Sento la linea farsi spazio sulla mia gamba, talvolta sul mio polso,
la mano trema, ma in realtà non ne provo rimorso.
La gente ti grida che tutto ciò non è normale,
ma senza sapere che il più delle volte il dolore fisico non supera quello mentale.
Ricordo di lui tutto ma non so più che fare,
la sua immagine tormenta come la sabbia il mare,
quindi prendo il mio frammento e inizio a modellare,
lo giuro pure se non sembra non è difficile da sopportare.
Ora un rivolo rimbalza sulle assi del pavimento,
non farsi notare in tutto questo è davvero un gran tormento.
Ti chiedon di continuo perchè ti copri le braccia,
e tu che non puoi dirglielo non sai guardargli in faccia.
Nascondi le ferite, le lamette, il tuo essere,
muori lentamente credendo che prima o poi riuscirai a smettere.