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Autore: MORGENSTERN_J    03/11/2014    0 recensioni
questa fan fiction si colloca appena dopo città di vetro. Dopo la presunta morte di Valentiene, egli si risveglia nell'edom, dove avrà una conversazione molto importante con una vecchia fiamma.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lilith, Valentine Morgenstern
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nero. Tutto nero,c'era odore di zolfo ma per quanto facessi spaziare i miei occhi, l'unica cosa che incontravo era la completa oscurità. Ero davvero morto. Questo sarebbe stato tutto quello che mi aspettava per l'eternità? Mi toccai il petto, dove Raziel mi aveva colpito. La pelle era liscia, con le solite rune in rilievo al tocco, ma niente cicatrici nuove. Strano. Molto strano. Come? Ma non c'era tempo di domande inutili. Dovevo rimanere con la mente lucida. Il controllo era tutto nella strategia. Mi sedetti su quello che doveva essere il pavimento e mi misi a ripercorrere mentalmente gli ultimi attimi della mia vita.

La spiaggia, il lago Lyn, gli strumenti mortali. Sembrava tutto così privo di senso ora. Avevo ucciso mio figlio. Jace non mi aveva dato scelta. Lo avevo stretto tra le mie braccia, mentre guardavo la vita scivolare dai suoi occhi dorati. Avevo poi evocato Raziel, pianificavo tutto da anni e poi quella stupida di mia figlia Clarissa aveva rovinato tutto con una singola maledetta runa. Infine Raziel mi aveva colpito ed eccomi qui.

Ero qui da un giorno? Due? Una settimana? Il tempo non sembrava scorrere. Sembrava tutto fermo, tutto nero. Avevo provato, nei giorni precedenti, a camminare, finché sfinito non ero crollato a terra. Per quanto camminassi non incontravo nulla. Solo questa oscurità senza fondo. La frustrazione stava avendo la meglio sulla mia razionalità. Benché non sentissi né la sete né la fame, la stanchezza stava lentamente prendendo il controllo del mio corpo. Sarei stato sopraffatto da essa a breve.

Urlai dalla disperazione e sentii il mio urlo riecheggiare come eco sempre più lontano. Mi distesi a terra, desiderando solo addormentarmi per sempre. Misi un braccio sotto la testa per sistemarmi un po' più comodamente e socchiusi gli occhi. Un'improvvisa risata mi fece drizzare in piedi con tale forza da farmi girare la testa -CHI SEI?!- urlai, un'altra risata rispose alla mia domanda. Mi sforzai di notare un movimento, ma il nero sembrava farsi denso. Anzi, si stava addensando davvero!

Feci un passo indietro, ma i miei piedi non risposero al mio comando. Sentivo i piedi affondare in una sostanza simile a fango, anche se non avrei saputo dire come. -COSA MI STAI FACENDO?!-. Questa volta una voce mi rispose – stai facendo tutto da solo-. Una mano mi sfiorò il viso e tutto si fece bianco. Chiusi gli occhi e nel riaprirli il modo prese forma intorno a me. La sensazione di affondare nel fango era scomparsa. Guardai in basso e vidi la terra violacea sotto i miei piedi. Intorno a me si estendeva terra spoglia e arida, con dune e dossi che io non avevo mai visto. Tutto era estraneo alla mia vista. - dove mi trovo?- chiesi cercando la creatura che mi aveva risposto. - davvero non lo sai?- una voce vellutata fece capolino vicino al mio orecchio. Con la velocità di un guerriero quale ero, mi girai, ma non avendo armi strinsi i pugni. La creatura che vidi mi tolse il fiato. Era senza dubbio una donna. Aveva un vestito aderente che le valorizzava le forme spigolose. Quel vestito era nero, ma sembrava in costante movimento,come la lava quando incontra l'acqua che piano piano la solidifica. Era alta come Jocelyn ma aveva una postura più regale, quindi sembra che torreggiasse su di me.

Concentrai i miei occhi sul suo volto. Sembrava mutare in continuazione, gli occhi parevano neri come la pece, poi grigi come il cielo in tempesta, infine rossi come il sangue di una vendetta appena consumata. Aveva gli zigomi alti e il naso parigino. La bocca corposa era sorridente, ma il gelo dei suoi occhi rendeva quel sorriso peggiore di un ringhio. Infine osservai i capelli, erano un ammasso di serpi nere e rosse che si intrecciavano, si mordevano e ricadevano fino ai fianchi di lei. -Lilith- sussurrai sentendo il sangue gelarsi nelle vene. - Non sei affatto cambiato Valentine Morgestern- mi si avvicinò con movimenti perfettamente aggraziati e io tentai di arretrare, intenzionato a mettere più distanza possibile tra noi. Lei scomparve e riapparì dietro di me facendomi voltare di scatto. - Credi davvero di fuggire allontanandoti? Siamo nel mio regno, io comando tutto ciò che lo forma. Non hai scapo-. Sorrise di nuovo in modo innaturale. - siamo nell'Edom?- chiedi per conferma. Lei annuì e camminò, facendomi segno di seguirla. - vedi Valentine, tu sei morto, ma ogni traditore appartiene a me, quindi ora tu sei nel mio regno. Ho dei progetti in corso, ma nostro figlio ha bisogno di te affinché si completino; sono troppo debole per tornare, ma ho abbastanza potere per far tornare te-. - io... mio...nostro... figlio ...è vivo? - chiesi cercando di nascondere l'agitazione con finta calma. - Oh si, ma sta perdendo la testa, è convinto che cooperare con nascosti e shadowhunters sia la cosa giusta-. Fece una smorfia schifata ma rimase comunque bellissima. -vedi, tu devi tornare e farlo ragionare-. Mi guardò negli occhi e sentii il petto bruciare. - Purtroppo quell'angelo maledetto ti ha proprio ucciso- sospirò come se la mia morte fosse una cosa che avevo deciso io. Poi riprese – Ho dovuto trovare un modo per farti tornare a vivere, quindi ora il mio sangue scorre nelle tue vene, mischiato a quello di Raziel- sputò a terra come se quel nome fosse veleno. - Il......il....tuo sangue?- chiesi sconcertato.- Si, il mio- rispose alzando un sopracciglio. - Sei legato a me e sarai il mio soldato nel mondo dei vivi, finché non avrò riacquistato la forza necessaria per tornare; quando potrò tu ed io governeremo il mondo- mi mise una mano sotto il mento avvicinando i nostri volti. - Sei sempre stato destinato a grandi cose- con un dito percorse i lineamenti del mio volto e io rabbrividii. Mi sfiorò gli occhi e il suo pollice si posò sulle mie labbra dischiudendole . Non riuscivo a muovermi ma lei non sembrò farci caso. Mise a contatto i nostri petti e sentii le sue serpi avvolgermi mentre anche lei socchiudeva gli occhi. Il potere e il fascino che emanava mi avevano sempre attirato; -Lilith- cercai di sussurrare, ma lei mi zittì – non mi sono mai innamorata di uno shadowhunters, eppure dal concepimento di nostro figlio non ho fatto altro che desiderarti mio- non riuscivo più a respirare. Non capita tutti i giorni che il demone più potente dei mondi si dichiari. L'attirai a me cingendole la vita e poggiai le mie labbra su quelle di lei. Sentii le sue labbra schiudersi e il nostro bacio si fece più intenso. Sentivo il battito del mio cuore aumentare e il mio desiderio con esso. Strinsi le mani sui suoi fianchi e la sentii gemere piano.

- Avremo tempo per questo e molto altro- disse con un sorriso pieno di promesse non dette. Si staccò dal mio corpo e guardò il cielo. - Devi andare nel mondo dei mortali e sottometterlo al tuo volere-. La guardai e sentii la pressione delle sue parole. Erano dette con voce gentile, ma non ammettevano un rifiuto. - Farò ciò che vuoi mia Lilith- lei sorrise di nuovo e mi guardò. - Ora hai il mio marchio, nessun demone ti attaccherà e tutti risponderanno alla tua chiamata- mise un dito sul mio cuore e apparve una runa color rosso sangue, intuii che fosse il suo marchio. Essa sparì dal mio corpo non appena lei tolse il dito, come se affogasse nella mia pelle. La guardai con una tacita domanda negli occhi. Lei mi disse – Se Jonathan vedesse quella runa capirebbe che siamo legati....- io annuii e lei fece schioccare le dita. Sul mio collo apparve una collana con la stella del mattino, quella dei Morgestern, circondata da delle minuscole rune che non sembravano appartenenti al libro grigio. - Mio Valentine, questa collana contiene il mio sangue, con essa potrai controllare ogni demone, e le porte dell'Edom si apriranno al tuo cospetto, lasciandoti un facile passaggio per il mondo dei vivi-. La guardai rendendomi conto che il suo piano era perfetto in tutto e per tutto. Questa volta ero destinato a vincere. La terra apparterrà presto a me e tutti conosceranno il mio nome. Risi, per una volta dopo troppo tempo, felice. - Lilith ti renderò il mondo, lo governeremo insieme-. Lei mi prese la mano e si incamminò verso un palazzo, identico a quello della sala degli Accordi di Idris, solo che invece del bianco, il nero era il colore predominante.

Mi lasciai guidare fino a una sala osservandola capii senza dubbio che quella era la sala del trono, Lilith indicò un arco dove si intravedeva una città immersa nella notte. - Vai mio Valentine, trova Jonathan e conquista la sua fiducia; rendimi fiera di te; se vorrai parlarmi invocami con la collana e io accorrerò-. Mi strinse la mano per poi lasciarla.

Mi avvicinai al portale, prima di attraversarlo però mi girai per guardarla un'ultima volta e le dissi – Mi mancherai-. Lei attraversò di corsa la distanza tra di noi e mettendomi le braccia al collo mi diede un bacio pieno di tristezza. - Addio mio amato- sussurrò e scomparve.

La sola prova della sua presenza in quella stanza fu una lacrima nera, come l'oscurità in cui mi ero

svegliato.

Mi avvicinai al portale e ne fui risucchiato.

 

-Morgestern

   
 
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