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Autore: meiousetsuna    12/11/2014    3 recensioni
Storia partecipante al contest Midnight thoughts indetto da Starsfallinglikerain__ sul forum di Efp
Questa è una storia con protagonisti Stefan, Damon; Elena, Caroline, ed è un esperimento “di stile”
Ognuno racconterà una notte passata senza dormire, da solo, riflettendo sulle cause della sua insonnia.
Dal testo: Non riesco a dormire stanotte, me ne dovrò fare una ragione.
Sarebbe difficile prendere sonno semisdraiato sul sedile della Camaro, anche se ci sono pochi posti nei quali preferirei essere.
Di sicuro non nell’appartamento di mio fratello a Savannah, quell’imitazione di una casa; impersonale, moderna ma senza stile, peggio di un motel!
Forse ci ha creduto quando mi ha invitato facendo gli occhi da cucciolo, che stridevano con la voce un po’ supponente.
Magari sperava che mi sedessi vicino a lui e gli leggessi le favole?
Non sarebbe un pensiero orrendo se non avessi altro da fare; ma no, grazie.

Spero di avere un piccolo parere..
Love, Setsuna
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia partecipante al contest Midnight thoughts indetto da Starsfallinglikerain__ sul forum di Efp
Questa storia ha uno stile un po’ diverso: il racconto è diviso in quattro Point of View, ma non sono chiamati: “Pov”, indicazione che non mi piace. Sono identificabili  dalla lista dei personaggi, che sempre per scelta stilistica, non pronunceranno mai il nome degli altri di cui parlano.

Personaggi:
Stefan
Damon
Elena

Caroline

In the Midnight Hour

Questa notte non dormirò, ma non sarà un problema.
Per molti una crisi d’insonnia significa tempo perduto, riposo perduto, un’occasione perduta.
Invece di girarsi nel letto, osservando con occhi diversi il contenuto di una stanza che improvvisamente non è più un rifugio, ma una trappola, si potrebbe decidere di reagire, alzarsi e portare fuori il cane per una corsetta extra.
Lui sarebbe felice e lo dimostrerebbe senza lasciare dubbi, voi avreste bruciato qualche caloria, attraversato un vicolo sconosciuto che si trova a pochi metri da casa ma che non vi è mai interessato percorrere, ceduto l’ultima sigaretta a un perfetto estraneo, che vi considererà la sua Fata Madrina.
La brillantezza falsa del neon disorienta la percezione delle ore che passano, ma per un vampiro questo non vale, abbiamo un ritmo dettato dalla natura: le luci dell’alba allertano i nostri sensi che rispondono a un segnale atavico di pericolo.
Sono tra i fortunati che posseggono un talismano solare, ma non riesco a non sentire i peletti sottili alla base del collo che si elettrizzano, la sensazione che il calore non possa essere assorbito dalla pelle.
Durante la giornata apparteniamo a tante persone, situazioni e cose persino: per cominciare spalanchiamo le finestre e lasciamo entrare aria, voci, notizie, l’esterno che si catapulta dal quel varco aperto.
Andiamo al lavoro, parliamo con i conoscenti, litighiamo con la persona che ci ha bloccato la macchina in seconda fila.
E anche se non vogliamo, il telefono ci richiama ai nostri doveri: se non ci sei, non esisti; quello che non hai sbattuto in faccia al mondo, non l’hai neanche pensato?
Peccato che non abbia mai potuto avere un cane.
Mio padre odiava gli animali dentro casa e dopo la trasformazione avrei potuto dissanguarlo per cibarmi di lui; nemmeno mio fratello, nei nostri peggiori momenti, è arrivato a insultarmi insinuando che avrei allevato la cena.
E non ho neppure fumato, ma non credo di essermi perso molto.
Non sono il tipo da stupidi vizi.
Certo, a volte mi sono svegliato così drogato di sangue da non capire dov’ero e perché provassi quello stordimento, finché mi arrendevo al fatto che semplicemente non volevo rischiare di avere una risposta e preferivo uccidere ancora.
Ma ora è così diverso. Voglio una nuova vita, normale.
Non perderò più mio fratello perché non sapevo volergli bene nel modo in cui ne ha bisogno, non mi aggrapperò al mio tormento e forse lascerò entrare da quella finestra sull’esterno un’amica speciale.
Ho sbagliato con lei, ma non potevo fare diversamente; ero smarrito e dovevo ritrovarmi.
Deciderò con calma, non adesso: domani.
Quando questa notte sarà terminata, perché è così che funziona. Il tempo sarà mio amico, mi suggerirà se prendere al volo quest’occasione prima che sia perduta.
Questa notte non dormirò, ma non sarà un problema.

******

Non riesco a dormire stanotte, me ne dovrò fare una ragione.
Sarebbe difficile prendere sonno semisdraiato sul sedile della Camaro, anche se ci sono pochi posti nei quali preferirei essere.
Di sicuro non nell’appartamento di mio fratello a Savannah, quell’imitazione di una casa; impersonale, moderna ma senza stile, peggio di un motel!
Forse ci ha creduto quando mi ha invitato facendo gli occhi da cucciolo, che stridevano con la voce un po’ supponente.
Magari sperava che mi sedessi vicino a lui e gli leggessi le favole?
Non sarebbe un pensiero orrendo se non avessi altro da fare; ma no, grazie.
La macchina però l’ha completamente riparata lui e mi ha fatto felice: almeno metà di questo ritorno dalla morte ha un senso.
Passerò tutta la notte sveglio, bevendo dalla bottiglia di bourbon che ho giustamente requisito al mio più caro amico — che mi riservo di prendere a calci appena sarà guarito dalle ferite più gravi — sotto il balcone della donna che amo.
Un Romeo urbano, molto più disilluso, stropicciato, piegato, ubriaco.
Ma che luce viene da quella finestra?
No, niente astri pallidi e bugiardi, solo una lampada da lettura.
Persino da qui mi pare di sentirti respirare — come quando ti spezzavo il fiato — di percepire i battiti del tuo cuore — come quando ti accendevo e ardevi al ritmo del mio corpo nel tuo.
Un vampiro non ha bisogno di dormire come un semplice umano, eppure lo desidero così tanto.
Perché in quel tempo ritorno me stesso da bambino, innocente e così meritevole di stare accanto a te. Perché anche se mi lasciavo andare negli strati più profondi dell’incoscienza avvertivo nitidamente le carezze che regalavi ai miei capelli, al profilo del mio viso, credendo di fare abbastanza piano da non svegliarmi.
Non mi perderei nulla di te, per nessun motivo.
Ti sei alzata adesso e hai chiuso la tenda bianca che ha lasciato intravedere per un secondo la tua sagoma; poi allontanandoti sei diventata vaga, sfumata, il passato di un attimo prima.
Non importa.
Non mi serve averti davanti per indovinare ogni gesto, perfino il più semplice e anche tu ricorderai, perché sono scritto dentro di te; nessun incantesimo può arrivare così in fondo.
Ora chiuderò gli occhi, per riposarli solo un po’.
Forse la mano con la quale non hai aperto quella porta si poserà sulla mia, come la notte senza stelle in cui l’hai stretta per andare insieme incontro alla morte, che sarebbe stata un sogno senza fine.
Per questo non penso che potrei dormire, stanotte.
Dovrò farmene una ragione.

*****

Non riesco a prendere sonno, in alcun modo.
Eppure tutto è in ordine nella mia nuova esistenza. Sono una studentessa brillante, ho già salvato delle vite umane.
Ho usato i miei poteri da vampira, ma è così importante? Secondo alcuni sì, starei solo imbrogliando.
L’ho intravisto negli occhi del mio compagno di corso preferito, quello che tra poco sicuramente sarà il mio nuovo ragazzo: è sospettoso, forse indispettito perché l’ho superato in bravura nel momento dell’emergenza, ma non ha ancora capito nulla, per fortuna.
Sto soltanto mischiando le carte in tavola perché le cose vadano bene per tutti, siano più facili, che male c’è in questo?
Perché questa notte continuo a sentire un nodo nello stomaco che mi dice che pagherò per queste scelte?
Non posso nascondermi dietro la maschera di un sorriso, o con la testa sotto il lenzuolo, per non rischiare di vedere la realtà?
Perché gli sguardi, i pensieri, le parole, devono sfidarsi per prevaricarsi dentro di me?
Quando ho aperto quella porta, ho avuto la sensazione di essere investita da un’automobile in corsa.
Ho riconosciuto la forma dell’amore, ma ho deciso che non le avrei concesso quel nome.
Ho visto un’anima che mi appartiene specchiarsi nella mia, ma non voglio somigliare a uno spietato assassino, come ha sussurrato una voce nella mia testa.
Perché sono sedata contro il dolore, mi sta bene così.
Perché risvegliarmi mi farebbe provare di nuovo tutto; potrei scoprire che l’amore che non concederò mi priverà di qualcosa di assoluto, lasciandomi svuotata, mentre quello che potrei donare riempirebbe le mie mani aperte.
Ma ho scelto ormai e ho respinto la persona che — so che è vero — ha rischiato di più per me.
Mi hanno raccontato che la sua perdita era qualcosa che non riuscivo ad affrontare, invece il suo ritorno mi ha costretta a rivalutare tutto.
Ha sorriso, stancamente, a queste parole; mi ha spiegato che pare sia quello che gli riesce meglio, ma io davvero non ricordo.
So che mentre lo chiudevo di nuovo fuori dal mio mondo, una sottile ruga di dolore ha screpolato quel viso bellissimo; per un attimo ho letto la sua storia in quell’imperfezione e ora mi tormenta.
L’ho visto benissimo, nella macchina parcheggiata sotto il college; mi pare che il suo sguardo passi attraverso lo spazio, la tenda che ho chiuso come se fosse un gesto abituale, il buio complice che ho creato spegnendo la lampada sul comodino — l’unica luce rimasta accesa.
Appallottolarmi sotto le coperte non serve, è assurdo, non ho modo di scappare.
Ci rifletterò, nelle lunghe ore di veglia che ho davanti, che probabilmente non porteranno a nulla.
Vorrei rilassarmi, uscire da questo circolo vizioso.
Ma più ci penso, più so che non prenderò sonno, in alcun modo.

*******

Non posso sprecare tempo a dormire, se non ho chiaro cosa farò domani.
Potrei approfittarne per sistemare il guardaroba per stagioni, svuotare lo sgabuzzino e stipare all’inverosimile gli scatoloni di cose da buttare, finalmente; pulire il caminetto si è già dimostrato utile, no?
Ordinare i libri per autore, preparare lasagne da congelare, decorare l’albero di Natale per tempo. Chissà perché, sono tutte attività che potrei svolgere perfettamente nel giro di un giorno, una domenica ad esempio, ma che il silenzio e l’intimità della notte rendono più leggere, meno noiose, non banali.
Sono successe troppe cose e tutte fuori dal mio controllo, perché possa semplicemente mettermi col braccio sinistro sotto il cuscino, come facevo da piccola e decidere che ero abbastanza stanca da voler cadere addormentata.
Mia madre mi rimboccava le coperte, quando c’era.
Le altre sere non volevo che una stupida baby sitter lo facesse al suo posto; così cercavo di contare fino a cento, ma non arrivavo mai alla fine.
Sognavo principi azzurri e feste favolose, di essere la Bella Addormentata, Miss America, la nuova Jackie O.
Invece sono diventata una creatura perversa, che si nutre della vita degli altri — perché mentre non devo rendere conto a nessuno lo posso ammettere — anche se non li uccido; che si sforza sempre di fare bene, anzi di dimostrare di essere migliore.
Se non fosse così e commettessi troppi passi falsi mi troverei costretta, in nebbiose notti d’autunno come questa, a trarre un bilancio onesto e ho paura di cosa scoprirei.
Di essere ancora profonda come una pozzanghera?
Di essermi innamorata sempre della persona sbagliata, che non mi sceglierebbe mai per prima?
È questo che mi tortura, ecco la verità.
Ero quasi sicura, questa volta, di aver riposto il mio affetto nel posto giusto.
Che lui fosse il mio Eroe, buono e altruista, attraente e romantico.
Quando mi ha usata per scaricarmi addosso i suoi problemi e cercare di fuggire, qualcosa si è spezzato dentro.
Se ora mi chiedesse scusa, non so come reagirei.
A volte sono estremamente volubile e me lo rimproverano; a volte terribilmente testarda e non riesco a cambiare idea anche quando la verità mi arriva addosso come una secchiata d’acqua fredda.
Rivoglio indietro la mia città, la mia vita spensierata da studentessa, la casa di mia madre.
Ma non succederà, quindi guarderò avanti; forse non ho mai contato tanto, per il mio migliore amico, ma non mi sono già arresa.
Le cose possono ancora cambiare, devo solo crederci.
Entro domani avrò deciso il da farsi; per questo non posso sprecare tempo a dormire.




 

 

  
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