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Autore: Roberta Pendragon    11/11/2014    1 recensioni
Jo, tornata dall'Inferno trova una nuova famiglia, i Jenkins. Sono due fratelli, Barrett e Cloud, quest'ultimo diventa il suo ragazzo. Riuscirà Jo ad abituarsi nuovamente a tutto? A tenere a bada le allucinazioni? E riusciranno i fratelli Jenkins a far comprendere a Jo che deve fare attenzione?
N.B. FAN FICTION CHE NASCE DA UN MIO START NEL MONDO FAKE.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Che io fossi cocciuta come un mulo non è una novità e che fossi spericolata pure.
Ecco perché decisi di portare avanti una caccia in segreto, per conto mio, senza che nessunolo scoprisse. Neanche i Jenkins ne furono al corrente, assurdo dato che viviamo tutti e tre nel loro Bunker a prova di radar, ancora più assurdo dato che il maggiore dei fratelli è mio cognato e il minore -ovviamente- è il mio ragazzo. Se solo avessero saputo a cosa ho lavorato mi avrebbero sicuramente rimproverata e tolto il caso data la mia situazione. No, non quella situazione, non sono incinta. Ma ho dei lievi -se così li vogliamo definire- problemi con le allucinazioni. Sono sulla terra da circa un mese e non sono ancora passate del tutto, anzi non guariscono parecchio, ma da brava attrice cocciuta tendo a sorvolare sulla questione e a sminuire il problema. Se non li convinco che sto bene, non mi lasceranno mai cacciare con loro. Si preoccupano per me, ma anche io lo faccio per loro, non possono pretendere che io rimanga a casa, a pulire come una semplice "casalinga disperata" aspettando di veder tornare l'uomo che ama sano e salvo. No, hanno proprio sbagliato persona e non sanno quanto.
Devo assolutamente allenarmi e andare a caccia da sola, il meno possibile, ma piano piano devo mandare avanti il mio progresso, se ce ne fosse uno.
Quando sono sola il più delle volte mi ritrovo in preda al panico, per via delle allucinazioni, ma quando la situazione degera ho chi chiamare per ricevere un po' d'aiuto. Gabriel, l'arcangelo Gabriele, che mi ha salvato dall'Inferno e mi ha riportato sulla terra, non so onestamente per quale motivo, ma mi ha salvato e gli sarò eternamente grata. Lui è sempre pronto ad aiutarmi, anche se alle volte sembra quasi infastidito dalle mie richieste, ma sono sola. Cloud e Barrett sono spesso a lavoro, mia madre e Ash sono in Paradiso e non possono stare con me, Castiel non lo chiamo per un semplice motivo: quando cerco di contattarlo per avere chiarimenti o altro, lui non risponde o se risponde dice le sue tre parole standard "Non posso aiutarti" e svanisce. Quindi alla fine la mia unica speranza, il mio ultimo scoglio è lui, Gabe. Non amo disturbarlo, ma il più delle volte sono costretta, il dolore fisico non basta e non posso continuare a pugnalarmi e rischiare di morire.
Due giorni fa iniziai ad non avere problemi di allucinazioni, così preoccupanti da chiamarlo, ecco perché mi decisi a passare alla fase pratica del mio lavoro e non solo alle ricerche su un caso che i fratelli Jenkins non hanno visto. Delle giovani donne bionde, tra i venti e i trent'anni, sono sparite nelle ultime ore e sono state ritrovate morte e i cadaveri non sono per niente in ottimo stato, da quello che ho letto. Inutile dire che ho adoperato il portatile di Cloud per hackerare alcuni siti della polizia e delle informazioni riservate, Ash ai tempi mi insegnò come fare ad hackerare tutti i siti con password o delle protezioni senza lasciare traccia. "Questo metodo, dolcezza, non lascia traccia. Parola di Ash" queste furono le sue parole e fino ad ora niente mi ha portato a pensare il contrario.
A quanto pare i cadaveri sono stati mutilati e solo uno senza cuore, ma quasi del tutto dissanguati, la cosa è complessa. La mancanza del cuore mi ha portato subito pensare ad un licantropo, ma non c'è stata luna piena in questi giorni, ma magari non è stato un lupo mannaro. I lupi prendono sempre i cuori delle vittime, che sia una sorta di Demone? Delle streghe vendicative? Devo assolutamente scoprire i punti comuni tra le vittime.
Ieri, Cloud e Barrett decisero che stamattina sarebbero andati ad indagare in una città vicina, sarebbero stati via tutto il giorno, perfetto pensai inizialmente. Alle ore 9:00 mi misi in viaggio, con addosso l'abbigliamento più normale che trovai, verso l'obitorio dove sono custoditi i corpi delle giovani donne. Mi presentai come Joey Dawson agente dell'FBI e iniziai a fare domande sul luogo del ritrovamento, di come fossero stati rinvenuti e tutto il resto. Il punto comune è il ritrovamento nel bosco e i segni sembrano essere quelli di un'aggressione di un Demone.
Decisi di andare a piedi per osservare bene la situazione, inutile dire che la mia mania per il perfezionismo mi fece osservare ogni singolo centimetro della strada dalla città al centro del bosco al confine nord della città. Niente di strano, niente di niente, qualcosa non va, ne sono consapevole.
Passarono circa quindici minuti dal mio arrivo sul posto che inizio a dare la caccia ad un uomo che ho intravisto e che corrisponde alla descrizione di un Demone. Da cosa l'ho notai? Occhi completamente neri e portava in mano un cuore, sicuramente quello che ha estirpato alla sua giovane vittima. Presi la pistola e le tanni ferma con entrambe le mani, anche se tremanti, pronta ad entrare in azione. Alla fine le uniche cose che entrarono in azione furono le mie allucinazioni. Allucinazioni non proprio lievi a dire la verità.
Inutile dire che mi dovetti fare un taglietto al braccio e dovetti premerlo un paio di volte per riprendere il controllo sulla realtà intorno a me. Cosa che, comunque, non durò a lungo. Seguii il Demone fino al ciglio della strada, iniziando a lottare contro di lui e contro le allucinazioni e a dire la verità, purtroppo non sto minimamente avendo la meglio.
Dannazione. Non posso permettere al male di vincere non sta volta. Lottammo per degli interminabili minuti quasi senza sosta, senza una soluzione. Alla fine ci ritrovammo al centro della strada, spintonandoci e dandoci dei colpi. Quando presi la pistola, lui mi bloccò facendo in modo che l'abbassassi, ma anzicché verso di lui fui costretta a rivolgerla verso me stessa.
"Sai, vero, che non vincerai, gran figlio di puttana? Non ti manderò a spasso ad uccidere delle persone innocenti." Usai un tono duro, freddo, il tono adatto da usare in questi casi e adatto all'altro interlocutore. "Provaci, dolcezza, non ti renderò la vita facile, sappilo. Anzi, sei così graziosa che voglio aggiungerti al mio curriculum." Lo disse con un tono provocatorio, molto provocatorio, inumidendosi le labbra con la lingua e mordicchiandosi poco dopo il labbro inferiore mentre gli occhi mutarono nel loro vero colore, nero pece. Continuai ad strattonarlo, cercando in vano di liberarmi, ma riuscii a liberare una mano e presi il pugnale, con uno sforzo immane riuscii a colpirlo all'altezza del cuore. "Torna all'Inferno, figlio di puttana, e saluta tutti da parte mia. Digli anche che non mi mancano affatto e che se tornano sulla terra li manderò a calci in culo a casa personalmente." Dissi furente, cercando di parlare velocemente, in modo che potesse sentirmi bene e che recepisse il messaggio e la sfida che sto mandando a tutti i Demoni comandati da Crowley. Il periodo passato all'Inferno mi ha mutato profondamente, ora non ho timore di spedire messaggi di sfida o -se preferiscono- minacce. Cacciare è il mio lavoro e l'avrei fatto bene fino all'ultimo. Ma anche il Demone colpì, facendomi premere il grilletto, due volte, prima colpendomi alla gamba e poi colpendomi all'addome. "Dolcezza, mi dispiace per te, ma se affondo, tu vieni con me. Beh, non serve che io consegni il messaggio, potrai farlo tu stessa. Ci vediamo all'Inferno, puttana." Disse infine, il demone, prima di spirare, allentò la presa per via del suo stato di morte e caddi a terra, ferita a morte. Fortunatamente stava arrivando qualcuno quando caddi per terra, urlando e iniziando a pregare Dio e tutti gli angeli di uscire viva da quella situazione o che per lo meno Cloud non soffra per me. E' egoista da dire in questo caso, ma vorrei che fosse venuto con me, ma scacciai subito il pensiero.
Jo che diavolo dici? Si sarebbe fatto ammazzare per te, non puoi dire sul serio.
Pensai immediatamente, mentre vengo riportata alla realtà dalla voce lontana di un ragazzo.
Hey ragazzina, che ti è successo? Dobbiamo subito chiamare un'ambulanza, non chiudere gli occhi, potrebbe esser peggio.
Disse il ragazzo con un tono notevolmente preoccupato. Beh, chi non lo sarebbe se ti ritrovi con una ragazza alla quale hanno sparato due colpi, per strada per giunta. Nessun sano di mente si metterebbe a ridere come se fosse una sorta di barzelletta.
No, amico, ascoltami... E' importante, tieni il mio cellulare, chiama il mio ragazzo, si chiama Cloud, è l'ultimo numero che ho chiamato. Avvertilo che sto andando in ospedale. Non mi sento molto bene.
Riuscii a stento ad elaborare quel piccolo periodo, prendendo dalla tasca del giubbotto, con la mano destra insanguinata, il mio cellulare e porgendolo al ragazzo. Appena mi assicurai che il ragazzo prese il cellulare mi riabbassai, poggiando la testa sull'asfalto e chiusi piano gli occhi, presa da un'immensa stanchezza.
Dopo circa quattro ore, stando all'orologio che riesco a vedere più o meno, riaprii gli occhi, osservandomi intorno perplessa. Sembra essere una stanza d'ospedale, quel ragazzo deve aver chiamato realmente l'ambulanza, beh di certo non poteva chiamare un fornaio o un muratore. Provo piano ad alzarmi, ma niente da fare, i dolori sono troppo forti e la stanchezza non me lo permettono. Poggiai nuovamente la testa sul cuscino, voltandomi verso la finestra, nel farlo mi accorgo solo ora di avere delle macchine attaccate addosso, una al cuore e altre diavolerie che non conosco. La situazione sta del tutto mettendo alla prova la mia forza di auto-controllo e di stabilità mentale. Vorrei staccarmi tutto con la forza ma mi fermo, anche se sono sola in stanza potrebbe arrivare qualcuno e uno di quei macchinari potrebbe anche azionare una sorta di allarme. No, non è il caso. Alla fine sentii delle voci maschili e familiari fuori, ma chiusi nuovamente gli occhi, sentendo dei lancinanti dolori, che piano piano si calmano, per l'entrata in azione di una sorta di Morfina o diavoleria per allievare i dolori, fatto sta che nel giro di pochi secondi mi sento effettivamente meglio e crollo nuovamente nel buio, dopo aver chiuso gli occhi ed esser crollata in una sorta di sonno profondo.
  
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