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Autore: MiaBlack    09/11/2014    13 recensioni
Seguito di "Carpe diem tutto accade per una ragione"
La storia si colloca nella seconda stagione, Felicity conosce già Oliver. ma Oliver non se lo ricorda, non ha riconosciuta la bella informatica e lei non si prodiga a farsi riconoscere anzi cercherà di evitare che lui lo scopra, ma Felicity nasconde un segrete un grosso segreto. Cosa accadrà quando il suo segreto sarà sul punto di essere rivelato, quanto sarà disposta a fare perchè Oliver non venga a sapere quello che nasconde.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13

 

Casa Smoak, silenzio e pace. Due cose che raramente si percepivano in quella casa. Stesy e Felicity erano entrambe nell'appartamento ognuna chiusa nella propria stanza, solo poche ore prima le due avevano avuto una violenta litigata su come Felicity si occupava dei suoi figli, Felicity iniziava seriamente a pensare che sua madre aveva una personalità multipla: delle volte era dolce e carina, come dopo la festa a casa di Oliver, alcune volte invece si appostava davanti alla porta ad aspettare che tornasse per farle una bella ramanzina e per dirle quanto lei non condividesse il fatto che lavorasse per Oliver, lavorare per il ragazzo non andava bene, però le andava bene che lei ci uscisse, quella donna aveva le idee molto confuse.

-Io esco! - ferma sulla porta di casa pronta per uscire Felicity attendeva che sua madre le rispondesse, ruotò gli occhi costatando che era in atto la guerra fredda, non le avrebbe parlato.

-Vado io a prendere le pesti al compleanno! Ciao! - non aspettò che le rispondesse, tanto non l'avrebbe fatto, uscì semplicemente chiudendosi la porta alle spalle.

Al covo c'erano già tutti tranne Oliver. Felicity si fermò in fondo alle scale ad osservare Sara e Dig che stavano allenando Roy nell'uso dell'arco, da quando era stato ammesso a pieno titolo nel Arrow team aveva fatto molti miglioramenti, anche se i suoi scatti d'ira terrorizzavano Felicity in molti momenti.

-Presto ce la farai! - commentò notando che la freccia appena lanciata non aveva centrato il bersaglio, Roy la guardò sbuffando, mentre Sara sorrideva sotto i baffi.

-Non ce la farò mai! - esclamò scoraggiato il giovane.

-Non è vero, sei migliorato molto, è Oliver che lo fa sembrare facile. - gli spiegò Sara passandogli una nuova freccia.

-Oliver fa sembrare tutto facile. Solo far tornare i conti non gli riesce... e' sempre stato negato in matematica... - ridacchiò Felicity divertita da alcuni ricordi che quella frase aveva riportato a galla.

-Già, tanto scarso che per passare l'ultimo anno dovette prendere delle ripetizioni. - aggiunse Sara, il gruppetto scoppiò a ridere, tutti tranne Felicity che si stava dando mentalmente dell'idiota per aver tirato fuori quel discorso.

-Ripetizioni? E da chi? - chiese Roy osservando Sara avido di notizie.

-Da una ragazza, non so chi fosse non credo di averla mai vista. Ma ne sentivo parlare da mia sorella. Se non sbaglio aveva bisogno di crediti per una borsa di studio, così le affibbiarono Oliver, poveretta. - spiegò Sara, Felicity cercava di ridere, ma si sentiva tremendamente agitata, cercava di ricordare cosa avesse detto a Diggle sul padre dei suoi figli, perché sicuramente avrebbe potuto collegare le due cose, forse non subito, ma molto presto l'avrebbe fatto.

-Perchè poveretta? - Roy si era fatto prendere da quella conversazione, aveva posa l'arco e ascoltava interessato Sara.

-Inizialmente non era contento di quella ragazza e infatti non andava ai loro incontri. Per un po' lei ha insistito poi ha deciso di lasciar perdere. -

-E come ha fatto a passare l'anno?- Roy si era seduto sulla scrivania guardava Sara pendendo letteralmente dalle sue labbra.

-E' stato lui ad andare da lei, l'ha praticamente supplicata di farlo, altrimenti bocciava. Laurel odiava quella ragazza, diceva che era insopportabile, ma credo fosse solo gelosa che Oliver avesse chiesto a lei di aiutarlo e che parlasse di lei in continuazione.-

-Parlava di lei? - chiese Felicity, si era promessa di non intervenire in quella conversazione, ma quella rivelazione l'aveva scioccata, Oliver parlava di lei ai suoi amici nemmeno nei suoi sogni più elaborati era arrivata a immaginare tanto.

-In continuazione e anche Thea parlava di lei molto bene. Laurel se avesse potuto l'avrebbe uccisa, con tutta la fatica che aveva fatto per accaparrarselo quella ragazza glielo stava fregando da sotto il naso. -

-E poi che è successo? - anche Diggle era interessato all'argomento, era difficile scoprire qualcosa sul passato del giovane miliardario e quando si presentavano occasioni come quelle tutti erano molto interessati.

-Ha passato gli esami e poi siamo partiti in barca. Non credo che si ricordi di lei. Ma questa sera sicuramente la rivedrà. - Sara sorrise divertita, mentre Felicity si era strozzata con la sua stessa saliva.

-Come la rivedrà? -

-Oh, hanno organizzato l'Homecoming, anche se era più piccola si era diplomata con loro quindi ci deve essere anche lei. - spiegò Sara sorridendo, sembrava che l'idea che i due si incontrassero le piacesse particolarmente.

-E cosa ti fa pensare che lei ci andrà? Voglio dire, si è diplomata in anticipo questo dovrebbe farti capire che non apprezzava la compagnia. - era arrivato anche a lei l'invito, ma aveva deciso di non andarci, non aveva voglia di vedere i suoi ex compagni, ma soprattutto sarebbe stato pericoloso mostrarsi, Oliver l'avrebbe potuta riconoscere e allora sarebbe stato un gran casino.

-Ci andrà ne sono convinta. Darei di tutto per assistere alla scena, Laurel la odia ancora a distanza di anni, il che è strano voglio dire ha perdonato me, perché non può lasciare in pace lei.-

-Penso che questo avvalga ancora di più la mia ipotesi.. non ci andrà mai... - borbottò Felicity voltandosi per tornare a guardare lo schermo del computer, quell'argomento per lei era chiuso.

-Se non ci va ci perde solo lei... - continuò Sara senza esitazione.

-Perchè dici che ci perde lei? - Felicity maledì mentalmente Roy che continuava a porre domande, lei non voleva saperne niente si era rifatta una vita e non voleva tornare a ricordare il passato.

-Oliver era innamorato di lei. Lui ovviamente non se ne era reso conto, ma lei gli piaceva molto, quando parlava di lei sorrideva in un modo, non so spiegarlo, era dolce come se lei fosse qualcosa di unico...-

-Tanto innamorato da non ricordarsi neanche di lei? Mi sa che ti sbagli Sara... - il cuore di Felicity batteva tanto velocemente che la giovane aveva quasi paura che tutti all'interno di quella stanza potessero sentirlo.

-Conosciamo tutti Oliver non è esattamente il ragazzo più sveglio della terra quando si parla di sentimenti, ma fidati Felicity, lui era innamorato di lei. - non riusciva a capire cosa desse alla bionda tutta quella sicurezza, lei non era in città nel periodo in cui loro si erano “frequentati”, come faceva a sostenere che lui l'amava, scosse la testa, Sara si stava sbagliando.

-Comunque io se fossi in lei ci andrei...- borbottò Sara convinta.

-Perchè?-

-Solo per far innervosire mia sorella! - il gruppetto scoppiò a ridere, pensando a Laurel infastidita dalla misteriosa ragazza.

-Ma è tua sorella non dovresti parteggiare per lei? -

-Stai scherzando Roy? Io avevo interesse per Oliver e lei me lo ha soffiato da sotto il naso, credo di aver sempre fatto il tifo per questa misteriosa ragazza.-

-Un nome questa ragazza lo possiede? - insistette il ragazzo.

-Io non lo so, Laurel la chiamava “la cosa”, “tizia”, “la simpatica” non ha mai detto il suo nome.-

-Vedo che tua sorella l'amava proprio questa ragazza. E mr tanto innamorato non l'ha mai chiamata per nome?- chiese Felicity, si stava tirando la zappa su i piedi da sola, ma era più forte di lei, Oliver sarebbe rimasto per sempre il suo punto debole.

-No... diceva Lei. -

-Quanto amore... - scosse la testa decisa a lasciar perdere quel discorso, ne aveva piene le scatole di Sara e delle sue strane idee, lei non c'era era lontano, le sue deduzioni erano semplicemente basate su i racconti della sorella che la odiava, ma non aveva certo bisogno di Sara per sapere che Laurel la odiava, le parole taglienti che le aveva detto il giorno del diploma le ricordava molto bene.

-Staremo a vedere stasera. - la sicurezza di Sara la fece dubitare per qualche istante, ma poi sorrise, quella sera non avrebbero visto nulla, lei sarebbe rimasta a casa con i suoi figli evitando accuratamente la zona della scuola.

-Domani ci racconterai... - commentò Felicity già pronta ad assaporare la vittoria.

-Oh no io non ci vado... Stasera lavoro al club. Oliver andrà da solo... -

-Sara ma tu non dovresti essere gelosa? -

-Perchè dovrei Roy? - Sara era divertita ed eccitata dall'idea che Oliver incontrasse questa misteriosa ragazza, forse più contenta anche di Oliver e Felicity messi insieme.

-Stai con Oliver. -

-Oliver mi vuole bene, mi vuole al sicuro e farebbe cose stupide per essere certo che non mi succeda niente... Ma non sono scema, Oliver non mi ama lo so.- la conversazione si chiuse li, nessuno chiese più nulla, Roy tornò a concentrarsi su i bersagli mentre Sara cercava di insegnarli come colpire il centro.

 

Il covo si svuotò lentamente, Sara e Roy erano andati via insieme qualche ora prima, entrambi dovevano andare a lavorare al Club. Dig si era fermato ancora un po' insieme a Felicity, i due avevano lavorato, poi si erano messi a parlare del più e del meno fino a quando Dig aveva salutato Felicity dicendole che aveva alcune cose da fare prima di portare Oliver al Homecoming.

Sola la sotto Felicity faticava a rimanere concentrata, la sua mente era attirata dalle parole di Sara, più cercava di allontanarle e dimenticarle più le parole le riaffioravano alla mente distraendola dal suo lavoro.

-Un ora e mezzo e la festa inizierà... - tamburellò con la penna sul tavolo.

-No Felicity, tu non andrai a quella maledetta festa... Sara si sbaglia... Se tu andassi li Oliver ti riconoscerebbe come Felicity la sua segretaria barra braccio destro, e non come la sua ex compagna di scuola. Decisamente no! Non è una buona idea... - cercò di auto-convincersi.

Venti minuti dopo Felicity era seduta sul sedile della sua auto e guidava rapidamente per le strade della città doveva andare a riprendere i suoi figli e volare a casa per cambiarsi, il piano le era arrivato così rapidamente alla mente che le era parso troppo facile e le cose troppo facili erano quelle che si rivelavano sempre le meno sicure, guardò il sacchetto del supermercato posato sul sedile accanto a lei e si morse il labbro. Stava per fare la seconda cazzata più grande della sua vita.

 

***

 

-Nonna siamo tornati!! - i due bambini entrarono correndo in casa, Stesy uscì dal salotto per andare loro incontro sorpresa del loro ritorno anticipato.

-Come mai così presto? Felicity? - guardò i due bambini saltarle accanto e poi la figlia che correva in camera sua.

-La mamma ha detto che stasera doveva uscire... - spiegò Hope inseguendo il fratello per casa.

-Dove? - chiese Stesy alla nipotina in cerca di qualche dettaglio che l'aiutasse a capire.

-Non lo so! - le urlò prima di sparire in salotto.

-FELICITY MEGAN SMOAK! Esci dal bagno e dimmi cosa diamine stai combinando? - ferma davanti alla porta del bagno la donna aspettava che la ragazza uscisse e le spiegasse cosa aveva in mente.

-Non ora mamma! - rispose lei da dentro il bagno.

-Invece ora! -

-Come sei insistente. - Felicity aprì la porta, aveva un asciugamano sulle spalle e i capelli bloccati con una pinza alla nuca, i bellissimi capelli biondi erano impiastricciati da una crema scura che le era colata anche un po' sulla fronte macchiandola di nero.

-Che accidenti stai combinando? Dimmi che non stai facendo quello che sto pensando tu stia facendo! - la implorò.

-Mamma devo farlo. io... devo sapere. -

-Ti stai infilando in un guaio ancora più grande. Hai Walter che ti minaccia, la signora Queen che ti minaccia e tu cosa fai? Vai alla festa degli ex alunni? Hai battuto la testa? - chiese, Stesy aveva sempre pensato che sua figlia fosse intelligente e sveglia, ma poi aveva incontrato Oliver Queen e tutta l'intelligenza era andata a farsi benedire.

-Sara dice che Oliver era innamorato di me a scuola. - si sentiva stupida a dire quella cosa a sua madre, sapeva che era un'idiozia credere a Sara che le avrebbe fatto solo male illudersi in quel modo, ma doveva sapere se era vero.

-E Walter? - quella donna aveva la capacità di rovinare tutto con solo poche parole, ma non quella volta.

-E' all'estero...- era partito qualche giorno prima e sarebbe stato fuori per tutta la settimana, Felicity aveva tirato un sospiro di sollievo a quella notizia che era arrivata nel momento più opportuno, non solo perché era libera di andare alla festa senza che lui la riconoscesse, ma anche perché ora che aveva vuotato, per metà, il sacco e Oliver le aveva praticamente ordinato di stare lontana da Walter passargli informazioni sarebbe stato ancora più difficile.

-Fai come vuoi. - Stesy si allontanò borbottando qualcosa a proposito sulla stupidità della propria figlia.

Ci volle più tempo del previsto a Felicity per prepararsi, ma alla fine il risultato fu esattamente quello che si aspettava, si fissava allo specchio e si chiese se fosse veramente lei quella figura che lo specchio le rimandava.

-Felicity, posso entrare? - Stesy era ferma oltre la porta accostata.

-Si mamma... -

-Per la miseria... - la donna la guardò attentamente le sembrava di essere tornata indietro nel tempo.

-Allora? - chiese Felicity toccandosi i riccioli neri aspettando che la madre dicesse qualcosa.

-Non sembri più la ragazza di prima.-

-L'intento era di tornare quella che ero un tempo. - spiegò Felicity, lanciò un occhiata ad una vecchia foto con lei e i figli appena nati, i suoi capelli in quella foto erano ancora scuri.

-Allora forse avrai bisogno di questi... - Stesy mostrò a Felicity l'abito che aveva già provato a farle mettere qualche tempo prima.

-Se dobbiamo farlo, facciamolo bene. - oltre all'abito in mano aveva una scatolina rettangolare bianca: non era grande, era fine e stava tranquillamente all'interno delle sue mani. Aprì lentamente la scatolina cercando di non far cadere il contenuto.

-Cosa.... la maschera....- sorrise appena mentre col dito seguiva il pizzo nero applicato sopra la maschera bianca.

-Sei fortunata che abbiano deciso di fare la rimpatriata in maschera... non so di chi sia stata l'idea, ma sicuramente gioca a tuo vantaggio. -

Si infilò il vestito e lasciò che la madre glielo chiudesse, era una specie di miracolo che lei entrasse ancora in quell'abito, era una ragazzina quando l'aveva comprato e ora a distanza di sei anni e di una gravidanza le stava come se l'avesse comprato per quell'occasione.

-E' diventato un po' più corto.- osservò la madre guardandole le gambe scoperte, la gonna morbida e svolazzante arrivava di un bel pezzo sopra al ginocchio, non era volgare e la lunghezza era ancora decente da non farla passare per una prostituta.

-Pronta. - esclamò decisa fissando la propria immagine allo specchio.

-Buona fortuna.. Mi raccomando non fare nulla di stupido... -

 

***

 

Oliver Queen era appena entrato nella palestra, erano anni che non entrava in quel posto eppure tutto era rimasto uguale, si guardava attorno cercando di riconoscere le persone presenti, ma nessuno gli sembrava famigliare, forse però dipendeva dal fatto che tutti indossavano una maschera, quella serata sarebbe passata in fretta e sarebbe passata ancora più velocemente se avesse messo dell'alcool nel suo corpo.

Dopo un ora Oliver aveva bevuto decisamente molto e aveva trovato alcuni ex compagni che non vedeva da tempo, se doveva essere onesto non era stato lui a trovarli: Laurel l'aveva individuato dopo pochi minuti dal suo arrivo e si era praticamente incollata al suo braccio, l'aveva tirato per la palestra dove tutti si voltavano a salutarlo e lui rispondeva impacciato, non aveva riconosciuto nessuno, fino a che Laurel divertita gli aveva svelato qualche identità.

-Allora Oliver cosa ci racconti? - davanti a lui c'era Markus vecchio compagno di scorribande con lui e Tommy si era dimenticato di quante cose aveva combinato ai tempi della scuola.

-Poco, cosa vi devo raccontare? Mi occupo dell'azienda di famiglia e questo mi prende tutto il giorno... - rispose lui, si stupì di come nessuno di loro si fosse accorto della sua bugia, doveva essere migliorato molto nel dirle, o forse era solo bravo a mentire a loro, Felicity era dannatamente brava a capire quando non le diceva la verità.

-E l'isola? Raccontaci qualcosa? -

-Siamo qui per ricordare cosa abbiamo fatto durante la scuola, non facciamo sentire Oliver più importante di quello che già non si sente! - Laurel intervenne salvandolo, una cosa Laurel la sapeva, Oliver odiava parlare degli anni passati sull'isola e quella domanda avrebbe potuto rovinare la serata a tutti.

-Io direi di bere un altro bicchiere... Giusto per ricordare i vecchi tempi! - dal niente si materializzarono bicchieri colmi d'alcool per tutti.

-Sono meglio questi o le noci di cocco? - chiese qualcuno a Oliver facendo ridere il gruppetto, quella frase fece scattare un ricordo nella sua memoria “potresti offrirci dell'acqua... o, una noce di cocco...” sorrise inconsciamente ricordando la battuta di Felicity quando era arrivata sull'isola con Diggle per riportarlo in città.

-Sorride... Cosa ti è tornato in mente? C'era qualche ragazza sull'isola? -

-No, mi hanno già fatto una battuta del genere, siete tutti dannatamente prevedibili! - rispose lui cercando di smettere di sorridere, ma il volto di Felicity che gli sorrideva era difficile da mandare via.

Oliver si lasciò trascinare nel vortice dei ricordi e ben presto il gruppetto si trovò a ridere come ai vecchi tempi, era bello per una volta non avere nessun problema.

Tra una risata e un altra qualcosa attirò l'attenzione del giovane, i suoi sensi “da isola” si erano improvvisamente risvegliati, spostò lo sguardo attraverso la palestra cercando cosa avesse risvegliato i suoi sensi, ma attorno a lui non vedeva niente di strano, c'erano persone che ridevano e ballavano, era tutto tranquillo.

-Andiamo a ballare, magari i tacchi smetteranno di farmi male. - propose una ragazza, il gruppo accettò di buon grado l'idea muoversi un po' avrebbe fatto smaltire loro l'alcool che avevano bevuto.

Fu in quel momento, mentre si spostava verso il centro della pista che capì cosa aveva risvegliato i suoi sensi da isola: una ragazza era vicino al tavolo degli alcoolici e stava bevendo qualcosa, il volto coperto da una maschera bianca col pizzo nero risaltava alle luci della pista da ballo, si stava guardando attorno come se stesse cercando qualcuno in particolare, Oliver si soffermò a guardarla: i capelli neri erano appuntati alla nuca, alcuni riccioli erano lasciati sciolti e le incorniciavano il viso, le labbra truccate di rosso sembravano fragole mature: morbide e saporite, pronte per essere mangiate. Era troppo buio per poterle vedere gli occhi e la maschera gli impediva di riconoscere i tratti del viso, ma c'era qualcosa in quella ragazza che lo attirava come una farfalla veniva attratta dalla luce.

-Oliver che stai facendo? - Markus si era avvicinato e lo aveva tirato via facendogli perdere la giovane, per un attimo i loro occhi si erano incrociati e aveva visto le sue labbra tendersi in un sorriso soddisfatto, come se avesse finalmente trovato quello che stava cercando. Quando si era voltato nuovamente nella direzione della ragazza quella non c'era più, provò a cercarla nei dintorni, ma non la vide da nessuna parte, probabilmente si era sbagliato, la giovane non stava guardando lui, ma qualcun altro vicino a lui.

Oliver si lasciò trascinare in pista dai vecchi compagni, si stava sforzando di divertirsi ma si rendeva conto che quella non era più la sua vita, non riusciva a bere e a ballare in modo spensierato solo per il gusto di divertirsi, la sua mente era sempre al covo e guardava il cellulare come se dovesse ricevere una chiamata da un momento all'altro, non riusciva a capire perché ogni volta che prendeva il cellulare sperava di vedere la foto di Felicity che l'avvisava che lo stava chiamando, gli andava bene qualunque cosa, un ladro, un assassino, un bambino a cui avevano rubato le caramelle, qualunque cosa gli andava bene, purché lo portasse via da li.

-Oliver Queen non dirmi che ti stai struggendo in attesa di una telefonata? - Kat una delle ragazze della sua vecchia compagni la guardò mentre rimetteva a posto il cellulare.

-No! Sto aspettando un messaggio di lavoro. - rispose lui rapidamente, con sue enorme sollievo il gruppetto sembrò credere alle sue parole.

-Non ti facevo così stacanovista... sei proprio cambiato, che fine ha fatto Oliver Queen il Re delle feste? Ormai la tua vita sociale si limita alle feste aziendali e a qualche ricevimento ufficiale.-

-Hai ragione Kat, vorrà dire che lo rapiremo per qualche altra serata! -

-Ragazzi vado a prendere da bere. Torno subito. - si allontanò velocemente, non aveva intenzione di andare a prendere da bere, aveva bisogno di prendere una bocca d'aria, uscì dalla palestra e si trovò nel corridoio illuminato, si guardò attorno e sorrise mentre gli tornavano alla mente diversi eventi successi in quel posto, non poteva negare che non si fosse goduto i tempi della scuola.

Delle voci arrivarono da un corridoio laterale, quella zona non era illuminata, non era permesso andarci, eppure c'era qualcuno li.

-Lasciami stare! - sentì la voce di una ragazza e poi alcuni rumori, stava succedendo qualcosa, raggiunse il luogo e individuò subito le due persone: c'era qualcuno che stava tirando una ragazza costringendola ad andare con lui, mentre lei cercava in tutti i modi di liberarsi dalla presa di lui.

-Che accidenti succede qui? - uscì immediatamente allo scoperto arrivando a pochi passi dalla ragazza che gli dava le spalle. Il ragazzo spostò la sua attenzione verso Oliver mentre la giovane riusciva finalmente a liberarsi della presa sul suo polso.

-Nulla stavamo solo parlando. - sminuì la situazione il ragazzo, Oliver lo fissava serio, non si stava divertendo.

-Beh non credo che la ragazza voglia parlare con te... e meglio se te ne vai... -

-Come vuoi... - il ragazzo se ne andò lasciando i due da soli nel corridoio appena illuminato.

-Stai bene? - le chiese, la ragazza gli dava le spalle, non si era voltata verso di lui e questo lo preoccupava, poi la vide annuire voltandosi lentamente: capelli neri, maschera bianca col pizzo e abito nero, non ci aveva fatto caso, ma davanti a lui c'era la ragazza che aveva visto prima in palestra.

Continua....

ecco il capitolo 13 che dite vi piace? ^.^ l'avevo detto che quel vestito sarebbe stato usato, ma partiamo dall'inizio.
_Sara e le sue considerazioni sulla "misteriosa ragazza delle ripetizioni" sembra molto sicura di ciò che dice, Oliver era innamorato di Felicity, sarà vero o no? come dice Felicity lei in quel periodo non era in città.
_Felicity è sempre nei pensieri di Oliver il richiamo alla noce di cocco è stata una tentazione a cui non ho saputo rinunciare OLiver che anche in mezzo a tutta quella gente pensa a lei.. <3 <3 <3 è amore
_Il vestito nero e la maschera, decisamente la nostra Felicity ha attirato l'attenzione di Oliver, ora però Felicity ha un altra identità segreta da svelare a Oliver, ovvero che è: La ragazza delle ripetizioni, la madre dei figli di Oliver e che è la misteriosa ragazza mascherata della festa degli ex alunni, si svelano misteri ne arrivano di nuovi.

il prossimo capitolo preparatevi perchè sarà SUPER io vi ho avvisato.

MARIAROSARIA: (visto me lo sono ricordato) l'altra volta chiedevi: Sara non ha capito che Oliver ama Felicity? questa è la mia risposta "-Oliver mi vuole bene, mi vuole al sicuro e farebbe cose stupide per essere certo che non mi succeda niente... Ma non sono scema, Oliver non mi ama lo so.-" sei soddisfatta? AMA Sara fino a che puoi!!! ç___ç

Volevo avvisare che ogni capitolo prendero la recensione che più mi è piaciuta e la pubblico su FB con tanto di risposta, cercherò di non scegliere sempre le stesse persone, le recensioni sono scelte in base a quanto mi hanno divertito, quanto mi hanno fatto spoilerare (perchè qui c'è gente veramente brava a farmi spoilerare) quanto è originale, insomma, in caso non volete ditemelo che non le pubblico.

un bacione a MERCOLEDI' con uno dei miei capitoli preferiti!
Mia
   
 
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