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Autore: MaxB    11/11/2014    6 recensioni
[...]- Buonanotte Gajiru - sussurrò, staccandosi definitivamente dalle sue labbra.
- Buonanotte Ebi - rispose lui con voce roca, tonante anche quando bisbigliava.
Si addormentarono così: abbracciati, il mento di lui sulla sua nuca e la testa di lei appoggiata al suo petto. Le sue braccia forti e muscolose la circondavano, proteggendola da qualsiasi minaccia, freddo compreso. Le loro gambe erano incrociate, incapaci di stare separate.
[...]
One-shot tratta dalla fanfiction La nostra vita insieme. La notte della prima volta dei nostri adorati Gajeel e Levy.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil, Redfox, Levy, McGarden
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La vita privata di una splendida coppia'
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So che non ne potete più delle mie note, ma per chi non lo sapesse la os è tratta dalla mia ff La nostra vita insieme. Dunque, come in essa, mantengo i nomi originali dei personaggi, ossia Gajiru e Rebi. Inoltre, specifico che la parola "ebi" significa gamberetto, giusto perché capiate. Buona lettura^^


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Gemendo un’ultima volta, Gajiru si sdraiò sul letto di fianco alla sua ragazza. Ansimavano tutti e due a causa delle emozioni intense appena provate. I loro respiri affannosi erano l’unico rumore udibile nella stanza, destinato a spegnersi nel giro di poco tempo.
- Tutto bene? – chiese lui, bisbigliando per non fare troppo rumore. La sua voce cavernosa risuonava innaturalmente forte nella quiete che si era venuta a creare. Quella domanda gliel’aveva posta minimo otto volte nel corso dei minuti precedenti.
Il Dragon Slayer aveva la stessa espressione imperscrutabile di sempre, che nascondeva il tumulto interiore che provava: paura, esaltazione, gioia pura. E tanto, tanto amore. Non era pentito di ciò che aveva fatto, e non lo sarebbe mai stato. Ma temeva di aver spinto troppo la sua ragazza. Certo, lei non aveva fatto nulla per fermarlo, anzi, lo aveva incoraggiato. Però magari aveva agito così solo per paura di deluderlo. Quando sul divano aveva iniziato a bisbigliare il suo nome ad un soffio dal suo orecchio, aveva creduto di perdere la testa. Per non parlare di quando aveva iniziato a mordicchiare i lobi delle sue orecchie, il collo, le labbra. Gajiru fremette ricordandosi delle fortissime sensazioni appena provate. Altro che l’emozione della lotta! L’amore era adrenalina pura.
Quando l’aveva depositata sul letto, facendole perdere la fascetta che le teneva in ordine i capelli, si era reso conto di non aver mai visto creatura più bella al mondo. Con pochi e abili gesti lei gli aveva sbottonato la camicia, completamente lucida e sicura delle sue azioni. Lui era decisamente più impacciato. La sua compagna si era affidata a lui totalmente, sicura e fiduciosa. Ma lui aveva raggiunto le sue aspettative? Oltre all’inesperienza pratica nel campo, era stato cresciuto da un drago. Cosa ne sapeva delle femmine e del loro corpo? Un’imbarazzantissima giornata, dopo che si erano messi insieme, Ririi gli aveva spiegato come funzionava il fisico delle donne. Fortunatamente lui sapeva qualcosa di più visto che aveva studiato anatomia. Le guance di Gajiru avevano assunto il colore dei suoi occhi cremisi per tutta la durata della conversazione, capendo solo che le femmine hanno il corpo complicato quanto la loro mentalità.
Così, quando le piccole manine della compagna si erano avvicinate alla cintura dei suoi pantaloni, lui l’aveva fermata, chiedendole se era davvero sicura di ciò che voleva fare. Sorridendogli con amore, gli occhi scintillanti di desiderio, gli aveva dato un bacio talmente profondo e passionale che si era scordato di respirare. Aveva avuto paura di toccarla, di ferirla con le sue strette rudi e forti, ma lei lo aveva sempre implorato di stringerla di più. Quando lui ormai era nudo mentre lei era ancora del tutto vestita, gli aveva preso le mani, guidandolo affinché la liberassero da quei limiti di stoffa. Barriere che le impedivano di unirsi a lui completamente, di sentire la loro pelle a contatto, fremente e accaldata. Gli aveva ricoperto il petto muscoloso di dolcissimi baci, tracciando scie morbide e umide su tutto il suo torace. Nel frattempo le aveva chiesto altre due volte se era sicura di ciò che stava facendo.
Finalmente lei si era ritrovata nuda e Gajiru aveva potuto osservare la bellezza di quel corpo in tutto il suo splendore. Era una piccola meraviglia: morbida ovunque, aveva dei glutei meravigliosi, come anche le cosce e il seno, proporzionato a lei. Non l'avrebbe cambiata di una virgola. Ma la parte migliore erano gli occhi. Gli comunicavano tutto quello che lei non poteva dire, avendo la bocca impegnata con la sua. Gli dicevano che si fidava di lui, che era pronta per quel passo, che lo sarebbe stata sempre. Che lo amava, che non lo aveva mai desiderato così tanto, che sarebbe stata la prima volta di entrambi. E che lo avrebbero fatto insieme, uniti sotto tutti i punti di vista. Ma, soprattutto, il suo sguardo gli rivelava la sua gioia, perché finalmente si sarebbero amati incondizionatamente e intimamente. Solo lei avrebbe conosciuto quella parte dolce di lui, e solo lui l'avrebbe vista in tutta la sua nuda passione, in tutta la sua essenza.
Erano ormai entrambi al limite della sopportazione quando la sua ragazza si era sdraiata attirando Gajiru a sè. Si sentiva incredibilmente protetta quando lui la circondava con le sue braccia e la sovrastava. Il ragazzo si era allarmato rendendosi conto di quanto lei era piccola rispetto a lui. In quel momento, per la prima volta in vita sua, desiderò essere più proporzionato a lei. La sua compagna era perfetta, non doveva cambiare nulla. Era lui quello troppo grande e grosso. Era un vantaggio quando doveva difenderla, ma un problema in quell'occasione. Quello che non sapeva era che la sua compagna adorava la sua stazza imponente e non l'avrebbe mai cambiata. Andava benissimo così com'era. Notando la sua titubanza, lo aveva rassicurato, e lui si era finalmente deciso a compiere quel passo tanto importante e speciale.
Per poi maledirsi pochi minuti dopo, quando la sua ragazza aveva soffocato un rantolo di dolore. Un lampo di sofferenza era passato nei suoi occhi così brillanti e dolci, ma lo aveva cammuffato subito notando la preoccupazione del compagno. Chiudendo gli occhi, le aveva domandato scusa e le aveva baciato prima la fronte e poi le labbra, delicato come se fossero petali di rosa. Lei aveva risposto al bacio avvinghiandosi alla sua schiena quando il dolore era diventato qualcosa di nuovo ed emozionante per entrambi. Ogni cinque secondi le aveva domandato come stava, se era troppo doloroso, se stava sbagliando. E lei gli aveva sempre sorriso dolcemente, dicendogli che finché erano insieme andava tutto per il meglio.
E poi si era sdraiato accanto a lei, osservandola e rivivendo gli ultimi istanti. Aveva le labbra più rosee del solito a causa dei baci e dei morsetti, le gote imporporate dall'imbarazzo, arrivato in un po' in ritardo. Stava sorridendo appena guardando il soffitto, gli occhi persi nel vuoto.
 
Rebi girò lentamente il capo per guardarlo, perdendosi nel suo sguardo. Gajiru aveva la testa appoggiata alla mano e si sosteneva con il gomito. Aveva due rughette di tensione fra le sopracciglia aggrottate. Stava aspettando una risposta.
- Quando smetterai di chiedermi se sto bene? - replicò divertita.
- Non scherzare, sono preoccupato - borbottò severamente.
La ragazza si voltò completamente verso di lui, distraendolo momentaneamente dal suo viso. - Preoccupato per cosa?
Tornando a guardarla negli occhi, mugugnò: - Ti ho fatto male.
Ed era un'affermazione.
Rebi rise di fronte al broncio del compagno, arrabbiato con sé stesso.
- È normale - lo consolò, giocando con una ciocca corvina che gli era ricaduta sul viso. - Ma comunque è passato subito. Sei stato dolcissimo. E delicato.
La tensione sul suo volto si allentò, rischiarando anche i suoi occhi. - Sicura? Non sono stato troppo... irruente o brusco?
Lei ridacchiò di fronte alle insicurezze del compagno. Non le era mai capitato di vederlo così titubante. Specialmente in quel campo. - Te lo avrei detto, se avessi sbagliato. Ma è andato tutto bene. È stato  magnifico.
Sì, lo pensava anche lui. Però l'aggettivo "magnifico" era un eufemismo. Era stato molto, molto di più. Gajiru le accarezzò il braccio prima di avvicinarsi a lei e abbracciarla. Rebi si abbandonò a lui, allacciando le gambe con le sue e facendosi piccola piccola. I loro sensi sembravano essersi moltiplicati, estremamente consapevoli della loro pelle a contatto, millimetro per millimetro. Lui iniziò ad accarezzarle i capelli, giocando con le sue ciocche ribelli. Ignari di tutto, con quel piccolo e innocuo gesto stavano dando il via ad una consuetudine che sarebbe diventata abituale: lui che le accarezzava i capelli e lei che si rilassava tanto da addormentarsi sotto al suo tocco.
Quando Gajiru sentì il respiro della compagna farsi più lento e regolare, sussurrò: - Stai dormendo?
- Mmm... - fu la pigra risposta.
- Vuoi dormire qui?
Rebi aprì un occhio e reclinò la testa, per osservare meglio il suo ghigno. - Vuoi che vada a casa? - chiese scettica.
Per tutta risposta, lui si chinò a baciarle il naso e le labbra, trascinandola sopra di sé. - Vai a lavarti mentre cambio le lenzuola.
Rebi annuì con la testa sul suo petto, alzandosi dal letto. Pudica, si appropriò del lenzuolo con il quale si coprì il corpo nudo, facendo ridacchiare il compagno. Lui si alzò a sua volta e le passò una sua canottiera che per lei poteva fungere da vestaglia. Poi le diede una pacca sul sedere, facendola arrossire mentre si dirigeva in bagno.
Si capisce che una persona è veramente innamorata quando, pensando alla persona amata, non si accorge di ciò che gli accade intorno. Gajiru era maniacale nell'ordine e nella pulizia. Non un granello di polvere, non un calzino fuori posto. Ma, mentre cambiava le lenzuola, non si accorse dei vari vestiti sparsi sul pavimento. E non li avrebbe notati fino alla mattina dopo. Quando la ragazza tornò, gli restituì la palpatina, mentre lui si sporgeva per baciarle il collo. Ma lei fu più veloce e si buttò sul letto appena fatto, schivandolo. Ghignando, il suo compagno si diresse in bagno.
 
- Soddisfatta? - chiese buttandosi sul letto, lo sguardo rivolto al soffitto.
Rebi sorrise e gli si accoccolò vicino, mentre lui le circondava la vita con il braccio.
- Molto - rispose in un soffio.
Gajiru non poté fare a meno di ghignare. Stava per farle una proposta azzardata, ma necessaria. Dopo quella sera aveva realizzato di non poter vivere lontano da lei. Dovevano stare insieme, sempre, a contatto. Voleva respirare il suo profumo ogni giorno, accarezzarla ogni minuto e abbracciarla ogni secondo. Ebbe un improvviso senso di nausea quando si rese conto di come stava diventanto dolce. Era vergognoso. Ma era anche sicuro che la cosa lo avrebbe rafforzato: avrebbe combattuto anche con i denti pur di difenderla.
- A che ora torna Ririi? - chiese la ragazza.
Distratto dai suoi pensieri, Gajiru ci mise un po' a risponderle. Rebi alzò il viso per guardarlo, credendo che si fosse addormentato.
- Non lo so. Di solito stavamo alla gilda fino a tardi, prima di iniziare ad accompagnarti a casa. C'è qualche problema?
- No no. Era solo per curiosità. Anche se mi stavo chiedendo dove dorme di solito.
- Qui con me.
- Poveretto! - ridacchiò lei.
Il compagno la guardò confuso: - Perché?
- Non so come mai, ma mi dai l'idea di uno che si muove molto a letto. Sarà un problema dormire insieme.
Rideva sommessamente, incurante dello sguardo duro del ragazzo. Si sentiva offeso.
- Veramente io sono immobile a letto - borbottò. - È Ririi quello che si agita e si ritrova a testa in giù la mattina.
- Non ci credo! - esclamò, un sorriso furbo sulle labbra.
- E invece ci crederai domani mattina - disse, chiudendo l'argomento.
Poi iniziò a massaggiarle i capelli, facendole chiudere gli occhi dal piacere. Era rilassante come poche altre cose, e aveva un effetto intorpidente.
- Mmm... ho scoperto come fare per addormentarmi inmediatamente - mugolò piano.
Gajiru ghignò: - E io ho scoperto come spegnerti quando inizi a chiacchierare a manetta.
Rebi spalancò gli occhi, avvilita. - Non chiacchiero a manetta. E non usare le mie debolezze contro di me!
Ridacchiando, lui si girò di scatto e si portò sopra alla ragazza, che arrossì. Nonostante tutto quello che era successo, erano ancora all'inizio. Si vergognava, ci avrebbe messo un po' a sciogliersi e a perdere la timidezza.
- Siccome non ne hai - disse dandole un bacio veloce, - devo approfittare - continuò baciandola ancora, - di tutte quelle minime che trovo - concluse con un altro bacio.
Rebi sorrideva, lusingata, e abbracciò il compagno per stringerlo a sé. Ridacchiando, lo baciò più a lungo e si avvinghiò alla sua vita con le gambe.
Gajiru le accarezzò le braccia e indugiò sui suoi fianchi. Poi si sedette, trascinandola con sé. Lei gli mise le mani sulle spalle e, sedutagli in braccio, continuò a baciarlo. Si stringevano talmente forte da non riuscire più a distinguere dove iniziava il corpo di lui e dove finiva quello di lei.
- Mmm... - mugugnò la giovane liberando la bocca del compagno dalla prigionia. - Ma se io dormo qui, Ririi dove si mette? Di solito dorme con te.
- Penso che per una notte non gli dispiacerà starsene sul divano - rispose lui con la bocca sul suo collo. Rebi fremette, solleticata dal respiro del ragazzo. Lui allora prese il coraggio a due mani e si decise a proporgli cosa aveva pensato. Quale momento migliore di quello? - E non gli scoccerà nemmeno dormire in tre per i prossimi anni. Oppure posso prendergli una poltrona o qualsiasi altra cosa come nuovo letto.
Allontanando il collo dal viso del compagno, Rebi lo guardò confusa. - Cosa intendi dire?
- Sei troppo intelligente per non capire, Ebi.
- Hai ragione, ma in questo caso non capisco...
Gajiru sospirò e la guardò intensamente negli occhi. - Ti sto proponendo di venire a vivere qui con me. Con noi, insomma. Tanto lo spazio per una persona in più c'è. E poi, in questo modo, starò... cioè, starai sempre con me. So che ti deprimi quando non vedi il mio bel viso.
Nel concludere si sporse all'indietro con la schiena e si appoggiò sulle mani con le braccia tese. Un lievissimo rossore gli colorava le guance.
Rebi aveva gli occhi sbarrati per la sorpresa. Non se l'aspettava. Cioè, non che non avesse pensato a quell'eventualità. Ultimamente l'aveva sognata ad occhi aperti. Solo che non credeva che gliel'avrebbe proposta così facilmente. Il suo ragazzo era molto abitudinario: se era pronto a stravolgere così la sua esistenza, allora ci teneva davvero tanto a lei.
Sorridendo con entusiasmo, lo abbracciò e gli riempì la guancia di baci. - Sì! - esclamò. - Sì, sì e sì.
- Davvero? - replicò sbalordito. Credeva che gli avrebbe detto di no, non ancora, perché stava correndo troppo. Ma sembrava quasi che non aspettasse altro. - Forse allora dovremmo cercare una casa più grande, questa è...
- Perfetta. Questa è perfetta. È qui che tutto è iniziato, ed è qui che deve continuare. È dolce e intima l'armosfera di questa casetta.
- Se lo dici tu... - concesse grattandosi la testa.
- Sei felice?
- Eh? - domandò Gajiru, colto alla sprovvista.
La sua compagna aveva lo sguardo carico d'amore e tenerezza. Era gioiosa come non mai. - Sei felice? O me lo hai chiesto solo per farmi contenta?
- Sono felice come non lo ero dai tempi in cui c'era ancora Metallicana. E te l'ho chiesto perché era la cosa giusta da fare.
- Perché era la cosa giusta?
- Sì. Perché... voglio stare sempre con te - borbottó a bassa voce distogliendo lo sguardo. Quelle smancerie non erano proprio da lui.
Poi la sentì ridere. - Chi è che si deprime quando non vede il bel viso di qualcuno?
- Ebi impertinente! - esclamò lui ghignando e facendole il solletico.
Rebi si dimenò e rise, per poi baciarlo: un ottimo modo per farlo desistere. Distratto dalla tortura, Gajiru le accarezzò dolcemente il viso per poi infilarle le mani fra i capelli. Si sdraiarono l'uno di fianco all'altra scambiandosi un bacio lungo e dolcissimo, di quelli che fanno venire il diabete solo a pensarci. La ragazza allungò una manina e spense la luce del piccolo cristallo di lacrima che illuminava la stanza come un'abat-jour. Quella soffusa luce li aveva accompagnati tutta la sera.
- Buonanotte Gajiru - sussurrò, staccandosi definitivamente dalle sue labbra.
- Buonanotte Ebi - rispose lui con voce roca, tonante anche quando bisbigliava.
Si addormentarono così: abbracciati, il mento di lui sulla sua nuca e la testa di lei appoggiata al suo petto. Le sue braccia forti e muscolose la circondavano, proteggendola da qualsiasi minaccia, freddo compreso. Le loro gambe erano incrociate, incapaci di stare separate.
Ma non fu Rebi ad addormentarsi con il sorriso sulle labbra.
Fu Gajiru, che si sentì completo dopo tanto tempo.
Che si sentì vivo.
 
 
MaxBarbie’s
*avvampa* Ehm…cough cough… sono imbarazzatissima. Ahahaha ve lo assicuro, è stato difficile trattenermi e allo stesso tempo osare. Non faccio cose simili di solito >.<
Come dicevo nell’introduzione, comunque, la os è più o meno estrapolata dal capitolo 12 della mia ff, La nostra vita insieme. Solo che quella è a rating giallo e non lo cambio! Dico capitolo 12 perché ho sbagliato a postare un capitolo, che dovrebbe essere il decimo facendo scalare l’attuale decimo e l’undicesimo. Non so se avete capito, l’importante è che mi capisca io xD
Coooomunque, boh. Ahahah sono leggermente emozionata. Vi auguro una buonanotte, sogni casti, di restare abbarbicati addosso alla vostra dolce metà come i due piccioncini qui sopra e di non contrarre il raffreddore (non si sa mai).
A lunedì con la ff,
MaxBarbie
 
P.S.: grazie infinite alle meravigliose donnine che non vedevano l’ora di leggere questo capitolo*-* Cioè: EbiBeatrizP, Alechan86, LadyAstral, Miss-chan, Giuly ;), fairylove315. Grazie *-*
  
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