CAPITOLO SEDICI – ULTIMO RUGGITO!
Dall'altra parte della barriera, il Drago degli Inferi era assolutamente compiaciuto dello spettacolo a cui aveva appena assistito, e accanto a lui Gajeel non era da meno.
“Ben fatto, ragazzina” ghignò il Drago d'Acciaio.
“Ha un grande talento” commentò divertito Lucifer. “Se libererà il suo cuore dall'esitazione, tra qualche anno potrebbe diventare abbastanza forte da batterci tutti”
“Tch. Deve ancora farne di strada”
Lucifer sorrise e si voltò nell'altra direzione, dove Cobra stava affrontando una dura battaglia con gli Alfieri. Per quanto li colpisse con i suoi artigli velenosi e con pugni che avrebbero spezzato le ossa a un Vulcan, quei maledetti wraith continuavano ad avanzare senza mostrare alcun cedimento, alcuna debolezza. Il Drago del Veleno aveva i vestiti laceri attraverso cui si vedeva la pelle piena di ferite ed ematomi, e le molteplici botte ricevute gli rendevano faticoso persino stare dritto. Si vedeva lontano un miglio che gli Alfieri stavano avendo la meglio, e dire che li stava combattendo solo da pochi minuti.
“Guerrieri non-morti, eh?” commentò Lucifer, interessato.
“Sono dei maledetti zombie immortali come te” ribatté Gajeel. “Non sentono dolore e continuano a combattere senza fermarsi”
“L'erba cattiva non muore mai, dicono”
Il
Drago degli Inferi si leccò le labbra con un'espressione
perversa in
volto.
Si
sbottonò lentamente il cappotto lungo fino alle caviglie e
se lo
sfilò, lanciandolo senza cura sul terreno sabbioso.
Gajeel
non lo aveva mai visto a petto nudo, e doveva ammettere che, a
dispetto del suo volto dalla bellezza divina, non era affatto una
bella vista.
Il
petto, la schiena e il ventre del Drago degli Inferi erano messi
peggio di un campo di battaglia: un'intricata ragnatela di cicatrici
e cuciture lo attraversavano da parte a parte, con ancora infilati
nella pelle pezzi di fili e aghi, come se si fosse ricucito da solo e
avesse dimenticato lì gli attrezzi.
Era
peggio di uno zombie, una specie di cadavere ambulante che sembrava
morto e risorto più volte, una bambola rotta e ricucita alla
meno
peggio.
Lucifer
si sgranchì il collo e le spalle e sollevò lo
sguardo verso gli
Alfieri, che avevano appena aperto uno squarcio nella schiena di
Cobra.
“Fatti
da parte, fratellino” esordì, lasciandosi
avvolgere dalle proprie
fiamme cerulee. “Lasciali a me”
Cobra
lo sentì benissimo e fu sul punto di ribattere, ma
all'ultimo
momento cambiò idea, dato che era conciato abbastanza male e
non
aveva poi tutta questa freschezza di combattere gli Alfieri,
così
arretrò senza dire niente lasciando il campo all'altro
Dragon
Slayer.
Un
attimo dopo Lucifer era già scomparso alla vista con uno
scatto
simile al teletrasporto, solo per calciare in faccia un Alfiere e
spedirlo dall'altra parte dell'arena. Due wraith lo attaccarono dai
lati, ma lui li schivò entrambi saltando in aria e
spazzandoli via
con un'ondata di fiamme, poi atterrò e sferrò un
pugno nella
maschera di un altro spettro, dimostrando di saper gestire la
situazione meglio di loro.
Gajeel
e Cobra rimasero a guardarlo combattere solo per una manciata di
secondi, e poiché il Drago degli Inferi se la stava cavando
egregiamente, decisero di lasciarlo fare senza intromettersi.
“Gerard ha distrutto la Lacrima madre e la ragazzina ha messo in fuga Ivan, eh?” commentò Cobra, riprendendo un attimo fiato.
“Ne restano ancora quattro” rispose Gajeel. “Gli Alfieri, le catene, la barriera e Silvermine”
Cobra
annuì.
“Lasciamo
gli Alfieri a Lucifer e Silvermine a Natsu. Io penso alle catene, tu
va' ad aiutare gli altri”
“No, tu va' ad aiutare gli altri e io penso alle catene” ribatté irritato Acciaio Nero. “Ho proprio voglia di farmi una bella scorpacciata di ferro”
Cobra tacque per un attimo, ma poi acconsentì. Lasciare il metallo al Dragon Slayer specializzato nel trattarlo era la cosa più saggia da fare.
“Prenditi anche le catene di Laxus, allora. Io e lui abbiamo un paio di Lacrima da distruggere”
Gajeel annuì con un ghigno, poi i due si separarono e partirono di corsa in direzioni differenti.
“Laxus!” chiamò Cobra per attirare l'attenzione del biondo.
Il Drago del Fulmine, ansimante e sfregiato in più punti, spezzò altre due catene e si voltò verso di lui.
“Lascia le catene a Gajeel e pensa alla Lacrima!”
Ci
vollero meno di tre secondi perché Laxus capisse la
situazione e
collaborasse.
Gajeel
prese subito il suo posto, afferrò le prime catene
sferraglianti che
gli capitarono a tiro e le ruppe con i denti, cominciando subito a
sgranocchiarle per fare un bel power-up.
Avrebbe
dovuto pensarci prima invece di farsi bastonare dagli Alfieri!
Mentre
lui si dava da fare con le catene infernali e le divorava una dopo
l'altra, Laxus e Cobra si diressero di gran carriera verso i restanti
cristalli di Lacrima, dove i Draghi Gemelli li attendevano per un
attacco combinato.
Sting
e Rogue erano riusciti a passare sotto la grata dell'arena e a
riemergere all'esterno della barriera, e ora si stavano preparando a
colpire.
Entrambi
caricarono un ruggito e contarono fino a tre, e quando Laxus e Cobra
fecero lo stesso, quattro fasci di magia dragonica investirono i due
cristalli di Lacrima, generando un'imponente esplosione di magia e
frammenti.
Laxus
e Rogue distrussero con un gran fragore quello a destra dell'arena,
mentre Cobra e Sting fecero a pezzi l'altro. In meno di un battito di
ciglia, il potere della barriera venne meno, e questa si dissolse nel
nulla, liberando i Dragon Slayer dalla trappola mortale in cui erano
stati rinchiusi.
“È fatta!” esultò Sting, mentre i due draghi di Seconda Generazione riprendevano fiato dopo il combattimento.
Al
centro dell'arena, Gajeel udì il grido vittorioso del Drago
Bianco,
e seppe che la barriera era andata. Ora potevano uscire e prendere a
calci di persona Silvermine, anche se pareva che ci stesse
già
pensando Salamander. Per quanto lo riguardava, Gajeel non ricordava
di aver mai fatto una tale abbuffata di metallo in vita sua: si era
mangiato centinaia di catene in pochi minuti, e la loro essenza gli
ribolliva ora nelle vene sotto forma di energia magica. Era talmente
carico da sentirsi a dir poco invincibile.
Forte
di quella nuova energia, guardò le catene rimanenti,
decisamente
diminuite da quando aveva cominciato a divorarle. Tramutò
entrambe
le proprie braccia coperte di ferite in spade d'acciaio, e ruotando
su sé stesso come un mulinello tranciò a raffica
tutto ciò che gli
capitò a tiro, distruggendo le catene una volta per tutte.
Potevano
anche rigenerarsi all'infinito, ma era chiaro che se Silvermine stava
perdendo le forze non poteva più evocarne altre.
Ora che anche le catene non erano più un problema, restavano solo gli Alfieri.
A
prima vista sembrava che Lucifer si stesse divertendo parecchio ad
affrontarli tutti insieme: le loro lame gli avevano già
aperto
parecchie ferite sul corpo, ma non avendo i recettori del dolore, il
Drago degli Inferi non risentiva minimamente della mancanza di
energie, e anzi, si muoveva tra gli avversari con la stessa
fluidità
di un serpente, colpendoli con calci e pugni avvolti dalle fiamme.
La
sua tecnica era perfetta, la precisione pari solo a quella di un
bisturi.
Non
solo comandava le fiamme degli Inferi, era immune al dolore e
combatteva peggio di un demone, ma padroneggiava anche le arti
marziali, senza sbagliare mai un colpo o mancare il bersaglio.
Gli
Alfieri però continuavano a rialzarsi ed affondare le spade
su di
lui, danneggiandolo ripetutamente.
Dopo
un ultimo colpo che spedì a terra due wraith, Lucifer prese
le
distanze e ridacchiò, pur con le viscere che rischiavano di
scivolargli fuori da una ferita profonda da un momento all'altro.
“Non volete proprio saperne di tornare nella tomba, eh?”
Raddrizzò la schiena con un'inquietante scricchiolio di vertebre e sollevò un dito, puntandolo verso gli Alfieri. Sulla punta, affiorò subito una fiamma azzurra.
“Metsuryū Ōgi...” pronunciò a voce alta, attirando l'attenzione degli altri Dragon Slayer.
Come loro, anche lui era capace di usare l'Arte Segreta di Devastazione del Drago, probabilmente la tecnica più potente di cui un Dragon Slayer disponeva.
“Tsei-She-Ke... Meikai Ha!!!”
Onda
Infernale del Respiro dei Morti, il nome della tecnica suonava
più o
meno così.
La
fiamma sul suo dito divampò fino a raggiungere dimensioni
colossali,
un'immensa onda di marea azzurra composta interamente da fuochi
fatui. Quando si abbatté sugli Alfieri, questi vennero
travolti
dalla sua furia senza potersi difendere, e i Dragon Slayer poterono
vedere chiaramente le loro anime dannate uscire dalle armature, per
venir trascinate dritte oltre la soglia degli Inferi.
Immortali
o meno, neppure gli Alfieri del Tiranno potevano sopravvivere a un
incantesimo che distruggeva la magia, tanto meno se la suddetta magia
li teneva in vita.
Una
volta compiuto il suo dovere l'onda di fuoco ceruleo si dissolse, e
le armature degli Alfieri, rimaste senz'anima al pari di gusci vuoti,
si accartocciarono su sé stesse fino a collassare al suolo.
Finalmente i mostruosi guerrieri non-morti erano caduti.
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Natsu
ruotò su sé stesso come un tornado di fuoco e
fiamme, le catene
ancora attaccate ai suoi polsi divenute ora incandescenti al pari del
metallo appena fuso. L'energia centrifuga data dal movimento rese le
catene cento volte più pesanti, e quando il Drago di Fuoco
raggiunse
Silvermine, il doppio colpo che gli riversò addosso fu
così potente
da sbalzarlo via di un centinaio di metri, facendolo volare dritto
nell'arena.
Salamander
smise di roteare e saltò a sua volta oltre il parapetto
degli
spalti, atterrando sulla sabbia dell'arena ora che non c'era
più
alcuna barriera ad impedirglielo.
Sulle gradinate, i cittadini avevano finalmente cominciato a riprendersi dai postumi dell'incantesimo di possessione, e si stavano rendendo conto poco a poco della situazione in cui si trovavano. Alcuni urlarono per lo spavento e lo shock di trovarsi in mezzo a un campo di battaglia, altri rimasero a guardare cosa stava accadendo nell'arena, altri ancora fuggirono a gambe levate, riversandosi in massa fuori dal Domus Frau. Le guardie reali si scambiavano occhiate perplesse, indecise sul da farsi e impossibilitate a capire chi fosse il nemico.
Ancora
con la katana di Lucifer in mano, Wendy atterrò sulla sabbia
accanto
a Natsu, e insieme raggiunsero gli altri Dragon Slayer, radunatisi in
gruppo a una decina di metri dal punto in cui era caduto Silvermine.
Erano
tutti segnati dalla battaglia, sanguinanti e con i vestiti laceri,
provati sia nel corpo che nello spirito, ma almeno erano ancora tutti
vivi.
Silvermine
si rialzò faticosamente da terra. La giacca si era strappata
del
tutto a causa dell'ultimo attacco, mostrando sul suo torace una
vistosa croce di anelli impressa a fuoco, lì dove le catene
incandescenti lo avevano colpito con brutale violenza.
Ora
che era ridotto in quello stato, nemmeno la Magia del Legamento gli
rispondeva più, e non c'erano neppure gli Alfieri del
Tiranno a
proteggerlo.
Natsu
si portò davanti al gruppo e lo guardò dall'alto
al basso.
“È
finita, Silvermine” decretò. “Hai
perso”
L'ex
Master di Hellhound ricambiò il suo sguardo con tutto l'odio
possibile, un odio così feroce e profondo da far male solo a
guardarlo.
I
Dragon Slayer rimasero a fissarlo in silenzio, fieri anche nello
stato in cui versavano. La battaglia li aveva messi a dura prova, ma
nessuno di loro aveva ceduto, nessuno si era arreso, e questo non
poté che scatenare ancora di più l'ira di
Silvermine.
“Voi... voi... !” proruppe il mago oscuro stringendo i pugni e tremando di rabbia repressa. Sembrava che le vene potessero esplodergli da un momento all'altro, il che era anche comprensibile dopo esser stato battuto per la seconda volta dagli stessi avversari.
“... io vi distruggo. Vi distruggo, vi distruggo, VI DISTRUGGOOOO!!!” ululò al cielo, folle e incontrollato.
“Adesso basta” ringhiò Sting, facendo un passo avanti. “Non c'è bisogno che nessuno qui muoia. Ammetti la sconfitta e facciamola finita”
“Vuoi davvero lasciarlo in vita?” rise Lucifer all'indirizzo del Drago Bianco. “La tua ingenuità fa tenerezza, fratellino. Se lo lasciamo andare, questa feccia pianificherà un altro sterminio di massa e cercherà di nuovo vendetta”
“Tu chi sei, comunque?”
“Rimandiamo a dopo le presentazioni” intervenne Laxus, sgranchendosi le nocche e facendo un passo avanti. “Prima dobbiamo chiudere questa faccenda una volta per tutte”
“Mi hai tolto le parole di bocca” sogghignò Cobra.
Gajeel scoprì i canini. “Nessuno qui lascerà scappare questo bastardo”
Una risata roca e intrisa di follia proruppe dalla gola di Silvermine, attirando la loro attenzione.
L'uomo
gettò loro uno sguardo di puro disprezzo, e allo stesso
tempo carico
di sarcasmo.
“Spiacente,
cacciatori di draghi, ma se deve essere la mia fine,
allora
farò in modo di portarvi con me nella
tomba”
Gli otto Dragon Slayer rimasero in guardia, attenti. Quando il nemico sconfitto ridacchiava a quel modo e pronunciava certe frasi, non c'era mai da prenderla alla leggera.
“Che ha in mente, adesso?” indagò Gajeel, avvertendo qualcosa nell'aria cambiare, una leggera vibrazione che si propagava fin nelle ossa.
Cobra
affilò lo sguardo.
“Una
cosa davvero poco piacevole” rispose dopo aver udito i
pensieri del
nemico.
Silvermine raddrizzò la schiena e prese un respiro profondo, poi portò le mani davanti a sé, i palmi rivolti l'uno verso l'altro così da concentrare l'energia magica nel mezzo.
I maghi di Fairy Tail impallidirono dinanzi a quella posa.
Conoscevano
bene quella postura, quell'aura magica, quell'atteggiamento del
corpo.
Avevano
visto più di una volta Master Makarov eseguire
quell'incantesimo, un
anatema che Laxus aveva ereditato e che costituiva probabilmente
l'arma più pericolosa della loro gilda.
“Hell Law...” mormorò Lucifer a bassa voce, ma lo udirono tutti.
Si
voltarono verso di lui, sorpresi.
“Conosci
quell'incantesimo?” indagò Natsu.
Il
Drago degli Inferi rimase immobile a fissare l'energia magica che
cominciava a raccogliersi tra le mani di Silvermine.
“La
magia del Giudizio Universale di Hellhound”
spiegò. “L'ho vista
in azione una sola volta. Non lascia niente di tutto ciò che
incontra sul suo cammino. La materia semplicemente marcisce”
Natsu, Gajeel, Wendy e Laxus deglutirono a vuoto. Quell'incantesimo era il gemello oscuro della Fairy Law, e se aveva anche solo la metà di quella potenza, nessuno di loro sarebbe sopravvissuto.
Natsu
si voltò verso il Dio del Tuono.
“Laxus!
Usa la Fairy Law! Con quella puoi tenergli testa, giusto?”
L'espressione
di Laxus s'incrinò.
“Al
momento non ho abbastanza energia per richiamare un incantesimo di
quella portata” rispose amaramente. “E comunque non
sarebbe
fattibile... due magie del genere a confronto scatenerebbero
un'esplosione pari solo al Big Bang. L'intero regno verrebbe spazzato
via”
I
Dragon Slayer impallidirono.
“Ma
allora... non c'è niente che possiamo fare?”
domandò Rogue ad
occhi sgranati.
Assurdo... avevano combattuto fino a quel momento solo per vedersi cancellare dalla faccia della terra da un unico incantesimo?
Gajeel
sferrò un pugno a terra.
“Cazzo!
Non è... giusto!”
Rimasero in silenzio per un lungo momento, mentre a pochi metri da loro un cuore pulsante di magia nera vibrava tra le mani di Silvermine, pronto ad esplodere. Da quella distanza non sarebbero riusciti a sopravvivere, l'onda li avrebbe presi tutti quanti, compresi i cittadini di Crocus.
Natsu
alzò la testa e si voltò verso i compagni.
“Non
moriremo qui” sentenziò. “Abbiamo
combattuto contro le gilde
oscure più potenti del regno, Oraciòn Seis e
Grimoire Heart, e
siamo sopravvissuti”
Cobra sostenne il suo sguardo, restando silenzioso.
“Abbiamo affrontato la furia di Acnologia e siamo sopravvissuti” continuò Natsu, guardando Laxus. “Siamo sprofondati nel mare insieme a Tenroujima per sette anni e siamo sopravvissuti”
Wendy annuì.
“Abbiamo combattuto alla Baia degli Schiavi e affrontato maghi spaventosi, e siamo sopravvissuti”
Gajeel fece un cenno d'assenso con la testa.
Natsu
si voltò verso i Draghi Gemelli.
“Abbiamo
combattuto contro i draghi di quattrocento anni fa, li abbiamo
ricacciati indietro e siamo sopravvissuti!”
Sting e Rogue sorrisero.
Lucifer
incrociò le braccia.
“Perché
sei sopravvissuto in passato, credi di poter sopravvivere anche
adesso?” domandò. “La morte arriva per
tutti, fratellino”
Natsu
sostenne fieramente il suo sguardo.
“Non
oggi. Oggi sopravviviamo” e detto ciò espanse la
propria energia
con tanta forza da farsi affiorare le scaglie di drago sulla pelle.
Aveva finalmente imparato ad attivare volontariamente il Dragon Force.
“Ben detto, Natsu-san!” esclamò Sting. “Oggi non ho proprio voglia di morire!”
Anche
lui espanse il proprio potere e si ricoprì di macchie
bianche,
seguito a ruota da Rogue.
Uno
ad uno, anche gli altri draghi attivarono il Dragon Force.
Gajeel
tramutò la propria pelle in acciaio, Laxus tirò
fuori le scaglie,
Cobra si ricoprì di uno spesso strato di squame rossastre e
Lucifer
corazzò il proprio corpo con un esoscheletro di ossa e
fiamme.
Wendy
non aveva ancora imparato a farlo, perciò si
limitò a caricarsi di
magia e usare un semplice incantesimo di potenziamento.
La
loro aura si espanse per tutta l'arena, pulsando a ritmo con i loro
cuori.
Silvermine
spalancò le braccia in quel momento.
“Sparite,
Dragon Slayer!” urlò prima di
attivare la Hell Law con un
battito di palmi.
La
sfera nera e malata tra le sue mani si ingigantì nell'arco
di un
secondo, raggiungendo dimensioni colossali e allargandosi a macchia
d'olio in ogni direzione. Tutto ciò che toccava marciva
all'istante,
come se l'onda magica stessa fosse un concentrato di sostanze
venefiche e batteri che distruggevano qualsiasi materiale.
Un
attimo prima che la Hell Law li investisse, Natsu alzò la
testa.
“Ruggiamo!”
Tutti e otto gonfiarono i polmoni contemporaneamente e caricarono i rispettivi ruggiti.
“Karyū no...”
“Tetsuryū no...”
“Rairyū no...”
“Tenryū no...”
“Dokuryū no...”
“Hakuryū no...”
“Eiryū no...”
“Jigokuryū no...”
“...
HŌKŌŌŌ!!!!!!” ruggirono tutti all'unisono,
liberando un
unico uragano di magie che si schiantò contro
l'oscurità corrotta
della Hell Law, frenandone l'avanzata.
Avevano
gonfiato parecchio i polmoni, e ora avevano tutta l'intenzione di
liberare l'aria accumulata fino a restare senza fiato, sfidandosi a
vicenda su chi averebbe mantenuto più a lungo il ruggito.
La
potenza delle loro voci fu così grande da far tremare tutta
Crocus,
il pavimento dell'arena si frantumò sotto i loro piedi,
mentre
l'onda d'urto generata fece crollare il Domus Frau pezzo dopo pezzo.
Piantarono
i piedi a terra e tennero duro fino all'ultimo, opponendosi al
massimo delle loro forze contro la magia finale di Silvermine. Il
vento si alzò furioso attorno a loro e minacciò
di farli volare
via, mentre le ferite che si portavano addosso pulsarono più
dolorosamente che mai dinanzi a quell'insopportabile pressione.
L'oscurità
violacea della Hell Law spingeva sempre più, contrastando il
loro
ruggito combinato e avanzando con lentezza inesorabile verso di loro.
Ancora un paio di metri e ne sarebbero stati inghiottiti.
Dann... na... zioneee! Pensò rabbiosamente Natsu, sputando fuori tutto il fuoco che aveva in corpo per fermare quell'onda corrotta.
L'incantesimo
di Silvermine avanzò ulteriormente, e ormai era
così vicino da far
sentire loro l'intenso fetore di marciume e decomposizione.
Natsu
si vide sul punto di venir travolto da quella magia oscura, ma
all'improvviso un braccio gli passò accanto alla testa ed
entrò
dritto nell'onda scura della Hell Law.
Sgranò
gli occhi, sconcertato, solo per rendersi conto che Lucifer stava
usando due attacchi contemporaneamente, un ruggito dalla bocca e una
vampata di fiamme dalla mano, scomparsa da qualche parte in quella
bolla di magia nera.
Quel
piccolo intervento bastò a cambiare gli equilibri delle
magie e a
fermare definitivamente l'avanzata dell'incantesimo finale di
Hellhound. I Dragon Slayer, confortati dall'improvviso vantaggio,
ruggirono con tutta l'energia che possedevano.
Quella
situazione di stasi sembrò durare all'infinito, ma ad un
certo punto
il loro ruggito sopraffece la Hell Law, ricacciandola indietro fino
al punto in cui le due magie si annullarono a vicenda, lasciando
intorno a loro solo devastazione e rovina.
Quando gli otto draghi non ebbero più fiato e smisero di ruggire, fu anche il momento in cui Silvermine crollò in ginocchio, esausto e sconvolto da quell'impensabile risultato.
“N-no... la mia... magia...” balbettò senza riuscire a capacitarsi di aver perso tutto per la seconda volta.
Gli
otto Dragon Slayer si tennero in piedi a fatica, anche loro ridotti
ormai allo stremo. Il Dragon Force si era ritirato, lasciandosi
spossati il doppio di prima, ma ancora in grado di combattere, se
fosse stato necessario.
Silvermine
comprese solo in quel momento che per lui era finita.
Rivolse
loro un ultimo sguardo carico di rancore, ma poi scoppiò in
una
risata priva di allegria.
“No,
maledetti...” sentenziò. “Non prenderete
la mia vita una seconda
volta!”
I Dragon Slayer pensarono che avesse ancora un asso nella manica, ma non era così. L'unica cosa che aveva Silvermine, era una via d'uscita alternativa. Schioccò le dita affinché le sue fedeli catene serpeggiassero fuori dalla sabbia e si avvolgessero sul suo corpo.
“Portatemi all'Inferno” ordinò sorridendo come un folle. “E fatemi dimenticare una volta per tutte questi dannati draghi”
Le
catene non se lo fecero ripetere: si serrarono addosso a lui fino a
stritolarlo e lo trascinarono bruscamente sottoterra, conducendolo
probabilmente nell'unico luogo possibile: il regno della dannazione
eterna, lì dove giacevano il Tiranno e i suoi Alfieri.
Una
volta che tutte le catene furono scomparse e che la terra si fu
richiusa, i Dragon Slayer crollarono a terra, seduti o distesi,
sfiniti da quell'interminabile battaglia. Solo Lucifer rimase in
piedi a fissarsi il braccio destro, lo stesso che aveva usato per
frenare la Hell Law: non ne restava niente più che uno
scheletro
privato di carne e pelle.
Nonostante
tutto sorrise e usò la mano buona per raccogliere da sotto
la
macerie dell'arena il piccolo libro che aveva trovato nella
Biblioteca Reale di Crocus.
“Anche la speranza,” lesse ad alta voce. “... ultima dea, abbandona i sepolcri; e l'oblio avvolge tutte le cose nella sua eterna notte; e una forza operosa le trasforma in continuazione; e il tempo travolge l’uomo, i suoi sepolcri, i suoi ultimi resti mortali e ciò che resta di terra e cielo.”
Gajeel
emise un lamento.
“E
falla finita con questa lagna!”
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Quando Gerard arrivò, al tramonto, li trovò ancora tutti e otto lì, stravaccati a terra nel bel mezzo dell'arena distrutta. Non si erano ancora medicati le ferite, ma Wendy li aveva guariti il minimo indispensabile non appena aveva recuperato un po' di energie.
“Oi, Gerard!” lo salutò Natsu.
L'ex Mago Sacro zoppicava vistosamente e trascinava una gamba, ma tutto sommato era ancora vivo, perciò non c'era da preoccuparsi.
“È finita?” domandò l'uomo non appena li raggiunse.
Wendy
annuì felicemente.
“Ce
l'abbiamo fatta, sì”
“Bene. Sembra sia stata dura per tutti, eh?”
“Non me ne parlare, non mi sento più la schiena” si lamentò Cobra.
“Ma sta' zitto” lo riprese Laxus. “Te ne sei rimasto col culo in prigione per sette anni e hai il coraggio di dire che sei stanco per un paio d'ore di libertà? Patetico”
“Scusa, dov'eri tu nelle suddette due ore?” ribatté Cobra. “Stavi bevendo un tè al bar o come me combattevi contro catene infernali e guerrieri non-morti? Tu almeno eri allenato”
Gerard
rise.
“Beh,
almeno voi non siete stati quasi mangiati da un cane a tre
teste”
“Un paio di mesi fa mi è capitata la stessa cosa con due pesci grossi come elefanti” fece notare Gajeel.
Natsu
scattò in piedi come una molla e cominciò a
saltellare sul posto.
“Bene,
allora! Chi vuole combattere con me? Facciamo una rissa per
concludere in bellezza la giornata!”
“Impiccati, Salamander”
“Vuoi essere tu il primo a cominciare?!”
“Non aspettavo altro!”
“Canaglia!”
“Piromane!”
I
due continuarono ad insultarsi a vicenda per qualche minuto,
finché
non si lanciarono l'uno addosso all'altro e rotolarono a terra sotto
lo sguardo annoiato dei presenti.
Per
essere scampati da poco a una brutta fine, avevano energia da
vendere!
Gerard
sorrise e li guardò tutti.
Wendy
stava curando la schiena ferita di Cobra, mentre Laxus si godeva in
silenzio gli ultimi raggi del tramonto e Sting sonnecchiava con la
testa posata sul ventre di Rogue. Lucifer invece era un po' distante
dal gruppo, seduto a terra a gambe incrociate e intento a ricucirsi
il fianco sinistro con ago e filo con l'unica mano che gli era
rimasta.
L'ex
Mago Sacro si voltò verso le rovine del Domus Frau, e solo
allora
notò un gruppetto di soldati guidati dal capitano delle
guardie
reali che procedeva a passo spedito verso di loro.
Si
rese conto di dover tagliare la corda alla svelta, prima che qualche
cane del Consiglio venisse a dargli la caccia.
“Scusate, ragazzi, ma devo andare. Quelli del Consiglio non hanno ancora smesso di cercarmi” si scusò rivolgendosi ai Dragon Slayer.
Natsu
smise di lottare con Gajeel e lo guardò.
“Capisco.
Ci si vede, allora!”
“Sta' lontano dai guai” lo ammonì Laxus.
Gerard annuì e fece per andarsene, ma Natsu lo chiamò un'ultima volta.
“Ah, Gerard!”
“Cosa?”
Il
Drago di Fuoco sorrise.
“Grazie”
L'ex Mago Sacro ricambiò il sorriso e fece un cenno con il capo, poi scomparve nel nulla senza lasciare traccia, sfruttando il potere di chissà quale tecnica illusoria.
Sting
aprì gli occhi pigramente e si tirò a sedere.
“Ehi,
ho una bella idea!” esclamò. “Andiamo a
mangiare?”
“In effetti è da parecchio che siamo a stomaco vuoto” asserì distrattamente Rogue.
“Io non ho soldi, ma se pagate voi allora ci sto” fece Cobra, alzandosi dopo che Wendy ebbe finito con lui.
Gajeel
sogghignò.
“Sentito,
Salamander? Offri tu per tutti”
“Ma neanche per sogno!”
“Ottima idea” fece Laxus.
“Ehi!”
“Voi non andate da nessuna parte” li freddò una voce tagliente come la lama di un coltello.
Cobra
alzò gli occhi al cielo ancor prima di vedere l'uomo che
aveva
parlato.
“Eccolo
che arriva...”
Dranbalt
si teletrasportò dinanzi a loro con l'espressione
più seria e
seccata che avesse, mentre dietro di lui il drappello degli uomini di
Arcadios li circondò e puntò loro contro le lance.
Si
alzarono tutti in piedi, in guardia, mentre soltanto Lucifer
continuava la sua operazione di sartoria su pelle umana con tutta la
calma del mondo.
Dranbalt
li guardò malissimo.
“Dannazione,
si può sapere cosa avete combinato, stavolta?” li
interrogò.
“Già, e vorrebbe saperlo anche Sua Maestà, dato che a causa vostra il Domus Frau è a pezzi e mezza città e di nuovo in rovina” gli fece eco Arcadios.
“E per tutti i diavoli, tu perché sei sempre in posti dove non dovresti essere?” continuò Dranbalt gettando un'occhiataccia a Cobra. “Ogni volta che mi giro un attimo ti ritrovo fuori di prigione!”
Il
diretto interessato fece spallucce con un ghigno.
“Forse
dovresti controllare di aver chiuso a chiave la cella, prima di
andartene”
“Non fare lo spiritoso, non c'è niente da ridere! I consiglieri mi scuoieranno vivo se scoprono che sei evaso!”
“Ma io non sono evaso” ribatté Cobra, punto sul vivo. “Cazzo, è la terza volta che vengo trascinato fuori contro la mia volontà, e adesso passo anche per il colpevole di turno!”
Arcadios
intervenne prima che i due monopolizzassero il discorso.
“Comunque
sia adesso avrete un bel po' di cose da spiegarci, Dragon
Slayer.
A cominciare dal perché c'è un Cerbero
addormentato nella torre
ovest del palazzo”
Natsu rifilò di nascosto una gomitata nelle costole di Gajeel.
“Che vuoi?!” sibilò quello, irritato.
“Passiamo al piano F” sussurrò Salamander.
“F? E che diavolo sarebbe?!”
“Fuga” rispose il Drago di Fuoco. “Mi sa che questi vogliono arrestarci!”
“Credo ti abbiano sentito” fece notare tristemente Rogue, dato che gli occhi di Dranbalt, Arcadios e tutte le guardie erano puntati su di lui.
“Ops”
“Ops un cazzo, Salamander! Sei un idiota!”
“Arrestateli” ordinò Arcadios, implacabile. “Stavolta non vi basterà avere il favore del Re per passarla liscia”
Una
risata roca e malata giunse da parte di Lucifer, un attimo prima che
i soldati eseguissero l'ordine.
L'attenzione
generale si concentrò sul Drago degli Inferi, che con un
movimento
aggraziato si alzò da terra e conficcò l'ago che
aveva in mano
dritto tra le proprie costole per metterlo via.
“E tu chi saresti?” lo interrogò Dranbalt.
Lucifer lo fronteggiò, e poiché era parecchio più alto di lui, il membro del Consiglio si sentì decisamente a disagio, tanto più che gli occhi del Dragon Slayer lo trafissero da parte a parte con la loro crudeltà.
“Sono la tua morte e la tua rovina, topolino” sibilò Lucifer estraendo lentamente la katana dal fodero, dopo che Wendy gliel'aveva restituita. “Sono il Drag...”
Non
concluse la frase. I suoi occhi girarono all'indietro e il suo corpo
cedette di colpo, portandolo a schiantarsi a terra, esanime.
Era...
svenuto?
Dranbalt,
Arcadios e tutti gli altri cacciatori di draghi sgranarono gli occhi,
sorpresi.
Certo
non era poi così strano che finalmente anche l'impietoso
Lucifer
fosse crollato. Aveva un brutto squarcio nel ventre, gli mancava un
braccio, era graffiato e pieno di ferite... il fatto che non potesse
percepire il dolore gli aveva soltanto impedito di rendersi conto di
quanto gravi fossero le sue condizioni.
“Ma guarda un po'” commentò Cobra con tono sarcastico. “Persino lui riesce a farsi delle colossali figura di merda”
Laxus
annuì.
“E
dire che era partito così bene...”
“Infatti, guarda Dranbalt. Stava per farsela addosso quando lo ha visto estrarre la spada...”
“La piantate di prendervi gioco di un ufficiale del Consiglio?!” saltò su Dranbalt, una vena che gli pulsava sulla fronte.
“Capitano” intervenne uno dei soldati rivolto ad Arcadios. “Che ne facciamo di questo qui? Sembra messo male...” disse additando il corpo privo di sensi di Lucifer, la cui mano sinistra ancora stringeva l'impugnatura della spada.
“Curatelo, è un mago della nostra gilda” rispose Natsu senza badare assolutamente al fatto che lì non era lui a comandare. “E dato che ci siete preparateci da mangiare! Abbiamo una fame da lupi!”
“Come vi permettete di fare richieste simili?!” alzò la voce Arcadios. “Arrestateli tutti!”
Cobra
diede una gomitata a Dranbalt.
“Diglielo
anche tu di darsi una calmata. Non sarebbe meglio per tutti se vi
raccontassimo cos'è successo davanti a un piatto di cibo,
piuttosto
che da dietro le sbarre? Saremmo molto più
collaborativi”
Alla
fine il membro del Consiglio annuì e fece un cenno ad
Arcadios.
“E
va bene... Capitano, deponete le armi e fate preparare un banchetto
per i Dragon Slayer” ordinò.
“Con quale autorità tu... !” fece per ribattere Arcadios, ma Dranbalt alzò la voce.
“Con l'autorità del Consiglio della Magia! Inoltre... ho la sensazione che questi maghi abbiano parecchie cose da raccontarci. Come ha detto Cobra, è meglio per tutti farlo con calma davanti a un piatto di cibo”
Alle
loro spalle, Natsu e Sting si batterono il cinque di nascosto.
“Vai
così! Cena gratis!”
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Angolo dell'Autrice
Prima
che qualcuno tenti di linciarmi, sì, lo so, la tecnica
segreta di
Lucifer è stata rubata dalla tecnica segreta di
Manigoldo/Death Mask
di Saint Seiya.
Cercate
di capirmi, su questo punto Lucifer e Cancer si assomigliano, mi
sembrava interessante far usare al nostro Drago degli Inferi la
stessa tecnica del granchietto sadico. Sono entrambi appassionati di
roba macabra, dopotutto...
Se vi potesse interessare un approfondimento sullo Tsei-she-ke, ecco qua:
Tsei-she-ke (cinese) o Sekishiki (giapponese), è il nome che nell'antica Cina veniva dato al gruppo di stelle conosciute in Grecia come “praesepe” (= mangiatoia), appartenenti alla costellazione del Cancro. Il nome significa appunto “respiro dei morti” (o qualcosa di simile), dato che proprio quelle stelle venivano considerate la porta celeste che conduceva le anime nell'Altro Mondo. Il motivo è dato dal loro particolare colore azzurro, simile a quello dei fuochi fatui che vengono prodotti dalla combustione del gas fuoriuscito dai cadaveri in decomposizione (si tratta di una reazione chimica realmente esistente). Questo legame tra le fiamme azzurre e i cadaveri ha fatto sì che la tradizione popolare identificasse le praesepe come porta degli Inferi.
Perciò
un po' è naturale che il Dragon Slayer degli Inferi usi una
tecnica
come quella del Cavaliere del Cancro. u.u
Vi
basta come giustificazione? ;P
Bene, gente, dopo le mie inutili chiacchiere che non interessano a nessuno – ancora mi domando perché le scrivo – ci risentiamo al prossimo – e ultimo! - capitolo!
Bye!