Un'anima forte,
risiede in una mente forte...
...e in un corpo forte.

Poteva sentire con estrema chiarezza il respiro caldo di Maka sulla sua schiena.
In altri momenti questa sensazione lo avrebbe tranquillizzato ma, oggi, lo preoccupava.
Non era il solito respiro calmo e ritmato che riusciva a placare anche il suo animo, era veloce ed estremamente nervoso.
-Maka...-
La ragazza non rispose, si limitò solamente a risaldare la presa, stretta intorno alla vita del ragazzo e a nascondere ancora più a fondo – se possibile – il volto tra le sue spalle.
Soul si ritrovò a sbuffare.
Odiava quegli interminabili silenzi in cui la sua partner si rinchiudeva ultimamente, odiava non sapere che cosa le passasse per la testa.
Infondo, non erano compagni d'armi? Una Shokunin e la sua Buki?
Dovevano confidarsi, dirsi tutto. Non dovevano avere segreti l'uno per l'altra. Non era giusto che gli nascondesse qualcosa....
Già... Non era giusto....
Soul digrignò i denti, maledicendo la sua stupidità.
Come poteva pretendere che Maka confidasse le sue paure e i suoi dubbi a lui?
Proprio lui che le teneva nascosta addirittura una parte di sé?
“E' la mia parte oscura. Non deve vederla...” si giustificò tra sé e sé, ma era già consapevole di quanto fosse ridicola come scusante ancora prima di aver finito di formulare il pensiero.
Con una scrollata di capo, cercò di scacciare dalla testa tutti questi pensieri infelici e di concentrarsi sulla guida.
Viaggiavano ormai da diverse ore, verso qualcosa che, presto, li avrebbe messi alla prova.


Shibusen, 2 giorni prima

Shinigami-sama li aveva convocati nella Death Room non appena Soul era stato dichiarato ufficialmente guarito dall'infermiera della Shibusen.
-Oi, - si rivolse la Falce alla ragazza. -Hai idea del perchè ci ha convocato?-
-No, forse è solo per una missione extra-curricolare...- rispose lei piatta.
Arrivati alla piattaforma che dominava il centro della sala, Maka fece i gradini a due a due e si posizionò davanti all'enorme specchio di Shinigami-sama.
Appoggiò delicatamente il dito sulla superficie fredda del vetro e cominciò a scrivere su di esso canticchiando: -42 42 564- si scostò di un passo, -Buongiorno, Shinigami-sama- disse appena l'immagine del Dio della Morte apparve sulla superficie riflettente.
-Yo, Maka-chan, Soul. Come state? Tutto bene?- rispose allegro il Dio.
-Come mai ci ha convocato?- chiese senza tante cerimonie il ragazzo.
-Giusto! Ho una missione per voi!- dichiarò entusiasta Shinigami, -Una missione in America!-


“America...” pensò Soul fermando la moto.
Finalmente la ragazza si scostò il viso da lui, riportandolo alla luce. Era pallida e delle pesanti ombre le appesantivano il viso stanco. Tra i due sembrava lei quella appena uscita dall'ospedale.
Maka scese dalla moto, accettando senza commentare la mano di Soul, accorsa in aiuto.
-Quindi è qui che troveremo la prossima anima per la mia ascesa?-
Era un evidente tentativo di conversazione, ma sarebbe stato l'ultimo. Se non aveva voglia di parlare e voleva crogiolarsi nei suoi pensieri, affari suoi.
-Già...- rispose la ragazza. - Cerchiamo di portare a termine anche questa missione, o diventerai la Death Scythe di Shinigami-sama a novant'anni.-
Soul la guardò sorpreso. Aveva fatto una battuta.... orrenda, ma pur sempre una battuta.
Le sorrise, contento di questo cambio di atteggiamento della compagna. -Una persona cool come me, non può aspettare tanto per diventare l'arma migliore di Shinigami.-
-Andiamo allora.- disse incamminandosi per le vie polverose della città in cui erano appena giunti.
La missione affidata loro era una classica lezione extra-curricolare: trovare la persona sulla lista nera di Shinigami e mietere la sua anima.
A quanto sembrava, l'anima dannata a loro “affidata”, in passato era un leggendario ladro del Far West.
Quindi, nulla di strano se la città in cui si trovavano era la copia esatta di un set cinematografico di un vecchio film western.
-Ma dove cavolo siamo capitati?- si lamentò il Soul.
-Forza Soul, andiamo a cercare informazioni.- disse la ragazza, fingendo indifferenza verso il commento del ragazzo ed entrando in un Saloon dall'aria fatiscente.
-Oi, Maka, aspettami!-
Soul le corse dietro, ed entrò anche lui nel locale, guardandosi intorno.
Era un semplice bar vecchio stile, dal dubbio igiene e frequentato da tipi decisamente strani.
I due stranieri sembravano ancor più vistosi per via dei loro abiti appariscenti.
La ragazza si avvicinò al bancone, dove un'oste imbronciato, fingeva di pulire un bicchiere che aveva sicuramente conosciuto tempi e padroni migliori.
-Mi scusi...- domandò timidamente Maka.
-Cosa posso fare per lei, signorina?-
Un pianoforte cominciò a suonare le note di una canzone triste e malinconica, ma al tempo stesso veloce e coinvolgente.
-Abbiamo bisogno di informazioni.- si intromise Soul, affiancando la sua maestra d'armi.
L'oste li guardò con un misto di curiosità e di timore.
In una piccola città come quella, le voci girano in fretta, e se qualcuno racconta qualcosa alla persona sbagliata, ci vuole poco prima che un proiettile gli sfondi il cranio.
Comprendendo i pensieri dell'uomo, Maka azzardò a rivelare la loro provenienza: -Siamo studenti dela Shibusen, la scuola di Shinigami-sama.-
Sul volto dell'uomo apparve un'espressione sollevata. Rilassato, sorrise ai ragazzi.
-Voi stranieri... quando imparerete a parlare subito... Logan, smettila di strimpellare con quel povero pianoforte!!-
Un grugnito e la musica cessò.
-Siete qui per l'anima di quel mentecatto?- domandò a bruciapelo l'uomo. -Altro che ladro gentiluomo. Ha ucciso più persone lui con i suoi furti che la peste! Senza soldi la gente muore!-
-Già, dovete acciuffarlo!- si intromise il pianista.
-Zitto, Logan. Si, dovete proprio farlo fuori. Per colpa sua la città sta andando in rovina.-
Soul e Maka ascoltarono pazienti quello che i due uomini avevano da dire.
A quanto sembrava, il loro obbiettivo, credeva di vivere ancora nel vecchio West, e non in una città turistica in mezzo al deserto, messa lì apposta per ricordare i vecchi fasti di quella regione.
Assaltava i treni carichi di turisti in visita alla città, li rapinava, e vista la sua natura, si nutriva con le loro anime. -Dove possiamo trovarlo?- chiese infine Soul, annoiato dalle lunghe digressioni dell'oste.
-Mmm, ora si aggira per la città solo di notte.-
-Vicino al vecchio cimitero.- intervenne nuovamente il pianista.
-Ti ho detto di tacere, Logan! Si, ci stavo arrivando. Il vecchio cimitero è il posto in cui sono avvenuti gli ultimi attacchi.- -Capisco...- Maka si isolò dalla conversazione, in piena fase di concentrazione.
Soul, accorgendosene, ringraziò a nome di entrambi l'oste e il povero pianista, e guidò la compagna fuori dal locale, sotto il sole cocente.
-Che facciamo ora?- domandò dopo un poco di tempo alla giovane.
-Prima di sera non uscirà di sicuro allo scoperto.-
Maka, lasciando da parte i suoi pensieri, rispose al ragazzo: -Nulla, aspettiamo.-
Detto ciò, tirò fuori un libro dal cappotto e si immerse nella lettura, seduta sui gradini del locale.