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Autore: KyraPottered22years    10/11/2014    7 recensioni
(STORIA IN REVISIONE)
Solo gli angeli hanno le ali, eppure l'Agente Artemis si autodefinisce una strana creatura, senza sapere qual è la sua vera natura. Proprio per le sue doti straordinarie viene inserita nel progetto Avengers, ma la sua forza, il suo coraggio e la sua grinta vengono messi a rempentaglio a Stoccarda, in Germania, da un dio assetato di vendetta e maniaco del controllo. La persuasione e il sangue freddo di Loki confondono la ragazza. L'alternarsi tra la forza e la debolezza di Artemis confondono il dio. "E il diavolo rimase sbalordito quando capì quanto osceno fosse il bene."
Trailer della storia : https://www.youtube.com/watch?v=MUm1PidK45w&hd=1
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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N.d.a.
Buonasera, vi chiedo enormemente scusa per il grave ritardo, ma dovevo elaborare i fatti di questa Fan-Fiction e decidere se fare veramente un sequel o no.
Questo è l'Epilogo della prima parte "Lacrime di Demone" (se andate al primo capitolo c'è scritto davvero), dopo questo Epilogo inizierà la seconda parte "Lacrime di un Angelo", quindi ci sarà un sequel, ma non sarà altro che la seconda parte di questa storia. 
Vi annuncio che  sarà di all'incirca 20-25 capitoli, dopo di che, la storia avrà fine.
Mi sarebbe piaciuto prolungare questa storia in una trilogia vera e propria, ma la mancanza di lettori e lo scemare delle recensioni mi ha fatto, purtroppo, cambiare idea. 
Ringrazio, dunque, chi c'è ancora, chi è rimasto e chi ha intenzione di rimanere. 
Ps. Siccome sono molto occupata con la scuola, impegni extra-scolastici e nella scrittura di un libro vero e proprio, ho deciso che pubblicherò un capitolo (o due) ogni mese. Ora vi lascio leggere. Buon proseguimento (e naturalmente fatemi sapere cosa ne pensate)!

 
Two bodies, one soul.


"I cattivi hanno sicuramente capito qualcosa che i buoni ignorano."

                            cit. Woody Allen






* * *


 
Occhio di Falco scoccava frecce a raffica, Iron-Man cercava il punto debole del nemico più grosso (tipico suo), Captain America e la Vedova Nera si occupavano dei Chitauri sulla terra ferma, Thor combatteva contro Loki, cercando di fargli cambiare idea, inutilmente. Io volavo con le mie ali della morte e con le spade infilzavo i nemici su macchine volanti.
I Vendicatori erano quasi uniti, mancava solo Bruce Banner.
New York stava per essere spazzata via completamente: palazzi, grattacieli, edifici, tutto veniva colpito da spari alieni e raso al suolo. Le sirene della Polizia si facevano sempre più numerose e gli agenti tentavano di fare evaquare pochi di quei edifici ancora intatti. C'erano uomini, donne e bambini che urlavano in preda alla disperazione, scappando d'ovunque, inciampando fra le macerie di una città che veniva distrutta piano a piano, come quando ci si addormenta.
Dall'enorme voragine 
dai contorni blu nel cielo, entravano Chitauri in macchine di metallo volanti. Uccidere i nemici non aveva senso: nello stesso momento in cui uno di loro moriva, altri due entravano dentro il Pianeta Terra. C'era una sola cosa da fare: chiudere il portale e iniziare una vera e propria carneficina di Chitauri.
Auto che volavano, frantumandosi a terra, scoppiando: questo era quello che vedevo da sopra. Feci fuori un altro Chitauro per poi raggiungere la Vedova Nera e Captain America. Non appena mi misero a fuoco, i loro volti si illuminanarono di emozioni diverse fuse tra di loro: gioia, rabbia, spirito di squadra. E potevo comprendere la loro ira verso di me. Occhio di Falco ci raggiunse e io ero pronta a scongiurare le mie colpe.
"Cosa ci fai qui?" Domandò ad alta voce Captain America. Mi abbassai, schivando un attacco, mi voltai per lanciare un coltellino tra gli occhi di un Chitauro e ritornai faccia a faccia con loro.
"Ho recuperato la memoria non appena il mio asservimento a Loki è scomparso." Mentii, o almeno, mentii in parte. I volti dei tre Vendicatori erano allibiti.
"Quindi eri sotto l'effetto del Tesseract." Affermò Occhio di Falco, prima di girarsi alla sua sinistra per lanciare una freccia ad un Chitauro lì vicino. Si stavano avvicinando, dovevamo fare in fretta. Gli occhi di Steve erano più rilassati; avevano creduto a ciò che avevo detto, perché per loro accettare un mio tradimento era più difficile che perdonarmi. 
"Proprio come lo eri tu." Sguainai la spada, ricoperta da un liquido nero-bluastro, a quanto pareva, quello era il colore del sangue dei Chitauri. 
"Ma come può essere? Quando Loki era in prigione per la seconda volta, non aveva con sé il Tesseract." Disse Captain America.
"Loki è un maestro della magia, mi ha soggiogata utilizzando il pensiero." Mentii ancora.
"Ben tornata, allora." Sorrise la Vedova Nera, ritornando a sparare qualunque Chitauro che vedeva, anche Occhio di Falco riprese a combattere. Ci avevano creduto.
Adesso ero ufficialmente (di nuovo) una di loro, una dei Vendicatori.
Io e Captain America restiamo a fissarci in uno sguardo per un paio di secondi, successivamente, iniziammo ad attaccare anche noi.
"Capitano, tu va!" Urlò la Vedova Nera.
"Come? E voi?!" Domandò lui.
"Ce la possiamo fare!" Il Capitano guardò me e capii: lo avrei seguito.
Spicco il volo, mentre lui fa strada, saltellando di qua e di la sulle macerie e le ceneri. I suoi saltelli diventarono salti da acrobata su auto e bus. 
Ci fermammo non appena trovammo uno squadrone di poliziotti che sparavano alle macchine volanti dei Chitauri, tentando di centrarli.
"Servono uomini in quegli edifici. Ci sono persone dentro e finiranno per essere bruciati vivi!" Captain America salta su una macchina della polizia, rivolgendosi a due agenti; le suole delle mie scarpe toccano il cemento ricoperto da un fitto strato di cenere, cercai di aiutare delle persone che si rifugiavano sotto alcune macchine, feci evaquare un autobus pieno di gente indecisa, nel panico, se scappare o meno. Vidi il Capitano entrare dentro un edificio, capii da quella sua azione che ci saremmo dovuti dividere; spiccai nuovamente il volo alla ricerca di Iron-Man, non avrebbe dovuto combattere da solo i pezzi grossi.
Non appena lo rintracciai mi avvicinai a lui.
"Dobbiamo attirare la sua attenzione!" Urlò la sua voce elettronica. Annuii decisa e mi diedi da fare. Presi un coltellino e lo lanciai dritto nell'enorme bocca di quel serpentone metallico volante.
Il danno era fatto.
Guardai Iron-Man.
"Mossa uno fatta, adesso qual'è la seconda?" Urlai, ritornando a fissare l'enorme bestione, che quasi sbuffava fumo dalla rabbia (sempre se un enorme marchingegno metallico potesse provare emozioni).
"Scappa!" E come un razzo Iron-Man sfrecciò come se non ci fosse un domani e lo seguii.
Volammo veloci e non appena vedi Thor, la Vedova Nera, Bruce e Captain America fissare il bestione che ci seguiva, mi schiantai verso di loro, rotolando a terra. Mi alzai con l'aiuto di Natasha, le sorrisi, ringraziandola. Indietreggiai quando Thro puntò il suo martello verso di me.
"Thor! Loki l'aveva soggiogata! E' innocente." Esclamò Captain America e il dio del tuono smise di vedermi come se io fossi il nemico, adesso tutti sapevano della mia innocenza.. chiamiamola così.
"Dottor Banner" Esclamò ancora Captain America. Bruce si dirigeva verso l'enorme serpentone alieno metallico. "Questo sarebbe davvero il momento giusto per arrabbiarsi." Concordavamo tutti. Se ci fosse stato anche il gancio destro di Hulk con noi, i Vendicatori avrebbero avuto un punto a favore.
"E' questo il mio segreto:", disse Bruce, "sono sempre arrabbiato." Rivelò infine, prima di trasformarsi in Hulk e dare un pugno al bestione metallico. Iron- Man trovò finalmente un attimo di pace, osservando quella scena da mozzare il fiato.
La bestia si ribaltò su se stessa e Iron-Man spiccò il volo, sparandole; questa cadde oltre il ponte e Thor mi fece da scudo per proteggermi dall'esplosione.
Ci ricomponemmo e ognuno di noi tirò fuori la propria arma, il ruggito di Hulk rese tutto mokto più epico. Quel momento era epico, i Vendicatori uniti, una squadra al completo.
Tutti fissammo l'enorme voragine nel cielo, altri di quei bestioni si liberarono in aria.
"Ragazzi, che facciamo?" Domandai e tutti guardammo Captain America, aspettando degli ordini. 
"Finché non chiuderemo il portale, faremo contenimento." Qualcuno che la pensava perfettamente come me. "Barton, tu sul tetto." Ordinò successivamente e quello scattò la testa verso di lui. "Occhi su tutto. Schemi e azioni isolate." Barton annuì. "Stark, a te il perimetro." Iron-Man distolse gli occhi dal cielo per rivolgerli al Capitano. "Ogni cosa oltrepassi i tre isolati, la rimandi indietro o la incenerisci." Forse quando ero attratta da Steve era a causa di questo suo pregio: non farsi abbattere da niente, trovare una soluzione anche nel peggiore dei momenti. In quel momento, mentre dava ordini come un Capitano, come un amico, io lo stimavo. 
"Mi dai un passaggio?" Chiese Barton ad Iron-Man e quello si avvicinò accettando, facendo anche una battuta sul Signore degli Anelli: "Certo. Prego, Legolas." E spiccarono il volo così velocemente da far  svolazzare ovunque i miei capelli.
"Thor, bisogna restringere quel portale. Rallentali, hai i fulmini. Brucia quei bastardi!" Lo incitò infine, poi si rivolse alla Vedova Nera. "Noi due resteremo a terra, combatteremo qui." Infine guardò me. "Artemis, trova Selvig, fa in modo che riuchiudi il portale." Annuì. 
Era quello che avrei voluto fare fin dal principio.
"Sarà fatto." Spiegai le ali, mostrando tutta la loro robustezza e presi il volo, bisognava solo trovare il punto di concentrazione del portale, nel frattempo, uccidevo chiunque mi ostacolava.
Volai lontano dai fulmini che stava emanando il martello di Thor e deviando da un'altra direzione mi venii un colpo di genio.
Per quale motivo Loki si era smaterializzato nella Stark Tower? Non lo avevo scelto di certo a caso quell'edificio. Bene allora: era lì che stava il punto di forza del cubo, l'energia che alimentava la potenza del portale e che l'avrebbe anche chiuso.
Volai veloce verso la Stark Tower, non appena i miei piedi toccarono il terreno fui scaraventata a terra da un proiettile alieno. Urlai di dolore. Mi centrò il bicipite, sbagliando la mira. Sguainai la spada e infilzai lo stomaco di quel bastardo metallico. Non appena la lama fu estratta dal corpo dell'alieno, una fitta mi pervase l'intero braccio sinistro. La spada cadde allo stesso momento del Chitauro senza vita. Infilai le dita nella ferita e urlai per il bruciore, tirai fuori il proilettile e lo gettai con menefreghismo a terra, raccolsi la spada e andai sul tetto della Stark Tower, trovando Eric Selvig svenuto, sotto il sole, accanto al marchingegno metallico, che stava scoppiettando luci blu come un fuoco d'artificio. In mezzo a quel flusso di forza, intravedevo un cubo blu, il Tesseract. Non avevo la più pallida idea di come fermarlo. Ma Eric lo sapeva, lo avrei risvegliato se non fosse stato per un proiettile alieno che mi ferì alla caviglia. Urlai e mi scaraventai a terra, accanto ad Eric. Vidi una macchina volante posteggiarsi sul tetto e dei stivali in pelle dirigersi verso di me, con tanto di mantello verde dietro. 
Era decisamente Loki.
Non posso combattere contro di lui. Anche se mi aveva appena sparata...
"E' così che vuoi salvarmi? Rovinandomi?" Si inginocchiò e mi afferrò per i capelli, guardandomi negli occhi. Il suo sguardo non era lo stesso di quello della notte che avevamo passato insieme. Era totalmente un'altra persona.
Loki? Dove sei? Dov'è il dio di cui mi sono innamorata?
Gemetti per il dolore al braccio e il bruciore pompante alla caviglia. Loki scaraventò il mio volto a terra. Il mio naso si schiantò completamente contro il suolo, e dalla narce destra iniziò ad uscire un rivolto di sangue, denso e caldo. Rotolai, distendendomi supina. Il dorso della mano destra era sul naso e la mia bocca rilasciava gemiti soffocati. Feci la stessa cosa con il proiettile di prima, con le dita lo tirai fuori dalla caviglia, reprimendo dei sussulti pieni di dolore.
Mi distesi di nuovo, con le braccia e le gambe divaricate, il mio petto si alzava e abbassava velocemente e le mie ali erano rientrate nel momento in cui il proiettile colpì il mio bicipite.
"Sai cosa farò non appena vincerò questa battaglia?" La suola del suo stivale calpestò inconsapevolmente una ciocca dei miei capelli. I miei occhi lo fissarono socchiusi, ripardandosi un po' dalla luce del sole. "Ti rapirò e diventerai una mia schiava." Si inginocchio sopra di me, porprio sopra il mio ventre, sorridendo maliziosamente.
Pervertito. Imprecai mentalmente. "Deciderò se ucciderti o torturarti a mio piacere a vita." L'emorragia al naso pareva finita. Decisi allora di reagire, ingorando il dolore, concentradomi solo sulle vite che avrei dovuto salvare, compresa quella di Loki.
"Loki, fammi.. alzare." Gli chiesi affaticata, risultando ai suoi occhi debole, ma anche speranzosa che quella parte capace di amare dentro di lui ci fosse ancora, perché doveva essere così.
"Ma non hai capito?" Ridacchiò ambiguamente. "Tu mi hai tradito, ti sei schierata dalla loro parte!" Alzò il tono di voce e io strizzai le palprebre fra di loro.
"Io non sono mai stata dalla tua parte!" Alzai il tono di voce anche io. Gli occhi di Loki diventano improvvisamente lucidi. "Io ti amo, Loki! Ma questo non vuol dire che appoggio le tue pazzie!" Lo spinsi via e ribaltai i ruoli. La caviglia e il braccio mi bruciarono come non mai.
"Se tu mi amassi, mi appoggeresti." Presi un coltellino e poggiai la lama sul suo pallido collo. "E io avrei fatto di te la mia Regina." Sussultai a quell'affermazione.
Avrei fatto di te la mia Regina.
Matrimonio? Mi amava così tanto? Quella parte di lui era rimasta ancora. Sorrisi, allantonando la lama dalla sua carotide. Mi chinai fino a poggiare la mia fronte sulla sua, le mie mani erano sulle sue guance scolpite e le sue sui miei fianchi. 
Lo sentivo, percepivo il suo amore.
"Schierati dalla mia parte, sii la mia compagna." Poggiai le mie labbra sulla sua guancia, precisamente su un taglietto che perdeva un po' di sangue. "Io ti amo." Sussurrò. 
E in quel momento non c'era più niente attorno a me, nessunissima battaglia. Solo io e lui.
"Loki, se mi ami veramente, capirai che quello che mi stai chiedendo non potrò mai farlo." Sentii il suo respiro affannarsi, farsi più pesante.  "Abbandona questo volere effimero, chiedi perdono a Thor e ad Odino, sta in cella per quei pochi anni che ti toccheranno e allora io potrò essere la tua Regina." Loki mi spinse e mi fece rotolare sul suolo, mi alzai in piedi e lui, davanti a me, con il suo scettro in mano, era più arrabbiato che mai.
"Non lo farò mai!" Urlò. Sguainai entrambe le spade e incrociai a X davanti al mio volto.
"Allora mi dispiace," non c'era niente da fare "lo faccio per il tuo bene." Dovevo combattere contro di lui. Con il braccio e la caviglia che mi andavano quasi a fuoco, spiegai le ali e mi avventai in volo su di lui. Lo sfregare del suo scettro con le mie spade, fu così violento e acuto che una delle mie armi cadde, precisamente quella che tenevo con la mano sinistra. Le ali rientrarono dentro di me, ero troppo debole per volare.
"Sei un'illusa, Artemis, se speri di poter vincere contro di me." Ansimavo, avevo il fiato corto, ma questo non mi rallentò. Mi scaraventai nuovamente contro di lui, ma con un solo agile movimento circolare dello scettro, anche l'altra spada cadde a terra, lontano da me.
Lo fissai impietrita, non sapendo più cosa fare.
"Agente Artemis, Iron-Man sta spedendo un missile aldilà del portale, assicurati di chiuderlo non appena Stark uscirà sano e salvo, ce la puoi fare?" Captain America mi parlò attraverso il microcip che avevo all'orecchio. Rivolsi gli occhi al cielo, guardando Iron-Man attaccato a un missile che avrebbe polverizzato tutta la città.
Lo stava davvero mandando fuori dal portale.
"Sei un pazzo, Stark." Dissi a bassa voce tra me e me. Mi voltai verso di Loki, lo vedevo sfocato, i miei occhi non riuscivano a metterlo per bene a fuoco.
Tirai un respiro profondo, dovevo chiudere il portale, dovevo rimboccarmi le maniche.
"Lo scettro!" Questa non era la voce di Loki, ma di Eric Selvig, mi voltai verso di lui e ripeté di nuovo: "Lo scettro! E' la chiave per chiudere il porta.." Non continuò la frase, Loki lo bombarda con il Tesseract.
Ma certo! Il Tesseract è potente, ma non può proteggersi da se stesso!
Puntai gli occhi sullo scettro di Loki, dovevo sbrigarmi.
"Verrò con te." Il dio mi guardò, indugiando. "Se vincerai questa battaglia,io verrò con te." Camminai verso di lui e fortunatamente, quello non indietreggiò.
"E chi ti dice che non ti ucciderò?" Non appena fui così vicina a lui da alzare un dito per toccare lo scettro, dissi:
"Non potrai farlo." Sorrisi sghemba.
"E per quale motivo?" 
"Perché sarai già in catene." Con tutta la forza che avevo in corpo gli diedi un calcio al ventre e un pugno alla gola in contemporanea, Loki cadde a terra in ginocchio e con un altro calcio sul braccio con cui teneva lo scettro, presi in mano quest'ultimo.
Corsi verso il cubo blu, guardai il cielo. Stark era fuori dal pianeta Terra. 
"Forza, Tony, forza!" Doveva sbrigarsi. Mancava un solo centimentro e lo scettro sarebbe entrato in contatto con il cubo. "Stark!" Urlai. 
Ma fui costretta a chiuderlo quando Loki mi afferrò per le caviglie. Lo scettro entrò in contatto con il cubo e l'esplosione non fu così grande da distruggere la Stark Tower, ma nemmeno così piccola da non farmi saltare dal tetto al terrazzo del palazzo, stessa cosa successe a Loki. Sentii le ossa spezzarsi, gettai un urlo di dolore e guardai il cielo. La voragine del portale si era chiusa, ed Iron-Man era stato recuperato da Hulk, o avrebbe fatto una brutta fine all'impatto con il cemento.
Era tutto salvo, avevamo vinto, avevo compiuto la mia missione e fu così che mi lasciai andare.


                                                                                                           ° ° °


Steve Rogers teneva la mano di Artemis, mentre lei era distesa su un lettino dell'ospedale interno della base dello S.H.I.E.L.D. Aveva combattuto con coraggio e aveva chiuso il portale anche se aveva due ferite gravi agli arti, ce l'aveva fatta. 
Tra un paio di ore Thor e Loki sarebbero ritornati ad Asgard e avrebbero utlizzato il Tesseract come trasporto, per poi riporre la gemma nei sotterranei del palazzo reale; lo S.H.I.E.L.D aveva sostenuto quest'idea. Tutto andava per il verso giusto, ma Steve rivoleva la sua Artemis. Il Capitano si irrigidì sul posto non appena le pupille della giovane saettarono di qua e di la, per poi aprirsi, rivelando due bellissimi occhi di ambra.
Steve lasciò la sua mano e chiamò i suoi compagni: "Ragazzi, si è svegliata! Ragazzi!" E quelli entrarono entusiasti. Artemis sorrise non appena vide i Vendicatori uniti, davanti a lei.
"Buongiorno, uccellino." Disse Barton e la ragazza rise.
"E' fatta? Sono tutti salvi?" Domandò con la solita voce che si aveva quando ci si era appena svegliati.
"Sì, è fatta." E sorrisero tutti, felici.


                                                                                                        ° ° °


Avevo insistito per alzarmi, dovevo parlare con Thor prima che partisse. Dovevo convincerlo alla mia folle idea. Misi delle semplici scarpe di ginnastica, dei jeans e una polo unica tinta larga di due taglie in più della mia, cercai Thor ovunque e lo trovai furoi dalla stanza in cui c'era Loki imprigionato.
Loki.
Non era il momento per pensare a lui, per quanto io ci tenessi ancora a lui.
"Thor!" 
"Artemis." Sorrise non appena mi vide. "Devo porgerti le mie scuse, durante la battaglia ho dubitato di te." Era incredibilmente più alto di me.
"Oh, tranquillo." Mi facevando ancora un po' male i punti, ma ero forte, ero un Asgardiana.
A proposito di questo volevo parlare a Thor.
"Sono venuta qui per chiederti un permesso."
"Tutto quello che vuoi." Ne approfittai, mi feci abbindolare da quella gentilezza.
"Io sono un'Asgardiana, Thor. Desidererei incontrare i miei familiari, io so che ci sono, devono esserci e se c'è qualche problema con Odino, allora ci penserò io a parlargli, non mi vergogno, ma ti prego, io de.."
"Va bene." Mi interruppe. Lo guardai interdetta, ma era sincero. Per lui andava bene. Avrei conosciuto la mia vera famiglia. Le lacrime salirono in superfice.
"Sul serio?" Chiesi incredula come una bambina.
"Tutti gli Asgardiani hanno il diritto di stare nella loro terra natia, è una legge che ha scritto il padre di mio padre. Quindi sì, sei autorizzata." Gli saltai letteralmente addosso in un abbraccio.
"Grazie." Mi staccai subito da lui, quando mi resi conto del gesto troppo avventato. "Hem.. scusa." Risi e anche lui mi seguì.
"Non portare niente con te, non c'è tempo e non ce n'è di bisogno." Era un sogno che diventava realtà. Annuii e mi allontanai. Andai a cercare Fury e lo trovai nel suo ufficio personale. 
"Va bene se lascio la mia carica di Agente per un po'?" Gli chiesi dopo un po'.
"Non posso negarti di conoscere i tuoi familiari." Disse semplicemente e successivamente Steve entrò. 
"Quindi te ne vai?" Sorrise un po' malinconico. Un momento un po' imbarazzante, a dire il vero. Fury capì la situazione e con una scusa uscì fuori.
"Steve, io devo parlarti." Mi avvicinai a lui.
"Okay, va bene. Lo avevo capito che non poteva funzionare." Abbassò gli occhi. Poggiai una mano sul suo mento e lui guardò i miei occhi.
"Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me." Dissi piano e lui annuì, appoggiando una mano sulla mia.
"L'ho fatto perché sono innamorato di te, Artemide." Era sempre strano sentire il mio nome completo e solo lui lo faceva alcune volte.
Non volevo farlo soffrire, ma io non provavo più niente per lui se non una grandissima stima, forse l'attrazione c'era ancora, ma il mio cuore lo avevo donato.. a Loki. Sarei partita con lui, avrei potuto vederlo. Una gioia scoppiò dentro di me, ma non era il momento per esprimerla.
"Ti va di andare insieme al luogo d'incontro?" Gli domandai, cercando di tirarlo un po' su di morale. Mi sorpresi quando si avvicino a me e mi baciò. Un bacio dolce e semplice. Non lo allontanai, per qualche strano motivo ricambiai un po' anche io.
"Dovevo farlo, scusa."
"Va bene, tanquillo." Era evidente il fatto che Steve mi piacesse ancora, ma io avevo scelto.
Forse avevo sbagliato, ma avevo scelto.

Infine abbracciai Natasha Romanff, oh sì. Lei sì che se la sarebbe cavata alla grande.
Un'ottima guarriera, degna dello S.H.I.E.L.D.
Mi avviai vicino Thor e Loki, che indossava una specie di museruola. Faceva male vederlo così, ma sapevo che lui un giorno, avrebbe capito che sue colpe, per quanto cocciuto e orgoglioso possa essere.
"Sei pronta?" Thor teneva il contenitore che conteneva il cubo dal manico, Loki avrebbe dovuto prendere l'altro manico e io avrei dovuto toccare con il palmo della mano il vetro spesso del conenitore. 
"Aspetta." Sorrisi e poi guardai Loki.
Non appena i nostri sguardi si incontrarono percepii un gelo tempestoso, qualcosa che non si sarebbe sciolto facilmente. Il cuore prese a battermi all'impazzata, cercai comunque di regolarizzare il respiro. Senza il consenso di qualcuno, gli tolsi quell'affare ridicolo dalla bocca e lo gettai distrattamente a terra. "Adesso sono pronta."
E con un solo movimento circolare della mano di Thor, in un raggio di un paio di secondi ci ritrovammo catapultati nello spazio, un vortice era intorno a noi e io non abbandonai la presa sul contenitore.
Ci ritrovammo in una stanza enorme, dalle pareti circolari color bronzo e oro, c'era un uomo al centro della stanza, con una spada enorme in mano. L'uomo era di colore, gli occhi di un colore ambrato decisamente esagerato e portava un'armatura d'oro.
Non potevo assolutamente crederci.
"Benvenuta ad Asgard, Artemis."


 
Alla prossima :)
 
 


 
  
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