05/11/2014
6 recensioni
Il cielo notturno era sereno, ornato da centinaia di stelle luminose; sdraiati sul prato, sembrava quasi di poterle toccare, aggrapparcisi e cavalcarle fino alla scoperta di un nuovo mondo.
Lontani dalla frenetica vita newyorkese, la famiglia Jones passava i suoi fine settimana nel loro cottage in periferia, dove il sole sorgeva alto la mattina e il gallo cantava così forte da svegliarli tutti; c’era un lago nei dintorni dove i genitori Jones portavano i propri figli, Gabriel, di 9 anni e Kyle di 5, a divertirsi.
Greta e Joseph Jones si erano conosciuti alla facoltà di legge, quando avevano poco più di diciannove anni, lei dai lunghi capelli castani decorati da corone di fiori e grandi occhi verdi, lui dai capelli biondi e occhi castani, coperti spesso da lenti scure. Frequentavano gli stessi corsi, e di tanto in tanto si scambiavano occhiate interessate, trascurate da entrambi per mesi, fino a quando Joseph si fece coraggio e la invitò a cena.
Andarono in un bel ristorantino italiano; l’appuntamento andò così bene che si rividero il giorno dopo, e quello dopo ancora, e quello ancora dopo, fino al giorno in cui, alla fine dell’ultimo anno, lui si presentò in classe con un anello e una proposta scritta nervosamente sul palmo della mano. Poco dopo il matrimonio nacque il primogenito Gabriel, una gioia immensa per gli sposini novelli che li spinse ad acquistare un appartamento in pieno centro, così da dare al loro primo figlio la possibilità di conoscere nuovi bambini, fare amicizia, frequentare una buona scuola e respirare a fondo l’aria di una grande città.
Dopo circa cinque anni Greta era di nuovo incinta, questa volta di due gemelli, un maschio e una femmina. In questo periodo molte furono le difficoltà, soprattutto economiche, che li spinsero a vendere la loro bella casa situata in una palazzina privata e trasferirsi in un piccolo loft di Brooklyn; si adattarono velocemente alla loro vita semplice ma felice, fino a quando a Greta non vennero le doglie. Quella verso l’ ospedale era una corsa contro il tempo, c’era qualcosa che non andava e due minuti in più sarebbero risultati fatale. Partorì due bambini all’apparenza morti, i loro corpi giacevano immobili su un grande carrello di acciaio sterilizzato. Quando tutto sembrava perduto uno dei due bambini iniziò a piangere, con impazienza si aspettò che anche la femminuccia seguisse il fratello, ma non fu così. Il nome della piccola sarebbe stato Christine Zaira, in onore della nonna paterna, deceduta quando Joseph aveva si e no cinque anni. Nonostante la perdita, la famiglia proseguì la loro vita, lo dovevano almeno ai due bambini Gabriel e Kyle. Ci fu un periodo molto prospero per il lavoro di entrambi, racimolarono un po’ di soldi e riuscirono ad acquistare quel cottage vicino al lago tanto desiderato.
«Buona notte mamma» dissero all’unisono i due bambini già nel letto sotto le coperte rosse e blu, le mura erano spoglie e di legno fatta eccezione per alcuni poster dei supereroi attaccati a esse.
« Buona notte bambini» rispose la madre guardandoli un’ ultima volta prima di spegnere la luce e chiudere la porta.
« Gab, Gab» sussurrò Kyle « Guarda qua che ho trovato oggi, non l’ho fatta vedere a mamma che sai, si arrabbia se prendo le cose da terra, ma questa la devi vedere.» prese da sotto al letto uno scatolino trasparente contenente una piccola, minuscola donna e si avvicinò al letto del fratello.
« Kyle ma che cosa stai dicendo?» chiese confuso il fratello, sforzando la vista per vedere al buio, anche non vedendo granchè, di una cosa era certo: quella scatola era vuota. « Non c’è niente lì dentro»
« Ma come?» chiese sorpreso Kyle « E’ qui non vedi?» fece scuotendo la scatola, facendosela scivolare dalle mani cadde a terra e si aprì. La creatura al suo interno uscì e scappò fuori dalla finestra.
« Aspetta » le urlò contro il bambino, e incominciò a correrle dietro.
« Kyle dove vai? Torna qui» cercò di fermarlo Gabriel, gli corse dietro e entrambi furono in pochi secondi fuori dalla casa. La piccola donna volava in direzione del bosco seguita da Kyle, il quale, a sua volta, rincorso dal fratello. Stavano per entrare in quell’ammasso di alberi quando all’improvviso il suono di una grande esplosione attirò la loro attenzione, si girarono e videro la loro casa in fiamme.
« MAMMAAAAA» urlò Kyle piangendo, cercando di divincolarsi dall'abbraccio del fratello per raggiungere i propri genitori in quell’ammasso di fiamme.
Lontani dalla frenetica vita newyorkese, la famiglia Jones passava i suoi fine settimana nel loro cottage in periferia, dove il sole sorgeva alto la mattina e il gallo cantava così forte da svegliarli tutti; c’era un lago nei dintorni dove i genitori Jones portavano i propri figli, Gabriel, di 9 anni e Kyle di 5, a divertirsi.
Greta e Joseph Jones si erano conosciuti alla facoltà di legge, quando avevano poco più di diciannove anni, lei dai lunghi capelli castani decorati da corone di fiori e grandi occhi verdi, lui dai capelli biondi e occhi castani, coperti spesso da lenti scure. Frequentavano gli stessi corsi, e di tanto in tanto si scambiavano occhiate interessate, trascurate da entrambi per mesi, fino a quando Joseph si fece coraggio e la invitò a cena.
Andarono in un bel ristorantino italiano; l’appuntamento andò così bene che si rividero il giorno dopo, e quello dopo ancora, e quello ancora dopo, fino al giorno in cui, alla fine dell’ultimo anno, lui si presentò in classe con un anello e una proposta scritta nervosamente sul palmo della mano. Poco dopo il matrimonio nacque il primogenito Gabriel, una gioia immensa per gli sposini novelli che li spinse ad acquistare un appartamento in pieno centro, così da dare al loro primo figlio la possibilità di conoscere nuovi bambini, fare amicizia, frequentare una buona scuola e respirare a fondo l’aria di una grande città.
Dopo circa cinque anni Greta era di nuovo incinta, questa volta di due gemelli, un maschio e una femmina. In questo periodo molte furono le difficoltà, soprattutto economiche, che li spinsero a vendere la loro bella casa situata in una palazzina privata e trasferirsi in un piccolo loft di Brooklyn; si adattarono velocemente alla loro vita semplice ma felice, fino a quando a Greta non vennero le doglie. Quella verso l’ ospedale era una corsa contro il tempo, c’era qualcosa che non andava e due minuti in più sarebbero risultati fatale. Partorì due bambini all’apparenza morti, i loro corpi giacevano immobili su un grande carrello di acciaio sterilizzato. Quando tutto sembrava perduto uno dei due bambini iniziò a piangere, con impazienza si aspettò che anche la femminuccia seguisse il fratello, ma non fu così. Il nome della piccola sarebbe stato Christine Zaira, in onore della nonna paterna, deceduta quando Joseph aveva si e no cinque anni. Nonostante la perdita, la famiglia proseguì la loro vita, lo dovevano almeno ai due bambini Gabriel e Kyle. Ci fu un periodo molto prospero per il lavoro di entrambi, racimolarono un po’ di soldi e riuscirono ad acquistare quel cottage vicino al lago tanto desiderato.
«Buona notte mamma» dissero all’unisono i due bambini già nel letto sotto le coperte rosse e blu, le mura erano spoglie e di legno fatta eccezione per alcuni poster dei supereroi attaccati a esse.
« Buona notte bambini» rispose la madre guardandoli un’ ultima volta prima di spegnere la luce e chiudere la porta.
« Gab, Gab» sussurrò Kyle « Guarda qua che ho trovato oggi, non l’ho fatta vedere a mamma che sai, si arrabbia se prendo le cose da terra, ma questa la devi vedere.» prese da sotto al letto uno scatolino trasparente contenente una piccola, minuscola donna e si avvicinò al letto del fratello.
« Kyle ma che cosa stai dicendo?» chiese confuso il fratello, sforzando la vista per vedere al buio, anche non vedendo granchè, di una cosa era certo: quella scatola era vuota. « Non c’è niente lì dentro»
« Ma come?» chiese sorpreso Kyle « E’ qui non vedi?» fece scuotendo la scatola, facendosela scivolare dalle mani cadde a terra e si aprì. La creatura al suo interno uscì e scappò fuori dalla finestra.
« Aspetta » le urlò contro il bambino, e incominciò a correrle dietro.
« Kyle dove vai? Torna qui» cercò di fermarlo Gabriel, gli corse dietro e entrambi furono in pochi secondi fuori dalla casa. La piccola donna volava in direzione del bosco seguita da Kyle, il quale, a sua volta, rincorso dal fratello. Stavano per entrare in quell’ammasso di alberi quando all’improvviso il suono di una grande esplosione attirò la loro attenzione, si girarono e videro la loro casa in fiamme.
« MAMMAAAAA» urlò Kyle piangendo, cercando di divincolarsi dall'abbraccio del fratello per raggiungere i propri genitori in quell’ammasso di fiamme.
Nota: Ciao a tutti, io sono Ilenia, forse alcuni di voi mi conosceranno per il profilo condiviso di Malec Lovers_ ,nel quale con la storia Amnesia, introduco il personaggio di Kyle. Anche se visto da molti, e anche da me, come nemico e antagonista bisogna ricordare che un cattivo è solo una vittima, la cui storia non è stata raccontata. Non ancora.
Vi lascio il link di Amnesia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2745327&i=1