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Autore: It will stay in us    02/11/2014    3 recensioni
La maggior parte delle volte l'amore non fa che generare dolore. Jong-In lo sapeva bene eppure decise di fidarsi, eppure non poté far a meno di innamorarsi. Jong-In era troppo geloso.
Jong-In non poteva passare due ore senza di lui,senza i suoi baci. Jong-In aveva un costante bisogno di lui.
Kyung-soo,invece,non aveva bisogno di Jong-In.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: D.O., D.O., Kai, Kai, Lu Han, Lu Han
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Regrets

Scese le scale più in fretta che poté,non voleva rimanere un secondo di più in quella casa. Era così arrabbiato! Sehun gli aveva mentito,come aveva potuto fargli questo? Come aveva potuto non parlargli di una cosa così importante?
 Chiuse violentemente il portone, l’aria fredda lo colpì in pieno volto ma a lui non importava il dolore causato dal gelo non poteva eguagliare quello che provava in quel momento.
Iniziò a correre non sapeva esattamente dove andare,ovunque era meglio di lì.
Le lacrime iniziarono a bagnargli il viso.
Ti odio Oh Se Hun, vorrei non averti mai incontrato.
Eppure le scuse che poco prima il suo ragazzo gli aveva biascicato gli rimbombavano in testa, era arrabbiato eppure non faceva che pensare ai suoi baci,alla sua pelle chiara a quanto avesse voluto tornare indietro,infondo era anche colpa sua.
Scosse la testa come a cacciare via i pensieri. No, non è colpa mia. Mi ha mentito,è solo un bugiardo non voglio più vederlo. Smise di correre solo quando arrivò davanti un piccolo bar,a dir la verità non sembrava un posto molto affidabile ma gli avrebbe offerto una protezione da quel freddo glaciale e forse anche un’opportunità per dimenticare.
Il locale era piccolo e lugubre, un pianoforte occupava gran parte della sala,una carta da parati rovinata copriva le pareti e in alcuni punti era a sua volta coperta di muffa, la vernice del bancone che un tempo doveva essere stata nera era sbiadita contribuendo a dare un aspetto ancora più triste a quel posto. Il bar era vuoto, oltre al barista l’unica persona seduta su uno sgabello pericolosamente instabile era un ragazzo moro dalla carnagione scura che continuava a fissare il bicchiere vuoto con uno sguardo perso. C’era qualcosa di strano in lui. Lu Han cercò di non farci troppo caso e andò a sedersi aspettando di poter ordinare da bere.
<< Due scotch,grazie >> Han si voltò di scatto il moro che prima era seduto infondo alla sala era accanto a lui,un sorriso stampato in faccia eppure pensò LuHan sembrava così triste.
<< Mi chiamo Jong-In. Tu chi sei? Non ti ho mai visto qui. Non si vedono spesso nuovi clienti. >> Il moro gli tese la mani rivolgendogli ancora una volta quel sorriso carico di malinconia.
Aveva paura eppure c’era qualcosa in quell’uomo,nei suoi occhi che lo spinsero a fidarsi.
<< Mi chiamo Lu Han,cercavo un rifugio.Ho bisogno di dimenticare una persona. >> abbassò lo sguardo verso il bancone il pensiero di SeHun era troppo doloroso da sopportare.
<< Problemi di cuore,eh? Sei venuto nel posto sbagliato. Qui troverai solo ricordi e lacrime. Allora cosa ti è successo di tanto terribile da far venire un ragazzino carino come te in un postaccio come questo? >> 
<< Ho litigato con il ragazzo. Mi ha mentito,aveva detto di aver amato solo me e invece non è così.>> mentre lo diceva gli sembrava un problema così futile,era davvero scappato via per così poco? Infondo non era una grossa bugia.
<< Questo sarebbe il tuo problema? Stai scherzando,spero. Esistono problemi bene più gravi.>> il suo tono era improvvisamente diventato duro. Lu Han si sentì ferito,come poteva parlargli così? Neanche si conoscevano.
<<  Qual è il tuo problema?  >> nell’udire questa domanda il moro scoppiò in una risata isterica.
<<  Il mio problema? Ha due labbra carnose,un paio di occhi che riuscirebbero a sciogliere il più duro dei cuori e il sorriso più bello del mondo. Il mio problema si chiama Kyung-soo ed era il mio ragazzo,oggi sarebbe stato il nostro anniversario,avremmo finalmente raggiunto due anni insieme. >> Era strano come il solo pronunciare quel nome gli avesse illuminato gli occhi, era strano come quel nome gli avesse riacceso il sorriso riportando un po’ di vita in Jong-In.
<<  Di solito non racconto questa storia ma oggi ho voglia di perdermi nei ricordi. Vuoi sentire una bella favola Lu Han?  >> Han ci pensò qualche istante prima di dare il suo consenso, aveva già molte cose per la testa e l’ultima cosa che voleva era ascoltare i problemi di qualcuno che neanche conosceva, tuttavia era troppo educato per rifiutare.
<<   C’era una volta un ragazzino solitario,non aveva nessuno, i suoi genitori erano troppo impegnati per prendersi cura di lui,gli altri ragazzi non volevano essere suoi amici,lui era quello strano, quello da evitare,quello diverso. Quel ragazzino si chiamava Kim Jong-In e sinceramente non gli era mai importato nulla di farsi degli amici, lui stava bene così. Poteva contare solo sulle sue capacità. Negli anni aveva imparato ad essere forte, a non dipendere da nessuno e che stare da soli era forse la cosa migliore al mondo perché finché non hai una persona a cui volere bene niente può ferirti.  >> LuHan sgranò gli occhi
<<  Ma cosa dici nessuno può stare da solo per sempre. È un comportamento malsano. Fa male  >>
<<  Non interrompermi.  >> Il moro accennò un lieve sorriso e riprese a raccontare.
<<  Come dicevo Jong-In stava bene da solo, lui non aveva bisogno di amici, aveva sé stesso e la danza. Amava ballare più di quanto amasse qualunque altra cosa, lo faceva sentire libero,lo faceva sentire migliore. Quando ballava quel fragile ragazzino che giocava ad essere forte si sentiva un vero guerriero e niente e nessuno poteva fermarlo. Se aveva la danza Jong-In non aveva bisogno d’altro o almeno così credeva finché non incontrò lui.
Si conobbero in una mattina invernale a scuola, il sole stava sciogliendo quella poca neve rimasta sui tetti e gli studenti reduci dalle loro vacanze natalizie parlottavano tra loro nell’atrio della scuola in attesa dell’inizio delle lezioni. Jong-In se ne stava seduto in disparte a leggere un libro. Leggere era un’altra delle cose che amava fare,leggendo poteva immaginare di essere uno di quei personaggi delle sue storie preferite e di vivere in un altro mondo. C’è chi dice che leggere ti permette di vivere un milione di vite diverse e Jong-In era pienamente d’accordo. Era immerso nella lettura del suo libro quando notò che qualcuno lo stava osservando. Aveva due grandi occhi neri e delle stupende labbra,gli sembrò così bello, anche lui se ne stava in disparte seduto in un angolo così il ragazzo decise di andare a parlargli, non voleva essere suo amico, voleva solo sapere che aveva da guardare. Il suo nome era Do Kyung-soo. All’inizio fu imbarazzante Kyung-soo arrossiva ogni volta che Jong-In sorrideva,era un tipo piuttosto silenzioso.
Parlarono di libri,di musica e di poesie. Kyung-soo amava cantare ed era anche piuttosto bravo. Da quel giorno quei due divennero inseparabili, era strano come un rapporto che si era creato in così poco tempo fosse destinato a durare in eterno. Quel giorno Jong-In si accorse che forse avere qualcuno a cui voler bene non era poi tanto male.
 Passarono gli anni Kyung-soo trovò un lavoro, cantava in un piccolo bar e Jong-in andava ad ascoltarlo ogni sera. Poteva giurare che quella fosse la voce più bella che avesse mai ascoltato e mai…mai si sarebbe stancato di lasciarla entrare nel suo cuore. Il giovane coreano abbandonò le sue passioni, nella sua vita c’era solo spazio  per il suo hyung, abbandonò il suo mondo di solitudine e fece del suo amico il suo mondo. Lui viveva perché Kyung-soo gli dava la vita.
Con il tempo Jong-In si rese conto di amare Kyung-soo a tal punto da poter vivere nell’ombra per vederlo felice. Con il tempo Kyung-soo si rese conto di amare Jong-In anche se forse in maniera meno ossessiva. I momenti passati insieme e il bisogno di amore fecero in modo che il più grande si dichiarasse. Sembrava l’inizio della felicità, infondo cosa c’è di meglio di una bella storia di amore? Ovviamente dopo l’amore viene l’oblio ma perché preoccuparsi del futuro se si può essere felici.
La loro storia durò poco.
 Jong-In era troppo geloso.
Jong-In non poteva passare due ore senza di lui,senza i suoi baci. Jong-In aveva un costante bisogno di lui.
Kyung-soo,invece,non aveva bisogno di Jong-In.
Il loro rapporto si spezzo qualche mese dopo. Litigarono mentre erano a casa del più piccolo. Kyung-soo scappò via piangendo .Il più piccolo era stato piuttosto crudele,gli aveva rinfacciato ogni cosa, aveva detto di aver rinunciato alle sue passioni per lui, aveva confessato di aver fatto di lui il suo mondo. Jong-In aveva paura … paura di perdere il suo amore e spesso la paura ci fa dire cose di cui ci pentiremo per tutta la vita.
Quella sera mentre scappava Kyung-soo non si rese conto dell’arrivo di una macchina che lo spazzò via. Fu inutile la corsa all’ospedale. Il ragazzo morì nell’ambulanza portando con sé una parte del suo ragazzo. Da quel giorno ogni cosa perse il suo valore, c’erano solo i ricordi,i sensi di colpa ed i rimpianti. Da quel giorno Jong-In si recava tutte le sere al bar dove il suo amato cantava, lo aveva visto andare in rovina eppure continuava a pagare l’affitto del locale al proprietario per evitare che chiudesse. Perché? Perché in cuor suo sperava ancora di ascoltare quella voce in grado di entrargli nel cuore.>>
LuHan singhiozzava e a stento riuscì ad ascoltare le ultime parole che lo sconosciuto gli rivolse prima di andare via lasciando una banconota sul bancone.
<< Torna a casa,almeno tu hai ancora qualcuno da amare.>>

Spazio autrice
Salve, questa è la mia prima Kaisoo,nonché la mia prima storia.Spero vi sia piaciuta e mi scuso per gli errori grammaticali.Sarei felice di conoscere il vostro parere.
Ciaoo e grazie per aver letto.

 
   
 
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