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Autore: palmars    09/11/2014    1 recensioni
Haruka è un ragazzo di sedici anni che vorrebbe cancellare il passato, la sua intera esistenza a causa di quello che ha subito nel corso della sua infanzia ma l'incontro con una persona cambierà tutto stravolgendo la sua vita più di prima e spingendolo, così, ad uscire dalla sua gabbia.
Ma sarà mai libero per davvero?
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki, Rin Matsuoka
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
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Era una notte fredda e tranquilla, quella in cui tutto ebbe inizio; un bambino dagli occhi blu dormiva sereno nel suo letto al caldo mentre invece un uomo entrava nella camera con i delfini stampati sulla carta da parati.
Al bambino dagli occhi blu piacevano molto i delfini e l'oceano, il suo sogno era di nuotarci dentro un giorno, intanto si accontentava della vasca enorme che si trovava nel bagno adiacente alla stanza dei suoi genitori.
L'uomo sorrise al pensiero sedendosi accanto al piccolo e iniziando ad accarezzargli i capelli; il movimento improvviso fece lamentare adorabilmente quest'ultimo mentre si girava e si stendeva di lungo lasciando scivolare via la coperta. In risposta alla mancanza di calore, l'uomo sentì il bambino rabbrividire sotto le sue dita e decise quindi di sdraiarsi accanto a lui e stringerlo a sè baciandogli occasionalmente il viso soffermandosi forse un po' troppo sull'angolo della bocca e fu allora che il piccolo si svegliò parecchio confuso rivolgendo lo sguardo all'uomo.
«Papi..» mormorò appoggiando la testa sul petto del più grande prima di chiudere di nuovo gli occhi.
Era davvero un bambino bellissimo, il suo Haruka. Davvero davvero splendido. E lo sapeva, per questo adesso si trovava lì.
Voleva farlo sapere anche al suo piccolo delfino.
«Dimmi, akachan.»
«Ti voglio tanto bene.» sussurrò proprio il diretto interessato facendolo sorridere, dopo si ritrovò ad accarezzargli il pancino con la mano massaggiandolo di tanto in tanto.
Aveva la pelle così liscia, pensò mentre restava lì a coccolare il suo bambino ascoltando semplicemente il suo respiro e i grilli che cantavano fuori.
All'uomo dava fastidio quel suono, così si alzò dal letto e chiuse la finestra e la porta, in modo che la stanza fosse riempita solo dal suono del silenzio e dei lamenti adorabili del piccolo che si rannicchiava nel punto in cui prima era steso suo padre.
Era così carino, pensò quest'ultimo mordicchiandosi distrattamente il labbro mentre sentiva le guance bollenti e i pantaloni piuttosto stretti sul davanti.
In quel periodo gli capitava spesso, ma aveva deciso di ignorarlo per il bene di suo figlio e della sua famiglia, ma adesso non ne poteva più di trattenersi: aveva bisogno di lasciarsi andare.
Dopo vari istanti passati ad osservare i movimenti del bambino che cercava di trovare una posizione comoda per dormire, lui tornò a sdraiarsi ma stavolta si trovava con il suo piccolo corpo premuto contro l'addome.
Quanto gli piaceva quella posizione.. la adorava, perché poteva sentire suo figlio molto più vicino, poteva sentirlo addosso.
Proprio come aveva sempre desiderato ultimamente.. ma questo nessuno lo sapeva, ovviamente, e non doveva affatto saperlo. Altrimenti sarebbe finito in una situazione piuttosto sconveniente.
«Vieni qui, piccolo, girati verso di me.» ordinò dolcemente al più piccolo che senza dire niente obbedì, ma quando aprì gli occhi si trovò sdraiato sul corpo dell'uomo che adesso sorrideva dolcemente alla vista di quegli occhioni blu che adorava tanto.
Gli ricordavano quelli della sua adorata Shion, il suo fiore, l'amore della sua vita.
«Hai gli occhi di tua madre, Haruka, lo sai?» disse soltanto lasciando che il piccolo delfino si sistemasse fra le braccia mettendosi seduto a cavalcioni sul suo addome.
«Sì, lo so. Mamma dice sempre che sono belli i miei occhi ma a me non piacciono. Sono così grandi.» si lamentò poi e il più grande non trattenne una risata.
Haruka aveva sei anni, ma era molto sveglio e qualsiasi cosa dicesse con quel broncio adorabile faceva ridere suo padre.
Era inevitabile, e a lui non dispiaceva, anzi lo seguiva sempre a ruota con la sua risatina da bambino stupenda.
L'uomo era affascinato dalla bellezza del suo piccolo delfino, e senza pensarci due volte unì le sue labbra e quelle di quest'ultimo che si lamentò ma rimase indifferente al gesto perché suo padre gli aveva già spiegato che quei baci dimostravano solamente quanto gli volesse bene ma Haruka si staccò ridacchiando quando sentì qualcosa di umido solleticargli la lingua.
Gli occhi dell'uomo sotto di lui brillavano così tanto che non ci pensò due volte e prese suo figlio in braccio, dopo si diresse verso il bagno stando attento a non fare rumore perché era notte e Shion doveva alzarsi presto per andare a lavorare il giorno dopo.
«Vieni, adesso facciamo un bel bagno.»
«Con Sparky?» chiese elettrizzato il bambino riferendosi al suo delfino giocattolo con cui faceva il bagno di solito, il più grande annuì accarezzandogli i capelli piuttosto divertito prima di metterlo a sedere sulla tavoletta abbassata del water.
Haruka dondolava i piedi in attesa che suo padre lo svestisse e giocava con i suoi capelli tirandoli leggermente e questo faceva sospirare ogni volta l'uomo, che stava facendo del suo meglio per non spaventare suo figlio.
Quanto gli piaceva quando gli tirava i capelli.. lo faceva impazzire, ma questo akachan non lo sapeva.
Era troppo piccolo per sapere quel genere di cose, e la sua innocenza era una delle cose che adorava di più del suo bambino.
«Sei davvero un delfino bellissimo, Haruka, lo sai?»
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"Sei davvero un delfino bellissimo, Haruka, lo sai?"
Lo odiava. Haruka lo odiava, quel sorriso bastardo che si permetteva di indossare ogni volta che facevano il bagno prima di finire a letto insieme, ma a lui non piaceva fare quelle cose con suo padre.
Forse a quei tempi non capiva davvero la gravità della situazione in cui si trovava, ma ora che aveva sedici anni era perfettamente al corrente del fatto che quel pezzo di merda l'avesse stuprato.
A volte si ritrovava a pensare a quelle scene, a lui che veniva toccato ovunque, baciato, scopato senza pietà e subito dopo sveniva per attacco di panico.
Aveva anche subito un arresto cardiaco, e se fosse successo ancora non sapeva se avrebbe potuto farcela.. ma in fondo non gli importava, non aveva niente per cui vivere, quindi inconsciamente sperava di avere quel secondo infarto che avrebbe posto fine a tutte le sue sofferenze.
Sua madre era morta, quindi era stato costretto a vivere con quel mostro e per di più doveva dormire nel suo letto.. dopo aver fatto sesso con lui.
«Come sta il mio bellissimo delfino?» chiese la voce e Haruka sentii due labbra poggiarsi sul suo collo, questo continuò fin quando lui non respinse l'uomo che adesso gli stava di fronte e lo guardava preoccupato.
Voleva davvero pretendere di non sapere niente della situazione in cui si trovava il ragazzo e continuare a scoparselo con la scusa di consolarlo?
Haruka non aveva parole.
«Papà, non ne ho voglia.» si lamentò e con sua sorpresa, l'uomo mise le mani e la bocca a posto, sedendosi vicino a lui e guardandolo ancora con quell'espressione.
Forse aveva davvero intenzione di smettere di torturarlo? Haruka si accigliò al pensiero puntando gli occhi blu in quelli del più grande.
Il punto era che aveva già provato a farlo smettere, ma aveva fallito perché suo padre aveva sempre giocato la carta del senso di colpa e automaticamente gli faceva riflettere sul fatto che tecnicamente non era mai stato costretto a fare sesso con lui, ma solo spinto in quella direzione.
Quindi se avesse detto di non volerlo fare, sarebbe stato ascoltato.. davvero era bastato soltanto questo a stoppare le sue sofferenze?
«Akachan, sono davvero preoccupato per te. Prima mi ignori, poi mi dici questo, e ho saputo dal tuo psicologo che hai attacchi di panico. Non capisco perché sembri parlare con chiunque tranne che con me.»
C'era anche bisogno di dirlo? Haruka non parlava con lui proprio perché era quest'ultimo la causa dei suoi problemi. Avrebbe preferito seriamente un attacco cardiaco alle molestie di suo padre.
«È.. è difficile per me accettare tutto questo.» soffiò soltanto facendo sospirare l'uomo che appoggiò la mano su quella di suo figlio ritrovandosi poi con quella sul cuscino del divano, dato che Haruka l'aveva ritirata nella tasca della sua felpa e fu allora che qualcosa lo colpì dritto nel petto: il suo bambino detestava ciò che facevano insieme.
Ma.. prima gli aveva detto così tante volte di amarlo, durante i rapporti intimi.
Yoshiyuki non capiva.
«Avevi detto di amarmi.» sussurrò deluso a suo figlio che allora distolse lo sguardo fissandolo sulle sue gambe.
Sembravano così interessanti in quel momento.
«È vero, ma non ho bisogno di.. quelle cose. Non ho bisogno di farle con te, capisci? Non voglio farti stare male, papà, ma io ho sedici anni e tu sei mio padre e--Mi sento così anormale. Tu mi hai--»
Quella era la prima volta che Haruka parlava sinceramente a suo padre e questo sorprese talmente tanto quest'ultimo da fargli venire le lacrime agli occhi.
Si mette male, pensò il ragazzo dagli occhi blu che fissava suo padre in attesa di una risposta.
Non era abituato a quel silenzio e a quell'espressione, ma soprattutto non era abituato alla distanza che adesso divideva lui e la persona di fronte a sè.
In qualche modo si sentiva solo e abbandonato.. aveva bisogno di calore e per quanto odiasse ammetterlo adorava gli abbracci di Yoshiyuki.
«Ogni volta che siamo stati a letto insieme non ho mai pensato di stare con te solo per piacere personale, akachan. Ti amo, e fare l'amore con te mi rende così felice. Mi dispiace se ti mette a disagio il pensiero di passare del tempo con tuo padre.» fu la risposta e le parole che aveva usato fecero arrossire Haruka, piuttosto sorpreso dalla dolcezza del tono che aveva sentito.
Suo padre lo amava tanto, ma a sedici anni non poteva davvero capire fino in fondo il sentimento in questione.
«Non mi dispiace passare del tempo con te ma non voglio fare--» l'uomo sorrise prendendogli il viso fra le mani e dandogli un bacio leggerissimo sulle labbra, Haruka si sentì sussultare al contatto ma non disse niente.
«Okay. Vorrà dire che ogni volta che avrò il desiderio di toccarti cercherò di pensare ad altro.»
Haruka era talmente abituato alla situazione che le parole lo fecero sentire.. vuoto. Forse poteva usare la cosa come forma di sfogo e non lasciarsi semplicemente andare come una ragazzina sottomessa.
Sì, forse avrebbe potuto ritorcergli contro la cosa e finalmente suo padre l'avrebbe lasciato in pace per esasperazione.
Il suo piano lo fece rabbrividire: possibile che fosse disposto a tutto pur di liberarsi di quel bastardo?
«P-Papà, io.. uhm.. vorrei fare una doccia,» iniziò stringendosi nelle spalle e alzandosi piano, lo sguardo di suo padre fisso su ogni movimento che faceva.
«ti va di.. seguirmi?»
La domanda scosse così tanto l'altro che proprio lui si ritrovò sotto shock, con gli occhi fuori dalle orbite.
Haruka aveva spontaneamente chiesto a suo padre di fare la doccia insieme, pensò il più grande seguendo il suo delfino in bagno.
"Che cos'ha in mente?"
«Si.. s-si è incastrata.» farfugliò Haruka cercando di sbottonarsi i pantaloni, Yoshiyuki corse subito in suo soccorso tirando giù la zip lentamente, posizionando la mano in modo da premerla contro le parti intime di suo figlio che al contatto trasalì ma poi si rilassò completamente allungando timido una mano e facendo una carezza sui capelli all'uomo che adesso gli stava sorridendo dolcemente.
«Sei davvero un bellissimo delfino, Haruka, lo sai?»

Era una notte fredda e tranquilla, quella in cui tutto ebbe inizio; un bambino dagli occhi blu dormiva sereno nel suo letto al caldo mentre invece un uomo entrava nella camera con i delfini stampati sulla carta da parati.


Al bambino dagli occhi blu piacevano molto i delfini e l'oceano, il suo sogno era di nuotarci dentro un giorno, intanto si accontentava della vasca enorme che si trovava nel bagno adiacente alla stanza dei suoi genitori.


L'uomo sorrise al pensiero sedendosi accanto al piccolo e iniziando ad accarezzargli i capelli; il movimento improvviso fece lamentare adorabilmente quest'ultimo mentre si girava e si stendeva di lungo lasciando scivolare via la coperta. In risposta alla mancanza di calore, l'uomo sentì il bambino rabbrividire sotto le sue dita e decise quindi di sdraiarsi accanto a lui e stringerlo a sè baciandogli occasionalmente il viso soffermandosi forse un po' troppo sull'angolo della bocca e fu allora che il piccolo si svegliò parecchio confuso rivolgendo lo sguardo all'uomo.


«Papi..» mormorò appoggiando la testa sul petto del più grande prima di chiudere di nuovo gli occhi.


Era davvero un bambino bellissimo, il suo Haruka. Davvero davvero splendido. E lo sapeva, per questo adesso si trovava lì.


Voleva farlo sapere anche al suo piccolo delfino.


«Dimmi, akachan.»


«Ti voglio tanto bene.» sussurrò proprio il diretto interessato facendolo sorridere, dopo si ritrovò ad accarezzargli il pancino con la mano massaggiandolo di tanto in tanto.


Aveva la pelle così liscia, pensò mentre restava lì a coccolare il suo bambino ascoltando semplicemente il suo respiro e i grilli che cantavano fuori.


All'uomo dava fastidio quel suono, così si alzò dal letto e chiuse la finestra e la porta, in modo che la stanza fosse riempita solo dal suono del silenzio e dei lamenti adorabili del piccolo che si rannicchiava nel punto in cui prima era steso suo padre.


Era così carino, pensò quest'ultimo mordicchiandosi distrattamente il labbro mentre sentiva le guance bollenti e i pantaloni piuttosto stretti sul davanti.


In quel periodo gli capitava spesso, ma aveva deciso di ignorarlo per il bene di suo figlio e della sua famiglia, ma adesso non ne poteva più di trattenersi: aveva bisogno di lasciarsi andare.


Dopo vari istanti passati ad osservare i movimenti del bambino che cercava di trovare una posizione comoda per dormire, lui tornò a sdraiarsi ma stavolta si trovava con il suo piccolo corpo premuto contro l'addome.


Quanto gli piaceva quella posizione.. la adorava, perché poteva sentire suo figlio molto più vicino, poteva sentirlo addosso.


Proprio come aveva sempre desiderato ultimamente.. ma questo nessuno lo sapeva, ovviamente, e non doveva affatto saperlo. Altrimenti sarebbe finito in una situazione piuttosto sconveniente.


«Vieni qui, piccolo, girati verso di me.» ordinò dolcemente al più piccolo che senza dire niente obbedì, ma quando aprì gli occhi si trovò sdraiato sul corpo dell'uomo che adesso sorrideva dolcemente alla vista di quegli occhioni blu che adorava tanto.


Gli ricordavano quelli della sua adorata Shion, il suo fiore, l'amore della sua vita.


«Hai gli occhi di tua madre, Haruka, lo sai?» disse soltanto lasciando che il piccolo delfino si sistemasse fra le braccia mettendosi seduto a cavalcioni sul suo addome.


«Sì, lo so. Mamma dice sempre che sono belli i miei occhi ma a me non piacciono. Sono così grandi.» si lamentò poi e il più grande non trattenne una risata.
Haruka aveva sei anni, ma era molto sveglio e qualsiasi cosa dicesse con quel broncio adorabile faceva ridere suo padre.


Era inevitabile, e a lui non dispiaceva, anzi lo seguiva sempre a ruota con la sua risatina da bambino stupenda.


L'uomo era affascinato dalla bellezza del suo piccolo delfino, e senza pensarci due volte unì le sue labbra e quelle di quest'ultimo che si lamentò ma rimase indifferente al gesto perché suo padre gli aveva già spiegato che quei baci dimostravano solamente quanto gli volesse bene ma Haruka si staccò ridacchiando quando sentì qualcosa di umido solleticargli la lingua.


Gli occhi dell'uomo sotto di lui brillavano così tanto che non ci pensò due volte e prese suo figlio in braccio, dopo si diresse verso il bagno stando attento a non fare rumore perché era notte e Shion doveva alzarsi presto per andare a lavorare il giorno dopo.


«Vieni, adesso facciamo un bel bagno.»


«Con Sparky?» chiese elettrizzato il bambino riferendosi al suo delfino giocattolo con cui faceva il bagno di solito, il più grande annuì accarezzandogli i capelli piuttosto divertito prima di metterlo a sedere sulla tavoletta abbassata del water.


Haruka dondolava i piedi in attesa che suo padre lo svestisse e giocava con i suoi capelli tirandoli leggermente e questo faceva sospirare ogni volta l'uomo, che stava facendo del suo meglio per non spaventare suo figlio.


Quanto gli piaceva quando gli tirava i capelli.. lo faceva impazzire, ma questo akachan non lo sapeva.


Era troppo piccolo per sapere quel genere di cose, e la sua innocenza era una delle cose che adorava di più del suo bambino.


«Sei davvero un delfino bellissimo, Haruka, lo sai?»


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"Sei davvero un delfino bellissimo, Haruka, lo sai?"

 
Lo odiava. Haruka lo odiava, quel sorriso bastardo che si permetteva di indossare ogni volta che facevano il bagno prima di finire a letto insieme, ma a lui non piaceva fare quelle cose con suo padre.


Forse a quei tempi non capiva davvero la gravità della situazione in cui si trovava, ma ora che aveva sedici anni era perfettamente al corrente del fatto che quel pezzo di merda l'avesse stuprato.


A volte si ritrovava a pensare a quelle scene, a lui che veniva toccato ovunque, baciato, scopato senza pietà e subito dopo sveniva per attacco di panico.
Aveva anche subito un arresto cardiaco, e se fosse successo ancora non sapeva se avrebbe potuto farcela.. ma in fondo non gli importava, non aveva niente per cui vivere, quindi inconsciamente sperava di avere quel secondo infarto che avrebbe posto fine a tutte le sue sofferenze.


Sua madre era morta, quindi era stato costretto a vivere con quel mostro e per di più doveva dormire nel suo letto.. dopo aver fatto sesso con lui.


«Come sta il mio bellissimo delfino?» chiese la voce e Haruka sentii due labbra poggiarsi sul suo collo, questo continuò fin quando lui non respinse l'uomo che adesso gli stava di fronte e lo guardava preoccupato.


Voleva davvero pretendere di non sapere niente della situazione in cui si trovava il ragazzo e continuare a scoparselo con la scusa di consolarlo?


Haruka non aveva parole.


«Papà, non ne ho voglia.» si lamentò e con sua sorpresa, l'uomo mise le mani e la bocca a posto, sedendosi vicino a lui e guardandolo ancora con quell'espressione.


Forse aveva davvero intenzione di smettere di torturarlo? Haruka si accigliò al pensiero puntando gli occhi blu in quelli del più grande.


Il punto era che aveva già provato a farlo smettere, ma aveva fallito perché suo padre aveva sempre giocato la carta del senso di colpa e automaticamente gli faceva riflettere sul fatto che tecnicamente non era mai stato costretto a fare sesso con lui, ma solo spinto in quella direzione.


Quindi se avesse detto di non volerlo fare, sarebbe stato ascoltato.. davvero era bastato soltanto questo a stoppare le sue sofferenze?


«Akachan, sono davvero preoccupato per te. Prima mi ignori, poi mi dici questo, e ho saputo dal tuo psicologo che hai attacchi di panico. Non capisco perché sembri parlare con chiunque tranne che con me.»


C'era anche bisogno di dirlo? Haruka non parlava con lui proprio perché era quest'ultimo la causa dei suoi problemi. Avrebbe preferito seriamente un attacco cardiaco alle molestie di suo padre.


«È.. è difficile per me accettare tutto questo.» soffiò soltanto facendo sospirare l'uomo che appoggiò la mano su quella di suo figlio ritrovandosi poi con quella sul cuscino del divano, dato che Haruka l'aveva ritirata nella tasca della sua felpa e fu allora che qualcosa lo colpì dritto nel petto: il suo bambino detestava ciò che facevano insieme.

Ma.. prima gli aveva detto così tante volte di amarlo, durante i rapporti intimi.


Yoshiyuki non capiva.


«Avevi detto di amarmi.» sussurrò deluso a suo figlio che allora distolse lo sguardo fissandolo sulle sue gambe.


Sembravano così interessanti in quel momento.


«È vero, ma non ho bisogno di.. quelle cose. Non ho bisogno di farle con te, capisci? Non voglio farti stare male, papà, ma io ho sedici anni e tu sei mio padre e--Mi sento così anormale. Tu mi hai--»


Quella era la prima volta che Haruka parlava sinceramente a suo padre e questo sorprese talmente tanto quest'ultimo da fargli venire le lacrime agli occhi.


Si mette male, pensò il ragazzo dagli occhi blu che fissava suo padre in attesa di una risposta.


Non era abituato a quel silenzio e a quell'espressione, ma soprattutto non era abituato alla distanza che adesso divideva lui e la persona di fronte a sè.


In qualche modo si sentiva solo e abbandonato.. aveva bisogno di calore e per quanto odiasse ammetterlo adorava gli abbracci di Yoshiyuki.


«Ogni volta che siamo stati a letto insieme non ho mai pensato di stare con te solo per piacere personale, akachan. Ti amo, e fare l'amore con te mi rende così felice. Mi dispiace se ti mette a disagio il pensiero di passare del tempo con tuo padre.» fu la risposta e le parole che aveva usato fecero arrossire Haruka, piuttosto sorpreso dalla dolcezza del tono che aveva sentito.


Suo padre lo amava tanto, ma a sedici anni non poteva davvero capire fino in fondo il sentimento in questione.


«Non mi dispiace passare del tempo con te ma non voglio fare--» l'uomo sorrise prendendogli il viso fra le mani e dandogli un bacio leggerissimo sulle labbra, Haruka si sentì sussultare al contatto ma non disse niente.


«Okay. Vorrà dire che ogni volta che avrò il desiderio di toccarti cercherò di pensare ad altro.»


Haruka era talmente abituato alla situazione che le parole lo fecero sentire.. vuoto. Forse poteva usare la cosa come forma di sfogo e non lasciarsi semplicemente andare come una ragazzina sottomessa.


Sì, forse avrebbe potuto ritorcergli contro la cosa e finalmente suo padre l'avrebbe lasciato in pace per esasperazione.


Il suo piano lo fece rabbrividire: possibile che fosse disposto a tutto pur di liberarsi di quel bastardo?


«P-Papà, io.. uhm.. vorrei fare una doccia,» iniziò stringendosi nelle spalle e alzandosi piano, lo sguardo di suo padre fisso su ogni movimento che faceva.


«ti va di.. seguirmi?»

 
La domanda scosse così tanto l'altro che proprio lui si ritrovò sotto shock, con gli occhi fuori dalle orbite.


Haruka aveva spontaneamente chiesto a suo padre di fare la doccia insieme, pensò il più grande seguendo il suo delfino in bagno.


"Che cos'ha in mente?"


«Si.. s-si è incastrata.» farfugliò Haruka cercando di sbottonarsi i pantaloni, Yoshiyuki corse subito in suo soccorso tirando giù la zip lentamente, posizionando la mano in modo da premerla contro le parti intime di suo figlio che al contatto trasalì ma poi si rilassò completamente allungando timido una mano e facendo una carezza sui capelli all'uomo che adesso gli stava sorridendo in modo estremamente dolce.


«Sei davvero un bellissimo delfino, Haruka, lo sai?»

 

 

A/N: THE BITCH IS BACK!... dopo mille anni, sì. NON GIUDICATEMI. Ho passato il tempo a scrivere roba praticamente porno fra persone che nemmeno esistono nel mondo reale né nei manga, né negli anime e nemmeno nei videogiochi.

Per vostra sfortuna sono tornata e più affamata di yaoi di prima.. forse è per questo che ho deciso finalmente di scrivere una ff seria basata su un ANIME.

UN FOTTUTO ANIME.

Beh, principalmente volevo farlo per cancellare il mio oscuro passato da bimbaminchia che scriveva cosine del cavolo solo per alleviare il dolore di essere sola al mondo, ma adesso ho capito che per indurre i lettori a leggere le mie storie devo credere in queste ultime e non pensare solo a robe carine e coccolose fra i personaggi.

I NEED DA FUCKIN DRAMA.

In ogni caso non ho tempi di update precisi, quindi non so quando ci sarà il prossimo aggiornamento della storia, ma comunque io CI PROVO.

PERCHE' HO UN IMMAGINAZIONE ILLIMITATA E NON E' GIUSTO NON POTERLA CONDIVIDERE CON TUTTI VOI, anche se nello scrivere e descrivere personaggi e situazioni sono un po' impacciata.

Non importa, voglio condividere il mio cuore da fangirl con voi.

Beh, spero che l'introduzione alla storia vi sia piaciuta e VOGLIO SAPERE COSA NE PENSATE, PERCIO' VOGLIO DELLE REVIEWS.

Grazie per aver perso del tempo a leggere 'i tentativi inutili dell'autrice nel far piacere le sue c****te ai lettori', voi sapete che punto sempre a migliorare e so che ci vorranno ancora un paio di anni per raggiungere il livello di mediocre ma per adesso voglio solo divertirmi e parlarvi, tramite i prossimi capitoli, di tutte le situazioni che coinvolgono i protagonisti in modo più o meno realistico.

Scusate se non sono mai stata stuprata e non conosco per davvero le sensazioni che qualcuno può provare in quel momento e in quelli successivi.

Alla prossima, readers!

xx, palmars. (SI' HO CAMBIATO IL MIO NOME DA AUTRICE OK?OK.)

  
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