"Guardati allo specchio."
La mia espressione riluttante non lo sorprese, semplicemente ribadì il suo ordine.
"Guardati allo specchio."
Questa volta lo accontentai.
"Cosa vedi?"
"Solo una ragazza, nemmeno troppo carina. Sono solo io..."
"Esatto. Devi sapere che quella semplice ragazza,che tu hai definito 'nemmeno troppo carina', ha un potere enorme. Ha combattuto molte battaglie, e credo che sia vicina a vincere la guerra. Manca poco. E' stata ferita e si è rialzata, è stata delusa e ha continuato a credere, è stata portata al limite della vita e ne ha donata agli altri... quella semplice ragazza è tutto il mio mondo."
Ero senza parole. Come poteva vedere tutto quello nel riflesso di quella banale giovane donna imperfetta e problematica? Come poteva rimanere semplicemente a guardarmi, con le mie guance arrossate, i capelli da pettinare ed il viso struccato? Come poteva farselo bastare?
"Tu non mi basti mai."
Come al solito, lesse i miei occhi. Quegli occhi ancora mezzo addormentati che scrutavano la figura che avevano davanti in cerca di un qualche senso, di una qualche giustificazione per quelle parole così dolci, così nuove. Ogni volta che lui mi diceva qualcosa di dolce era un'emozione nuova: non mi era capitato molto spesso, prima. Benché ripetesse sovente quanto fosse attratto da me, stentavo ancora a crederci.
Mi dispiaceva. Non avevo parole per lui. Il cuore si era fermato ad ascoltare con attenzione quella dimostrazione d'amore, gli occhi non riuscivano a staccarsi dallo specchio, dal suo riflesso, non dal mio. Era troppo. Come avevo potuto meritare un uomo del genere? Lo amavo, da morire, ma non riuscivo a credere che lui potesse davvero amare me.
Non riuscivo a rispondergli, almeno non a parole.
Con la grazia e la fluidità di un essere meccanico, mi voltai a guardarlo. Era stupendo. Il riflesso nello specchio non gli rendeva giustizia. I capelli ancora bagnati dalla doccia, gli occhi cioccolato che mi guardavano, scrutando fin nel fondo della mia anima, senza ombra di incertezza, in attesa della mia reazione. In attesa di me. Come al solito, mi imbambolai a guardarlo. Riconoscevo ogni dettaglio del suo viso perfetto, ricordavo ogni punto in cui la barba ormai rasata gli aveva causato prurito, lo conoscevo. Eppure mi sembrava di non averne mai abbastanza, mi sembrava che fosse sempre troppo presto per distogliere lo sguardo, che stesse sempre per sfuggirmi qualche fondamentale dettaglio di lui. Ero completamente soggiogata, ma non si accontentò e sferrò il colpo finale: sorrise.
Accidenti. Quel sorriso mi disarmava. Lui nemmeno se ne rendeva conto... era perfetto e guardava me.. incomprensibile.
Come può un uomo lasciarti così, sospesa a mezz'aria, col respiro mozzato, senza parole e farti sentire la ragazza più fortunata dell'universo? Così viva?
Era il mio miracolo. Mi aveva salvata da tutto, me stessa compresa. Mi salvò anche da quell'impasse.
Fosse stato per me, avrei potuto passare il resto della mia vita così, a guardarlo in silenzio, ad ammirare ogni lato di lui, ma probabilmente fu meglio così. Quando le sue labbra mi riportarono alla realtà, le emozioni lasciate senza espressione si fecero sentire tutte insieme, incendiandomi. Mi aggrappai a lui con entrambe le braccia e ricambiai il bacio.
Fu lungo. Intenso. 
Fu Amore.