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Autore: comeunagiornatadineve    11/11/2014    2 recensioni
"Una volta entrata nella sua stanza, posò lo strano pacco sul letto e si stropicciò gli occhi. Non sapeva chi glielo avesse mandato e nemmeno cosa contenesse. Prese una forbice da uno dei contenitori della sua disordinata scrivania. Infilò una delle punte strappando lo scotch che serrava la chiusura. Alzò con le mani le due estremità e rimase impietrita mentre una nuvola azzurra si alzava in aria circondandola.
Farfalle."
(Dal capitolo 11)
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1.

Something different.

 

Il cappello infilato sulla testa, la sciarpa arrotolata intorno al collo, ferma, sul ciglio della strada, ad aspettare l'unica cosa che forse sarebbe arrivata con certezza nella sua vita, e anche con qualche minuto di ritardo.
Il vento le sferzava le guance scoperte.
Mancava una settimana ormai a Natale ma le luci infestavano già, come una nuvola di termiti, le case, i lampioni stradali, le vetrine dei negozi e gli alberi. La solita stupida festività il cui unico lato positivo erano quelle due misere settimane di vacanze durante le quali ti ritrovavi chiuso in casa con una catasta di compiti da fare. Sam odiava tutto questo. Odiava il sorriso sui volti delle famiglie mentre camminavano per il centro alla ricerca dei regali da comprare. Odiava le risate, i preparativi per il pranzo o la cena che si sarebbe tenuta il giorno di Natale. Odiava doversi riunire con metà della famiglia e fingersi interessata a quello che era successo di così catastrofico ad ognuno di loro o per sapere chi sarebbe stato il prossimo a lasciarci le penne. Odiava sua nonna, che la guardava come se fosse stata un vitellino all'ingrasso, ma che subito il giorno dopo avrebbe ricominciato con la tiritera della dieta, dicendole che se continuava a mangiare così sarebbe diventata obesa e nessuno avrebbe mai voluto avere una mucca accanto come moglie. Odiava sua madre che la costringeva ad alzarsi alle otto di mattina per dover andare a messa, 'Almeno due volte all'anno bisogna' le diceva arrabbiata ogni singola volta. Odiava che suo padre la chiamasse da chilometri di distanza, per farle gli auguri e chiederle il solito 'come stai? Va tutto bene?', come se gli interessasse veramente. Se non sei mai stato un vero padre dall'inizio, non tentare di diventarlo, non lo sarai mai più.
Odiava sentirsi così. Costretta a mentire, ad indossare quella stupida maschera del 'Va tutto bene, sono felice, buon Natale!'.
Odiava gli innamorati che si baciavano vicino ai musicisti di strada, impegnati a suonare le solite, sdolcinate, canzoni natalizie che ormai anche i sassi conoscevano. Insomma, non era il periodo dell'anno che preferiva.
Quando l'autobus giallo girò l'angolo Sam si sfilò una delle cuffiette dall'orecchio.
Le porte si aprirono con quel solito strano rumore metallico. Lo spazio vitale era ristretto quindi la ragazza rimase dove si trovava appoggiandosi alla parete. I vetri erano appannati dal calore e dai respiri di tutte le persone che la circondavano.

Trav'ling lady stay awhile

until the nights is over

i'm just a station on your way

i know i'm not your lover”

Dalle cuffiette la voce di Leonard Cohen, al lato sinistro la solita coppietta di innamorati che si sussurravano parole dolci all'orecchio che per fortuna la musica nascondeva e di fronte seduta su uno dei sedili, una ragazza, che la squadrava dalla testa ai piedi. Quanto detestava che la gente la fissasse, si sentiva giudicata. Era come se quella sensazione di inadeguatezza che la accompagnava tutti i giorni in quei momenti aumentasse di livello sino a farle venire la voglia di scomparire.
Ad ogni fermata ondate di persone, ragazzi e studenti, salivano. L'aria le mancava, ma in qualche modo in mezzo a quella massa di gente si sentiva meglio. Ora si che lo era diventata. Invisibile. Ma non ancora del tutto o meglio non ancora a tutti.
Un ragazzo, occhi neri come i capelli,la pelle chiara come la neve fredda. La guardava, non sapeva da quanto tempo lo stesse facendo, non si era nemmeno accorta della sua presenza prima d'ora. Sam abbassò gli occhi sperando che almeno così avrebbe smesso di fissarla in quel modo. Si sentiva nuda, come se tutto quello che pensasse o che tenesse nascosto dentro di se, dietro a quella maschera che la mattina si era ricordata accuratamente di indossare, lui potesse sapere, potesse leggere quello che nessuno aveva mai notato prima d'ora. Le note di Not in love le risuonavano nelle orecchie.
Scese una fermata prima della sua. Non che lei desse peso a dei semplici sguardi scambiati lungo il tragitto sul bus, ma quello, dentro di lei, sentiva che non era uno semplice sguardo, era qualcosa di diverso, a lei ancora sconosciuto.

•••

“Quindi un ragazzo misterioso ti a lanciato occhiate ammiccanti?” la gente passava lungo i corridoi ridendo e chiacchierando del più e del meno. Ellen guadava l'amica con occhi pieni di possibili motivi per i quale lo strano sconosciuto, quella mattina, avesse fissato l'amica in quel modo.
Perchè glielo aveva raccontato? Perchè non riusciva a tenersi certe cose per se? Ora sarebbe stata ripetutamente scossa da rimorsi per non aver tenuto la bocca chiusa.
“Non erano occhiate ammiccanti Ellen, mi guadava tutto qui” cercò di concludere il discorso Sam, in poco tempo.
“Non era un semplice sguardo quella che ti rivolgeva, altrimenti non me ne avresti parlato.” Basta. La prossima volta doveva semplicemente stare zitta.
“Come va con Jake?”cercò di cambiare discorso. Quando era Ellen a parlarle di come il suo migliore amico, non si rendesse conto di quanto fosse tremendamente cotta di lui, non vedeva l'ora che la smettesse, ma ora, era l'unico argomento che sapeva l'avrebbe salvata da un supplizio interminabile.
“Bene, ieri siamo andati al cinema” ce l'aveva fatta, aveva funzionato, il peso che sentiva opprimerle il petto un minuto prima era scomparso.
“E..?” l'amica si portò uno dei ciuffi di capelli biondi dietro l'orecchio, lo sguardo le si rabbuiò, come se quelle parole le avessero spento l'interruttore della felicità, che un minuto prima le ribolliva nel sangue.
“Gli ho detto tutto, mi sentivo sicura di me e da come si era comportato per tutta la serata pensavo che la risposta sarebbe stata positiva ma..” i suoi occhi azzurri incrociarono quelli scuri di Sam che si sentì ancora peggio di prima per aver tirato fuori l'argomento. Ma sapeva che prima o poi sarebbe saltato fuori in un modo o nell'altro.
Mi ha guardato negli occhi, e nel suo sguardo leggevo quel no che sarebbe uscito dopo pochi secondi dalla sue labbra così sono scappata.” .
“Ma quindi non ti ha risposto, non ti ha detto cosa ne pensa?” tipico comportamento di Ellen. La fuga. Ascoltando quelle parole la bionda rifletté.
“Hai ragione. Devo andare subito a parlarci.” Sam non fece in tempo a fermarla che l'amica era già corsa infondo al corridoio per salire nell'aula a cercare il ragazzo. Impulsiva, fuggitiva,creatrice di castelli in aria. Eppure non riusciva a starle lontana, in tutti i suoi difettucci da poco Ellen nascondeva pregi che nessuno conosceva meglio lei.

•••


Salve a tutti e benvenuti! Questa è la prima volta che metto in Efp una delle mie storie. Spero di essere di vostro gradimento e di non aver fatto errori grossolani. Questo capitolo purtroppo ha una fine un po' brusca e so che possa sembrare l'inizio di una storia non molto originale.. Ma presto pubblicherò pure il secondo sperando così di incuriosirvi e magari acchiapparvi di più :)
I personaggi che ho creato mi hanno accompagnato quest'estate sia nei giorni di sconforto che in quelli di sole e lo fanno tutt'ora, spero che facciano lo stesso con voi. Mi farebbe molto piacere ricevere delle recensioni così magari, se sbaglio qualcosa, da potermi correggere e pian piano migliorare sempre di più.
Amo scrivere per me, ma voglio fare il grande passo di riuscire a scrivere anche per gli altri così da diventare motivo di compagnia per alcuni o magari di passatempo per altri. Non saprei più che dire, un abbraccio a tutti e al prossimo capitiolo! 

- comeunagiornatadineve

  
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