-Come sei riuscito a farla addormentare? - chiede Sophie, affacciandosi sulla soglia della porta della stanzetta in cui dormono Feli e Lovi.
Antonio ridacchia, perché Sophie non è ancora in grafo di capacitarsi che le due Italia sono maschietti. Tuttavia, la asseconderà. Depone il Sud nella culla e fa cenno all'austriaca di rimanere in silenzio, con una premura esagerata perché sanno entrambi che niente sveglierà quelle pesti con i riccioli castani.
Va incontro alla donna, le prende le mani e l'accompagna fuori al corridoio, per poi chiudere la porta alle proprie spalle.
-Era esausta, mi amor. Non ci è voluto niente... E poi Lovi adora dormire in braccio a me. Non è molto abituata al posto.
Sorride soddisfatto e compiaciuto di essere riuscito a sorprendere la sua dolce metà con un gesto così semplice, cosa che gli riesce difficile perché Sophie è brava in tutto. Perfino a far la guerra. Lei decide, lui obbedisce. E quando obbedisce, la vittoria è sempre assicurata.
L'unica cosa che a Sophie non riesce è proprio badare a Lovi e Feli.
Non si tratta di non saper cambiare un pannolino o dar da mangiare. È che non capisce i bambini. Da piccola ha ricevuto un'educazione tale da costringerla ad agire come una signora in ogni circostanza. Non ha avuto mai voglia di giocare. Ha dominato e conquistato da quando ha capito che per sopravvivere bisogna darsi da fare e sporcarsi le mani. Anche se lei non lo fa mai direttamente.
A che serve, con tanti popoli sottomessi, seguaci collaborativi e un marito la cui prima necessità è conquistare, conquistare e ancora conquistare?
Una necessità che gli è rimasta dentro e che gli rimarrà per sempre. Un pirata non perde mai la propria grinta. Sophie sa che dietro quel viso angelico si nasconde un ladro, un criminale, un assassino. E la cosa non le dispiace finché sa che potrà manipolare quelle doti a suo volere e piacere.

Sophie indovina sempre cosa passa per la testa di Antonio.
Lo conosce bene, perché lui si mette in mostra facilmente.
Per l'austriaca è un libro aperto e facile da interpretare.
Non si sa se lo faccia apposta o inconsapevolmente, ma lo spagnolo tende sempre a sottomettersi a quella donna diabolica e calcolatrice.
Non la teme.
Sa che se dovessero entrare in guerra tra loro, nascerebbe un lunghissimo periodo di battaglie, sangue, assassinii, ingiustizie. Perché non sono così diversi. Certo, lei è una nobile, il mondo non lo dimenticherà; e lui è un sempliciotto, un contadino, un umile. Ma entrambi giocano la stessa carta sul campo di battaglia: la slealtà. In assenza di forze militari è sempre stata una buona amica per entrambi. Vive con loro. È parte della famiglia.
Il loro matrimonio è fondato sulla slealtà.
Si evince da piccoli gesti quotidiani.
Altrimenti perché Antonio dovrebbe regalarle dei fiori ogni volta che si è ritrovato con l'amante inglese nel suo rifugio?
E perché Sophie dovrebbe accettarli, dato che è stata lei stessa a presentargli Alice per poter giacere tranquillamente con Gilbert?
Eppure è così che funziona tra loro perché Sophie sa anche che Antonio darebbe la vita per proteggerla. E lui sa che l'austriaca non lo caccerebbe mai dalla sua vita.




Antonio abbraccia la sua sposa subito dopo aver fatto l'amore. La coccola, cosciente che nessun altro uomo sarà in grado di farla sentire così bene, neanche il prussiano che ogni pomeriggio entra dalla finestra e si impossessa della sua vita per un paio di ore soltanto.

Sophie si lega all'uomo che la vizia con piccoli doni floreali infedeli, ma di cui è incondizionatamente innamorata, finché non si addormenta.
L'ultima cosa che vede è la minuscola croce di legno adagiata sul petto perfetto di Antonio. E le ultime parole che sente sono quelle sussurrate in spagnolo, le uniche di cui conosce il significato.

-Te amo, Sophie.