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Autore: NathalieKheel    09/11/2014    0 recensioni
24 ore e la vita di Sherlock terminrà.
" Eravamo così Sherlock e John da fare male, così perfetti che per qualche istante dimenticai le stupide 24 ore"
What if| angst | leggete
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                     Mistake


1 giorno.24  ore.
E’ il tempo che ho a disposizione prima di morire, prima di essere laggiù, sopra.
Non che io creda che ci sia un paradiso, ma almeno questo pensiero mi da un po’di conforto.
Mi siedo in poltrona, ci sprofondo e mi tengo la testa tra le mani. La stanza è in penombra, e le tapparelle sono abbassate. John non è ancora tornato da lavoro.
Involontariamente una lacrima mi scivola sulla guancia. Cerco di togliermela, ma ottengo solo di piangere ancora di più.
Sherlock Holmes che piange, una vera vergogna, mi dico.
Non posso farne a meno. Anche se per salvare John, farei di tutto, morire non era ancora previsto.
72 ore. E’ il tempo che mi ha dato Moriarty prima di farmi bere quello stupido liquido mortale. Se non lo faccio posso dire Addio a John.
Sono triste. Depresso, demotivato, ma mi devo fare forza. Posso ancora trovare una soluzione, anche se sono quasi sicuro che non ci sia una soluzione, nei piani di Moriarty non ci sono mai soluzioni, non ci sono mai punti deboli o sciocchi.
O tu o John, mi ha detto guardandomi con quegli occhi maligni, con quelle pozze nere che lo fanno sembrare un’essere inumano, e forse lo è.
E poi mi ha consegnato quella fialetta di vetro, con un liquido trasparente, ma leggermente tendente al violetto.
Ho subito capito che si trattava di veleno.
E ora quella fialetta è al sicuro nel mio comodino, lontano da John e lontana dalla mia vista. Almeno per 24 ore.
Singhiozzo. Non voglio morire, non ora.
Non ora che ho trovato John. Lui resterà da solo, io sarò da solo. E non può esistere un John senza Sherlock.
Sento la serratura girare. Mi tolgo le lacrime con il dorso della mano e fingo un sorriso, debole ma cerco comunque di sorridere.
Sherlock fatti forza, penso.
John ha un’aria allegra e spensierata. Mi regala un sorriso dei suoi, bellissimo come al solito.
Non vorrei morire adesso, proprio ora che ho capito che sono innamorato di quell’uomo.
-Qualche problema Sherlock?- mi chiede camminando fino alla mia poltrona.
Il suo viso è rilassato, al contrario del mio che sento teso e contratto. E pieno di lacrime.
-No John, nessun problema, stai tranquillo.-
Lui mi guarda dubbioso, evidentemente ha capito che qualcosa non va.
-Se hai bisogno di me io sto cucinando, hamburger e lasagne ok?-
Annuisco. Lui va in cucina. Sento che tira fuori una pentola, e il rumore degli armadietti.
Trattengo a stento un gemito.
Sherlock non piangere, anche se dio se mi mancheranno i suoi sorrisi.
Vado in cucina, e mi appoggio al frigo, mentre John è ai fornelli.
-In verità devo dirti qualcosa- dico a bassa voce guardando davanti a me.
-Spara- risponde facendo saltare in padella i due hamburger.
Mi tormento il pollice, come sempre quando sono agitato.
-Noi due siamo amici da tanto tempo giusto?-
-Giusto- risponde.
-E tu ormai hai capito che provo qualcosa per te?-
Lui si gira e mi guarda con un’espressione buffa- Non ci vuole un genio per capirlo Sherlock, ma non c’è bisogno che tu mi dica qualcosa, ormai sono due anni che l’ho capito-
-Allora se lo sai gia, vorrei sapere cosa provi tu per me-
Resta di sasso. Lo capisco da come irrigidisce le spalle, anche se è girato.
-Perché John, io non ho mai amato nessuno quanto ho amato te. Non so se è amore, ma io mi fido di te, sono felice quando siamo seduti uno di fronte all’altro, adoro quando risolviamo casi assieme, mi piacciono le nostre risate. Io mi accetto, e tu sei l’unico a farlo oltre a me. Io ti amo e tu lo sai.-
-E’ amore Sherlock- risponde, e sento un tremolio nella voce –Perché lo provo anchio. E anche se sei strano, a volte quello che provo per te va oltre alla semplice amicizia-
Mi stacco dal frigo e lo abbraccio fortissimo. Lui pone il suo capo sopra alla mia spalla e mi accarezza i capelli. Sento il suo odoro di dopobarba e questo mi fa impazzire.
Ci guardiamo negli occhi, mi sussurra qualcosa.
E finalmente, dopo due anni di attesa lo bacio. E’ qualcosa di speciale baciare John Watson.
Io non avevo mai baciato nessuno prima di allora. Sento il mio stomaco che si tende, e sento le sue labbra fare un gioco di peccati con la mia.
Sfioro il suo mento, sempre con un bacio e lui si irrigidisce mentre lo faccio. Poi risalgo di nuovo su, alla sua bocca così fresca. Gli mordicchio un labbro e lui fa lo stesso con me, perché siamo così Sherlock e John da far male.
Socchiude le labbra e io lo lascio andare.
Ci guardiamo negli occhi per interminabili secondi e poi mi dice- Sherlock io…-
Lo zittisco con un altro bacio, che non è certamente peggiore del primo.
Poi dalla cucina ci spostiamo nel letto. Lui mi accarezza l’addome da sopra la camicia, e io sento tanti piccoli brividi passarmi sopra di me.
E’ tutto così perfetto. E per poco riesco a dimenticare Moriarty e le sue fottute ventiquattro ore, che sono diventate dodici.
Mordicchio le sue labbra, le succhio e accarezzo i suoi capelli.
E poi scoppio in lacrime.
-Cosa succede Sherlock?- mi chiede allarmato- Ho fatto qualcosa di male?-
Mi abbraccia forte, e io lo stringo a me perché sentirlo su di me mi fa sentire meglio.
Cerco di trattenere i singhiozzi ma non ci riesco, è più forte di me, domani non ci sarò più e questo è il ultimo momento con John.
Dovrei stare zitto, dovrei fregarmene e godermi queste ultime ore, ma gli spiattello tutto.
Il suo viso si fa cenereo e poi il suo sguardo si raggela.
Quando sente cosa dovrò fare grida dalla disperazione e dalla frustrazione. E’ quasi incredulo che io non abbia una soluzione come al  solito.
-Sono umano John- rispondo –E non sono invincibile!-
-Ma tu sei Sherlock Holmes, diamine trova una soluzione!- grida.
-Non c’è una soluzione-
Piano piano si calma, mi guarda e mi bacia.
Anche lui ha capito.
Godiamoci questa ultima notte assieme John. E non ho anche il bisogno di dirglielo, tanto lui lo sa già.
Facciamo l’amore tutta la notte, ci diciamo tutto quello non detto, e lui sa tutto di me questa notte.
Ed è così perfetto, così giusto che quasi supera il fatto che questa notte sarà la prima e l’ultima.
Assieme. Sherlock e John. John e Sherlock.
Alla fine, tra un groviglio di lenzuola, John si addormenta con il viso sul mio petto.
Io no. Io penso e scrivo, il tempo rimasto è poco, e diamine si fa tardi e nonostante io non voglia devo farlo.
Scosto il suo viso dal mio petto, e mi alzo.
Barcollo fino al comodino, e prendo la fiala contenente il veleno.
Lo apro e fisso John per un’ultima volta.
Il suo viso addormentato angelico, mi guida mentre bevo.
Poi mi stendo nel letto, e lo abbraccio.
Sento che il veleno fa effetto, i miei seni si affievoliscono e mi addormento.
-Addio John- penso.
E finalmente la vita mi abbandona.
 
Quando John si svegliò la mattina dopo, trovo Sherlock abbracciato a lui. Si accorse subito, da medico che era morto.
Scoppiò in lacrime.
Non era vero, non era possibile, lui non avrebbe più potuto risolvere crimini, sentire l’odore di castagne e polvere che emanava Sherlock Holmes. Non lo avrebbe più abbracciato, non avrebbe più sentito le sue labbra sulle sue. Non si sarebbe più perso nei suoi occhi azzurri, non avrebbe più potuto sentirsi stringere da quelle mani così perfette.
E la cosa che faceva più male.
John Watson era di nuovo da solo.
 

 
  
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