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Autore: Ninox    08/11/2014    0 recensioni
[Storia partecipante al contest 'La vita è una rete di piccoli, invisibili appuntamenti' indetto da OttoNoveTre sul forum di Efp]
Quando si ha un cowboy che parla troppo con un rottame pick-up, una cameriera figlia di un meccanico che lavora nella caffetteria di un autogrill affetta da sbuffamento cronico, un cofano che non si sa come si apre, un menù tradotto male, del caffè e del Whisky, non si può che ottenere una storia d'amore.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nome Account Forum e EFP: Noemi_Weasley_Baston (Forum) Ninox (Efp) 
Titolo: Il Cowboy e la Regina degli sbuffi 
Prompt: Un menu tradotto male - “Questa non è la tua macchina” - Non si sa come si apre - Avrebbe potuto stare zitto - Caffetteria - Quello di bere un caffè 
Rating: Giallo 
Introduzione: [Storia partecipante al contest ' La vita è una rete di piccoli, invisibili appuntamenti ' indetto da OttoNoveTre sul forum di Efp ]
Quando si ha un cowboy che parla troppo con un rottame pick-up, una cameriera figlia di un meccanico che lavora nella caffetteria di un autogrill affetta da sbuffamento cronico, un cofano che non si sa come si apre, un menù tradotto male, del caffè e del Whisky, non si può che ottenere una storia d'amore.

 

Il Cowboy e la Regina degli sbuffi. 

Era una noiosa e afosa giornata in una delle tante autostrade di Las Vegas. 
Amy puliva il bancone della caffetteria dell'autogrill, pieno di Whisky versato da qualche ubriaco dalla mano instabile la sera prima. 
Non le piaceva quel lavoro. Lavorare in una caffetteria-autogrill mentre tutti i camionisti le guardavano il culo non era la sua massima aspirazione di vita. Comunque. 
La giornata, come detto poco prima, era noiosa e afosa. 
Il caldo del deserto era insopportabile, ma Amy evitava di scoprirsi il più possibile. Il 90% delle cameriere degli autogrill venivano violentate, ed Amy si poteva ritenere fortunata, faceva ancora parte del 10%. 
Sentì dei rumori provenire da fuori la caffetteria, ma non ci diede peso, continuando a pulire il bancone lurido. 
«AMY! VIENI QUI!» le urla di quell'ubriacone del proprietario, Ralph, raggiunsero Amy. La ragazza sbuffò infastidita, lanciando il canovaccio su un punto impreciso del bancone. 
Uscì spingendo la porta, per poi aggiustarsi la gonna troppo corta. 
«Cosa c'è, Ralph? » chiese con voce annoiata, legandosi i capelli scuri in una coda alta. 
«Questo ragazzo vuole una mano con il suo pick-up » disse con la solita voce strascicata Ralph, per poi andarsene senza aspettare la risposta di Amy. 
'Stupido padre meccanico, non potevo essere figlia di un noleggiatore di porno ?' si chiese Amy sbuffando. 
La ragazza, che non aveva notato "questo ragazzo", si voltò verso il pick-up. Era di certo malandato, ma quello che interessò a Amy fu "questo ragazzo". 
I capelli biondi erano coperti da un cappello da cowboy, mentre gli occhi chiari la fissavano divertiti. 
Stivali a punta, pantaloni di jeans, cappello da cowboy e camicia a quadri : classico abbigliamento da "Io mi vesto da cowboy perché sono figo. 
Se c'era una cosa che Amy odiava, erano quelli che si vestivano da cowboy. 
Le piacevano le camice a quadri, basta che non ci fosse anche un cappello da cowboy. 
«Se cerchi gli indiani, non sono qui » disse con voce annoiata Amy. 
«Oh, non preoccuparti dolcezza. Mi serve solo una mano con il mio pick-up. Ma se sei un'indiana, potrei fare un eccezione » rispose "questo ragazzo" ammiccando divertito. Dolcezza, ammicando... Amy avrebbe commesso un omicidio. 
«Non sono un'indiana, coso. Ora dimmi qual'è il problema di questo catorcio » disse Amy acida. 
«Calma dolcezza, credo abbia qualche problema al motore » rispose "questo ragazzo" alzando le mani e facendo un passo indietro. Dolcezza. Amy lo stava per squartare; se non stava zitto sapeva lei dove mettergli quel dannato cappello. 
Amy si abbassò entrando con circa metà del busto nell'auto, alla ricerca del coso - come lo aveva soprannominato il padre durante i suoi vuoti di memoria - per poter aprire il cofano. 
«Bella vista da qui, dolcezza » disse ghingnando "questo ragazzo", mentre una sigaretta gli penzolava dalle labbra, alludendo al sedere di Amy. 
«Già, chissà come sarebbe se ti tirassi una scarpa in faccia » rispose infastidita Amy, lanciando al "cowboy" un'occhiata in cagnesco. 
Il cowboy avrebbe sicuramente fatto meglio a rimanere zitto, ma non dava l'impressione di essere un tipo che teneva alla propria vita. 
«Come diavolo si apre!» sbottò Amy, uscendo dal pick-up. 
Con una mano si asciugò il sudore che le imperlava la fronte. 
Dopo vari tentativi - 25 -, un Amy coi capelli stravolti si arrese sbuffando sonoramente. 
«Non si come diavolo si apre quel diavolo di coso! » esclamò irritata, sbuffando per l'ennesima volta. 
«Questa non è la tua macchina, vero? » chiese la ragazza sedendosi sul sedile anteriore. 
«Probabile...» rispose vago il ragazzo, buttando fuori il fumo della sigaretta. 
«Bene! Sono nel parcheggio di un autogrill con un ladro di pick-up sfasciati!Fantastico!» esclamò Amy sbuffando. Sbuffava troppo spesso, si rese conto. 
«Spostati» disse con fare annoiato il cowboy, mentre si avvicinava all'auto. 
«Perché?» chiese non capendo Amy, inclinando la testa di lato. 
«Ti sposti o no ?!» ecco, ora Amy aveva la conferma che i cowboy fossero odiosi. 
La ragazza scese dalla macchina sbuffando, aggrottando le sopracciglia quando vide il cowboy chinarsi a fare "qualcosa". 
Si udì uno scatto : il cofano si era aperto. 
«Forse avrei dovuto dirtelo prima...» disse il il ragazzo ghignando divertito. 
Amy lo guardò rossa in viso dalla rabbia e, prima di dirigersi al cofano della macchina, gli diede una gomitata.
 

***


«Ecco fatto » disse soddisfatta Amy, potendo finalmente raddrizzare la schiena. 
«Bene, credo sia il tempo di bere un caffè » disse il ragazzo, cominciando a camminare verso l'entrata della caffetteria. 
Amy chiuse il cofano del pick-up, non dopo aver sbuffato. Si era autroproclamata "la Regina degli sbuffi". 
Entrò nella caffetteria, dirigendosi dietro al bancone. 
«Hey, qui c'è un errore» la voce fastidiosa del cowboy fastidioso fece sbuffare - di nuovo - Amy. 
«Dove ?» chiese annoiata dirigendosi al tavolo del cowboy. 
«Qui» rispose il ragazzo indicando una parola sul menù. 
«È tradotto male» continuò. 
«I clienti sono troppo ubriachi o troppo analfabeti per notarlo» rispose Amy. 
«Sono sorpresa che tu conosci altre lingue...» Amy si fermò, rendendosi conto di non sapere il nome del cowboy. 
«Trevor» disse il ragazzo. 
«Trevor? Davvero? Mi aspettavo qualcosa del tipo Pistolero del selvaggio West » disse ridendo Amy, seguita da Trevor. 
«Allora, bella signora antipatica, mi aiuta a correggere questo insulto alle traduzioni?» gli propose Trevor, ed Amy, annuendo, gli si sedette di fronte. 
Passarono circa un'ora a correggere il menù tradotto male da Ralph, prima di cominciare a "conversare", dimenticandosi del menù. 
 

***


«Quindi, dolce donzella, mi farebbe un caffè? Sarebbe proprio il tempo di farlo» disse Trevor, facendo sbuffare, ancora, Amy. 
«Va bene, ma li paghi. Non posso mica essere stata qui soltanto per fare quattro caffè senza esserne pagata» disse Amy dirigendosi alla macchinetta. 
«Beh, non credo che sia stato tempo sprecato se lo hai passato con me» disse Trevor facendo scoppiare a ridere Amy. 
«Allora è stato più che sprecato» disse Amy ancora ridendo. 
Trevor sbuffò incrociando le braccia al petto, fingendosi offeso. 
«Quando sarò presidente farò in modo che ci sia un'ora al giorno che sarà chiamata "Tempo di bere un caffè". Almeno avrei una scusa per vedere la cameriera più sexy e sbuffosa del mondo» disse Trevor ammiccando. 
«Quindi mi trovi sexy, eh?» chiese Amy divertita. 
«E sbuffosa» puntualizzò Trevor, bevendo un lungo sorso del Whisky che si era deciso di auto-servirsi. 
«Ha-ha. Versami un pò di Whisky, piuttosto » disse Amy sedendosi sullo sgabello di fianco a quello su cui si era seduto Trevor. 

 
***


Amy e Trevor erano ormai un pò brilli, e l'aria era sicuramente più rilassata. 
Ridevano e scherzavano insieme, cosa ritenuta impossibile visto le frecciatine che i due si erano costantemente lanciati durante la giornata. 
«Quando finisci qua ?» chiese ad un certo punto Trevor. 
«Tra circa tre ore» rispose Amy lanciando un'occhiata all'orologio appeso al muro. 
Trevor le si avvicinò pericolosamente, troppo pericolosamente. Amy deglutì, ritrovandosi le labbra di Trevor a pochi centimetri dalle sue. 
«C-cosa stai facendo?» balbettó Amy. 
«Sei bellissima» sussurrò Trevor avvicinandosi ancora di più a lei, fino a quando le loro labbra non si sfiorarono. 
Trevor ghignò divertito. 
«Passo a prenderti tra tre ore» disse Trevor prima di alzarsi dallo sgabello su cui era seduto ed uscire dalla caffetteria. 
Amy sbuffò, per poi scrollare la testa nel vano tentativo di scacciare tutti i pensieri che le affollavano la mente. 

 

   
 
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