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Autore: DaisyBuch    07/11/2014    0 recensioni
Cosa fareste voi se una misteriosa voce vi ordinasse di mettervi un anello e vi trasportasse nell'antica Grecia? Questo è quello che è successo ad Athena, una ragazza di quindici anni che deve aiutare i personaggi dei miti a risolvere le storie a cui sono legati.
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DAL CAPITOLO 17:
Athena si lasciò sfuggire un gemito di paura, le guardie stavano aprendo il cancello e loro due si strinsero forte la mano, ancora una volta per infondersi coraggio. Li spinsero dentro e sentirono cigolare dietro di loro il cancello di legno che si chiudeva. Era un suono terribile. Athena si sentì in trappola, si sentì sola ed adesso come non mai voleva girare l’anello e tornarsene a casa.
Ci fu un suono assordante e metallico che rimbombò per molto tempo, era come se fosse il campanello che designava l’ora del pasto.. e forse era proprio quello.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno la guida li portò in un’isola vicina ad Atene, ma quando Athena si accorse delle meta era troppo tardi.
-Ho il mal di mare!- era vero.
-Sapevi che era tra i posti che dovevamo visitare, non fare la bambina!- la sgridò la madre.
-E’ un bellissimo posto, ci staremo solo mezza giornata.- provò a convincerla il padre.
-E’ troppo!- protestò. I suoi la stavano letteralmente spingendo fuori dal letto.
-Athena smettila!- urlarono in coro. Sebbene la ragazza li avesse ignorati per un bel po’ non poteva farci niente, ormai la gita era organizzata e lei doveva andare a Creta.
Presero il traghetto in tarda mattinata ed arrivarono al palazzo di Cnosso, questo era gigantesco e letteralmente a pezzi, di cui alcuni anche colorati di rosso, come le colonne, e muri dallo sfondo blu in cui era dipinto un toro inferocito.
-Questo palazzo costituiva il centro politico, religioso ed economico dell’impero e fu costruito intorno ad un cortile dove si esibivano degli atleti che volteggiavano sui tori, animale sacro per i cretesi..- spiegava la guida, mentre il padre alzava continuamente la mano per precisare alcune cose, il che era imbarazzante. Athena cercò di ammirare il paesaggio ed interessarsi ma proprio non ce la faceva, era tutto stupendo ma era l’ultimo luogo dove voleva stare proprio perché il dio del mare glielo aveva menzionato prima di..quello. Athena scosse la testa per non pensarci, cercava solo un posto nascosto ed un attimo da sola per sparire e salutare Iris.
-La trama del palazzo era così complessa che viene addirittura descritto come labirinto nel mito del Minotauro e in quello del filo di Arianna..- continuava la guida. Athena rabbrividì al solo suono di quella parola, e mentre stavano passando davanti al dipinto per entrare nel vero e proprio palazzo Athena osservò irrequieta il toro, che le sembrava avesse allargato le narici. “Oh no”, pensò, “sta succedendo di nuovo!” Si riferiva al tempietto di Zeus sotto alla grotta, e non potè fare a meno di sorridere, anche se cambiò immediatamente espressione ricordandosi gli ultimi eventi. Entrarono in una stanza con un affresco appeso sopra la porta, che raffigurava delfini celesti.
-Si pensa che il palazzo di Cnosso sia stato ubicato proprio in quella posizione perché nei pressi del monte Ida, il luogo dove era vissuto Zeus e probabilmente Poseidone.- Athena sussultò vistosamente, tanto che molti dei turisti si voltarono a guardarla, ma lei scosse subito la mano in segno di non preoccuparsi.
-Infatti Minosse aveva pattuito con il dio del mare che quest’ultimo dovesse offrirgli un toro, ma Poseidone dopo averlo fatto maledì il re e fece nascere il Minotauro, una feroce bestia con il corpo di un uomo ma il volto di un toro.-
Falso! Era quasi tutto falso! La ragazza urlava dentro di sé indignata. La storia non era affatto quella e lei lo sapeva, così se ne andò per fatti suoi senza ascoltare la guida, il padre le diede il permesso dato che anche lui sapeva la vera versione della storia. Athena era ancora scossa per quello che aveva detto la guida, dato che l’aveva citato più volte, come se lo volesse fare fastidiosamente apposta.
La ragazza stava svoltando verso un corridoio interno, quando vide un filo rosso dietro l’angolo che si era come srotolato dal nulla, si guardò intorno per vedere se era stato lo scherzo di qualche bambino o di qualche guida ma non vide nessuno, così decise di seguire il filo riarrotolandolo. Questo la diresse in un vicolo cieco all’interno di tre mura, l’estremo del gomitolo indicava un messaggio scritto sulla sabbia:

Athena ci mise un po’ a convincersi che non poteva essere un caso, si chiese chi le avesse scritto ciò ma non aveva dubbi, era il tipo dalla voce misteriosa che l’aveva condotta anche alla caverna. Così prese forza e girò l’anello a sinistra. Le mura attorno a lei non scomparvero stavolta, si chiese se avesse funzionato o se forse non l’aveva girato nel verso giusto, lo straziante pensiero che quell’anello non fungesse più la angosciò così tanto che si pentì di non esserci tornata più spesso o di aver desiderato che tutto quello finisse. Mentre era incredula ancora a terra osservò meglio la pietra davanti a lei: sembrava quasi nuova, appena recisa.. non era circondata di polvere e di colore giallastro come quella di prima. Si girò e notò subito che attorno a lei c’era il vero palazzo di Minosse.. tutto intero, e che gli abitanti passeggiavano e parlavano tranquillamente. Athena si appiattì al muro, e notò la sua bianca tunica che svolazzava innocente, i suoi capelli erano cinti da un cerchietto che glieli portava indietro, si guardò un attimo le vesti e poi con molta calma uscì dal vicolo. Attorno a lei migliaia di colori diversi e di persone, adulti e bambini, scorrevano tra i corridoi del palazzo, si avvicinò verso le balconate per ammirare sotto di lei l’enorme labirinto ch si stendeva ai piedi del palazzo e ne restò ammaliata, era un paesaggio sublime.

Mentre era lì indisturbata che contemplava la bellezza e al contempo la terribile visione del labirinto, due uomini a torso nudo la presero per le braccia, due per ogni lato,e la alzarono di peso senza dargli troppe spiegazioni.
-Ehi!- gridò colta dallo spavento e senza pensare molto al vocabolario.
-Dove mi portate?- chiese, ma non ottenne risposte fino a che questi non la portarono nella stanza del trono che aveva visitato poco prima, solo che questa era molto più regale e..intatta.
Un uomo di tarda età, magro e con una specie di occhiali parve riconoscerla.
-Finalmente!- le disse sollevato scrutandola bene. Anche lei era sollevata, sicuramente chi l’aveva attratta con il filo verso il cunicolo doveva aver parlato con quest’uomo e gli aveva detto chi era.
-Io mi chiamo A..- la ragazza stava presentandosi quando lui la interruppe in malo modo.
-Non voglio sapere il tuo nome, giovane Ateniese, questo non ti risparmierà la condanna.- ammise scrivendo qualcosa.
-Cosa?- chiese confusa.
Lui non sembrava avere l’aria di volerle parlare o dare una minima spiegazione, infatti la condusse verso una sala con altre persone e la chiuse dentro. Contò sei ragazze e sette ragazzi.
-Sei la fanciulla che è scappata? Io non ti ho mai vista.- chiese dubbiosa una ragazza che la stava squadrando.
-Oh, dato che sei scappata, sarai la prima ad entrare nel labirinto,- disse l’uomo aprendo una fessura quadrata al centro della porta per parlarle. Athena non riusciva a capire minimamente cosa stesse succedendo, ma non ci mise tanto a fare due più due.
-qualche altro volontario?- rise a crepa pelle l’uomo, e si sentirono altre persone dietro la porta appoggiarlo nel suo sadico ridolìo.
-Io.- disse una voce rauca dalla prima fila. L’uomo, contrariato, non disse più una parola e chiuse la fessura lasciandoli alla debole luce di una finestra circolare posta nell’alto della stanza.
-Come ti chiami?- chiese Athena secca per confermare ogni suo dubbio.
-Teseo.- lui confermò i suoi temibili pensieri.
   
 
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