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Autore: RegalGina    06/11/2014    3 recensioni
Robin vide tutto. Anche se in contro luce la figura minuta che si avvicinava era inconfondibile. Snella, scura. L’avrebbe riconosciuta tra mille.
- Tutto mi aspettavo, tranne che di trovarmi di fronte ad una scena così patetica… - La sua voce era glaciale. La figura si richiuse la porta alle spalle e tutto piombò di nuovo nella semi-oscurità. Proseguì:
– Allora è vero quello che si dice… L’amore non è altro che una debolezza! –

[OutlawQueen] Ho scritto questa FanFiction di getto, l'ispirazione mi ha colta mentre mi disperavo per Regina e Robin dopo essermi resa conto per l'ennesima volta di come tristemente stanno andando le cose tra loro...
Ambientata in un ipotetico futuro, quando il ladro avrà finalmente preso la decisione di stare al fianco della sua anima gemella.
Genere: Angst, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lady Marian, Regina Mills, Robin Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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The Dark side of Lady Marian

La prima sensazione che percepì fu il calore del corpo che si trovava di fianco a lei, una sensazione di sicurezza la pervase in tutto il corpo. Un brivido di piacere le scorse lungo la schiena non appena avvertì il suo profumo. Quel profumo, che la faceva così tanto impazzire. Non appena cercò di far scorrere le mani sul petto dell’uomo, si accorse però che qualcosa non andava, come se qualcosa la trattenesse e le impedisse di muoversi. Aprì gli occhi lentamente, per paura che la luce la accecasse, ma di luce in realtà non ce n’era. Erano immersi nella penombra. Dalla posizione in cui si trovava riuscì a distinguere il profilo del volto di Robin: aveva il capo poggiato sulla sua spalla, ed il braccio di lui le cingeva la vita. Cercò di sollevare le mani per accarezzargli il viso, ma ancora una volta fallì: sentiva le dita informicolarsi ed un bruciore dilagare dai suoi polsi. Non appena riprovò a muoversi ma di nuovo senza alcun risultato, la figura al suo fianco si riscosse e lei poté vedere gli occhi di Robin risplendere in quell’immensa oscurità. Cercò di alzare la testa per scoccargli un bacio come faceva ogni mattina, ma un dolore le pervase tutta la schiena impedendole di muoversi. La testa iniziò immediatamente a girarle ed i sensi a svanire.
- Ehi, stai con me… Non mi abbandonare di nuovo… – disse piano Robin scuotendola leggermente.
Era chiaro che qualcosa non andava.
Quella era una scena che si ripeteva tutte le mattine da qualche settimana da quando finalmente la situazione era stata chiarita. Ma come si spiegavano i dolori? Setacciò la sua mente in cerca di un ricordo che potesse darle una spiegazione, ma tutto quello che trovò fu una tabula rasa.
Nulla.
Aprì le labbra per mormorare qualcosa, ma non appena provò a parlare non riuscì a fare altro che tossire. I colpi di tosse le martellavano il petto, aveva l’impressione che qualcuno cercasse di sfondarle il torace dall’interno. Il cuore iniziò a battere all’impazzata e quella sensazione di offuscamento si fece immediatamente più pronunciata. Abbandonò ogni tentativo di muoversi e si abbandonò sul corpo di Robin che la teneva stretta a sé cercando di infonderle forza, inutilmente.
Rimasero in quella situazione di stallo per un tempo che a lei sembrò interminabile, fino a quando un rumore non ruppe l’atmosfera surreale che si era creata.
Improvvisamente una porta si aprì, lasciando entrare uno spiraglio di luce fioca.
Lei riaprì gli occhi a fatica, ma non poté vedere nulla perché era di spalle alla porta.
Ma Robin vide tutto. Anche se in contro luce la figura minuta che si avvicinava a loro era inconfondibile. Snella, scura. L’avrebbe riconosciuta tra mille.
- Tutto mi aspettavo, tranne che di trovarmi di fronte ad una scena così patetica… - La sua voce era glaciale. La figura si richiuse la porta alle spalle e tutto piombò di nuovo nella semi-oscurità. Proseguì – allora è vero quello che si dice… L’amore non è altro che una debolezza! – esplose in una fragorosa risata malefica che riecheggiò in tutta la stanza.
Si avventò sul corpo della donna staccandolo violentemente da quello del ladro. La costrinse a voltarsi (o meglio, la spostò di peso morto facendola rotolare sulla schiena) per guardarla dritta negli occhi e vedere la sua sofferenza. Era l’unica cosa che desiderava, che quella donna soffrisse. Lo meritava. Dannazione, lo meritava eccome! Le aveva portato via l’uomo che amava lasciandola solamente con un vuoto incolmabile.
Robin fece per dire qualcosa ma lei lo zittì prima che potesse proferire parola. Non era legato, avrebbe potuto ribellarsi, ma non sarebbe servito a nulla perché la donna che aveva di fianco e che tanto amava sarebbe morta. Il veleno che le era stato iniettato non poteva essere curato con la magia e nemmeno con il bacio del vero amore. Gli occorreva l’antidoto, per questo non poteva semplicemente fuggire con lei, perché in ogni caso Regina sarebbe morta dopo pochi giorni senza una cura.  Non riusciva a credere che sua moglie, la persona con la quale aveva condiviso gran parte della sua vita gli stesse facendo questo.
Era successo tutto troppo in fretta. Era notte, erano a casa di Regina in quelle stesse posizioni. Il lampo era arrivato fulmineo, la polvere di fata li aveva immobilizzati e subito Lady Marian aveva iniettato la tossina nel collo di Regina. Non c’era stato nulla da fare. Dopo quel momento Robin non ricordava più nulla, solo di essersi svegliato di soprassalto in quella stanza con il sindaco accanto a lui. Respirava a fatica, si dibatteva, sudava. Poi le sue condizioni si erano stabilizzate, ma Regina non si era svegliata per ore e Robin aveva temuto il peggio. Ma quando si era riscossa poco prima, aveva ritrovato la speranza ed ora stava a lui cercare di non fare passi falsi. Sapeva che Marian doveva avere l’antidoto da qualche parte, doveva solo pazientare e trovare un modo per ottenerlo. Sperando di fare in tempo.
- Marian ti prego, fermati! –
All’udire quelle parole la donna si voltò verso il marito con uno sguardo che sembrava essere indemoniato. Non era da lei. La ragazza che un tempo aveva sposato ormai non c’era più, aveva lasciato spazio ad una persona arida, capace solo di odiare. E dire che un compromesso l’avevano cercato. Robin le aveva spiegato in tutti i modi che in 32 anni si era rifatto una vita, ma che nonostante tutto sarebbe comunque rimasto al suo fianco. In fondo condividevano un figlio! Ma lei non aveva voluto sentire ragioni. La sete di vendetta aveva prevaricato su tutto.
Le convulsioni che iniziarono a tormentare Regina colmarono di orrore gli occhi del ladro. Erano state scaturite dalla tosse di poco prima e dall’aumento della pressione del sangue dovuto alla scossa che le aveva dato Marian. Iniziò a sudare ed a dimenarsi, ma in poco tempo le sue urla strazianti invasero la stanza e sembravano voler perforare le pareti. La moglie di Robin si sedette bruscamente a cavalcioni su di lei cercando di trattenerla:
- Ehi, ehi! Devi cercare di calmarti, altrimenti il veleno ti ucciderà prima che io sia riuscita a godermi la vittoria! –
Aveva gridato, ma era l’unico modo per farsi sentire. Piano piano Regina sembrò calmarsi e Marian riprese - Più ti agiti, più il sangue circola velocemente. Più il sangue circola velocemente, più dolore sentirai e questo ti farà agitare ancora di più, fino a che tutto il veleno che hai in corpo non arriverà al cuore e morirai. Perciò fammi un favore regina dei miei stivali, cerca di stare buona ancora per un po’. Vedrai che ci divertiremo – Aveva parlato come si spiega ad un bambino di cinque anni che non si gioca con il fuoco perché si rischia di scottarsi, ma sembrava aver funzionato. La respirazione di Regina piano piano si stabilizzò, i suoi battiti ridivennero lenti e regolari.
 
Anche se Marian era uscita già da molto, Regina ci mise un po’ a tranquillizzarsi veramente. Prima di uscire le aveva slegato i polsi, badando però a non sfilarle il bracciale che le impediva di usare la magia. Aveva il fiato pesante ed era sudata dalla testa ai piedi, il dolore richiamava la sua attenzione da ogni parte del corpo. Robin si voltò verso di lei e le accarezzò il volto: - Troveremo una soluzione, è una promessa. Non lascerò che tutto questo continui a lungo. –
Regina lo guardò perdendosi nei suoi occhi e lasciandosi ammaliare dal suo sorriso.
Cercò di muovere un braccio, lentamente, tenendo bene a mente ciò che le aveva detto Marian: in sostanza, se si agitava moriva. Portò la sua mano ad accarezzare la guancia del ladro, scese fino al collo e lo tirò a se, baciandolo dolcemente. Era un bacio caldo ma disperato e Regina poté percepire qualcosa di umido scendere tra le loro labbra.
Stava piangendo.
In un momento capì quali erano le intenzioni di Marian. Voleva farlo soffrire così come aveva sofferto lei vedendo strapparsi da sotto gli occhi la persona che amava di più al mondo. In questo modo avrebbe ottenuto la vendetta su entrambi.
Regina sarebbe morta.
Robin sarebbe rimasto solo, forse una dannazione ancora peggiore della morte.
L’unica notizia positiva era che non l’avrebbe uccisa subito e quindi, qualunque cosa volesse farle, avevano ancora la speranza di fuggire.
Quando si staccarono Robin la tirò a se permettendole di appoggiarsi sul suo petto. Dovevano uscire di lì al più presto e con l’antidoto. Avrebbe dovuto agire il prima possibile. Decise di farlo non appena Marian sarebbe rientrata nella stanza.
 
La porta si spalancò violentemente e Lady Marian fece irruzione. Questo fece spaventare Regina che iniziò a gemere sotto l’effetto del veleno non appena il suo cuore iniziò a battere più in fretta. Tuttavia cercò di isolarsi da ciò che le stava succedendo attorno per calmarsi. Sentiva Marian e Robin che gridavano parole che lei non ascoltava, immersa in quel limbo che le permetteva di regolarizzare il suo respiro. Poi una mano la afferrò e la costrinse a voltarsi. Riuscì ad intravedere il Robin seduto in terra dall’altro lato della stanza legato alla parete mentre sua moglie le puntava un coltello alla gola. A quel contatto Regina iniziò ad avere paura. Era terrorizzata. La lama fredda contro il suo collo non impedì al suo respiro di farsi affannato, sempre più affannato mentre vedeva l’odio di Marian fluire dai suoi occhi ed  inondare tutto.
Il suo urlo squarciò l’aria quando un’esplosione di scintille gialle e rosse la circondò.
L’adrenalina dovuta alla paura aveva accelerato tutte le sue percezioni ed inevitabilmente il dolore lancinante di prima (…quanto tempo era passato?) la pervase di nuovo. Il suo corpo iniziò a contrarsi in preda a convulsioni incontrollate mentre il grido di Robin raggiunse debole le sue orecchie: - NO!! – Se Marian non fosse stata abbastanza forte da contenere i suoi movimenti il coltello le avrebbe tagliato la gola.
Inorridito da ciò che si presentava ai suoi occhi Robin iniziò a dibattersi per cercare di liberarsi. Tirò le catene attaccate al muro fino a sbucciarsi i polsi ma alla fine si liberò. Si avventò sulla moglie scaraventandola in terra e facendole sbattere la testa contro lo spigolo di un tavolo. Lei svenne. In quel momento un tintinnio si fece strada tra i gemiti di sofferenza di Regina. Robin guardò in terra e vide una boccetta rotolare allontanandosi da Marian. La guardò e immediatamente capì. Era l’antidoto. Si abbassò a raccoglierlo, gli occhi colmi di speranza.
Regina era ancora in preda alle convulsioni, Robin le si sedette a cavalcioni e stappò la boccetta, poi posò una mano sulla guancia della donna – la SUA donna – tenendole il capo fermo. Delicatamente le dischiuse le labbra e le versò metà del contenuto della fiala nella bocca, ma Regina non riuscì a deglutire ed iniziò a tossire violentemente.
Per fortuna ne aveva usata solo metà, ma doveva trovare una soluzione in fretta.
Regina era andata troppo lontana per riuscire ad autocontrollarsi, perciò doveva agire subito, prima che fosse troppo tardi.
Un’idea gli balenò nella mente.
Si versò il resto del liquido verdastro in bocca, fece un respiro profondo e si chinò sul corpo di Regina. Le aprì la bocca a forza ed appoggiò le sue labbra alle sue, lasciando il liquido defluire tra i denti della controparte. Lei iniziò a tossire più convulsamente, sollevò una mano per aggrapparsi alla sua schiena conficcandogli le unghie nella carne per il dolore, ma Robin non si staccò. La costrinse ad ingoiare.
In qualche secondo realizzò che il suo piano aveva funzionato. Dopo poco il corpo di Regina iniziò a rilassarsi, la mano scese lungo la schiena del ladro e cadde inerme sulla sua pancia, le gambe si distesero, la tosse cessò.
Perse i sensi.
Robin non sapeva se quello che le aveva dato era veramente l’antidoto, ma aveva deciso di crederci, perché in ogni caso sarebbe stato troppo tardi. Prese in braccio il sindaco e lo portò fuori dalla stanza, scavalcando senza degnare di uno sguardo il corpo della moglie, diretto a casa.
La loro casa.
 
Regina si svegliò con la testa poggiata sul petto di Robin. Per un attimo credette di avere sognato tutto, ma non appena sentì un malessere generale la paura di essere ancora rinchiusa in quel luogo la pervase. Quando sollevò il capo però si rese conto di essere a casa sua, nel suo letto.
Si osservò i polsi, una sottile linea rossa ne tracciava il contorno magro.
Era finita.
Guardò il ladro con la consapevolezza che l’aveva salvata. Era stata la dimostrazione definitiva della scelta che aveva fatto.
Aveva scelto lei.
Per sempre.
Robin si girò ad osservarla. I suoi occhi si illuminarono nel vedere che stava bene.
Si guardarono per un istante, poi lei disse semplicemente:
- Ciao eroe –
Non avrebbe potuto essere più felice. 



Spero vi sia piaciuta, personalmente ho avuto un'esplosione di sentimenti quando l'ho ideata, soprattutto quando ho pensato al bacio forzato *.*
Questa versione di Marian cattiva credo sia la maggior rappresentazione dell'odio che provo per lei in quanto OQ shipper e soprattutto la miglior dimostrazione della veridicità della citazione di Regina che preferisco: Evil isn't born, it's made. Infatti ci troviamo davanti ad una Marian distrutta dal dolore per aver perso l'uomo che aveva sposato, e questo l'ha portata a compiere atti che non sarebbero stati da lei in altre circostanze.
Però lo devo dire sinceramente, darei oro per vedere una scena del genere!!! Soprattutto Regina e Robin insieme *.*
Mi piacerebbe un sacco leggere le vostre recensioni per sapere che cosa ne pensate!!
A presto :)
Lus ^^
  
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