The kings of trick or treat
I
vicini di casa della signora Stoll temevano più di ogni
altra cosa il primo aprile e la notte di Halloween.
Travis
e Connor sarebbero stati di per sé una minaccia
sufficiente da tenere alla larga tutti i bambini del vicinato, ma il
fatto che
per l’occasione avessero radunato quei “selvaggi
indemoniati” dei loro amici
non fece che accrescere la preoccupazione della signora Jensen.
«Carly,
Jordan, voi non andrete a quella festa» sospirò,
passandosi una mano tra i ricci capelli castani.
«Ma
mamma», protestò la maggiore, «Travis mi
ha invitata e
io gli ho già detto di sì».
«E
Connor dice che ci saranno un sacco di ragazze carine»
rincarò il fratello.
«Non
se ne parla minimamente. Gli Stoll sono dei barbari e
sono incapaci di limitarsi, non riesco neanche a immaginare cosa abbiano intenzione di
combinare quest’anno.»
Il
pensiero di ciò che era accaduto l’anno
precedente, uova
marce e intrugli di farina e acqua che avevano impiastricciato ogni
singola
casa del vicinato nonché l’inquietante pupazzo
grondante sangue finto che non
si sa come erano riusciti ad appendere sul tetto della professoressa di
algebra, bastò a farla rabbrividire.
I
suoi figli erano dei bravi ragazzi, ben diversi dal genere
di teppisti che aveva messo al mondo Margareth Stoll, e non voleva che
si cacciassero
nei guai.
«Papà,
per favore» tentò allora Carly, lanciando uno
sguardo
supplichevole al signor Jensen che era intento a sfogliare il giornale.
«Tesoro,
sono ragazzi ed è Halloween, lascia che si
divertano.»
La
donna sospirò, sconfitta.
«Se
finiscono con il farsi arrestare andrai tu a recuperarli
alla stazione di polizia» minacciò.
«Non
succederà, non combineremo guai» assicurarono i
due
ragazzi all’unisono, sorridendo angelici.
La
signora Jensen sapeva già che se ne sarebbe pentita
… era
una sensazione di preveggenza piuttosto chiara.
«D’accordo,
potete andare.»
*
«
E tu sarai il primo, come vorrà la sorte,
a danzare con lei la danza della Morte!
La Morte bizzarra, la Morte normale,
la Morte che viene a lenire ogni male
La Morte regina senza scettro e corona,
La Morte! La Morte! La Morte in persona!»
Era
la decima volta che Nico canticchiava quella strofa
della Ballata della morte e fino a quel momento Leo aveva creduto di
poterlo
sopportare, ma era ovvio che si sbagliava.
«Hai
letto troppi numeri di Dylan Dog» sentenziò.
D’accordo
essere il figlio di Ade, quindi di fatto della
morte, ma così si esagerava proprio. D’altro canto
non credeva di averlo mai
visto così allegro.
«Andiamo,
almeno è in tema con la serata» intervenne Jason,
ridendo, mentre lui e Percy li precedevano incamminandosi lungo il
cortile di
casa Stoll.
Arrivati
all’ingresso, Jason si chinò a esaminare la
striscia di polvere scura che ricopriva interamente la soglia.
Gli
Stoll avevano curato ogni dettaglio. E lui che aveva
pensato che si sarebbero limitati a un paio di zucche intagliate e
qualche
scherzo di cattivo gusto nei confronti di invitati e vicini.
«E
questo cos’è? Sorbo degli uccellatori? »
Will
sbuffò, guardandolo come se avesse appena detto
qualcosa di davvero molto stupido.
«Il
sorbo degli uccellatori è solo per i lupi mannari.
È cenere
e sale che funziona per tenere lontani gli spiriti.»
«E
abbiamo anche quello che si è ovviamente guardato troppe
puntate di Supernatural. Non manca proprio nessuno» concluse
Leo.
Travis
e Connor fecero capolino in contemporanea,
cogliendoli di sorpresa e facendoli trasalire.
«Cominciamo
bene se basta la nostra presenza a spaventarvi»
ironizzò Travis, gli occhi azzurri che scintillavano
malandrini, mentre Connor
allungava lo sguardo in direzione del sottile marciapiede che divideva
la loro
abitazione da quella dei Jensen.
Annusò
l’aria come avrebbe fatto un segugio e un sorrisetto
che non prometteva nulla di buono si dipinse immediatamente sul suo
volto.
«Eccellente,
Carry e Jordan alla fine sono venuti davvero.»
«La
tua faccia non mi piace, Stoll» interloquì
Annabeth,
corrucciata.
«Spiacente,
ma è l’unica che ho.»
«Non
avrete intenzione di prendervela con quei due, spero»
convenne Piper.
Travis
e Connor si scambiarono un’occhiata d’intesa,
stringendosi nelle spalle.
«Lo
scoprirete … o forse no.»
Le
due ragazze sospirarono, scuotendo la testa esasperate,
proprio mentre i fratelli Jensen li raggiungevano.
«Ce
l’avete fatta. Senza di voi la festa non sarebbe stata
la stessa» disse Travis, facendo arrossire come un peperone
Carly.
La
cotta della maggiore dei Jensen nei suoi confronti non
era mai stata un segreto per lui, peccato solo che fosse di una noia
totale e
poi … bè, Travis Stoll non dimenticava mai un
torto subito e il ricordo della
figuraccia che gli aveva fatto fare alla festa di Halloween dei suoi
sette anni
era indelebile nella sua memoria. L’avrebbe ripagata con la
sua stessa moneta.
Leo
sbirciò all’interno dell’abitazione,
notando che non si
sentiva alcun suono tipico di una festa e rivolse un’occhiata
perplessa ai due
fratelli.
«Credevo
che avremmo festeggiato a casa vostra» considerò.
I
sorrisi malandrini dei due si allargarono ancora di più.
«L’idea
originaria era quella, ma la mamma aveva paura che
avremmo combinato troppi disastri così abbiamo deciso di
spostare i
festeggiamenti alla vecchia villa» spiegò Connor,
indicando con un cenno del
capo in direzione dell’unica abitazione posta sulla collina
alle spalle di casa
Stoll.
Carly
e Jordan parvero perdere quel poco di colore che non
era stato celato dallo spesso strato di cerone del loro costume.
«Ma
… la vecchia villa è abbandonata da anni ed
è per un
valido motivo» mormorò Carly.
«Cioè?
È una catapecchia che non vale la pena di rimettere
in uso?» domandò Drew, stretta al fianco di Jack,
storcendo il naso ed
esaminando dall’alto in basso il profilo fatiscente
dell’abitazione.
«No.
Dicono che nella villa ci abiti il diavolo.»
La
figlia di Afrodite scoppiò a ridere, imitata da Jack e il
resto del gruppo.
Il
suo ragazzo lanciò un’occhiata sghemba a Nico,
aumentando
le risatine divertite, «Tu che ne dici? Dopotutto sei un
esperto in queste
cose.»
«Oh,
direi che non corriamo rischi. Da quanto ne so il
diavolo non ha case di villeggiatura … non in questa parte
degli Stati Uniti,
per lo meno» concluse con un sorrisetto.
Carly
però non sembrava affatto convinta.
«Dico
sul serio, non è una leggenda.»
«L’ultima
volta che la casa è stata abitata sono successe
cose brutte, davvero brutte» convenne il fratello.
Annabeth
li scrutò entrambi con aria scettica.
Come
figlia di Atena lei credeva ai fatti, a tutto ciò che
era stato constatato o provato in qualche modo, e non si sarebbe certo
fatta
intimorire da qualche stupida superstizione in tema halloweeniano.
«Del
tipo?»
«Hanno
trovato una donna sgozzata nella vasca da bagno.»
«In
ogni presunta casa maledetta trovano qualcuno morto
nella vasca, è un clichè»
sentenziò Drew, ravviandosi una liscia ciocca di
capelli corvini.
«Già
e poi ce l’hai un telefono no, Carly? In caso di
emergenza chiama il 666 e sono sicuro che qualcuno verrà a
darti una mano»
concluse Jack, riportando l’ilarità e facendo
avvampare le gote della ragazza
per l’imbarazzo.
«D’accordo,
andiamo in questa stupida villa. Io non ho
paura» decretò alla fine, sforzandosi apparire
decisa.
Peccato
solo che il suo tono deciso ricordasse molto più lo
squittio di un topolino terrorizzato che altro.
Raggiunsero
la villa in una decina di minuti, varcando la
soglia uno alla volta. La porta si
richiuse di scatto quando l’ultimo dei presenti fu entrato e
la fievole luce
delle torce che avevano usato per avanzare nel buio si
affievolì lentamente fino
a spegnersi del tutto.
Carly,
al fianco di Travis, sussultò così bruscamente da
far
cadere a terra la sua.
Il
figlio di Ermes trattenne a fatica una risata
soddisfatta.
Quella
stupida ragazzina se la stava già facendo sotto e non
aveva ancora visto cosa aveva preparato per lei.
«Jack
e Will, perché non provate a cercare di riavviare il
generatore? Dovrebbe essere qui fuori» propose Travis.
I
due ragazzi obbedirono, riuscendo a riportare la luce dopo
una manciata di minuti.
Il
grido stridulo delle ragazze annunciò che la prima parte
del piano degli Stoll era andato a buon fine.
Sulla
parete di fronte all’ingresso, impresso a tremolanti
lettere rosso sangue, c’era un messaggio inquietante:
“Andatevene
adesso o resterete qui in eterno.”
Carly
indietreggiò, scontrandosi contro un lieve
rigonfiamento della parete.
Alzò
lo sguardo, trovandosi davanti la fonte di tutto quel
sangue.
Il
corpo di una donna, coperto di sangue e mosche ronzanti,
la sovrastava e faceva colare il disgustoso fluido su di lei.
Strillò,
cercando la maniglia a tentoni e spalancando la
porta. Sfrecciò via seguita dal fratello, filando in
direzione di casa.
«Sembrava
proprio che avessero una fretta del diavolo di
tornare a casa» constatò Connor, ridendo.
Il
resto dei semidei rise, divertito, ad eccezione di
Annabeth e Piper che apparivano ancora contrariate.
«Poveri
ragazzi, che vi hanno fatto di male per meritarsi
uno spavento del genere?»
Travis
assunse un’aria mortalmente seria.
«Qualcosa
di tremendo e imperdonabile, credimi Annie.»
«Carly
aveva raccontato a Travis che nella soffitta di casa
nostra viveva un serial killer che nascondeva i cadaveri delle sue
vittime
negli armadi. Quando aprì le ante del suo uno scheletro
cadde addosso a Travis,
che se la fece letteralmente sotto dalla paura.»
«E
lei lo ha raccontato a qualcuno?» domandò,
improvvisamente
solidale.
Se
qualcuno dei suoi conoscenti le avesse fatto prendere uno
spavento del genere a solo sette anni anche lei avrebbe voluto
vendicarsi.
«Peggio.
Ha osato dire
di essere più in gamba di me nel fare scherzi. Doveva
pagarla» sentenziò,
asciutto.
La
ragazza inarcò un sopracciglio, ironica: «Certo,
doveva
proprio pagarla, che cosa imperdonabile.»
«Lieto
che tu capisca. Ma … Annie, è un ragno quello
sulla
tua spalla?»
Annabeth
sbiancò, voltando lo sguardo e trovandosi davanti
un coso nero e ricoperto di
ragnatele.
Sfrecciò
via, strillando come un’ossessa: «Levamelo. Percy,
levamelo … levamelo … levamelo!»
Ridendo,
Connor tirò il filo a cui era assicurato il
ragnetto di plastica.
Dii
immortales, fare scherzi era così soddisfacente.
[1.632
parole]
Spazio
autrice:
Tremendamente
in ritardo per Halloween, lo so, ma ho trovato
quest’iniziativa fantastica
sulla community campmezzosangue e non potevo non partecipare. A
proposito, se
ne avete voglia, ecco qui il link: http://campmezzosangue.livejournal.com/
Spero
che vi sia piaciuta e di essere riuscita a rendere gli Stoll in modo IC
visto
che è la prima volta che scrivo di loro. Fatemi sapere che
ne pensate. Alla
prossima.
Baci
baci,