Capitolo 1
Lost Innocence
This is the start of how it all ever ends
They used to shout my name, now they whisper it
I’m speeding up and this is the
Red, orange, yellow flicker beat sparking up my heart
We rip the start, the colors disappear
I never watch the stars there’s so much down here
So I just try to keep up with them
Red, orange, yellow flicker beat sparking up my heart
[Lorde
- Yellow Flicker Beat]
https://www.youtube.com/watch?v=3PdILZ_1P74
America, settembre 2009 – Aereoporto di Los Angeles
Il
sole all'orizzonte colorava il cielo di un tenue rosso del tardo
pomeriggio che anticipava la sera nella città degli Angeli
in quella
calda sera di settembre, dando il bentornato a due giovani ragazzini
che avevano passato gli ultimi mesi oltreoceano.
Per entrambi
quell'estate era stato il raggiungimento di un traguardo, di un sogno
che da lungo tempo sin da quando erano più piccoli aveva
riempito i
pomeriggi, allenandosi per uno sport il quale alimentava gli spiriti
di tutti gli appassionati che lo praticavano.
-Andiamo Elyon,
torna con i piedi per terra!- afferrando l'esile braccio della sua
compagna, Kyle tirò senza farle male verso di se spostandola
da un
muro umano cui la giovane si stava scontrando senza prestare la
minima attenzione.
Il volo era stato lungo, la stanchezza
albergava sui loro volti ma più di ogni altra cosa il senso
di
felicità aleggiava, in particolare sul viso di Elyon che
invece di
restare con i piedi per terra, sembrava essere finita in un universo
parallelo stante a se stesso.
-Scusa...stavo solo pensando.-
Scosse la testa, i lunghi capelli neri che le ricadevano sulla
schiena in leggere onde che si muovono leggermente incorniciando il
volto di lei dai linamenti delicati: la pelle dorata abbronzata dal
sole di quei mesi estivi, labbra rosee incurvate in un leggero
sorriso e per completare un paio di occhi azzurri come il mare che
aveva ereditato da sua madre.
Sentiva spesso dalle persone quanto
la somiglianza tra le due era sorprendente, sopratutto da suo padre:
ma erano solo parole, descrizioni o racconti di una persona che ella
non aveva mai conosciuto.
Sua mamma, Elyse era morta 13 anni
prima, dandola alla luce lasciando suo padre con il gravoso compito
di crescerla oltre che gestire un enorme azienda il cui nome era
famoso nel suo settore.
L'amore e l'affetto non le era mai
mancato, il suo unico genitore era sempre stato il migliore in tutto
riuscendo in qualche modo a colmare le lacune della giovane moglie
defunta.
Il ricordo della donna era sempre presente nel cuore di
tutti e anche se non aveva mai conosciuto sua madre, nell'angolo
più
recondito del suo cuore sapeva che l'aveva amata fin dal giorno in
cui aveva saputo di essere in dolce attesa.
E se Elyse fosse stata
viva in quel momento, forse, sarebbe stata orgogliosa di lei.
- So
cosa pensavi, dai sbrigati non abbiamo tutto il giorno.- Sbuffa
spazientito il compagno di squadra ormai giunti al nastro
trasportatore per recuperare le valigie.
- Insomma dai, sono solo
felice. Abbiamo vinto il primo campionato di Beyblade. Sembra tutto
ancora così surreale. - Sorride afferrando il trolley nero
che in
quel momento passava sul nastro trasportatore, tirandolo dalla
maniglia verso di se per poggiarlo sulla superficie opaca del
pavimento. Decisamente il peso era lievitato dalla partenza che quasi
non riusciva più a sollevarlo.-
- Non mi sembri tanto contento. -
Instintivamente la mano volge verso la tasca destra al cui interno
è
custodito gelosamente Luxion, il suo beyblade compagno di una
vita.
Era in suo possesso da quando ne possiede memoria, un dono
fatto da suo padre che l'ha accompagnata fino alla vittoria del
campionato.
Luxion non era un semplice bey, era qualcosa di più
che spesso neppure lei poteva spiegare.
Sapeva solo che se altri
fossero venuti a conoscenza della presenza che albergava dentro di
esso avrebbe messo in pericolo entrambi.
Lux era apparso maestoso
in circostanze analoghe come una potente luce, le ali dal piumaggio
bianco come la neve fiera e maestosa: nella sua testa l'eco di una
voce antica e potente era esplosa, dicendole che era stata scelta
come guardiana e il patto di non rivelare mai a nessuno il loro
segreto. Allora era troppo piccola per capirne il significato, ed
ancora adesso non riusciva a concepire cosa era successo in quella
notte ma, da allora lei e Luxion erano stati insaparabili come due
gemelli siamesi.
Anime affini.
- Sono solo stanco, Elyon. Il
viaggio è stato lungo. Voglio solo tornare a casa e buttarmi
finalmente sul mio letto. - Non la guarda negli occhi, tirando dritto
verso l'uscita, la Mercedes nera che attende entrambi ferma davanti
all'entrata dell'areoporto. I capelli arrufati e castani, la postura
rigida di Kyle sono lontani dal ragazzino che conosce dalla tenera
età. Sembra un'altra persona, con quel tono distaccato,
freddo come
se fosse arrabbiato con lei.
Pensandoci bene il comportamento del
compagno era cambiato appena finito il campionato, ma non vi aveva
prestato più di tanta attenzione troppo presa dalla foga del
momento.
Forse davvero era solo stanco ma una strana sensazione
all'altezza si è annidiata all'altezza del petto,
accompagnato da
uno stato di ansia.
Forse davvero erano stanchi entrambi, tutto il
peso degli eventi stava crollando solo ora sulle spalle dei giovani
ragazzi.
Eppure quella sensazione sputata dal nulla era fin troppo
sgradevole.
Salendo sull'auto dopo aver consegnato il bagalio
all'autista, si allacciò la cintura di sicurezza volgendo lo
sguardo
nuovamente al suo migliore amico: era girato di schiena evitando ogni
contatto visivo con lei.
- Se non ti conoscessi da una vita, direi
che non sei solo stanco...- tirando un sospiro, lascia che il
silenzio avvolga l'abitacolo, sperando che a Kyle passi il cattivo
umore causato dalla stanchezza.
Eppure tra i due sembrava solo lei
ancora elettrezzata dal momento?
Sospirando appoggia la fronte al
finestrino, il paesaggio che scorre a ritmo sostenuto fuori dal
finestrino: le palme lungo i viali della città, le luminarie
che
piano piano si accendevano lungo la strada, le persone che camminano
ancora in tenute da spiaggia lungo i marciapidi.
Conosceva quel
tratto e a breve avrebbero imboccato l'autostrada in direzione di
casa sua: un tragitto familiare ai suoi occhi che lentamente si
chiudono lasciando che il sonno di Morfeo la trasporti in altri
luoghi più tranquilli alla mente.
Un meritato riposo che poneva
fine a quel viaggio memorabile che mai si sarebbe dimenticata.
Come
non avrebbe dimenticato gli eventi che si susseguirono cambiando per
sempre il corso della sua vita.
Spesso diamo per scontate troppe
cose, dimenticando che esistono tante varianti in un percorso di
vita, tanti vie che conducono in strade diverse da ciò che
ci
prefiggiamo di raggiungere.
Basta poco, come tagliare di netto il
filo del proprio destino che quello prende una brusca impennata in
una direzione completamente diversa di cui spesso non siamo noi
artecifi delle nostre scelte ma, altri che mettono mani al quello
altrui manipolandolo a proprio piacimento.
La frenata brusca
risveglia il corpo dal leggero stato di intorpidimento dovuto dal
sonno.
Se non fosse che prima di partire si era allacciata la
cintura di sicurezza, sarebbe finita dritta con il viso stampato sul
sedile posto davanti.
- Che cosa succede?- Passandosi una mano tra
i lunghi capelli caduti davanti agli occhi, Elyon guardò
allarmata
il compagno di squadra, la macchina che sbandò nuovamente
verso il
ciglio della strada mentre con un occhiata fugace notò una
macchina
che a volocità sostenuta era fin troppo vicino alla loro
come se li
stesse inseguendo.
-Kyle? Che sta succedendo?- Gli occhi del suo
migliore amico, le labbra una linea sottile serrata.
-Mi dispiace
Elyon...- Un'altro colpo, più forte del precedente e, l'auto
escì
definitivamente fuori strada capovolgendosi su se stessa per qualche
metro sulla distesa di terreno arido dovuto al clima di quel luogo,
alzando una nuvola di polvere, ponendo fine alla sua corsa.
Tutto
attorno era confuso, sottosopra, il corpo un unico dolore sordo
mentre il sangue le affluiva dalla testa scendendo lungo in rigagnoli
diramati lungo il viso, finendo negli occhi offuscandole la
vista.
Che cosa era successo?
Dove erano?
Kyle...dove era
lui?
Non poteva muoversi, ne girarsi intrappolata nell'abitacolo
accartocciato dell'auto, il corpo che non risponde a nessun nesso
logico che cercava di mandare al cervello pur di far muovere qualche
arto nella speranza di libearsi dalla cintura di sicurezza ed uscire
dall'ammasso di lamiere che era diventata l'auto.
Le forze la
stanno abbandonando, quello che doveva essere un momento felice e di
festeggiamenti si era trasformato in un incubo.
Un incubo che
difficilmente nel futuro avrebbe dimenticato.
Prima che tutto
diventi nero trascinandola nell'abisso dell'oblio, la porta si
aprì,
il viso di un uomo appare nella sua visuale, un sorriso compiaciuto
stampato sul volto dai lineamenti duri.
- Mi dispiace molto
bambolina, ma possiedi qualcosa che nelle tue mani è solo
uno
spreco.- L'uomo sporse il busto, quanto basta afferrare Luxion
scivolato durante l'impatto fuori dalla tasca, finendo accanto ad
ella.
Il forte profumo dell'acqua di colonia dell'uomo arrivava
nauseabondo alle narici, il sorriso mellifluo stampato sulle labbra
che non accennavano ad abbandonare, il volto semicoperto da una
maschera nera.
A dodici anni non dovresti essere coinvolto in
incidenti volutamente mortali, non dovresti vedere il male negli
occhi di un adulto.
A dodici anni gli adulti sono coloro che ti
dovrebbero proteggere dai mali del mondo, vivendo l'infanzia in modo
spensierato senza problemi.
- Kyle...- mormora, le lacrime
scendono dal viso mischiandosi con il sangue.
- E' tutta colpa tua
bambolina... Se non fosse per te il tuo amico –
sibilò al suo
orecchio, la voce carvernosa piena di cattiveria mentre le forze
cedevano lasciando spazio alle tenebre che prendono il sopravvento,
la vita che scivolava via dal corpo.
Non può far altro che
assistere inerme alla sua dipartita, Luxion finiva nelle mani di
quell'uomo che aveva attentato alla sua vita e quella di Kyle, il
senso di colpa per non essergli stata di aiuto e, ancor peggio, quel
casino era tutta colpa sua.
Mentre tutto scompare dalla sua
visuale, una luce accecante si sprigionò dal nucleo del
beyblade,
bianca come la neve che si rifletteva sotto i raggi solare in una
giornata invernale, circondandola nel suo caldo abbraccio, un canto
melodico che la culla dolcemente circondandola completamente.
Ed
infine...il buio.
Note
dell'autore:
Buon
Sabato a tutti!
Dopo anni che non pubblicavo su questo sito, ho
deciso di scrivere una nuova storia partorita dal nulla dalla mia
testolina.
Un ringraziamento speciale e sopratutto per sopportarmi
a Kaiyoko
Hyorin
che mi ha dato ottimi suggerimenti XD
Spero che la lettura e il
primo capitolo siano di vostro gradimento e che ispirino
curiosità a
continuare.
Alla prossima, baci :D