Storie originali > Poesia
Ricorda la storia  |      
Autore: Sottopelle    12/11/2014    1 recensioni
I lividi guariscono e il dolore passa. Ma la coscienza, una volta ferita, sanguinerà in eterno.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I lividi guariscono,
e il dolore passa.
Ma la coscienza,
una volta ferita,
continuerà a
sanguinare in eterno.
E macchierà le mani di
colpe di cui non
saremo mai in grado di
perdonarci,
e non sapremo
come lavarcele.
Dimenticare.
Ma forse il 
problema non
è il dover dimenticare
qualcosa in sé quanto
il dover accettare il
fatto che ci sia
realmente qualcosa da
non dover ricordare più.
Tu ancora non sai delle
cicatrici mie che
porto come
segno delle cadute che
non ho saputo
evitare e che
custodisco come
spunto per la
mia autocommiserazione.
E dei pianti lasciati
liberi nel silenzio,
nell'oscurità a cui ho
fatto affidamento per
non dovermi far
carico degli sguardi
pietosi di chi ha
conosciuto il volto
mio fiero e ora scopre
le mie debolezze.
Tu ancora non
sai di quante
volte l'anima mia ha
sanguinato e
continuerà a
farlo per ferite da
me stessa inferte,
al fine di trovare coraggio per
imparare ad essere
qualcosa di
migliore. Qualcuno di
migliore.
Eppure,
da questi miei tentativi
d'impormi a reagire,
sono finita col
diventare più arrendevole di
quanto io non sia
già stata di mio,
stretta in un
dolore che
avrebbe dovuto
- avrei voluto -
portarmi verso
l'accettazione di una
me come persona,
come corpo e spirito che
sappesse piacermi.
Non ho mai avuto il
vanto d'essere una
persona battagliera,
e forse avrei
dovuto tenerlo a
mente prima di
trattarmi come tale.
Di sperare di
poterlo diventare,
un giorno.
Eppure,
riconoscere i miei
errori non basta a
potervi rimediare,
e io ancora mi
guardo le mani,
impotente.
Che sia per il
mio non saper reagire,
o semplicemente per
scelta non lo so.
Ancora resto con
le mani in mano. 
Magari te ne parlerò,
di tutto questo,
ti mostrerò uno ad
uno ogni mio
simbolo di una
guerra persa.
O ritirata.
Allora,
forse capirai
veramente chi
sono io;
perché se sbaglio a
giudicarmi io stessa,
chissà tu come m'hai immaginata.
Magari te lo dirò,
e non avrò più
paura a mostrarmi vera
agli occhi tuoi. 
O forse starò muta,
nella speranza di
potermi dimenticare dei
miei segni
indelebili su pelle.
E della mia coscienza,
che ancora ha
sangue da versare
inutilmente.
Cercando di
assecondare i tratti che
tu hai pensato per me,
o,
se non altro,
quelli che io ho
cercato di mostrare
a te.
Perché alla fine,
la me che tu hai
sempre sognato,
in qualche modo,
è sempre migliore di ciò che
io sono realmente.
E di questa colpa so
che non potrò mai
dimenticarmene.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Poesia / Vai alla pagina dell'autore: Sottopelle