Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: thewhiteprincess    11/11/2014    0 recensioni
Sandor ha già salvato una volta Sansa,sarà capace di farlo anche adesso?
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brynden Tully, Petyr Baelish, Rickon Stark, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sansa
 
Accarezzava il posto vuoto accanto a lei, nel letto.
Cercava il suo braccio, il calore che emanava il suo corpo. Le mani che le accarezzavano il viso e la attiravano a sé, ogni notte come un' antica nenia. Ricordava il suo sorriso, il più bello che qualcuno le avesse mai regalato,ricordava il sapore dei suoi baci, la dolcezza nel possederla. Sorrise ripensando a quando Sandor la fece sua per la prima volta.
«Non farmi male» gli sussurrò all' orecchio.
«Non potrei mai » rispose l'uomo. Nevicava fuori. Loro erano lì, chiusi in quella vecchia casa, ai margini del mondo. Il fuoco scoppiettava lento nel piccolo focolare, erano nudi. Sansa era pronta. Aveva capito che il cavaliere che aveva tanto sognato era lui. Un anticavaliere, con il viso sfigurato. Aveva vergogna, ma non provava repulsione come con Tyrion. Lei desiderava Sandor. Le sue grandi mani la portarono al suo petto, scivolarono delicatamente lungo i fianchi, le sue labbra iniziarono a percorrere tutto il suo corpo....e fu sua. Lo fu per sempre quella notte.
         Si risvegliò con le lacrime agli occhi, quei ricordi le facevano male, adesso che la paura di perderlo quasi la soffocava. La lettera le aveva rivelato il perché della scomparsa di suo marito. Era andato da lui. Però questa scoperta non l'aveva tranquillizzata, lei non voleva che Sandor sporcasse le sue mani con il sangue di Petyr. Suo marito non doveva abbassarsi a tanto. Inoltre il passare dei giorni la stava massacrando. Perché non tornava, avrebbe dovuto essere già lì. Aveva fatto bene ad inviare i suoi migliori uomini a Piazza Di torrhen pensò. Il lord suo marito avrebbe capito, sapeva quanto lei si fidava di lui,così come sapeva quanto lei tenesse alla sua vita. Accarezzò il suo ventre, sorrise debolmente e giurò a suo figlio che suo padre sarebbe tornato. Che lo avrebbe conosciuto e preso in braccio, gli avrebbe insegnato a combattere e a non avere paura di niente. Era incinta, ne aveva avuto la certezza la mattina che Sandor era partito per giustiziare Lord Baelish. Il suo piccolo lupo cresceva dentro di lei, lo immaginava già uguale a suo marito, quell' esserino le stava ridando la purezza che sentiva di avere perso. Spostò le coperte e si alzò dal letto, Gilly ancora non era arrivata, perdonò all' istante il ritardo della giovane donna dei bruti, aveva anche lei dei figli. Aprì le imposte della stanza respirando a pieni polmoni l'avvento della primavera. Notò immediatamente che c'era qualcosa di strano. Silenzio.
         C'era troppo silenzio, nessuno si allenava. Strano. Indossò la veste e uscì dalla camera. Non aveva guardie fuori la sua porta, suo marito rise al pensiero di qualcuno che sorvegliava lui, il Mastino. Il corridoio era immerso nel silenzio, si fermò, spaventata. Era accaduto qualcosa, lo sentiva, il suo pensiero andò subito al piccolo Rickon, doveva raggiungerlo, il più velocemente possibile. Grande Inverno era stato attaccato, ancora una volta. La sua mente contò velocemente quanti uomini di guarnigione erano rimasti :30. Il resto, i suoi uomini migliori, erano andati a Piazza Di Torrhen. Capì di avere fatto un errore imperdonabile, per amore aveva reso vulnerabile il Nord. Raggiunse senza ostacoli la stanza di suo fratello, aprì silenziosamente la porta.
         Il suo incubo peggiore era lì.
«Hai ancora troppi punti deboli, mia dolce Cat » Deglutì e il buio la avvolse.
         I suoi occhi si aprirono lentamente, non riusciva a riconoscere chi c' era accanto a lei, né  tantomeno riusciva a capire dove fosse. Aveva le mani legate. Era circondata dal buio, in un istante realizzò che dovevano essere le cripte. Le lacrime le sgorgarono dagli occhi, pensò al suo bambino, al suo piccolo lupo, ebbe la certezza che non sarebbe mai nato.
«Bentornata, mia dolce Cat»
il suo sorriso le ricordò quello folle e cattivo di Joffrey, era seduto davanti a lei, la barba non curata, gli abiti non perfetti e immacolati come sempre.
«Sono venuto a riprenderti amore mio, non ho commesso lo stesso errore di vent'anni fa» disse Petyr piegando la testa di lato.
« IO NON SONO CAT!»
Gridò con tutta la voce che aveva nel corpo. « Petyr lasciami andare via, io non sono mia madre, te ne prego Petyr , lasciami, lasciami..mio fratello hai fatto lui del male?»
Rise Lord Baelish, si accovacciò accanto a lei e la baciò. Un bacio putrido come le sue labbra viscide. Raccolse tutta la saliva che aveva e sputò, dritto sulla sua faccia. Era persa, lo sapeva. Il manrovescio la colpì in pieno viso, facendole sputare sangue. Petyr l'afferrò per le spalle «Ora andiamo, prima però devo chiudere i conti, per sempre, con Grande Inverno e la sua progenie» si alzò di scatto lasciandola al buio.
Era rimasta sola,  accanto a qualche statua di un Re del Nord, nel silenzio assordante di quel luogo di morte. Pianse, come non le accadeva da anni. Pensò a suo fratello. A suo marito e alla breve felicità che aveva vissuto con lui. Pensò a tutta la sua gente, a Maestro Samwell e sua moglie Gilly. Al fiero Ser Rolk. Pensò a suo figlio, frutto di quell' amore così forte, così grande, così intenso. Chiuse gli occhi e si rivolse a sua madre, a suo padre, ai suoi fratelli a Robb, Arya , Bran e Jon. Chiese loro aiuto, li pregò di salvare il piccolo Rickon. Si rivolse ai nuovi e antichi Dei, poi dolcemente, uno strano torpore l'avvolse e sopraggiunse il sonno.
 
 
N.A.
Pensando a come la storia, nel mio cervello si stava evolvendo, mi é sembrato carino riportare solo i pensieri di Sansa questa volta, lei è di nuovo sola, contro il suo nemico più grande.
   
 
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