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Autore: Jolly Camaleonte    03/11/2014    1 recensioni
Per una notte mai accaduta, Dean non ascolta Ezekiel e offre uno spazzolino a Cass.
[Season 9!What if] [Human!Cass]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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dreams come slow

dreams come slow

 

Era buio nel bunker.

Nessuna finestra a illuminare stanca il letto di Dean.

Il Dean che Cass percepiva caldo, sdraiato vicino a lui.

E Cass pensava alla polvere di mondo che cadeva costantemente –che lui era capace di vedere costantemente, prima.

Ora sarebbe servita quella finestra.

Ma, prima, non avrebbe potuto percepire i fiocchi di suoni che non cadevano, la nuvola che le parole lasciavano nell’aria.

(anche quando non erano dette)

 

Il pigiama lo trovi lì.

Una porta che si chiude.

Dobbiamo prenderti uno spazzolino.

Una porta che si apre.

La parte destra è la tua.

Niente passi.

 

 

«Bhe, che fai lì impalato?»

 

~

 

 

E Dean dormiva a pancia in giù, il tiepido del cuscino sulle dita.

Cass non poteva vederlo, ma lo sapeva.

E sapeva anche che ora aveva aperto gli occhi.

(avrebbe solo voluto poterli vedere)

Non si girò, lo sguardo dentro il nero, morbido.

Aveva i piedi freddi.

 

«Tu non sei un angelo.»

Disse

(come una foglia a dondolo nell’aria)

Dean.

 

 

«Non per me.»

 

 

 

 

E Cass sperò che anche l’altro avesse bisogno di luce per leggergli il viso in quel momento.

 

«Per me gli angeli… sono quelli di mia mamma. Lei diceva che gli angeli vegliavano su di noi.»

 

Non ce ne fu necessità,

(Dean vibrava già di suo)

solo il tenero delle dita vicino.

«Ma si sbagliava. Nessuno vegliò su di lei.»

(rendendo il dolore troppo tangibile)

«Tu l’avresti fatto. Tu non l’avresti permesso.»

 

Eppure, come sempre, Dean cambiò il corso degli eventi.

 

«Cass.»

E fu un calore famigliare.

«Non è giovedì.»

(Dean era caldo come un eterno martedì)

 

 

«Ma tu sei qui.»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

***Angolo del cambia-colore***

D’uh, io volevo solo scrivere di Cass coi piedi freddi. Non ho idea di come sia successo.

In verità questa è una storia abbastanza vecchia, risale a una stagione fa, solo che la mollavo lì, poi litigavo con Mr. Layout e lasciavo perdere, poi ci litigavo di nuovo. Al che ho detto basta, spero che questo non vi abbia troppo cavato gli occhi.

Questa è la piccola polaroid nella mia mente, scattata una notte mai avvenuta. E rompere la spada di Damocle che è il Giovedì. Alla decima stagione serviva farlo.

 

Per la rubrica “Diamo a Cesare quel che è di Cesare”:

1) Spero che vi sia piaciuta, anche se so con certezza che vi è piaciuto il “Lei diceva che gli angeli vegliavano su di noi. Ma si sbagliava. Nessuno vegliò su di lei”, perché è la citazione riadattata di “She used to tell me when she tucked me in that angels were watching over us. […] She was wrong. There was nothing protecting her. There’s no higher power, there’s no God. I mean, there’s just chaos, and violence” 2x07 House of Holy, Sera Gamble.

2) Mentre “Dean era caldo come un eterno martedì” è un riferimento a The Man Who Would Be The King (6x20, Ben Edlund) in cui Cass ci confida che il suo paradiso preferito è l’eterno martedì di un autistico. Remember? Cielo blu fotoelettrico, verde pastello e quel glorioso aquilone rosso. Cass che sorride sereno e guarda. Ecco, ho voluto regalare un pezzo di casa a Cass, lui che è finito tanto, tanto lontano dal Kansas e non ruberebbe mai le scarpe a nessuno.

 

 

Ai corvi le inutili spiegazioni ringrazio chiunque abbia letto fin qui e alla prossima!





   
 
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