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Autore: Nereisi    09/11/2014    0 recensioni
Un passato condiviso, un segreto inconfessabile, due vite che finalmente torneranno a incrociarsi.
Riuscirā l'amore tra Misa e Usui a vincere, o il passato di lui getterā un'ulteriore ombra sulla loro storia? Chi ordisce in segreto contro i due?
Riusciranno a stare insieme?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Misaki Ayuzawa, Nuovo personaggio, Takumi Usui
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11 – Decisioni







Il cancelletto di casa si richiuse dietro di me con un acuto cigolio. 
Usui, dall’altra parte dell’inferriata, mi guardò con un sorrisetto interrogativo e io gli risposi con una smorfia, rimarcando sulla tacita decisione di non farlo entrare.  Avevo avuto abbastanza emozioni per quel giorno, se ne avessi sperimentate di altre probabilmente mi sarebbe scoppiato il cuore ed avrei avuto un infarto. 
Sbuffò, non seppi dire se perché divertito o rassegnato,  e si appoggiò stancamente con i gomiti sul cancello fissando per  terra. 

- Cosa hai intenzione di fare riguardo a Reina? – 

Indurii lo sguardo. Solo sentire il suo nome mi irritava.
Mi mordicchiai leggermente il labbro inferiore, combattuta, per poi occhieggiare verso le ampie spalle ed il collo di Usui. Sembravano così irrigiditi. Mi venne  improvvisamente voglia di fargli un massaggio.

- Non lo so. Tu cosa ne pensi? Tu la conosci. Sarebbe in grado di mettere in pratica le sue minacce? –
Usui ci pensò un attimo, tirandosi su ma continuando a guardare verso le mie scarpe. Si massaggiò il collo, la fronte corrugata. – Purtroppo, credo di sì. –
Stavolta fu il mio turno di abbassare lo sguardo, preoccupata. Sembrava che ci fossimo innamorati ciascuno delle scarpe dell’altro.
Stemmo in silenzio per un po’; lui aspettando una mia risposta. Io pensando a cosa dirgli.

Ero tremendamente combattuta. 
Da una parte il mio orgoglio e la mia reputazione a scuola, che sarebbero andati irrimediabilmente in mille pezzi se il mio impiego part-time fosse stato reso pubblico. Non solo, ma probabilmente anche la borsa di studio per l’università che stavo puntando da quando entrai nella scuola sarebbe stata incerta. Sapevo già quello che Usui mi avrebbe detto se gli avessi esposto le mie preoccupazioni: “ Non ti possono giudicare come persona solo dal lavoro che fai ” oppure “ Sanno che ti impegni e studi moltissimo, premieranno le tue fatiche ”. Il problema è che i pregiudizi e la diffidenza verso il diverso propri della cultura giapponese mi erano nemici e molto probabilmente, se i miei professori fossero venuti a conoscenza del mio segreto, la mia affidabilità e efficienza a scuola non li avrebbe rassicurati sul mio conto, anzi: li avrebbe inquietati ancora di più. 

Dall’altra parte, però, i bisogni della mia famiglia erano la priorità. Mai, nemmeno per un giorno, durante il lavoro ho scordato che stavo facendo tutto quello per loro. 
Non c’è spazio per tanti giri di parole: siamo poveri. Senza il mio stipendio avremmo dovuto saltare addirittura dei pasti per arrivare a fine mese. La casa cadeva a pezzi.
Non eravamo certamente nella situazione di poter fare a meno dei soldi che portavo a casa, ma anche se Reina fosse venuta a conoscenza della  condizione non credo che si sarebbe fatta qualche scrupolo nel continuare a perpetrare le sue minacce. 

- Non posso smettere di lavorare. Per quanto desideri andare all’università e per quanto mi terrorizzi l’idea che il mio segreto venga divulgato a scuola, in ballo non ci sono solo io. C’è anche la mia famiglia. –
Usui annuì. – Capisco. – 
Mi strinsi nelle spalle – Alla fine saranno solo delle brutte voci su di me. Se non ci do peso me la posso cavare da sola. -  

- E a me non pensi? – 
- Eh? – Alzai lo sguardo e lo guardai, confusa. Fece una smorfia che avrebbe dovuto essere offesa e incrociò le braccia, guardandomi dal suo metro e ottanta di altezza, a metà tra il severo e il rassegnato. 

- Ora che ci siamo ritrovati credevo che ti saresti lasciata aiutare da me, come un tempo… perché vuoi fare tutto da sola? – mi rimproverò.
Arrossii leggermente. – N-non è che non voglio che mi aiuti… - Borbottai deviando lo sguardo  - E’ che non mi è venuta in mente questa possibilità. Sono sempre stata abituata a assumermi in prima persona tutti i possibili rischi delle decisioni che prendevo e non ho mai voluto coinvolgere mia mamma o mia sorella. – 
- Lo immaginavo. – sospirò – Ma per una volta che ne dici di farti aiutare? –
- Dipende da come vuoi aiutare. – una risposta ermetica, lo ammetto, ma volevo valutare con attenzione quello che aveva da dire prima di decidere qualsiasi cosa.





Dopo che ebbe finito di esporre il suo folle piano, lo guardai con occhi nuovi. 
Certo, ci siamo persi di vista per un sacco di tempo ma non sapevo che avesse maturato certe caratteristiche. 
Da quand’era che era diventato un pirla?

- Non se ne parla. –
- Avanti Misa-chan. –
- “Misa-chan” un tubo.  Ti rendi conto della pazzia che hai appena detto? –
- Dai, non farti pregare come ogni sacrosanta volta. Lo sai anche tu che è la cosa più conveniente da fare . – 
- Sì ma… - 
- Ma un corno. Vorrei ricordarti che non vai di mezzo solo tu. – 
Mi zittii immediatamente.
Con quell’argomentazione aveva toccato un nervo scoperto molto delicato.
Lo guardai attentamente per qualche secondo, facendo finta di soppesare la proposta quando in realtà avevo già preso la mia decisione. Aveva ragione su tutti i punti: sebbene fosse folle, era la cosa migliore da fare e avrebbe giovato anche alla mia famiglia.
L’unico ostacolo era il mio stupido orgoglio.
Mi costrinsi a deglutire quel tremendo groppone in gola che avevo e con la bocca secca biascicai un verso d’assenso a malapena udibile.
Mi ritrovai improvvisamente attirata verso il cancello dalle braccia di Usui, che mi circondarono le spalle e mi strinsero nella loro calda presa. Affondò una mano nei miei capelli posando il palmo sulla mia nuca, come a sostenerlo. 

Le sue labbra raggiunsero il mio orecchio sussurrando flebilmente qualcosa che mi lasciò senza fiato: - Questo è niente rispetto a quello che farei per te, se potessi. –

Non avevo mai provato così tante emozioni contrastanti tutte in una volta.
Avrei voluto che la terra si aprisse per inghiottirmi, eppure sentivo che quelle parole mi avevano dato come una scossa che serpeggiò lungo tutta la mia spina dorsale. Improvvisamente i problemi che mi affliggevano non sembravano più così grandi e tremendi. Sentivo la faccia in fiamme, il cuore leggero e le gambe deboli. 
Era tutto così diverso rispetto a quello che era successo sulla collina. Lì tutto era avvenuto in modo così spontaneo e naturale da ambedue le parti che sembrava permeato da una perfezione tutta sua.
In quel momento invece ero perfettamente cosciente di me stessa e per questo  tutto era più imbarazzante.
Capii che il mio orgoglio era per davvero il mio peggior nemico dopo Reina, perché fu a causa sua se non ricambiai la stretta. Mi limitai a restare tra le sue braccia come un baccalà, spingendo di più il viso contro il suo petto per crogiolarmi in quel calore così rassicurante ed allo stesso tempo così destabilizzante.

Infine, Usui si staccò, allontanandosi da me, facendosi scivolare alcune ciocche dei miei capelli sulle dita fino a che non ricaddero sulle mie spalle.
Mi sorrise mentre si voltava. - Ciao. – 


- Ciao… - gli sussurrai.

Lo guardai allontanarsi nella luce del tramonto mentre uno strana stretta calda mi prendeva il cuore.



“Oh.”  Pensai, mentre realizzavo di essere irrimediabilmente innamorata di Usui Takumi.






Angolo Autrice
ciao a tutti, scusate se scrivo in maniera spiccia ma ho fretta e poco tempo, sono riuscita a scrivere solo questo piccolo pezzo nel mezzo della mole di lavoro di cui la scuola mi ha caricato, chiedo venia
mi dispiace se il capitolo di oggi è corto, ma potete considerarlo come uno di transazione. 
Ci stiamo avvicinando alla fine: infatti, questa storia conterà di un altro capitolo e di un epilogo, prima di concludersi. 
Saluto e ringrazio tutti quelli che recensiscono o mettono la storia tra le preferite eccetera eccetera, ci vediamo al prossimo capitolo
baci
animelover
  
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