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Autore: MChiara    03/11/2014    2 recensioni
“Louis ti prego! Che canzone era quella lasciata in pausa nell’iPod?”
“Never be.” Risponde lui, ora un po’ confuso, mentre guarda Clarissa dargli le spalle girando la poltrona verso la vetrata che da al quartiere ricco e silenzioso del Docklands di Londra.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEVER BE - OFFICIAL CHAPTER ONE
Never be
Don't let the colors fade to grey
chapter 1




Clarissa ha 35 anni, i capelli li porta corti e l'eyeliner saprebbe metterselo ad occhi chiusi. Pur avendo iniziato l'università in ritardo, si è laureata nel tempo prestabilito dal suo corso di studi e pian piano è riuscita a realizzare tutti i suoi sogni, o almeno, quasi tutti. Oggi siede dietro la sua scrivania nera lucida, nel suo ufficio da direttrice dalle pareti bianche, che quando sono illuminate dal sole fanno venire male agli occhi se le si fissano per troppo tempo. E’ completamente concentrata mentre controlla gli appuntamenti che l’aspettano durante la settimana, le interviste fissate per la rivista e i vari impegni dai quali non può scappare. Ogni tanto sorseggia un po’ di tè verde con latte, rigorosamente senza zucchero, e si lascia andare a qualche sospiro quando si rende conto che l’aspettano giornate lunghe e piene che la fanno stancare solo al pensiero. Clarissa è così assorta nei suoi pensieri che non si rende nemmeno conto di Louis che ha bussato già tre volte alla porta del suo ufficio, e che adesso è davanti alla sua scrivania guardandola con fare divertito. 
Louis e Clarissa lavorano insieme ormai da anni. Lui prova quasi adorazione nei confronti di quella donna, e ogni giorno ringrazia chiunque ci sia lassù per avergliela fatta incontrare quella mattina del 28 Settembre mentre lei si accingeva ad uscire dall’ennesima banca che le aveva detto no. Louis non si ricorda nemmeno cosa lo spinse a fermarla, ma se oggi ci ripensa, quella è stata sicuramente la cosa migliore che abbia mai fatto in vita sua. Se li ricorda ancora gli occhi di Clarissa, pieni di rabbia e delusione, e si ricorda pure come lei lo scansò non appena Louis le afferrò il braccio per fermarla.“Lasciami andare, non è giornata" gli disse, e con questo Clarissa gli voltò nuovamente le spalle per riprendere la sua strada, ma Louis non demorse e per fermarla le fece una proposta che nemmeno lui sapeva se fosse stato in grado di mantenere, ma il coraggio che di solito gli mancava lo fece parlare. 
“Se non mi ascolterai adesso, te ne pentirai per il resto della tua vita.” E fu allora che Clarissa si girò, quasi con le lacrime agli occhi, perché pure un semplice impiegato bancario sembrava avere più potere di lei in quel momento, perché si rese conto che non aveva nulla da perdere, perché lei due minuti del suo tempo ad un perfetto sconosciuto poteva pure dedicarli, visto gli altri a lei, il loro tempo non glielo dedicavano mai. 
Louis la portò in una caffetteria all’angolo della strada, ordinò due caffè e le fece strada verso il tavolo più appartato. Aveva sentito parte della discussione tra Clarissa e il direttore della banca. Lei era disperata, lo implorava di investire sul suo progetto, ma il direttore era irremovibile: “cosa ti fa pensare che la tua rivista sarà migliore delle altre? Che garanzie mi dai? Là fuori è pieno di giornali che in prima pagina parlano del nuovo smalto di Cara Delevigne o della nuova gravidanza di Selena Gomez. Non vedo come la sua rivista possa essere diversa e fare più successo delle altre. Vada via signorina, riprenda a scrivere in qualche redazione e lasci perdere quest’idea.” 
Louis sapeva perché il direttore non le aveva concesso il finanziamento, ma sapeva anche che c’era qualcosa che lo spingeva a voler aiutare quella ragazza ad ogni costo. Aveva una strana sensazione su tutta quella storia, e pensò che forse era stato il destino a fargli sentire la discussione dietro la porta mogano del suo capo, o forse solo il caso, ad ogni modo Louis non voleva lasciar perdere. Il ragazzo dagli occhi color ghiaccio sapeva cosa fare e come muoversi per ottenere i soldi, perché lui come funzionavano le banche lo sognava pure la notte. Quindi tra un sorso di caffè, sorrisi timidi e qualche sguardo imbarazzato, Louis spiegò a Clarissa che non tutto era perduto, e che se lei ci stava, sarebbero potuti diventare soci e realizzare quel progetto che i pezzi grossi delle banche le facevano sembrare impossibile.  
Ripensando a tutto quello che hanno passato e costruito insieme, Louis ancora oggi rimane un po’ incredulo mentre guarda Clarissa dietro quella scrivania. Vuole che la loro rivista si confermi tra i magazine più importanti nel mondo della moda e del gossip, ed è per questo motivo che ora si trova nell’ufficio della direttrice a schiarirsi la gola per ottenere la sua attenzione. 
Senza nemmeno alzare lo sguardo, Clarissa sa chi c’è nel suo ufficio e sorride. 
“Che vuoi Louis?” 
"Ho trovato ciò che ci farà vendere il più alto numero di copie nella storia della nostra rivista!" le dice con sguardo radioso e l'indice puntato verso l'alto.
"Illuminami!" Clarissa solleva il viso e stavolta il sorriso lo rivolge a lui, lascia perdere tutti i fogli zeppi di appuntamenti che sono sparsi nella scrivania, e si appoggia allo schienale della poltrona in pelle rigorosamente nera, incrociando le caviglie. 
"Per il mese di marzo fissiamo un'intervista con la band che quindici anni fa, portava le ragazzine a sperare di diventare groupie solo per essere sbattute una notte da quelli che loro definivano idoli!" Il tatto non è mai stato il forte di Louis, ma a Clarissa va bene, e alle volte lo invidia per questo. Nonostante non abbia modi nel dire ciò che pensa, lui dice sempre tutto. La verità te la sbatte in faccia come il vento gelido di gennaio che ti colpisce dritto in viso appena esci di casa. Louis la sta guardando con gli occhi colmi di euforia, ma Clarissa non riesce a capire dove il direttore finanziario voglia arrivare, quindi gli rivolge uno sguardo un po’ scettico e nota che l’entusiasmo di Louis scema un po’. 
"Louis, vuoi vendere il più alto numero di riviste intervistando una band di quindici anni fa? Non ti seguo." 
"Clarissa, metti un attimo da parte il tuo pensiero sulla nuova collezione di borse Michael Kors e pensa un po’ a quando tu avevi all’incirca diciotto anni.” Lei lo ascolta, pensa davvero a quando era un’adolescente. Louis sta parlando di una band, ha accennato persino alle groupie… ed è in quell’esatto momento che Clarissa realizza. Il sangue smette di scorrerle nelle vene e sente la mandibola irrigidirsi. Lo sguardo che rivolge a Louis non è più confuso o scettico, ma è uno sguardo duro, uno sguardo che rivolgi a chi ti ha appena disobbedito ed ha combinato un gran casino. 
“Hai capito di chi sto parlando, o vuoi che ti faccia fare un grafico da Desmond?” le dice lui ora, con tono scocciato, più di quanto sarebbe dovuto essere. 
“Spero tu stia parlando dei The Vamps, Louis.” Ma Clarissa sa benissimo che il suo socio non si riferisce a loro. Assolutamente no. 
“No Clarissa, no! Non sto parlando della band di quel romanticone di McVey! Smetti di fare la finta tonta, sai benissimo a chi mi sto rivolgendo. Hai tutti i loro cd, proprio lì, vicino al vaso con le orchidee.” E mentre lo dice punta con l’indice la fila di album rigorosamente sistemati in ordine di rilascio, che stanno appunto vicino al vaso nero ovale, pieno di orchidee rosa. I fiori preferiti di Clarissa. 
"Non se ne parla Louis. Non li voglio nella mia rivista!" dice subito lei, in modo secco. 
"Ma Clarissa! Hanno fatto impazzire generazioni, la tua in primis proprio quando erano agli anni del debutto! Sono i nuovi Green Day, hanno fan di ogni età, e noi non li abbiamo mai intervistati! Sarebbe un'ottima occasione! Pensaci, la rivista la comprerebbero sia le donne della tua età che le sedicenni!"Clarissa lo ascoltava assente. Louis non sapeva cosa stava dicendo, non lo sapeva proprio, e continuava ad esporle il suo progetto come se nulla fosse. 
"Faremo le cose in grande stavolta. Organizzeremo pure un photoshoot con loro se accettano. Lary ti prego, dimmi di sì!" Ecco. L’aveva chiamata così, l’aveva chiamata Lary. Louis era l’unico che poteva chiamarla con quel soprannome, lui e nessun’altro. O meglio, un altro c’era stato, ma per Clarissa era meglio non ricordare quel ragazzo. 
"Correggimi se sbaglio, ma tu non ti occupi dell'aspetto finanziario della rivista?" Ed infatti è così. Da quando Louis e Clarissa erano diventati soci e si erano imbarcati in questo progetto, Louis si era proposto di occuparsi interamente dell’aspetto finanziario della rivista. Era bravo, ci sapeva fare davvero. Il mercato lo conosceva bene e poche erano le volte che veniva colto alla sprovvista. I problemi economici erano praticamente inesistenti per la rivista di Clarissa, Louis riusciva quasi sempre a prevenire il danno. 
"Lo so ed hai ragione, però questa è una delle mie idee, e tu lo sai che funzionano sempre." 
"Hai ragione, funzionano sempre, ma io non li voglio i 5 Seconds of Summer nelle pagine della mia rivista.” 
“Punto primo: la rivista è nostra. Punto secondo: perché non vuoi intervistarli?”          
"Perchè loro hanno sempre e solo portato scandali sui giornali Louis! E’ da quando hanno iniziato a fare musica che su di loro le riviste riportano solo fatti altamente imbarazzanti, poco carini e per la maggior parte delle volte le notizie su di loro sono a sfondo sessuale!” 
“Ma Clarissa ora sono grandi! Hanno più o meno la nostra età, quello di cui parli tu è acqua passata! Sei seria? O stai facendo così solo per il gusto di contraddirmi?” 
“Io voglio che la nostra rivista sia allo stesso livello di Elle o Vogue, Louis! E per farlo non credo che mi serva intervistare un Calum Hood che a diciassette anni mostrò il suo pene via Snapchat ad una groupie, o un Michael Clifford che quando era in pausa dal tour si chiudeva in casa sua e passava il tempo a giocare a League of Legends oppure a mettere tra i preferiti di twitter i tweet di Youporn!” La schiena di Clarissa ormai è staccata dalla poltrona e se fosse stato possibile avrebbe ucciso Louis solo con lo sguardo. E' adirata, ma non capisce il perchè di tutta quella rabbia. Louis alla fine le sta solo esponendo un'idea. Certo, avrebbe preferito che si trattasse di intervistare Kendall Jenner forse, ma non può prendersela così tanto con lui. Solo che non ci riesce.
“Stamattina Matilde ti ha corretto il frappuccino alla vaniglia, vero? Perché le mie orecchie si rifiutano categoricamente di ascoltare ciò che stai dicendo. Ti rendi conto? L’hai detto tu stessa: Calum Hood aveva diciassette anni! Ora ne ha trentaquattro suonati, il doppio! Ha una famiglia e vive molto felicemente con sua moglie e i suoi due figli, che non sono altro che i nuovi Jaden e Willow Smith visto che al posto del sangue gli scorre lo stile!” A quel punto per Clarissa è tutto chiaro. Appoggiando i gomiti alla scrivania inizia a massaggiarsi le tempie, perché sente che da un momento all’altro la testa potrebbe scoppiarle e macchiare le pareti immacolate del suo ufficio. 
“Da quanto tempo hai quest’idea?” Louis viene colto alla sprovvista da quella domanda. 
“Non da molto.” 
“Per favore Louis…” 
“Ce l’ho da quando due mesi fa sono entrato nel tuo ufficio e tu non c’eri. Mentre sistemavo le orchidee nel vaso l’occhio mi è caduto sul tuo iPod che non appena il sensore ha captato i miei movimenti, si è illuminato. Era in pausa su una loro canzone. Quindi mi sono incuriosito e ho premuto play. Poi ho notato anche che in ufficio tieni solo i loro cd, ed ho pensato che ti piacessero davvero tanto. Ho iniziato a fare ricerche su di loro, ad informarmi meglio prima di farti questa proposta e…” Clarissa ha smesso di ascoltarlo per l’ennesima volta. Chiude gli occhi e non riesce a fermare i ricordi che fanno a botte per ritornare a galla e soffocarla. Di nuovo quegli occhi, quella risata, i capelli morbidi… Clarissa non ce la fa più. Alza la testa di scatto e punta il suo sguardo verso Louis. 
“Lary hai sentito quello che ho detto?” Clarissa lo ignora. 
“Che canzone hai ascoltato nel mio iPod?” 
“Ha davvero importanza? Ti sto spiegando come…” 
“Louis ti prego! Che canzone era quella lasciata in pausa nell’iPod?”
“Never be.” Risponde lui, ora un po’ confuso, mentre guarda Clarissa dargli le spalle girando la poltrona verso la vetrata che da al quartiere ricco e silenzioso del Docklands di Londra.



Spazio autrice


Non so nemmeno io perchè sto postando questa storia, ma lo faccio con la consapevolezza che passerà inosservata agli occhi di voi lettori di EFP hahahah 
Non mi aspetto niente, più che altro questo lavoro è nato perché io avevo l'ispirazione e la mia migliore amica mi ha dato un'idea su cosa scrivere.  Quindi questo lavoro è principalmente per lei :) la mia più grande soddisfazione è che piaccia a due delle persone più importanti della mia vita in questo momento, ovvio, spero che sia pure di vostro gradimento, ma davvero, da questa storia non pretendo nulla se non il piacere di scriverla e di farla piacere alle persone a me più vicine! Detto questo, vorrei fare gli auguri a Kendall Jenner visto che oggi è il suo compleanno e viene citata in questo capitolo: TANTI AUGURI KENDALL!!
Ora mi dileguo, un bacione bella gente, a prest(issim)o.

ps. questi sono Clarissa (immaginatevela più o meno così, solo con gli occhi più chiari, quasi color miele), e Louis. :)
 
  
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