«
Aomine, esci da lì. » la pazienza di Momoi Kaoru
era monumentale. Chiunque l’avrebbe detto, venendo a
conoscenza della sua infanzia con l’asso della squadra
femminile del Too – e del fatto che fosse una balia di quella
ragazza a tempo indeterminato e gratis.
Il ragazzo, allora, bussa nuovamente alla porta del bagno ricevendo un
‘no’
urlato a pieni polmoni.
« Avanti, Aominecchi, sarà divertente! » fa allora Kise Mitsuru, seduta compostamente sul letto della proprietaria della stanza. La bionda modella, vestita di tutto punto e armata di carta di credito, ancora non ha capito come Momoi sia riuscito a convincerla a gettarsi in quell’impresa disperata. Nella sua mente è ancora fresco l’ultimo tentativo di portare quell’asso dai capelli indaco a fare shopping.
« Ake… Aomine, non puoi continuare così per il resto dell’anno! » ringhia allora Momoi. « Hai tre felpe bucate, almeno cinque paia di scarpe da buttare e sta arrivando il cambio di stagione! »
« Momocchi, e tu come fai a saperlo? » chiede allora Kise, con finta ingenuità. Kaoru arrossisce, non sapendo che risposta dare di preciso. Mica poteva ammettere di aver frugato tra i vestiti dell’amica d’infanzia – Kise avrebbe sospirato alla sua solita maniera e avrebbe ripreso con la solita tiritera del “e Aida-kun non dice niente, di questa cosa?”. E no, non aveva bisogno anche di quello. Il suo ragazzo era già abbastanza isterico e complessato così com’era.
Il suo silenzio è così eloquente che Kise non sente il bisogno di una risposta. Certe volte poteva dirsi invidiosa del legame che i due condividevano. Ne voleva uno così con la sua senpai. Peccato che si fosse scelta una tsundere di tutto rispetto, e approcciarsi a quella donna dai calci rotanti era tutt’altro che facile.
« Dobbiamo, piuttosto, trovare un modo per fare uscire Aomine da lì dentro. » fa allora il ragazzo. Kise sembra rimuginarci un poco.
« Aominecchi! Se vieni fuori ti offro tre parfait e ti faccio ottenere uno sconto sulle Air Jordan. »
Momoi non fa in tempo a inarcare un sopracciglio per la scemenza che è uscita dalla bocca di Kise che la porta del bagno si apre, ne esce fuori una folata che gli scombina le ciocche di capelli e trova Aomine già sulla porta.
« Allora, andiamo? » fa lei, impaziente. Agli occhi di entrambi sembra una bambina. Kise sembra soddisfatta del proprio operato. Si ravviva le ciocche bionde e si alza dal letto.
« Non offenderti Momocchi. ~ »
« Non mi sono offeso. Mi sto solo chiedendo se davvero riuscirai ad ottenere quello sconto. Altrimenti Aomine non ti parlerà per mesi. » Mitsuru sorride raggiante.
« Non ti preoccupare, Momocchi! Ho un piano infallibile! »
« Avanti, Aominecchi, sarà divertente! » fa allora Kise Mitsuru, seduta compostamente sul letto della proprietaria della stanza. La bionda modella, vestita di tutto punto e armata di carta di credito, ancora non ha capito come Momoi sia riuscito a convincerla a gettarsi in quell’impresa disperata. Nella sua mente è ancora fresco l’ultimo tentativo di portare quell’asso dai capelli indaco a fare shopping.
« Ake… Aomine, non puoi continuare così per il resto dell’anno! » ringhia allora Momoi. « Hai tre felpe bucate, almeno cinque paia di scarpe da buttare e sta arrivando il cambio di stagione! »
« Momocchi, e tu come fai a saperlo? » chiede allora Kise, con finta ingenuità. Kaoru arrossisce, non sapendo che risposta dare di preciso. Mica poteva ammettere di aver frugato tra i vestiti dell’amica d’infanzia – Kise avrebbe sospirato alla sua solita maniera e avrebbe ripreso con la solita tiritera del “e Aida-kun non dice niente, di questa cosa?”. E no, non aveva bisogno anche di quello. Il suo ragazzo era già abbastanza isterico e complessato così com’era.
Il suo silenzio è così eloquente che Kise non sente il bisogno di una risposta. Certe volte poteva dirsi invidiosa del legame che i due condividevano. Ne voleva uno così con la sua senpai. Peccato che si fosse scelta una tsundere di tutto rispetto, e approcciarsi a quella donna dai calci rotanti era tutt’altro che facile.
« Dobbiamo, piuttosto, trovare un modo per fare uscire Aomine da lì dentro. » fa allora il ragazzo. Kise sembra rimuginarci un poco.
« Aominecchi! Se vieni fuori ti offro tre parfait e ti faccio ottenere uno sconto sulle Air Jordan. »
Momoi non fa in tempo a inarcare un sopracciglio per la scemenza che è uscita dalla bocca di Kise che la porta del bagno si apre, ne esce fuori una folata che gli scombina le ciocche di capelli e trova Aomine già sulla porta.
« Allora, andiamo? » fa lei, impaziente. Agli occhi di entrambi sembra una bambina. Kise sembra soddisfatta del proprio operato. Si ravviva le ciocche bionde e si alza dal letto.
« Non offenderti Momocchi. ~ »
« Non mi sono offeso. Mi sto solo chiedendo se davvero riuscirai ad ottenere quello sconto. Altrimenti Aomine non ti parlerà per mesi. » Mitsuru sorride raggiante.
« Non ti preoccupare, Momocchi! Ho un piano infallibile! »
«
Stava andando tutto bene!
»
« Kaoru, tu e le tue manie... »
« Ma che potevo farci? »
« Potevi evitare di lanciare addosso a Mitsuru la tua felpa. »
« Aveva una scollatura oscena! »
« Ora capisco perché è gay. »
« Anch’io. »
« Kaoru, tu e le tue manie... »
« Ma che potevo farci? »
« Potevi evitare di lanciare addosso a Mitsuru la tua felpa. »
« Aveva una scollatura oscena! »
« Ora capisco perché è gay. »
« Anch’io. »
Okke.
Prima di tutto, questa flash è il frutto delle castronerie che sparo in chat. E mi sembra corretto dedicarla a mughetto nella neve, che mi sta pure ad ascoltare e mi dà corda.
In secondo posto, è un'allegra genderswap. Sto iniziando ad apprezzarla, davvero. *O* Non trovo che ci sia molto da dire - se non i vaghi accenni a una pre!KasaKi e una male!MomoRiko. Spero di averlo reso bene.
E, insomma, non prendetela troppo sul serio. Tutto qui.