Life is a waterfall.

Allora, questa è la mia vita.

Non è bella, non è brutta, è semplicemente la normale vita di un normale ragazzino di sedici anni o poco più. Non è intrigante, non è noiosa, è semplicemente la mia vita.

Allora, questa è la mia storia.

Non è bella, non è brutta, è semplicemente la normale storia di un normale ragazzino di sedici anni o poco più. Non è intrigante, non è noiosa, è semplicemente la mia storia.

Non so voi, ma io, fra le due frasi ci trovo pochissima differenza. La vita è un libro e noi siamo la penna, insomma, come vogliamo interpretarla. La vita è fatta di capitoli, la vita è fatta di parole, pensieri, azioni.

La vita è la nostra storia personale, possiamo farne quello che più ci pare e piace nei limiti del nostro possibile, e non lo trovate sensazionale?

• Allora, raccontami la tua storia.

• Allora, raccontami la tua vita.

Probabilmente, la prima versione è la più utilizzata, ma nel caso si volesse usare la seconda al posto della prima, si verrebbe comunque capiti.

Forse questa è una delle prove più eclatanti: storia è il perfetto sinonimo di vita.
La vita, come la storia, ha un inizio e una fine, ha dei protagonisti, delle azioni, delle conseguenze, dei pensieri, dei segreti e degli enigmi. Dai, che differenza c’è?

Quindi, dopo questo lungo ed inutile monologo sulla vita, è il momento di presentarmi a voi, cari lettori:

Il mio nome è Byun Baekhyun, ho sedici anni, una statura nella media, i capelli di un tenero castano, la pelle di porcellana, le labbra sottili e sempre piegate in un sorriso, e gli occhi scuri, a mandorla, una cosa che è molto comune dalle parti dove vivo io.

Infatti, la mia casetta si trova in uno dei quartieri più lussuosi della Corea, ma allo stesso tempo uno dei più travagliati.

Mio padre è un dottore, e mia mamma un’infermiera, motivo per cui sono cresciuto con la mia amata nonna, che mi ha accudito come se fossi suo figlio.

Mi piace suonare il pianoforte, leggere poesie, e mi piace stare in compagnia.
Ho una discreta compagnia di amici, ma quello che non potrò mai sostituire è Kyungsoo: il mio migliore amico.

Ci conosciamo da quando eravamo piccini, infatti all’asilo lui rovesciò il suo succo alla pesca sul mio grembiule, e io, incazzato nero andai dalla maestra, chiedendogli di chiamare i miei genitori, e da lì diventammo inseparabili, tipo quella specie di pappagallini tanto belli.

KyungSoo è molto diverso da me: ha due grandi occhi scuri, ma sono davvero giganti, i capelli scuri a scodella, le labbra carnose e rosee, un colorito poco più scuro del mio, ed’è abbastanza basso. Ah, ed’è un anno più piccolo di me.

A lui piace la musica estrema, le ragazze ( anche se non se lo filano mai ) e andare sullo skateboard.

Tutte cose che non mi si addicono, ma essere amici non vuol dire essere uguali, no?

Ma ora basta con le presentazioni, credo di starmi dilungando troppo, annoiando voi lettori, e annoiando soprattutto KyungSoo!

Quel poveretto è sotto casa mia da mezz’ora, e credo proprio che abbia cominciato ad imprecare in malo modo…

KyungSoo, infatti, era proprio lì, davanti alla porta d’ingresso di Baekhyun, che picchiettava nervosamente il piede per terra, maledicendo più e più volte l’amico.

“Ma insomma, quanto ci mette questo qui a scendere?!”

Sbraitò lui, parecchio innervosito.

Baekhyun lo sentì, e non esitò a lasciare la sua enorme scrivania dove passava la maggiorparte della giornata, prendere il giacchetto e correre giù per le scale, aprendo così la porta che rivelò un KyungSoo arrabbiato e scocciato.

Il minore lo fulminò con lo sguardo, e cercò in ogni modo di contenere il suo nervosismo, essendo a conoscenza della sensibilità di Baekhyun contro le urla, soprattutto contro le sue urla

.

“Ah -- è da molto che aspetti?”

Domandò intimorito Baekhyun. Infatti, nonostante KyungSoo fosse più piccolo di lui in tutti i sensi, aveva una grande forza, e molte volte riusciva a far spaventare il ragazzo maggiore con la sua irascibilità.

Diciamolo, KyungSoo era a dir poco insopportabile, ma Baekhyun gli voleva bene così, per quello che era e niente più.

“… Molto? MOLTO? Qua sotto mi sono fatto vecchio!

Vaffanculo, Baekhyun.

E ora andiamo, non vorrai farmi aspettare ancora, ah?”

A volte, quel comportamento violento dava molto fastidio a Baekhyun, e lo faceva stare male, ma si teneva tutto dentro perché non voleva creare ulteriori discussioni con KyungSoo.

Si chiedeva quando il ragazzo si sarebbe calmato, ma in cuor suo, sapeva che neanche un paio di tette e una figa avrebbero calmato KyungSoo quando era arrabbiato.

Il maggiore annuì lentamente ed abbassò la testa, pronunciando un flebile ed impercettibile “Andiamo”, in risposta alle parole del piccoletto. Era proprio impossibile.

Si strinse forte nel giacchetto, quel giorno di Dicembre faceva abbastanza freddo, e seguì in silenzio KyungSoo che si avviava verso lo stradone principale. Chi sa dove lo avrebbe portato, quel giorno. Quel ragazzo era sempre una sorpresa.

{ Angolo autrice: buon salve a tutti, gente !

Allora, parto dicendo che questa è la mia prima fanfiction, e ho deciso di scriverla esattamente quaranta minuti fa, e nei seguenti minuti ho partorito la trama e questo breve capitolo, che spero vi piaccia !

Ho voluto concludere così perchè boh, se fossi stata io la lettrice, mi sarei incuriosita e sarei stata in attesa del prossimo. Non so voi però… T.T