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Autore: SSJD    05/11/2014    4 recensioni
Questa storia è una trama alternativa a ciò che è stato raccontato nel manga originale nel periodo che va dal ritorno di Goku dal pianeta Namec all'arrivo dei Cyborg. Cosa sarebbe successo se fosse stato Goku ad aiutare Vegeta a diventare un ssj? Come sarebbe stato il loro rapporto se l'orgoglio di Vegeta per ciò che erano i Sayan, avesse conquistato anche il cuore "terrestre" di Goku? Quale sentimento unisce i due guerrieri da far arrivare Goku ad aiutare il principe a far nascere suo figlio e Vegeta a salvare la vita all'unico suddito che gli è rimasto?
Il titolo spiega in parte il rapporto che si instaura fra i due una volta che entrambi si trovano a vivere sulla Terra.
NA: storia completamente revisionata, infatti il rating è cambiato da rosso ad arancio. Facendo parte di una saga di tre long, non aveva molto senso che la prima non fosse dello stesso rating delle altre due.
Ho messo l'OOC perchè il carattere dei protagonisti, soprattutto di Vegeta, si scosta molto da quello del manga originale, ma qui i protagonisti hanno vissuto vicende diverse, quindi è ovvio che i loro caratteri siano decisamente modificati.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Gohan, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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TANTO VA LA GATTA AL LARDO...



“No, No, ti prego… lasciamiiiii!”

La voce di Bulma echeggiò per tutta la grande casa, ma nessuno avrebbe mai potuto sentirla.
“Lasciami ti prego, non voglio, nooooo!”
Ma lui, Yamko, non la stava nemmeno ad ascoltare. Era andato da lei con la consapevolezza che lo avrebbe lasciato. Se lo meritava, certo, l’aveva tradita troppe volte per poter essere ancora perdonato. Sapeva che quella sarebbe stata la fine. Tutte le altre volte però, lei aveva chiuso un occhio, o forse anche tutti e due, e poi avevano fatto l’amore per fare la pace e tornare ad essere uniti, come sempre, come una volta.
Ma questa volta no.
Quando era arrivato, nel pomeriggio, lei era stata cortese, gentile e bellissima, come sempre. Gli aveva offerto da bere e, quando lui si era accorto che la casa era silenziosa e le aveva chiesto dove fossero finiti tutti, lei aveva risposto con un risolino:
“I miei genitori sono ad un congresso per tre giorni e Vegeta si sta allenando nella camera gravitazionale.”
Quel risolino lo aveva illuminato, aveva fatto rinascere in lui la speranza che quell’invito, proprio quando in casa non c’era nessuno, potesse sottintendere qualcosa di molto positivo.
Dopo il terzo bicchiere di vino le si era avvicinato con la ferma intenzione di farla sua, ancora una volta, come aveva sempre fatto. Bulma aveva iniziato a ritrarsi e a spiegare che non aveva la minima intenzione di donarsi ancora a lui, non sarebbe successo mai più. A quelle parole, il giovane era uscito completamente di senno, l’aveva presa per un braccio torcendoglielo e l’aveva fatta cadere sul divano. Le aveva strappato letteralmente di dosso il vestitino leggero che indossava e, non curante delle suppliche della ragazza, aveva deciso di possederla, lì, all’istante.
 
“Yamko lasciami, ma sei impazzito? Cosa vuoi fare?” gridò disperatamente, cercando di farlo desistere, ma non sortendo alcun effetto.
Bulma si sentì impotente, era troppa la differenza di forza fisica tra i due, per poter reagire in qualche modo. Cercò di dibattersi a lungo, tirando calci inutili all’aria e battendo pugni inconsistenti sul petto di lui che, incurante delle sue lamentele, perseguiva con forza nel suo intento.
Pochi istanti prima che il ragazzo riuscisse a soddisfare il suo desiderio di intrufolarsi per l’ultima volta tra le gambe ormai inermi e rassegnate di Bulma, lei sentì il rumore della porta a pressione della camera gravitazionale che si stava aprendo. Con tutto il fiato che aveva in corpo riuscì a gridare:
“Vegeta, ti prego, aiutami!”  
Un istante dopo, sentì il peso del corpo di Yamko sparire dal suo, ormai completamente nudo. Subito dopo udì un tonfo e qualche mobile rompersi. Iniziò a singhiozzare e aprì gli occhi solo quando sentì che il plaid, che era sempre appoggiato allo schienale del divano, la ricopriva, donandole un piacevole tepore e uno strano senso di sicurezza. Quando le lacrime caddero dagli occhi e la vista tornò quasi normale, vide Vegeta in piedi a fianco a lei; poi, guardandosi in giro, vide il corpo immobile di Yamko sul pavimento e un tavolino di ebano distrutto, poco distante da lui.
“Cosa ne devo fare di quell’idiota?” chiese il sayan.
Bulma lo guardò attonita. Aveva una gran paura.
Paura che Yamko fosse morto, per la seconda volta, per mano di Vegeta. Paura di quello che le sarebbe successo, se non fosse arrivato in tempo. Paura di come si sarebbe sentita l’istante dopo aver detto a Vegeta: “Fallo sparire per sempre dalla mia vista”, sapendo che lui ci avrebbe messo meno di mezzo secondo a disintegrarlo. Paura di dovere un favore al sayan…
“Allora?” la incalzò vedendola praticamente assente.
“È… È ancora… v-vivo?” chiese allora disperata.
“Certo, stava facendo del male a te, non a me. Se lo vuoi morto me lo devi chiedere come un favore personale, che sarei volentieri disposto a farti," esclamò senza sarcasmo Vegeta.
“No, non lo voglio morto, ma di certo non lo voglio più vedere. Se ti chiedessi di portarlo da Goku per fargli prendere un fagiolo magico per farlo riprendere, lo faresti?” chiese Bulma speranzosa che un fagiolo potesse essere sufficiente.
“Certo, non c’è problema, se è questo che vuoi. Tutto pur di liberarmi di questo mollusco.” concluse il sayan. Prese Yamko sulle spalle, totalmente svenuto per il pugno che poco prima gli aveva dato di sorpresa e volò fuori dalla porta finestra da cui era entrato. Un istante dopo si fermò in giardino, vicino alla camera gravitazionale, si voltò leggermente per guardare Bulma rannicchiata sotto la coperta con cui lui l’aveva protetta e le chiese:
“Stai bene, donna?”
Lei fece cenno di sì con la testa, ma quando lui volò via, scoppiò in un pianto ininterrotto.
Bulma rimase a casa sola, sentiva solo le lancette dell’orologio che scandivano i minuti che le sembravano interminabili.
Ma interminabili per cosa? La ragazza si trovò a pensare che forse il gesto che poco prima aveva visto fare a Vegeta non fosse semplicemente il pronto intervento ad una richiesta di aiuto. Non era forse da tempo che il sayan non aspettava altro che colpire Yamko? Lo voleva colpire perché gli era antipatico o per… per… per GELOSIA? Questa parola passò nella testa di Bulma come un fulmine. Possibile che Vegeta avesse agito aiutandola per qualche secondo fine? Possibile che avesse desiderato che si presentasse l’occasione giusta per “far fuori” il suo rivale con il valido appoggio proprio del soggetto del contendere? No, era assurdo, l’unico avversario che Vegeta riusciva a immaginare nella sua vita era Goku. Yamko nemmeno lo considerava. Quando parlava di lui lo chiamava “il moscerino” o “l’idiota”. Di certo non lo poteva considerare nemmeno lontanamente come un rivale, tanto meno in amore.
Bulma si convinse, a poco a poco, che l’intervento di Vegeta era dovuto solo all’istinto che ha un uomo ad aiutare qualcuno debole in un momento di difficoltà. Di sicuro non aveva agito per aver provato, in quel momento, qualche forma di gelosia o di affetto per lei. Quando aveva invocato l’intervento di Vegeta, non si aspettava di certo che lui sarebbe intervenuto immediatamente, tantomeno che avrebbe cercato di proteggerla posandole il plaid sul corpo indifeso; ciò che lui aveva fatto per lei, però, le era piaciuto. Il principe l’aveva salvata, ma per quanto lei potesse gongolare per queste sue attenzioni, rimaneva sempre il fatto che, subito dopo, non le aveva nemmeno chiesto come stava. Si era prima preoccupato di come sbarazzarsi di Yamko e poi… e poi… ma sì! Bulma ricordò che si era voltato e, con quella che poteva apparire come una totale indifferenza, le aveva chiesto se… stesse bene… Lei gli aveva fatto cenno di sì ed era vero.
Stava bene perché il sayan l’aveva salvata.
Stava bene perché si era sentita protetta, prima da LUI e poi dal plaid con cui LUI l’aveva coperta.
Stava bene perché ora, anche se era a casa da sola, completamente nuda sul divano, non aveva affatto paura.
Bulma si perse nei suoi pensieri e capì che i minuti che passavano erano interminabili perché lei stava aspettando.
Aspettava il ritorno di Vegeta e, cullata dal ticchettio dell’orologio, si addormentò.
 
***
 
Vegeta arrivò in volo al monte Paoz solo in tarda serata. Quando intravide la casa di Goku rimase, per qualche momento, in aria stupito. Dalla finestra della camera da letto del sayan, usciva una luce accecante e lui percepì immediatamente l’aura da supersayan (ssj) appartenente al suo eterno rivale.
Avvicinandosi alla camera poté udire più distintamente i rumori che ne provenivano. Vegeta si bloccò. Era visibilmente scocciato per essere arrivato proprio in quel momento: quello in cui Chichi stava urlando per i piaceri dell’orgasmo che suo marito le aveva appena regalato. Subito dopo il bagliore si spense e, dopo pochi minuti, alla finestra apparve Goku, completamente nudo che, con totale tranquillità, salutando Vegeta esclamò:
“Heilà, Vegeta,! Come stai? Ho sentito la tua aura, ma sai… ero… beh… insomma… un attimo impegnato...”
Il principe si limitò ad alzare gli occhi al cielo e a scaricare il corpo di Yamko sul prato.
“Dimmi, di che hai bisogno? Ma scusa, è Yamko quello? La sua aura è debolissima…” chiese Goku un po’ spaventato per le condizioni in cui versava il suo amico.
“Sì, ecco… vestiti e vieni fuori, veloce, che ti spiego!” tagliò corto Vegeta.
Goku uscì in un lampo e quando vide che il ragazzo era stato violentemente colpito e aveva perso i sensi, inclinò le sopracciglia in uno sguardo severo e chiese:
“Allora? Cosa è successo?”
Il principe spiegò ciò che era accaduto, senza tralasciare alcun particolare.
“Non posso crederci, Yamko voleva fare del male a Bulma? Si conoscono da una vita… non l’avrei mai potuto pensare. Beh, per fortuna c’eri tu, Vegeta!” esclamò Goku visibilmente meravigliato.
“Hai dei fagioli magici? Bulma vuole che glieli dia per farlo riprendere e potergli dire che non lo vuole rivedere mai più.” disse Vegeta, che ora sembrava veramente stanco per tutto ciò che era successo.
“Mi spiace.” rispose Goku rammaricato “io non li ho, ma se mi aspetti qui, in dieci minuti mi teletrasporto dal Genio, che ne ha un scorta. Lascio lì Yamko e torno. Nel contempo Chichi ti preparerà qualcosa da mangiare, mi sembra che tu abbia fame!”
“Ok, aspetto, ma cerca di muoverti Kaaroth, voglio tornare a casa.” - a vedere come sta Bulma… voleva dire – “A riposare.” concluse il principe.
“Vado e torno in un lampo.” disse Goku entrando in casa per avvisare la moglie.
Chichi era in cucina, già a preparare qualcosa da mangiare per Vegeta. Goku la abbracciò e le disse:
“Tesoro, vado dal Genio, torno subito.”
“Lo so, ho sentito tutto. Spero che quando Yamko si riprenda qualcuno di voi lo punisca per ciò che voleva fare.” lo redarguì lei aggiungendo l’acqua bollente al Ramen che stava già preparando per il suo inaspettato ospite.
“Penso che quanto ha fatto Vegeta sia già sufficiente, per non parlare di ciò che gli farà passare Bulma.”
“Uhm, hai ragione!” sorrise Chichi.
Goku prese Yamko sulle spalle, fece l’occhiolino a Vegeta e scomparve teletrasportandosi da Genio.
“Vegeta vieni?” la voce di Chichi lo richiamò, era pronto.
 
Goku tornò in un baleno. Aveva spiegato al Genio e Crillin tutto l’accaduto. Anche loro, come lui, erano increduli per il comportamento di Yamko ed erano veramente dispiaciuti per Bulma. Il Genio aveva promesso di far riprendere gli allenamenti al ragazzo convinto che, con un po’ di disciplina del combattimento, sarebbe tornato ad essere il bravo ragazzo che era una volta.
Quando tornò, trovò Vegeta in cucina con Chichi. Lei cercava in tutti i modi di soddisfare la fame del principe che, però, sembrava insaziabile.
“Tutto bene?” chiese Goku divertito nel vedere la moglie che impazziva nel tentativo di risultare gentile e generosa nel servire Vegeta.
“Sì, sì!” rispose lei “è che mangia anche più di te, anche se in modo molto più elegante...”
“Lo sai, cara, che i Sayan sono fatti così e in più Vegeta è un principe, non come me che sono solo uno scimmione!” rispose Goku avvicinandosi furtivamente a Chichi e abbracciandola da dietro.
“Lo so caro, ma rimani sempre il mio scimmione preferito...” rispose la donna voltandosi e baciandolo appassionatamente, come per ricordargli cosa, pochi minuti prima, era stato interrotto dall’arrivo di Vegeta.
Il principe non sembrava minimamente interessato alla scena, tranne quando, ad un tratto, iniziò a notare un repentino incremento nell’aura di Goku, mentre baciava la moglie.
La cosa lo interessò parecchio e si mise a fissare l’altro sayan incuriosito. Non sentendo più né masticare, né deglutire, Goku si bloccò, con disappunto di Chichi e si girò verso Vegeta. Quando vide che lo stava guardando gli disse:
“Scusa Vegeta, forse ti abbiamo messo in imbarazzo. Per farmi perdonare, se hai finito di mangiare, ti teletrasporto a casa, così vedo anche come sta Bulma e tu potrai riposare, finalmente.”
“Tsk, non mi imbarazzerei nemmeno se te la scopassi qui davanti a me. Se sono affamato e sto mangiando potrebbe anche tornare Freezer che non lo degnerei nemmeno di uno sguardo.” disse sogghignando Vegeta.
“Beh, in quel caso mi imbarazzerei io...” disse Goku con un sorriso.
“E io pure...” aggiunse Chichi che era diventata viola, nel contempo.
“Comunque è meglio andare, si è fatto tardi.” concluse Goku.
“Porta i miei saluti a Bulma.” disse Chichi “Dille che se ha bisogno di qualsiasi cosa può chiamarmi!”
“Certo!” rispose allegro il marito, poi, avvicinandosi all’orecchio le sussurrò “Aspettami sveglia per favore, cercherò di tornare presto, abbiamo una faccenda in sospeso io e te...”
A Chichi passò un brivido lungo la schiena e rispose:
“Ci proverò, ma se dovessi addormentarmi, svegliami per favore, voglio anche sapere come sta Bulma.”
“Ok, andiamo Vegeta?”
“Sì.” disse il principe e, senza salutare, né ringraziare, mise una mano sulla spalla di Goku. Un istante dopo i due sayan sparirono.
 
Quando arrivarono alla Capsule Corporation, trovarono la casa buia e silenziosa. I due sayan comparvero proprio di fronte al divano dove trovarono Bulma addormentata arrotolata nel plaid. Goku le si sedette a fianco, guardò l’amica con tanta tenerezza. Le sembrava una bambina che dormiva e sognava di essere una principessa. Delicatamente le accarezzò i capelli turchini e le diede un bacio sulla fronte. Voleva che si svegliasse dolcemente, non voleva spaventarla. Purtroppo, Goku lo sapeva bene: quando Bulma dormiva non c’era niente che la potesse svegliare, nemmeno una cannonata.
“Pare proprio che non si svegli.” disse Goku sottovoce a Vegeta che era rimasto colpito dalla delicatezza con cui l’altro sayan aveva prima accarezzato e poi baciato la ragazza.
“Certo, se provi a svegliarla come fai tu… nemmeno fra cent’anni!” rispose ad alta voce Vegeta.
“Shhhh, non gridare, così la spaventi!” ribatté Goku.
“Ma piantala, Kaaroth! Non vedi che dorme come un sasso?”
“Ok, allora vuol dire che sta bene, portiamola a letto.”
“Portacela tu, io non sono il suo baby sitter.” tagliò corto Vegeta.
“Ok...”
Goku la prese in braccio e, quando intuì che Bulma non aveva addosso nient’altro che la coperta, diventò un po’ rosso, ma poi fece attenzione a trasportarla a letto, senza far cadere il plaid. Salì al piano di sopra e cercò la camera di Bulma. Non era mai stato nella parte “privata” di quella enorme casa e ci mise qualche minuto a trovare la stanza giusta. Quando finalmente la ricerca finì, entrò e adagiò delicatamente l’amica sul suo letto; la coprì meglio che poteva con il suo affezionatissimo plaid, le diede un bacio sulla guancia e le sussurrò:
“Buonanotte, Bulma.”
 
Quando scese trovò il principe ad aspettarlo nel salotto dove poco prima dormiva Bulma.
“Vegeta, pensavo fossi andato a riposare. Bulma dorme, io vado. Ho promesso a Chichi che sarei tornato presto.”
“Non così in fretta, Kaaroth!” lo bloccò Vegeta “Questa serata è stata molto “istruttiva” per me. Ho maturato una gran quantità di domande sul comportamento dei terrestri ed esigo delle risposte, da te, adesso.”
“Ok Vegeta, sono disposto a risponderti a tutte le domande che vuoi, se posso, ma non ora. Tu devi riposare e io devo tornare. Domani verrò qui ad allenarmi con te, se ti va, e porterò Chichi, così starà un po’ con Bulma e noi potremo parlare.” disse Goku con tono convincente e continuò: “Ora vai di sopra e rimani a dormire a fianco a Bulma, per favore...”
“E perché diavolo dovrei? Primo, non prendo ordini da te e secondo, non vedo il motivo per cui dovrei accudirla come se fosse una neonata.” ribatté scocciato Vegeta.
“Fai come vuoi, ma io la conosco bene. Se domattina si sveglia, senza vestiti, nel suo letto e non trova nessuno che le spiega cosa è successo e come fa a trovarsi lì, inizierà a gridare come una pazza isterica.” spiegò Goku.
“Ah! E invece se si sveglia e trova me che dormo nudo nel suo letto penserà tanto meglio, vero Kaaroth?”
“Tu dormi nudo, Vegeta?”
“Sì, sempre, da quando sono nato, tu no?” rispose secco Vegeta.
“Scherzi? Se dormissi nudo con a fianco Chichi, praticamente non dormirei mai, sarei perennemente eccitato!” rispose Goku arrossendo.
“Sei disgustoso.” ribatté il principe “Ok, comunque per stanotte posso fare un’eccezione e dormirò con la tuta da allenamento. Ѐ così leggera che sembra di non averla neppure.”
“A domani, buonanotte.” disse Goku sparendo.
Vegeta si avviò lentamente verso la camera da letto di Bulma. Non era per nulla convinto del suggerimento di Goku, ma un po’ sentiva che forse a lei non sarebbe dispiaciuto.
Si avvicinò al letto e guardò la ragazza dormire. Pensieri infiniti passarono nella mente del sayan. La richiesta di aiuto che gli aveva rivolto poche ore prima aveva toccato qualcosa dentro di lui. Non riusciva a capire cosa gli fosse successo, forse perché aveva sentito pronunciare il suo nome “Vegeta” e non “scimmione”, come lo chiamava lei di solito. Forse perché l’aveva supplicato gridando “ti prego” in quel modo disperato, o forse solo perché aveva chiesto aiuto proprio a lui. Di certo qualcosa lo aveva veramente colpito.
Si sdraiò accanto a lei nell’enorme letto al centro della camera. Faceva veramente troppo caldo per dormire con la tuta. Decise allora di alzarsi, di farsi una doccia e di tornare a letto con addosso solo un paio di boxer che lei gli aveva comprato. Per alcune ore però non riuscì a prendere sonno. Troppi pensieri, troppe domande, troppo odore di quella donna sdraiata a fianco a lui. Quando l’alba stava ormai per fare capolino all’orizzonte, la stanchezza ebbe la meglio sull’inquietudine del principe, che si addormentò esausto.










 
   
 
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