazzi stanno tornando dal giro esplorativo." spiegò l'altro "Ma Zannecurve sembra non avere nessuno in sella. Spero non sia successo nulla di grave, ma fossi in te mi preparerei."
Stizzabifolco annuì, e venne fatto spazio nella piazza per far atterrare i draghi. Sdentato si posò per primo, e Hiccup saltò a terra, raggiunto subito dopo dagli altri. Teneva tra le braccia quello che sembrava un involto di vestiti. Stoick, Skarakkio e Stizzabifolco si avvicinarono, preoccupati.
Hiccup fece un respiro profondo, guardando gli altri ragazzi, poi si decise e parlò.
"Quell'isola è infestata dai Pungirapido, conviene stare a distanza." riferì "Ma non è tutto. Abbiamo trovato un Pungolo Orrendo, e Moccicoso è stato punto."
"Cosa?!" esclamò Stizzabifolco, prendendo il ragazzo per le spalle, in panico "Per favore, ditemi che gli avete dato una sepoltura degna!"
"Ehm... Non è morto, tranquillo... sta bene, credo..." lo rassicurò il giovane.
"Ma... se sta bene perché non è tornato con voi?" insistette l'uomo.
"Lo ha fatto." concluse Hiccup, poi spostò un lembo dall'involto che aveva in braccio "E ora sappiamo anche quale effetto ha il veleno del Pungolo Orrendo sugli umani."
Stizzabifolco fece un passo indietro, shockato: dentro l'involto di vestiti tenuto da Hiccup c'era un neonato tremante che non poteva avere più di tre mesi, ma che aveva i lineamenti di Moccicoso.
Stoick si avvicinò, osservandolo, poi posò una mano sulla spalla del fratello e si rivolse al figlio.
"Andiamo a casa. Ci spiegherete tutto in privato." disse, quindi si allontanò assieme agli altri due uomini.
Hiccup guardò per l'ennesima volta il bambino che teneva in braccio, sospirando.
"Spero che tu mi capisca, cugino..." disse "Vedrai, troveremo una cura, rimetterò tutto a posto."
Il bambino aprì gli occhi e lo fissò, spaventato e tremante. Hiccup lo coprì meglio e si voltò verso Astrid, che si era avvicinata e lo guardava preoccupata.
"Andiamo, Hiccup." suggerì la ragazza "Ci stanno aspettando per sapere il resto della storia."
Hiccup annuì e si diresse a casa con gli altri.
Fecero un resoconto dettagliato di quanto successo sull'isola, senza tralasciare nulla. Al termine del racconto, tutti fissarono Moccicoso, che era ancora in braccio a Hiccup, avvolto nei suoi stessi vestiti, troppo grandi, e si era addormentato.
"Sentite..." concluse Hiccup, con aria colpevole "Se è in queste condizioni è colpa mia... mi occuperò io di lui, mentre cerchiamo un antidoto al veleno."
"Sei proprio sicuro, ragazzo?" domandò Stizzabifolco "Non sarà semplice occuparsi di lui."
"Devo farlo." sospirò il ragazzo "Ho solo bisogno di un po' di cose, tipo vestiti e qualcosa per dargli il latte."
"Me ne occupo io." rispose Stoick, uscendo di casa.
"Ti cedo anche la casa, Hiccup." suggerì Stizzabifolco "Ne avrai bisogno, non voglio che tuo padre senta le urla di mio figlio, quando si metterà a urlare in piena notte per mangiare."
"Oh, grandioso..." borbottò Hiccup "Va bene, grazie."
Poco dopo il giovane si diresse a casa Jorgenson, per poterla sistemare in modo da potersi occupare meglio di Moccicoso. Sdentato e Zannecurve lo seguirono, mettendosi in un angolo della cucina, senza disturbare, mentre alcuni uomini portarono una vecchia culla e della biancheria per bambini, e Skarakkio riuscì a recuperare una bottiglia ricavata da una zucca, a cui aveva applicato un tappo in cuoio a forma di tettarella, ideale per dare il latte a un bambino.
Hiccup osservò tutti i preparativi, senza mollare un attimo Moccicoso, il quale si era svegliato e si guardava intorno, tirando su col naso.
Quando tutti se ne furono andati, Astrid entrò e si guardò intorno, avvicinandosi al giovane.
"Sei sicuro di non volere aiuto?" domandò ancora.
"È una mia responsabilità, devo farlo io." insistette il ragazzo.
"Va bene, ma se hai bisogno, sai dove trovarmi." rispose la ragazza, prima di stampargli un bacio sulla guancia e correre fuori.