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Autore: Spensieratezza    03/11/2014    5 recensioni
ATTENZIONE SPOILER - questa storia è tratta dall'episodio 10 x 4 "Luna di carta ".
Dean e Sam devono parlare di alcune cose
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Bacio dopo la cura di Dean/quello che non ti ho mai detto'
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“Senti, possiamo non parlarne?”

“Perché?” ripeteva Sam per la milionesima volta.

“È imbarazzante, ok?” ripetè anche Dean , per la milionesima volta.
 


Sam aveva perso il conto delle volte che Dean aveva detto la parola : imbarazzante, quel giorno.



“Non ti stai riferendo a tutta la faccenda dell’essere demone, vero?”

“No..”

“E neanche a tutta la vicenda con Crowley…”

“No” disse Dean con voce ancora più stridula.
 


Dean sapeva di avere lo sguardo di Sam addosso, e sentiva il collo infiammarsi come una stufa a legno.

“E non hai intenzione di parlarne…” continuò imperterrito Sam.

“Maledizione, Sam…di che cazzo vuoi parlare?”

“Di quello che abbiamo fatto? Più di una volta? Che continuiamo a fare?” chiese Sam.

Dean scosse la testa con decisione. “Non ne parleremo…”
 
Sam si sentì più mortificato che mai. “Mi dispiace…” disse.

Dean non riusciva a resistere quando Sam faceva così il cucciolo bastonato. Lo guardò, turbato.

“Andiamo…non abbiamo mica ammazzato nessuno, no?” si sforzò di fargli un debole sorriso, e di accarezzargli una spalla, per fargli capire che andava tutto bene.
 
 
 
 



*

Qualche mese prima…..

“Dean, sono tornato con il carburante, come lo chiamavi sempre te, ricordi?? Carburante che aspetta di finire in quella fogna che è la tua bocca.” Disse Sam, dopo esser andato a prendere diverso cibo per Dean, dopo che riuscirono a curarlo da demone qual era diventato.

Dean si voltò impercettibilmente verso quella valanga di robe che Sam aveva preso. Caramelle, cioccolati, due cheeseburger, patatine fritte…

Gemette e si voltò di nuovo dall’altra parte del letto.



“Beh…io ti lascio qui il tutto…quando hai fame, mangi, ok?” disse Sam, con tono un po’ triste.

Dean gemette di nuovo.
 
 
 


Quando Sam tornò, mezz’ora dopo, Dean non aveva toccato niente. Non aveva neanche provato ad aprire i sacchettini o a dare un morso a un panino.

“Dean…andiamo, dude, devi mangiare. Devi rimetterti in forze!” gli disse, scuotendogli un braccio.

Dean non si voltò. Mormorò solo un :”Lasciami in pace, Sam.”

“Dean, se non vorrai mangiare, mi costringerai ad rimboccarti.” Disse Sam duro.

“Come puoi parlarmi ancora? Come puoi anche solo guardarmi???” gli chiese Dean, disperato, con le lacrime agli occhi.

“Sei mio fratello, e queste scenate isteriche da grande coglione, dimostrano chiaramente che quello non eri tu e ora sei tornato lo stesso coglione di sempre. Mangia.”



“Mi viene da vomitare.”

“Stai scherzando? Non avevi detto di avere una fame da lupi? E poi hai sempre adorato queste schifezze.”

“Non mi viene da vomitare, per il cibo” chiari Dean.
 

Sam capì e sospirò. “Dean.” Gli andò vicino, abbracciandolo, mentre era girato su un fianco.



Dean non rispose, e Sam fece per alzarsi e andare via, ma Dean lo trattenne per il polso.

“Puoi…dormire qui, per stanotte? Per favore….”

Sam lo guardò come se non lo riconoscesse.



“Per favore…non so se…riesco a star da solo, stanotte. Solo per stanotte…”

Malgrado fosse decisamente strano, e la cosa era un po’ imbarazzante, Sam accettò.
 
 




Era molto strano, e stavano più vicini di quanto ci si sarebbe aspettato, malgrado il letto fosse enorme…

Dean si muoveva un casino nel sonno, specialmente verso Sam, che si sentiva a disagio.

Ad un certo punto, Sam lo sentì singhiozzare piano.

“Dean!!” esordi spaventato.



Dean continuava a singhiozzare, ripetendo: “Scusa, scusa, scusa, scusa.”

“Dean, smettila.

Dean non smetteva.

“Dean, smettila!”

“Scusa, scusa, scusa, scusa…”
 


Sam gli prese la faccia nelle mani, e lo baciò.

“Basta” gli sussurrava sulle labbra, mentre Dean respirava affannato.

“Basta. Basta. Basta.” Ogni bacio un basta.
 


Dean sembrava più scioccato di prima, ma Sam non si fermò, fino a che non lo sentì rilassarsi sotto di lui.



Quando Dean si fu calmato, cercò le braccia di Sam, e Sam lasciò che le trovasse.

Si abbracciarono.
 
 



La mattina dopo fecero finta di nulla, imbarazzati oltre ogni limite, ma, proprio quando Sam credette che fosse stato un episodio fine a sé stesso, la sera stessa Dean gli chiese se voleva dormire nella sua stanza.

Nel mio letto era la richiesta implicita.

Sam avvampò d’imbarazzo, ma non disse di no.
 
 



E continuarono così, anche nei mesi successivi. Non ne parlavano mai. Sapevano che era una cosa sbagliata, ma non potevano fare a meno di rifarlo. Ancora e ancora e ancora.
 
 
Quando Sam provava ad affrontare la questione, Dean diceva che non c’era niente di cui parlare.

Il fatto però che non lo respingesse, era come se spingesse Sam a non sentirsi chissà come ferito.

Certo, era spaventato anche lui, ma capiva Dean.
 
 
Così, quell’ennesima sera in cui Dean aveva annunciato di non volerne parlare, non si mise a insistere.



Solo, ad una certa ora, poggiò la testa sulla sua spalla.



Dean stava ancora guidando e si irrigidì.

“Dean…perché non mi guardi?”

Dean gli diede una fuggevole occhiata e poi tornò a fissarsi sulla strada.

“Per favore, guardami…”

Dean lo guardò con un’espressione triste.

“Puoi fermarti?”



L’espressione *puoi fermarti * lo fece irrigidire, ma poi capi cosa Sam volesse dire. Cercò un punto dove potesse fermare la macchina, e si fermò.
 


Ormai si conoscevano bene, e Dean sapeva che la richiesta di Sam di fermarsi, nascondeva la voglia di baciarsi, quindi non fu sorpreso del bacio che venne dopo.



Si baciavano, e Sam si artigliava alla sua maglietta, prendendo il sopravvento. A Dean non dispiaceva che lo facesse, dopo tutto quello che gli aveva fatto passare, quand’era un demone.
 


Si spogliarono e spesero molto tempo nei preliminari, durante il sesso in macchina, nei sedili anteriori.



“Dean, ascolta…non mi importa se non vuoi parlare di quello che stiamo facendo..di quello che ci è successo..non mi importa se pensi che è tutto per via della disperazione in cui siamo piombati entrambi quando sei diventato un demone…non mi importa…mi importa che non vuoi smettere…” gli disse Sam.


Dean lo fissò negli occhi.



“Probabilmente finirò all’inferno per averlo detto e per averlo pensato..e per desiderare che non finisca, ma non mi importa..” gli disse ancora Sam.



Dean gli sollevò il mento e lo guardò negli occhi: “Non voglio parlarne , perché, non sono mai riuscito a trovare le parole per dirti…quanto conti per me, e di certo non le troverei adesso….”

Un altro bacio.



“Ma non è solo sesso…e non voglio che finisca” gli disse ancora, prima che Sam lo abbracciasse forte, tenendolo stretto.



Entrambi sapevano che era Amore quello che provavano, e che semplicemente, dopo tutte quelle pressioni, loro avevano ceduto. Si erano semplicemente arresi all’amore che provavano.



In particolare Dean aveva ceduto. Aveva odiato così tanto Sam da demone, perché una volta diventato così, aveva preso pienamente possesso di quei sentimenti così sbagliati che aveva relegato in un angolino del suo inconscio. E per questo voleva ucciderlo.



Amarlo o ucciderlo. Non poteva più tornare indietro, e una volta tornato umano, restava una sola variante.

Sam dal canto suo, aveva provato così tanta paura di perderlo definitivamente, che i suoi freni inibitori se ne erano andati via da lui, senza neanche dirgli addio.



Avevano ceduto entrambi, ed erano rimasti interi. Non si erano spezzati, anzi, scoprirono che insieme si sentivano interi. 


















Note dell'autrice: 

Sinceramente è da quando ho visto il quarto episodio della decima serie, che volevo scrivere questa storia...finalmente l'ho fatto xd

e comunque è colpa di Dean! ma si può dire "è imbarazzante" in quel modo? e detto così tante volte? -.-

Poi uno sclera e scrive certe cose u.u

ok fine sclero hahhah comunque il titolo della storia è tratto dalla canzone Ho perso le parole - di Ligabue 
   
 
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