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Autore: de_stro_ya    06/11/2014    1 recensioni
I still remember the look on your face lit through the 1.58.
The words that you whispered for just us to know.
You told me you loved me so why did you go away?
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“E il 28 luglio 1914 l’Austria dichiarò guerra alla Serbia …”
Le parole dell’insegnante di storia scivolano silenziose nelle mie orecchie, senza che io presti loro attenzione.
Mi sforzo di seguire la lezione, ma i miei occhi ricadono sempre sulla sua figura.
Lui è lì, proprio nel banco di fronte al mio, e sembra non pensare minimamente a quello che mi passa per la testa. O, semplicemente, non gliene importa nulla.
Sono al limite, da due settimane cerco di parlargli, ma lui trova sempre un modo per evadere le mie domande. Vorrei afferrarlo per le spalle e spingerlo contro il muro, urlargli contro tutta la mia rabbia.
E il mio amore.
Gli passo un biglietto “Dobbiamo parlare”.
Alza la mano destra e scarabocchia velocemente qualcosa su un angolo del suo Block Note “Non c’è niente di cui parlare, Frank. È stato tutto uno sbaglio. Un terribile sbaglio”.
“Ma tu non puoi aver dimenticato …” scrivo di rigetto, mordendomi il labbro.
Scuote la testa arruffata “Frank, siamo solo migliori amici”.

“Voi due lì in fondo, vi spiace condividere con tutta la classe i vostri pensieri? Visto che sembrano essere più importanti della lezione” ci riprende il professore dalla cattedra.
Gli occhi di tutti sono puntati su di noi. Se solo potessero sapere.
“Ci scusi, Signor Leto. Eravamo distratti …” minimizza lui, scivolando giù sulla sedia e nascondendosi nella sua felpa. Come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi. Come se si vergognasse di me.
Io ne ho piene le scatole delle sue ridicole scuse, e dopo essermi alzato, sbatto furiosamente la porta e mi allontano dalla classe.

“Come ha potuto dimenticare …” mi aggrappo alla ringhiera del cortile con tutte le mie forze, come per scaricare la rabbia su di lei. Sospiro.
“Ha detto di amarmi … Gerard … Mi ama …”

Ricordo ancora lo sguardo sul tuo viso
Acceso nel buio all’1.58
Le parole che hai sussurrato
Che sappiamo solo noi
Hai detto che mi amavi
Allora perché sei andato via?

Ho corso a perdifiato fino alla fine del vialetto di casa, ho svoltato l’angolo e sono andato a sbattere contro un muro. Sono stramazzato per terra, bagnandomi i vestiti a causa della neve. Avevo gli occhi pieni di lacrime, la vista appannata.

Il battito del mio cuore
Sembra saltare fuori dalla camicia

Mi sono rialzato, immune al dolore.
Ho continuato a correre ripetendomi “Questa è l’ultima volta”.
Ma ogni volta era sempre la stessa.
Sono arrivato lì che era tutto completamente buio. Ma sapevo dove andare. Conoscevo a memoria quel posto. Il nostro posto.
Andavamo a rintanarci lì quando la vita sembrava avercela con noi.
Era un vecchio centro ricreativo per bambini, ormai abbandonato. Lo chiamavamo “il rifugio”.
Fuori, c’era un enorme parco giochi. Sono andato a sedermi sulla cima dello scivolo di un castello, le ginocchia al petto e le braccia incrociate.
Ho preso il telefono e con la poca forza che mi rimaneva ho digitato il suo numero.
“Gee, vieni qui. Fai presto”
Non ha avuto nemmeno il tempo di rispondere che ho riattaccato.
Avevo bisogno di sentire la sua voce.
Dirmi che tutto sarebbe andato bene.
Sentire le sue braccia forti intorno al mio corpo.
Lui non mi avrebbe mai lasciato cadere.

Passò un tempo che mi sembrò infinito, quando ho sentito una stretta vigorosa sulla spalla destra. Sapevo fosse lui. Aveva camminato fuori nella notte fredda, con indosso un paio di jeans sdrucidi e una maglia, solo per me.
Ho stretto gli occhi chiusi, le lacrime fuoriuscivano ancora dai miei occhi.
“Frank” l’ho sentito chiamare “Apri gli occhi per favore … Sono qui adesso … Dimmi cosa c’è che non va … Perché sei qui …”
Ho sbattuto le palpebre. Gerard era lì, in piedi davanti a me.
Ha allungato una mano, spostandomi la frangia nera dagli occhi, prima di usare i pollici per asciugarmi le lacrime.
Le mie guance si sono riscaldate subito sotto il suo tocco. Posso giurare di essere arrossito. L’ho abbracciato forte nascondendo il viso nella sua t-shirt.
“Loro” ho bisbigliato con voce roca “Loro hanno litigato di nuovo. Gridavano così tanto e … Gerard … c’erano cocci di piatti, e bicchieri … ovunque … e sembrava non dovesse finire più …”
“I tuoi? Hanno litigato ancora?”
“S-Si … Hanno detto … che è tutta colpa mia … perché se io non fossi nato sarebbero ancora felici … non avrebbero tutti questi problemi e … oh, Gerard … sono così stanco …” Odiavo come la mia voce tremasse. Faceva trasparire tutti i miei sentimenti.
“Sssh, va tutto bene piccolo … Ci sono qui io. Non avere paura.
Hai freddo?”
“S-si” ho sussurrato. Ero letteralmente congelato, in effetti.
“Vieni, ti porto dentro”.
Mi ha preso fra le braccia, sollevandomi le gambe. Ho abbracciato forte il suo petto, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo. Mi sentivo finalmente al sicuro.

Una volta dentro, mi sono voltato verso la finestra giusto in tempo per vedere la neve cominciare a cadere più forte, lasciando una spessa coltre sul terreno,
“Beh, sembra che dovremo restare qui finché non smette. Ne avremo per un bel po’” ha detto, sorridendo verso di me.
Adoro il suo sorriso.
“Gee?”
“Dimmi”
L’ho guardato come se fosse la prima volta, con un’aria completamente nuova. Forse è stato il freddo, o forse il sonno, ma non mi era mai sembrato così bello
“Grazie” è stato solo quello che riuscii a dire.
“Ma ti pare, sei la cosa più cara che ho Frankie, per te questo e altro”.
“Sei l’unica persona sulla quale posso contare veramente, lo sai”.
“Non ti lascerò mai solo, te lo prometto … ”
Mi sono appoggiato alla sua spalla e mi sono addormentato, ma non prima di sentire la sua testa scivolare lentamente sulla mia.

Quando mi sono svegliato, fuori era l’alba, e sembrava profilarsi una bella giornata.
Gerard non c’era.
Ho pensato fosse tornato a casa, ma non era da lui andarsene a quel modo.
Mi sono alzato in piedi; avevo i pantaloni fradici e sporchi di terra mista a polvere, mi sentivo le ossa intorpidite, così ho deciso di fare una passeggiata fuori.
Ho dato un calcio a un cumulo di neve.
Sul tetto del castello ho scorto Gerard, un sorriso da bambino scolpito in volto.
“Ho pensato ti andasse qualcosa di caldo, così sono andato a prenderti un caffè”.
L’ho ringraziato, era davvero buono con me.
Nessuno lo era mai stato.
Sentivo dentro una gran voglia di abbracciarlo e, perché no … anche baciarlo.
Ci siamo seduti l’uno a fianco all’altro, bevendo i nostri caffè.
Lui ha preso un sorso dal suo, poi mi ha chiesto “Va meglio oggi?”
“Credo di si, grazie”.
Si è alzato in piedi “Posso riaccompagnarti a casa se vuoi” .
“Mh” ho fatto io, non volevo andasse via.
Siamo rimasti in silenzio, un silenzio pieno di parole.
“Mh … Allora … A domani, Frankie” mi ha detto, dandomi le spalle e facendo per andarsene.
Ma io sono stato più veloce.
Non potevo lasciare che se ne andasse così. Ho premuto le sue labbra sulle mie. Sapeva di caffè e sigarette, il miglior gusto del mondo. Mi sono lasciato sfuggire un gemito e lui ha sorriso, consapevole della forza che esercita su di me.
Mi ha preso per i fianchi e mi ha portato dentro, facendomi capire che anche lui desiderava lo stesso. Chissà da quanto tempo.
Mi ha gettato a terra, facendomi sbattere forte la schiena.
“Cazzo!” ho imprecato.
“Vuoi che smetta?” ha chiesto lui, col suo faccino innocente.
“Baciami” ho pregato, tirandolo ancora più vicino a me “Per favore”.
Si è chinato e mi ha baciato di nuovo, un bacio dolce. Ho sentito le sue mani scivolare sotto la mia maglia, sfiorandomi la schiena e le spalle, il petto e lo stomaco, facendomi rabbrividire.
Il suo tocco è morbido e delicato, il migliore che abbia mai sentito.
È lui. È quello giusto.

Mi sono rannicchiato contro di lui e ho infilato la testa sotto il suo mento. Ho sorriso fra me e me.
“Grazie Gerard. È stato tutto perfetto”.
Lui mi ha baciato sulla fronte “Grazie a te. “Ti amo troppo Frankie …”
“Ti amo anch’io, Gerard …” ho sbadigliato, prima di cadere in un sonno profondo.

Tutto quello che so è questo
Non so come fare per mancarti
Non avrei mai pensato che avremmo avuto un ultimo bacio
Mai immaginato che sarebbe finita così
Il tuo nome, per sempre il nome che sarà sulle mie labbra

Io e lui torniamo sempre a casa assieme dopo scuola. È un’abitudine che ci portiamo dietro da quando avevamo otto anni. Adesso siamo uno su un marciapiede e l’altro su quello di fronte, e nessuno dei due osa rivolgersi la parola.
“Cosa diavolo c’è di sbagliato in te, Gerard?” sbotto “Tutto quello che è successo non ha alcun significato per te? Appena due settimane fa hai detto di amarmi!”
“Mi dispiace, okay? Mi dispiace. Non ho idea di come sia potuto accadere”.
“Non Gerard, non è “okay”. Non puoi fare certe cose … dire certe parole … e poi mandare tutto all’aria!”
“Senti …” sussurra, guardandosi intorno “Perché non ne parliamo in un altro posto, okay? Andiamo al rifugio … ti va?”
“Voglio solo che questa storia finisca”.

Sono così arrabbiato con lui. Come può una persona farti toccare il cielo con un dito, e l’attimo dopo farti schiantare a terra?
Era tutto per me. Era così difficile da capire?
Arriviamo al rifugio, mi volto e Gerard non è più dietro di me.
“Codardo!” urlo “Sei solo un fottuto codardo, Gerard Way! Come ho potuto contare su di te?”
Ma all’improvviso, sento un colpo alla schiena.
Mi giro e ho trovo un Gerard sorridente intento ad appallottolare un po’ di neve, pronto per tirarmela di nuovo addosso.
Sento di odiarlo, davvero, non può fare così. Odio il modo in cui mi fa sentire debole, odio quando mi fa piangere, e odio ancora di più quando mi fa ridere mentre vorrei solo piangere.
“Allora, ti arrendi?” mi provoca.
Non riesco a resistere al suo sguardo di sfida, e cominciamo a giocare come bambini.

Ma una palla di neve è più violenta delle altre, e mi colpisce la faccia. Sento bruciare gli occhi, e un sapore di ferro in bocca. Mi accascio sulle ginocchia, gemendo.
“Oddio Frank … Frank … Stai bene? Frank, mi dispiace … Io non volevo …”
“È tutto okay, tranquillo” rido “Non è nulla, solo un po’ di neve negli occhi”.
Ma lui mi mette le braccia intorno al collo e comincia a singhiozzare.
“Frank, mi dispiace … per tutto! Ti avevo promesso che sarei rimasto al tuo fianco, e invece … al primo ostacolo me ne sono andato. Sono stato un codardo, ma … non avevo la forza di ammettere che ero gay. Non volevo distruggere il nostro rapporto … Ti prego, perdonami … Quella notte è stata tutto per me. Lo volevo così tanto … Sei perfetto e … non c’è stato giorno in cui non mi sei mancato” .

Mi piace il tuo modo di camminare con le mani in tasca
Come mi baci mentre ero nel bel mezzo di dire qualcosa
Non c’è giorno in cui non mi manchino quelle interruzioni rudi

Gli accarezzo delicatamente la guancia con la punta dei guanti, facendo scivolare un dito fin sulle sue labbra per metterlo a tacere.
“Sssh … Ti amo Gerard”.
“Ti amo anch’io. E … Frankie?”
“Mh?”
“Sono contento che tu non abbia smesso di amarmi” gli sento dire, prima di sprofondare fra le sue braccia.




Hola bella gente!
Okay, non sono molto brava con le Fanfiction ma spero che vi sia piaciuta almeno un po'!
Spero anche che passiate a lasciare una piccola recensione perché mi farebbe molto feliciah *occhi da cucciolo*.
La storia è liberamente tratta da una canzone di Taylor Swift, Last Kiss appunto.
Grazie a @_EchelJoy che come sempre mi è molto d'aiuto.
Arrivederci e buonanotte!
   
 
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